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Autore: Miss V Blackmore    26/09/2011    3 recensioni
La vita è il viaggio, non è la destinazione, non ci sono solo errori ma anche occasioni da cogliere al volo. Quando sei in tour non è tutto sempre facile. Centinaia di persone entrano nella tua vita, alcune lasciano il segno, altre le dimentichi pensando già al tour successivo. La vita di una Band non è mai semplice, tra amicizia, amore e follia. Due ragazze italiane alle prese con un sogno diventato realtà. Gli Avenged Sevenfold da ogni punto di vista, le loro storie, i loro sbagli, il loro fantastico mondo. L’incredibile impresa di poter sfiorar eil cielo con un dito, dimenticandosi di essere chiusi in una gabbia imposta da noi stessi. Non è mai troppo tardi per respirare, per sperimentare cose nuove, e tornare a vivere. Non è mai troppo tardi per niente. Bisogna solo aspettare un nuovo giorno…
[Scritta a 4 mani da me, e Dreamy_Vale. Fino al Capitolo 25]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, The Rev, Un po' tutti, Zacky Vengeance
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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No, non avete allucinazioni, sono proprio io, ed è proprio un nuovo capitolo! Non credevo di tornare a scrivere qui. Infatti, per quasi due anni, non l'ho fatto. Ma eccomi qui, ho ripreso tra le mani questa meravigliosa storia, questa avventura a cui darò una degna fine, perchè diciamocelo: è stata la prima tra le tante migrazioni di Italiane in California. E come non poter riprendere in mano Niky e May dopo che il blocco sta passando? Non assicuro un aggiornamento costante, ma aggiornerò sicuramente, perchè questa storia fa ormai parte di me. E' il meraviglioso sogno che dentro di me cullo ormai da sempre. Vi prego di avere pazienza, e di capire che indossare nuovamente questi panni non è semplicissimo, se notate alcune incongruenze fatemelo sapere. Ogni commento fa piacere, è anche grazie alle vostre recensioni che son tornata a riprendere tra le mani questa storia. Grazie di cuore a chi ce l'ha tra i preferiti, a chi la segue, e sopratutto chi la recensisce. Grazie mille. Risponderò alle ultime recensioni lasciate subito! <3

A te, che continuerai insieme a me questa speciale avventura.

*

But if i had your faith
Then i could make it safe and clean
If only i was sure
That my head on the door was a dream

