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Autore: xZivaDavid    26/09/2011    11 recensioni
-si può sapere che vuoi, Louis?- sbottò poi, voltandosi in direzione del ragazzo, irata.
-Io? Niente. Carota?- rispose lui, tranquillo, facendo spallucce e offrendo alla compagna di banco un ortaggio. RECENSITE!
Genere: Comico, Romantico, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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'La prima volta che ti ho parlato, hai detto che non ti saresti mai innamorata.'

'Aspetto qualcosa che sa di te'

 

 

Prologo - April.

 

 

*

Laboratorio 81 - Chimica.

 

-Meno paturnie mentali,Zayn-  Lo ripeteva spesso,il ragazzo, nell'ultimo periodo.

Era assurdo come la crescita di lei e la costante presenza nella sua vita l'avesse reso così..vulnerabile.

Vedeva una ragazza e immaginava che gli sorridesse amorevolmente..che gli venisse incontro e lo fissasse con i suoi occhi verdi,

scostando i capelli biondi e lisci dal volto...

-Meno paturnie mentali,Zayn,tanto nessun'altra è come lei-

Puff. Il ragazzo ebbe appena il tempo di accorgersi di non aver versato una goccia di quel liquido blu contenuto nella provetta nel pentolino, ma tre.

Ci volle poco, ebbe solo il tempo di simulare un'imprecazione,quando vide che tutto diveniva grigio.

-BOOOM- 

Chiuse gli occhi,mentre cadeva a terra, travolto da qualcosa di appiccicoso.

Sollevò gli occhiali protettivi dagli occhi e vide il professore rimanere a debita distanza dal danno,disgustato.

-Signorino Malik..temo che questa sia un'altra F- 

'Meno paturnie mentali,Zayn, o finirai per far saltare in aria la scuola.'

 

*

Aula32 - Inglese 

 

La luce del sole filtrava fioca attraverso la finestra dell'aula di inglese, dove parecchi ragazzi seguivano con scarsa attenzione.

All'angolo in cui la luce pareva giocare di sfumature, stava seduta una ragazza.

Tentava di nascondere il volto al sole, che riluceva di biondo dal riflesso dei suoi capelli.

Al suo fianco, un ragazzo snello, dagli occhi azzurri e uno strano sorriso ebete sul viso,

ripeteva sempre la stessa parola, come una cantilena, come se chiedesse aiuto.

-April? April? Apriiil?-

La bionda scostò una ciocca liscia di capelli dal volto, alzando i chiari occhi al cielo.

Giocherellò stancamente con la matita fucsia che doveva servirle per gli appunti.

-April? April? April?-

Per quanto ancora avrebbe potuto ignorare quella fastidiosa vocina che le martellava il timpano in continuazione?

Si chiedeva a che punto fosse la sua resistenza. 

Doveva possedere molta, troppa pazienza per sopportare un ragazzo del genere.

E lei non era la persona adatta.

-April? April? Aprììl?-

La ragazza sbuffò di rabbia. 

-si può sapere che vuoi, Louis?- sbottò poi, voltandosi in direzione del ragazzo, irata.

-Io? Niente. Carota?- rispose lui, tranquillo, facendo spallucce e offrendo alla compagna di banco un ortaggio.

April rimase immobile, roteando lo sguardo.

'Louis, sempre il solito. Chissà dove sono i suoi neuroni,pace all'anima loro'

Poi sorrise, un ghigno tirato e forzato.

-Mi stai trapanando il cervello,stai ripetendo il mio nome nel timpano da ore, babbuino!-

Lui si fece serio,di colpo. Poi sorrise, addentando la carota rifiutata dalla ragazza.

-Ah, quello! Suona bene, non è vero? April..Apriil..April-

Di nuovo punto e accapo.

Se non fosse stato per l'azzurro dei suoi occhi..

-April? April? Apriil?-

 

Strinse i pugni,facendosi piccola piccola. 'Ti prego,April,resisti!'

La ragazza scostò rumorosamente la sedia.

La professoressa sorrise,maligna.

-Signorina Horan, alla lavagna.- 

 

'Oh, cazzo. Appunto mentale: Ricordarsi di uccidere Louis Tomlinson.'

 

*

Aula 76c - Matematica.

 

Era l'aula più isolata dell'edificio, pareva a prova di sole.

la materia più temuta, quella mai capita.

L'unica in cui Harry Styles riusciva a prendere delle 'B'.

Certo,l'anziano professore non avrebbe mai potuto sospettare che il merito non fosse suo.

Il bel ragazzo scosse i suoi ricci, fingendosi indifferente all'ambiente che lo circondava.

Prese il cellulare con aria di chi la sa lunga,e, senza staccare gli occhi dalla lavagna piena di simboli indecifrabili, mosse le dita silenziosamente.

 

Scrivi nuovo sms: 

"April, Domani ho matematica. Aiuto! ripetizioni?"

Messaggio inviato.

 

Il ragazzo tirò un sospiro di sollievo. Sapeva che avrebbe detto sì.

Poteva sempre contare sulla sua April.

Una voce frantumò i pensieri del ragazzo,come un sasso lanciato contro uno specchio, con irruenza,quasi.

Con un tono fastidioso e troppo alto,per apparire femminile.

-Ciao Harry- Lui si voltò, adorabile, scrutando con occhi cerulei la ragazza dal volto dolce che l'aveva appena salutato.

Era una delle tante studentesse con cui perdeva tempo nelle ore scolastiche.

-Ciao..- La scrutò, tentando di ricordare il suo insignificante nome. -Ciao Sharon, come va?-

Ecco, di nuovo la stessa storia.

Lei avrebbe iniziato a parlare di sè, come tutte le altre.