The Cure – Close To Me

[28 Febbraio 2008 – Huntington Beach – Apple Blue Pub]
Foto.
Attimi rubati allo scorrere del tempo, che per sempre sarebbero rimasti immortalati.
Rievocavano echi di risate, scherzi e battute, il profumo di carne sopra un barbecue.
“Stai sempre a riguardare queste foto Nana” commentò Jimmy notando la piccoletta china in avanti persa nei suoi pensieri.
“Perché testimoniano tutto quello che stiamo vivendo” rispose dolcemente lei. “Vedi? Sono a centinaia, e ne ho molte più nel pc, sono tutte lì!” continuò divertita.
“Parli come se potessero rubarti i ricordi, o quello che hai vissuto” rispose ridendo il ragazzo che si mese seduto sul gradino, proprio a fianco a lei.
“A volte ce l’ho questa paura, è tutto così…”
“Non dire bello, o qualche altra sdolcinatezza perché potrei prenderti e annegarti nella melassa” la interruppe il ragazzo ridendo.
“Potresti anche capire una giovane ragazzina innamorata, no?” rispose ridendo. “Insomma… Ora è tutto giusto, no?”
“E lo chiedi a me?” rise in risposta Jimmy, con quel suo modo di fare rumoroso e quasi sguaiato. “Niky sei tu quella che dovrebbe sentirsi finalmente serena” aggiunse tornando a sorridere.
“Mi stai dicendo che non mi accontento mai?” domandò lei chiudendo l’immenso album che aveva fatto; ad occhio e croce avrebbe potuto pesare quanto la ragazza in questione.
“No assolutamente anzi, dico solo, che magari devi proprio dare un taglio al prima e pensare solo al presente, o ti perderai molte cose belle”.
Jimmy adorava Niky e May, erano state due ventate di aria fresca, certo con loro le cose avevano smesso di andare avanti per inerzia e quasi erano esplose, ma era quello che a volte serviva nella vita: un punto fermo e un nuovo inizio.
“Allora voi due siete qua!” la voce di May li fece girare e sorridere. “Posso rubarti la Nana?”
“Certo figurati, io tra moglie e marito non metterei mai il dito” disse il ragazzo alzandosi, e passando vicino alla biondina le schioccò un rumoroso bacio sulla guancia per poi tornare dentro al locale con gli altri.
“Che ci fai qui?” domandò subito l’amica sedendosi tra le gambe della ragazza e appoggiandosi a lei.
“Guardavo le foto” rispose sincera l’amica.
“Ancora?” rise divertita. “Guarda che tre quarti dei protagonisti delle foto sono li dentro che ci hanno appena finito a imbiancare tutto. Devi vedere che figata che è venuta!”
“L’idea di fare un muro dietro al bancone per foto e autografi è stata genialità pura!” annuì Niky.
“Si hanno ci messo solo due ore per capire come usare quella vernice trasparente, devono dare tre mandate, le altre due le finiscono domani”
“Lo avresti mai detto?” chiese poi la moretta con un tono basso, come se alzare la voce avrebbe reso tutto meno stabile, più facile da portar via.
“Cosa? Che avremmo aperto un pub? Che avrei vissuto con Brian? E che tu ti saresti messa con Zacky?” chiese lei in risposta scuotendo la testa. “No, pensavo che saremmo tornate in Italia, che ti saresti laureata e che avremmo continuato a fare cazzate” concluse sinceramente.
“Un anno May, tutto questo è accaduto in un anno, beh quasi. e a me sembra di vivere qui da una vita intera, che lì dentro ci sono i nostri amici di sempre” disse lei appoggiando il mento sulla nuca della ragazza.
“E forse è così… Insomma, ormai siamo qui e siamo in ballo, pensare al prima o al poi non ha senso”
“Stai cercando di stroncare le mie paranoie sul nascere?”
“Assolutamente si! Ti conosco Nana, tu in disparte con delle foto? Binomio che conduce a pianti e malinconie” May girò il volto per guardare quello dell’amica, che si aprì in un sorriso sincero e solare. “Cosi ti voglio Nana, coccolosa e sorridente!” disse prima di rimettersi in piedi di scatto e tirandola su a sua volta.
“Da quando stai con Zacky stai diminuendo la lunghezza delle tue gonne già corte lo sai?” le fece notare la biondina.
“Mi piace quando mi guarda con lo sguardo da maniaco” ammise mordendosi un labbro e distogliendo lo sguardo. “Mi fa sentire sexy!” aggiunse facendo scoppiare a ridere l’amica.
“E quei tacchi? Prima non li portavi così spesso, ti sta trasformando?”
“No May, li sto tenendo cosi spesso perché per l’apertura dovremmo lavorarci sui tacchi!” esclamò lei.
“Cosa?” sbottò l’amica. Generalmente li portava i tacchi, anche belli alti, ma non di certo per lavorarci, non aveva la minima intenzione di starci su dodici ore filate nella sera più frenetica che avrebbero avuto da qui all’eternità.
“Mi dispiace ma abbiamo votato!” rispose Niky con fare solenne.
“Chi? Quando?” domandò lei.
“Io e Miranda quando non c’eri, saremmo tutte e tre vestite di nero, iper-mega tirate!” statuì la moretta con un pizzico di gloria e orgoglio nella voce, e anche soddisfazione.
“Non che avessi voglia di vestirmi da barbona, ma come mai questa scelta?”
“Perché le belle ragazze con tacchi e gonna vendono molto di più!” spiegò lei, e secondo le due ragazze il ragionamento non faceva una piega; ma avevano escluso May nella decisione per evitare che impuntandosi creasse una marea di pieghe al quel discorso perfettamente lineare.
“Ok, e lo staff com’è vestito?” sospirò annuendo quella frase, sapeva benissimo che qualsiasi argomentazione avesse creato sarebbe stata persa in partenza. In fondo era Niky quella che aveva lavorato sempre al pub, anche quando lei in tour. Glie lo doveva all’amica.
“Tutti bianchi con una bandana nera al collo, noi la bandana l’abbiamo bianca!” sorride. “Ma questo solo per il week-end di apertura. Poi troveremo un compromesso!”
“Ok Nana, per questo sei tu il Boss!” annuì la biondina. “Ora rientriamo ok?”
Niky annuì, e subito dopo stritolò la ragazza abbracciandola e la riempi di baci.

*

“Mamma che caldo” commentò Matt uscendo dalla saletta dove aveva cantato fino a quel momento, stava facendo degli esercizi, post-tour, li doveva fare perché glie lo aveva detto il medico. Se c’era una cosa su cui non discuteva mai era proprio il parere del chirurgo che lo aveva operato, e continuava a seguirlo. “Ma non si può abbassare un po’ il riscaldamento?” chiese guardando tutti i presenti.
C’erano anche le ragazze, il che diminuiva notevolmente l’aria respirabile in quelle stanze. Nessuna di loro aveva propriamente da fare, quindi avevano deciso di stare con i ragazzi in saletta; tanto tuti sapevano che avrebbero cazzeggiato ancora a lungo. Ma almeno produttori e manager avevano la coscienza a posto a saperli rinchiusi tra quelle quattro mura. Soffocanti.
“No” fu la risposta corale delle ragazze, con aggiunta quella di Zacky che essendosi dimenticato il giacchetto in macchina, e indossando dei bermuda fino al ginocchio, stava più che bene lì.
“Vado a fumarmi una sigaretta va!” disse Brian scattando in piedi, c’erano poche cose che realmente non tollerava e una di quelle era il caldo e quella sensazione claustrofobica che l’aria viziata stava creando nella saletta.
“Ti seguo a ruota” disse Johnny prendendosi però una birra fresca dal frigo, e così pian piano tutti uscirono anche solo per prendersi una boccata d’aria. Niky esitò qualche secondo davanti alla porta, la chiuse e si girò sorridente verso Zackary e lo spinse lentamente a sedere sulla sedia.
“Se teniamo chiusa la porta qui torniamo a vivere, essendo rimasti in due” spiegò afferrando una delle chitarre di Brian. “E tu mi avevi promesso che avresti insegnato a suonare Seize The Day” gli ricordò guardandolo dritto negli occhi.
“Vero Nana, vero” sorrise annuendo, le cose stavano andando alla grande, con Niky aveva cominciato ad avere proprio un bellissimo rapporto, complice e gradualmente più intimo, niente passi affrettati.
Lei si sedette in braccio a Zacky, con una naturalezza che sembrava figlia di anni d’esperienza, il ragazzo le cinse la vita con un braccio e con l’altro gli posizionò la mano sulla chitarra.
Passarono almeno cinque minuti a fare le prime cinque, al massimo sei note, dopo qualche prova però prese a suonare qualcosina, certo l’aiuto di Zacky era essenziale, anche perché Niky non aveva mai preso tra le mani una chitarra, se non un paio di volte per giocare a Guitar Hero.
“Bravissima Nana” commentò divertito lui all’orecchio della ragazza.
“Basta così per oggi, non mi sento più le dita” si lamentò la moretta, andando a posare la chitarra di Brian precisamente dove l’aveva trovata. Mai, e poi mai, sarebbe sopravvissuta all’ira funesta del ragazzo, che non voleva assolutamente che qualcuno toccasse le sue chitarre in sua assenza. Si fermò un secondo a osservare Zackary seduto su quella poltroncina, che si dondolava a destra e a sinistra. Dio se era bello con quei capelli spettinati e quegli occhi che avrebbero stregato chiunque.
Gli si sedette in braccio, anzi, a cavalcioni, spesso si sedeva in quella maniera, nelle ultime settimane avevano raggiunto un nuovo livello d’intimità, lui ci stava prendendo mano a stare con lei, e Niky lo sapeva lo sentiva a pelle e giorno per giorno cominciava a rendersene sempre più conto: piccoli gesti che la facevano sentire importante, attenzioni che lui dava solo a lei. Tra le centinaia di ragazze che poteva avere, disposte a tutto per conquistarlo, lui aveva scelto lei. Si erano scelti. Infondo era successo così? Avevano dovuto passarne un po’, ma il destino li aveva uniti.
Brian l’aveva sempre detto scherzando con Jimmy: Dio li fa’ e sicuramente quei due verranno accoppiati.
“Non ti vado a prendere niente fuori, qui è un paradiso” biascicò il ragazzo posando le sue mani sui fianchi di lei, che sorrise scuotendo la testa, e si chinò in avanti, a Zacky il cuore si fermò non appena le labbra della ragazza sfiorarono le sue. Fu un bacio lungo, dolce, non aveva memoria in vita sua di averne dati di cosi…