Osservò senza interesse le labbra di lei muoversi frenetiche, le braccia sottolineare il suo discorso, 

ma ormai era perso nei propri pensieri,quando la vibrazione proveniente dalla sua tasca lo fece tornare in sè.

Non interruppe il discorso della ragazza (ormai aveva capito che era meglio fingere di ascoltarla) e sorrise delicatamente,

spostando lo sguardo verso il desktop del cellulare.

 

"un nuovo sms - April"

 

"Va bene, Styles, casa Horan - Payne, 17.15. Sii puntuale." 

Involontariamente, un sorriso sincero di fece spazio sul bellissimo volto del ragazzo.

Eccola, l'unica che non perdeva tempo ad essere come tutte le altre.

April.

 

"April". Non ci aveva mai pensato, a quanto melodioso apparisse il suo nome.

Avrebbe potuto scriverci qualcosa, tipo 'I'm still waitin' for a new April' 

..Sarebbe stato troppo ovvio?

-Mi stai ascoltando, Harry?- Il ragazzo spalancò gli occhi, stupito da quanto stonasse quella voce, in confronto a quella che aveva appena immaginato.

-io..- sussurrò, quando la campana trillò. -Fine delle lezioni!- rispose poi, correndo via dal banco che occupava.

'Grazie, Dio, Grazie'

 

 

La bionda sorrise, scostando i capelli ed aprendo la porta del suo appartamento.

-April!-  Non proprio suo,ecco.

Abitava con suo cugino,la più grande disgrazia capitata in questo mondo, e il suo amico,

che era diventato come suo fratello.

 La ragazza posò la borsa scolastica all'entrata di casa, preoccupata.

-Che c'è?- nessuna risposta.

Lei alzò gli occhi al cielo, legando i capelli con un elastico preso al volo dal mobile all'ingresso.

Era sempre il solito.

Non rispose ancora. April salì le scale di corsa,nonostante il fiatone per arrivare in fretta a casa.

-April?- ancora quella voce,che sapeva di un lamento.

Avrebbe voluto rispondere, ma il respiro era corto e le scale troppe.

-April?-

Ecco,ora iniziava ad odiare il suo nome.

Arrivata in cima alla scalinata, prese un respiro di sollievo.

Mise le mani nei fianchi con aria minacciosa,poi si scaraventò con toni tutt'altro che leggeri contro il ragazzo che la invocava.

-NIALL JAMES HORAN, SE NON MI SPIEGHI QUELLO CHE STA SUCCEDENDO SEI MORTO-

Attese la reazione da parte di suo cugino, che non tardò ad arrivare.

Lui si affacciò dalla porta della cucina,con un sorriso tremolante e degli occhi che imploravano pietà.

-Ho…provato a cucinare.-

Mormorò piano, impaurito.

April spalancò gli occhi, in quel verde che avrebbe incantato chiunque.

Era sorpresa,ma non troppo. Suo cugino non sarebbe mai cambiato.

-COSA? tu. sei. pazzo. Ti ho avvisato così tante volte! La cucina è ancora intera?-

Come risposta,ebbe solo un mugugno.

Iniziò a preoccuparsi sul serio.

-Niall che cavolo hai fatto?-

Il ragazzo sorrise leggermente, con aria colpevole, scostandosi dalla porta a malincuore e mostrando la stanza alla bionda.

-NIALL JAMES HORAN, INIZIA A SCAPPARE!-

 

*

 

Il ragazzo ridacchiò, udendo la sua piccola April urlare contro il biondo, senza smettere di rovistare sotto il letto, in quel groviglio di abiti, 

oggetti e schifezze varie che poteva definire la sua camera.

Attese pochi secondi, quei secondi in cui sapeva che il rossore delle gote di lei sarebbe svanito e sarebbe tornata ad essere la solita,dolce April,per chiamarla a sua volta.

-Che c'è, Pay?- rispose quella, con voce strascicata, evidentemente occupata.

-Niente Ap-  rispose poi,sicuro che lei avrebbe insistito.

Era come se la vedesse sorridere ..-Dimmi, Pay!-

riconobbe l'ordine impartito da quella voce autoritaria. 

Allora sorrise anche lui,la conosceva come le sue tasche.

-Sono disperato, Ap, non trovo l'iPod..forse l'ho perso in metrop-

la voce di lei l'interruppe.

 -Sotto i jeans sulla scrivania.Non quelli blù- affermò poi, certa dei movimenti dell'amico.

Liam arrossì leggermente, lasciando i jeans blu che aveva appena afferrato con un gesto veloce.

 -quelli grigi.-

Seguì l'indicazione impartita..ed eccolo là, intatto, l'oggetto che tanto aveva cercato.

Liam Payne non aveva mai capito come la sua April ci riuscisse, ma riusciva a risolvere i suoi problemi, sempre.

-Allora, trovato?- lo raggiunse quella dolce voce.

Sorrise. Se non fosse stata come una sorella, le avrebbe chiesto di sposarlo.

 

 

 

 

 

 

____________________NO, JIMMY PROTESTED!*

 

 

ECCOMI QUA, CON QUESTO PICCOLO PROLOGO ALLA MIA NUOVA FANFICTION SUGLI ONEDIRECTION.

COME VI PARE? FATEMI SAPERE,ASPETTO LE VOSTRE RECENSIONI! MI RENDERESTE FELICE, DAVVERO.

- APRIL…PERSONAGGIO ANCORA DA DECIFRARE.

 

--PROLOGO SCRITTO IN TUTTA FRETTA. VI PREGO DI PERDONARMI IL FATTO CHE SIA POCO PARTICOLAREGGIATO E 'NON NEL MIO STILE'. 

RIMEDIERO' NEI PROSSIMI CAPITOLI, PROMESSO. 

BACI, FIAMMA.

   
 
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