Cosa gli stava facendo Niky? Cosa succedeva a entrambi? Questo voleva dire stare insieme a una persona a cui si tiene veramente? Era sentire i brividi lungo la schiena per un bacio, e la voglia irrefrenabile di farci l‘amore tutta la notte? Lui, non era un grande esperto, le sue storie più importanti si erano tutte rivelate nuvole di fumo, lasciandolo sempre più con la convinzione che quella giusta non esisteva.
Lui pensava che ogni essere umano alla fine si adattava e si rassegnava ad avere al proprio fianco il male minore, non l’anima gemella. E poteva essere uno scricciolo moro dai grandi occhi celesti il suo?
Non avrebbe mai saputo darvi una risposta. Non dopo nemmeno un mese di frequentazione; ma c’erano stati piccoli atteggiamenti, come quel peluche comprato a San Valentino, e quella cena a quattro con Brian e May che l’avevano spinto a pensare che le cose stavano cambiando.
“Te l’ho detto che quando ti perdi nei tuoi pensieri mi sembri il Dottor Dorian di Scrubs?” esordì la ragazza riportandolo alla realtà. Lui la fissò semplicemente prima di alzarsi di scatto facendola così capitolare a terra e sbattere sonoramente il sedere.
“Cazzo Zacky se sei lunatico” sbottò lei tirandogli addosso le bacchette del Rev colpendolo prima sul collo poi una spalla.
“Minchia Niky mi hai fatto male!” rispose lui lamentandosi, portandosi poi una mano sul collo.
“Tu no invece, è il mio passatempo preferito cadere a terra!” inveì stizzita.
“Oddio quanto la fai esagerata!” borbottò lui scrollando le spalle, in quel precisò istante Brian aprì la porta della saletta e sentì subito il gelo polare che si era calato tra quelle mura, nonostante i ventotto gradi settati sul termostato.
“Fermi” disse bloccando il passaggio a tutti che tra borbottii e imprecazioni videro l’ennesima sfuriata-scenata di quei due.
“Esagerata cazzo?” sbottò lasciandolo stupito. “Mi hai scaraventato a terra”
“Niky porca puttana eravamo seduti su una sedia mica in cima a un monte, non hai ruzzolato giù per chilometri!” rispose quasi ridendo.
“Posso intromettermi?” domandò Jimmy entrando nella stanza e mettendosi alla loro altezza, ma con un buon margine di distanza per evitare oggetti contundenti volanti. “Questo sarebbe il momento migliore per fare sesso, sapete? Scaricate adrenalina e frustrazione con una sana scopata che vi rimette in pace con il mondo” precisò con aria gioviale. Zacky si girò a fissare l’amico con un sorriso trionfante. Annuì come per dargli ragione e senza nemmeno pensarci prese Niky in braccio, come se fosse un sacco di patate, cosa assolutamente normale, dato che chiunque della band avesse dovuto parlarle non le avrebbe chiesto di appartarsi, l’avrebbe presa semplicemente su e trasportata in giro.
“Zacky!” scoppiò a ridere la ragazza.
“Taci Nana, Jimmy ha ragione” e con quelle parole chiuse la porta dello studio dove generalmente avevano tutta l’attrezzatura, e non vi uscirono per mezz’ora buona. La cosa positiva di quella saletta erano le mura insonorizzate e la privacy di una porta sempre chiusa a chiave.
“Almeno loro si divertono” esclamò il batterista annuendo soddisfatto. “Complimenti a me cazzo” aggiunse facendo ridere tutti.
“Non fanno altro che battibeccare” commentò Matt.
“È normale, voi vi siete lamentati di May e me” prese a dire Brian “Ma non avete idea di che cosa si stia creando: Niky e Zacky sono potenzialmente letali, fidatevi!”
Nessuno obiettò. Tutti stavano contando i giorni che ci sarebbero voluti prima che quella coppia creasse o facesse qualcosa di veramente assurdo o mortale. Zacky era totalmente senza freni inibitori; la fama e i soldi gli avevano spalancato le porte del paradiso e del libero arbitrio. Niky era una sognatrice e totalmente persa in un mondo che reputava ancora, qualche volta, quello dei sogni.
Chi avrebbe potuto fermarli? Nessuno avrebbe rischiato tanto.

“Hey” Zacky si affiancò a Niky che era intenta a rimettere i loro portatili a posto, erano identici, se lo erano comprati qualche mese prima durante un pomeriggio folle di spese con i due fratelli Baker. Lei lo aveva personalizzato il suo all’interno, onde evitare spiacevoli equivoci.
“Hey” rispose lei portandosi dietro l’orecchio i capelli, si raddrizzò e gli si avvicinò, dopo avergli passato le braccia nuovamente intorno al collo e lui intorno alla vita si scambiarono un paio di baci, decisamente più passionali del precedente. Erano come due calamite, ma i loro poi non erano stabili: a volte erano opposti e si attraevano, altre erano identici e si respingevano.
Entrambi si dovevano adattare a una relazione che non aveva precedenti.
“Che fai stasera?” domandò lui accarezzandole la schiena, per poi prendere a giocare con i lunghi capelli della ragazza. Gli piacevano, erano morbidi e sempre profumati, e poi lei adorava quando glie li accarezzava, se avesse potuto avrebbe fatto le fusa ogni volta.
“Credo quello che faccio ogni sera” sospirò pensierosa.
“Tenti di conquistare il mondo?” la interruppe lui serio, imitando la voce di ‘Mignolo’, ne cartone ‘Mignolo e il Proff’. Dopo qualche secondo di silenzio, in cui la moretta impiegò a capire la battuta, scoppiò a ridere sciogliendosi da quell’abbraccio, per portarsi le mani allo stomaco, e lui si perse a osservarla e poi cominciò a borbottare che doveva smettere di ridere e doveva impiegare il tempo in maniera più proficua.
“Giusto” si calmò con qualche fatica “Hai perfettamente ragione” aggiunse maliziosa, per poi sorridere e accarezzare il volto del ragazzo “Rimetto a posto la nostra roba e usciamo da qui, prima che May mi uccida, stasera vengono i fornitori che porteranno la roba la settimana prossima” spiegò finendo di sistemare cavi e cavetti.
“Mancano due settimane alla grande apertura” esclamò lui più per riempire quel silenzio che per altro.
“Esatto, e sai che ti dico?” sbottò di colpo alzando le mani al cielo “L’inquilino del piano di sopra ce l’ha con noi, ieri sono arrivati i divanetti del privet… Ed erano rosa confetto!” aggiunse allucinata.
“L’avete mandati indietro?” domandò lui sorridendo, vederla così gli faceva tenerezza aveva delle mimiche facciali impressionanti.
“Si, indietro con un calcio in culo al produttore di quei cosi osceni!” rispose senza rendersi conto di aver imitato May alla perfezione. Cosa che accadeva spesso quando si alterava.
“Nana!” esclamò Matt che era rientrato a prendere il giacchetto jeans.
“Tu canteresti con un microfono rosa?” chiese a bruciapelo al cantante che scosse la testa inarcando un sopracciglio. “Vediiiiiiiiiiiiiiii” urlò uscendo dalla saletta portando con se i due computer e la sua borsetta.
“Non le sono piaciuti i divanetti rosa?” domandò Matt divertito.
“Tu come fai a saperlo?” chiese Zacky infilandosi il suo giacchetto.
“Aspetta di vedere i tavoli laccati a pois e le tende fucsia…” aggiunse a bassa voce. “Io, Jimmy e Brian, diciamo che ci siamo messi all’opera… Vendetta per il primo d’aprile… “ prima che Zacky potesse replicare Matt gli fece cenno di stare calmo “Le vere ordinazioni arrivano tutte venerdì, la ditta da cui si riforniscono è la stessa nostra… “
“Siete maligni, loro ci stanno mettendo l’anima in quel progetto” borbottò il ragazzo un po’ contrariato.
“Suppongo che le cose tra te e la Nana vadano bene” ammiccò Matt, chiudendo la porta dello studiolo.
“Abbastanza” non poté non sorridere come un ebete a quell’affermazione.
“Dio ti stiamo perdendo del tutto!” rise l’altro ragazzo scuotendo la testa.
“Dico solo che non dovete esagerare, sai quanto ci tengono loro a quel pub? Ci stanno perdendo ore e ore” aggiunse infilando la mano nei jeans.
“Sono parte della famiglia no? Non sanno in cosa si sono cacciate” rise il cantante dando una pacca sulla spalla all’amico, per poi allontanarsi e salutare Niky con un occhiolino. Si, erano parte della famiglia, inaspettatamente erano riuscite a rompere ogni muro e mischiare le carte in tavola con una naturalezza incredibile.

*

[1 Marzo 2008 – Huntington Beach - Niky’s House]
“Io credo che insomma, si, forse, sarebbe meglio prendere un bel thè? Una camomilla?”
“Per caso ti sembro nervosa?” chiese scoccandogli uno sguardo di disapprovazione.
“No, solo che non mi sembri così stanca, da volere un caffè?” provò lui a recuperare, portandosi una mano alla testa e guardandola con espressione buffa.
“Solo perché maneggio il coltello e ti urlo dietro, non è detto che io sia nervosa”
“No infatti!” annuì lui. “Insomma, anche sul dizionario, la definizione di ‘Rilassato’ è ragazzina che strepita, urlandoti contro, roteando un coltello con una capacità e una bravura quasi inquietante” rispose serio continuando ad annuire.
“Ti sto spiegando il mio punto di vista!” replicò lei inarcando il sopracciglio.
“Si Nana, ma voi italiani gesticolate un casino, e tu lo fai con un coltello da 22 centimetri di lama” precisò lui, che nel frattempo si era allontano almeno di un passo dal bancone.
“Oddio Zee, sei un po’… Uff” sospirò infilandolo delicatamente nel lavandino. “Va meglio così?”
“Decisamente”. Annuì lui andandole vicino abbracciandola. “Scusali ok? Sono dei cretini” aggiunse chinandosi in avanti rubandole così un lungo bacio, che ebbe il potere di tranquillizzarla. Zacky le aveva detto dello scherzo che le avevano organizzato Matt, Brian e Jimmy, dato che Niky aveva avuto una sorta di crollo nervoso all’ennesimo arrivo di merci, e l’ennesima restituzione. In occasioni normali se ne sarebbe stato zitto, incurante del fatto che la protagonista della malefatta fosse la sua ragazza, avrebbe perfino pensato di contribuire; ma quello scherzo gli sembrava perfido. Infondo May e Niky ci avevano impiegato tutte le loro energie e speranze in quel progetto, e i ragazzi non avevano capito che se nei primi sei mesi di vitab del pub le cose non fossero andate bene, loro non avrebbero più avuto un visto lavorativo e sarebbero dovute andare a casa. Non era una cosa da poco in ballo, e fingere errori su errori non le aveva messe di ottimo umore a soli dieci giorni dall’apertura.
“Giuro che stasera quando vengono ad assaggiare i cocktails li avveleno” borbottò lei sconsolata.
“Sai… Hai presente lo zucchero colorato che avete ordinato? Ce ne è una sacca di sale!” disse lui con un sorriso quasi maligno.
“Hanno messo le mani anche li?” chiese stupita. Le ordinazioni di tutta la parte del cibo e delle bevande l’aveva curata May, e lei era stata abbastanza chiara quando aveva proibito a Brian di metterci mano.
“No, l’ho fatto ordinare io a May perché quando farete il Mojito i miei li voglio con il sale colorato!” gongolò lui tutto divertito. Il pub stava elettrizzando tutta la band, era un progetto su cui credevano ciecamente, e se Jack ci aveva investito del tempo e dei soldi, avrebbe dovuto essere per forza un progetto vincente. Infondo lui era stato l’ideatore del Music Madness Tour, uno dei tour più famosi e grandi del mondo.
“Stasera c’è l’ultima cernita, e giuro che i drink dei ragazzi li faccio speciali!” esclamò lei scuotendo la testa, sciogliendo poi l’abbraccio per andare a finire di preparare il pranzo.
In quei giorni i due stavano spesso a casa di Niky, così che lei potesse tranquillamente scendere giù al pub e rifinire le ultime cose.
“Avete trovato un compromesso sul menù?”
“Non proprio, lo faremo stagionale, e il cuoco è italiano con un aiuto americano” rispose lei buttando i pomodorini freschi in padella.
“Comunque l’idea di avere del Merchandising vario al locale è geniale, queste cose piacciono” disse lui prendendo il mestolo e girando la pasta. “Secondo me attirerete un casino di gente!” aggiunse ilare.
“Zee avremmo un casino di gente perché tu e altre quindici RockStar ne avete parlato a destra e manca!” rise Niky divertita. “Non sarà la pizza italiana o dei drink con il nome di canzoni ad attirare inizialmente la gente!” aggiunse divertita. “Perché tu non sai che Jack sta organizzando una festa nel Privet con quasi tutti i musicisti del Music Madness?”
“Certo che lo so! Figurati, tutti non vedono l’ora!”
“Ecco appunto, già ogni tanto becco dei fan aggirarsi per il parcheggio, è già tanto che non si facciano i chilometri per raggiungerci dalla spiaggia!” rise la ragazzina buttandola mozzarella nella padella, e iniziando a scolare la pasta.
“Niky la nuova recinsione è altissima, non potrebbero mai passare li…”
“A me di certo non mi avrebbe fermato” rispose lei ridendo. “Guarda dove sono e con chi sto. Una recinsione potrebbe mai fermarci a me e May?”
“La staccionata di ferro e legno no, i due vigilanti alti due metri e larghi come armadi a quattro ante si” rispose lui.
“Ti vai sempre li a spiluccare i dettagli Zacky!”

[1 Marzo 2008 – Huntington Beach - Brian’s House]
“Casper!” l’urlo di May fece guaire il cane che se ne tornò nella sua cuccia fissandola con gli occhioni tristi e lucidi. “No non mi freghi cagnone! Anche la settimana scorsa ci hai provato, e poi sei stato male!” gli disse come se effettivamente il cane potesse capire. “Tu mi guardi tutto speranzoso, mi fai le feste, scodinzoli allegro, e mi freghi! Nuvola di pelo bianca!” aggiunse scuotendo la testa continuando ad affettare il rotolo di pasta di biscotti, muovendo gambe e fianchi a tempo di musica. “Io ci casco, ti do un po’ di impasto per i miei magici biscotti, e finiamo con il passare la notte dal veterinario perché tu stai male!” concluse scuotendo al testa.
“Wow stai facendo i biscotti fatti in casa!” esclamò Brian scendendo le scale con un sorriso dipinto in volto.
“Hai visto? Questi si cuociono in forno! Sul forno di casa nostra! Ci stiamo evolvendo!” scherzò infilando la teglia dietro di se, e controllando temperatura e timer si girò a guardare Brian.
“Hai di nuovo sgridato Casper perché ti voleva fregare un’altra volta?”
“Si, viene qui, con questo muso bellissimo, con quel suo abbaiare dolce e la coda che spolvera casa…”
“Per fortuna che quella tosta tra i due eri tu” rise lui appoggiandosi al piano della cucina e portandosi le braccia conserte al petto.
“Ma tu capitoli sempre con lui, stai li a dargli cibo di contrabbando!” rise. “Devo provare io ad essere il pugno di ferro in questa casa, o tra poco ci monopolizzerà” aggiunse. “E poi non voglio vederlo stare male ancora”
“Ma se tu gli passi i pop-corn di nascosto da dietro il divano quando guardiamo i film!”
“Ok, siamo due pirla sei contento?” disse alzando gli occhi al cielo e andando ad abbracciarlo.
“Posso chiamare vittoria?” chiese lui cingendole la vita con entrambe le braccia e stringendola a se.
“Chiamala come vuoi, tanto pirla rimaniamo!” rise lei.
“Come ti senti per il pub?” chiese. “Insomma sei pronta? Ti vedo rilassata più di Niky”
“Sto bene, anzi entusiasta, credo che sarà una gran bella cosa sai?” rispose lei alzando il viso per guardare quello del ragazzo.
“L’unica cosa che poco mi piace è che per le prime due o tre settimane tu ti fermi da Niky” borbottò lui. May aspettava quella conversazione ormai da qualche giorno, e sapeva che sarebbe arrivata prima o poi. Aveva detto a Brian che sarebbe stata per le prime due settimane sopra il pub, per un semplice fatto di comodità. Gli orari sarebbero stati serrati, i fornitori sarebbero arrivati a ogni ora, e lei non poteva permettere che Niky se la sbrogliasse da sola. Non sapeva nemmeno con precisione i tempi, quindi sarebbe stata lì quel tanto che bastava per farsene un’idea.
“Brian si tratta realmente solo di un paio di settimane, al massimo tre, è solo per capire come funziona” spiegò lei con un sorriso.
“Lo so, ma se poi se tu capissi che insomma, che da qui le cose sarebbero più difficili?” chiese. Entrambi non erano bravi in quel genere di situazioni, a definire le cose, a dargli un etichetta e conviverci; erano più per la filosofia del chi vivrà vedrà.
“Mi stai dicendo che temi vada a vivere da Niky?” domandò lei stupita. La cosa non gli era nemmeno balenata in testa per un secondo. Aveva pensato ad altre cose: come prendersi tutte le chiusure lei, e lasciare a Niky l’onere dei fornitori, o vedere di farli arrivare a orari decenti; ma trasferirsi con Niky proprio no.
“Si” ammise lui. “Insomma, avete anche discusso per lo stare qui da me, ma ora il pub apre, ed è una tua priorità” sospirò leggermente imbarazzato.
“Credo che tu abbia capito a che posto sei nella lista delle mie priorità” precisò subito lei. Era al primo posto. Punto. Non ci sarebbero stati ma o forse, lei aveva puntato ogni sua energia nel far funzionare la relazione con Brian. Il pub era il mezzo per raggiungere il suo scopo, non sarebbe stato di certo il fine ultimo.
“Si lo so” prese a dire ma la ragazza lo fece tacere posando un dito sulle labbra di lui e sorrise.
“Vieni anche tu da Niky ok? Due braccia forti che ci aiutano con la birra fanno sempre comodo” disse sorridendo, per poi venire interrotta dal suono del timer. “I nostri biscotti sono pronti! Ormai sono una casalinga!” aggiunse ridendo, andando verso il forno e tirando fuori la teglia.
“Magari riusciremo anche a farceli noi, prima o poi” rise lui. “Un passo alla volta e un membro alla volta della famiglia che deve farsi una lavanda gastrica d’urgenza!”
“Fanculo B!”

*

I've waited hours for this
I've made myself so sick
I wish I'd stayed asleep today
I never thought this day would end
I never thought tonight could ever be
This close to me

The Cure – Close To Me

[14 Marzo 2008 – Huntington Beach - h. 10.00]
Meno 8 ore all’apertura.
“Da quanto sei sveglia?” chiese May entrando in cucina con tutti i capelli arruffati e il trucco del giorno prima totalmente sbaffato. Lei e Brian avevano fatto tardi al pub a rifinire le ultime cose, si erano presi l’incarico di sistemare il merchandising nelle vetrine, e avevano finito con il montare e smontare tutto almeno cinque volte. Trovavano sempre qualche pecca e difetto nella sistemazione dell’altro, e volevano avere ragione entrambi: sempre. Il compromesso però era stato facile da trovare, si erano divisi le vetrine: due a Brian e due a May; così facendo, avevano reso felice Niky e tranquilla Miranda. Ma nessuna delle altre due sapeva che i due avevano intenzione di fare una sorta di sondaggio interno a i clienti del locale, per stabilire chi fosse il reale vincitore della sfida.
“Solo quel poco che basta per andare a correre, passare a comprare la colazione, farmi una doccia, riordinare la camera, e scendere a controllare che tutto fosse a posto.”
“Dalle sette?” chiese sbadigliando versandosi tutto il caffè rimanente della caraffa, nella sua amatissima tazza extralarge che Niky le aveva preso per lei.
“Da tipo le cinque?” rispose la ragazza con un sorriso di colpevolezza. “Non riuscivo a dormire, e tu e Brian dormivate che era una meraviglia, Zacky aveva il cellulare spento e io non sapevo che fare!” aggiunse prendendo la caraffa vuota, sciacquandola e rimettendo su altro caffè per Brian.
“Hai anche controllato che il Merchandising fosse a posto vero?” chiese divertita al biondina osservandola.
“Assolutamente si” annuì. “Ma ho controllato di tutto, mi era presa quasi voglia di rifare l’inventario”
“Ma tu sei tutta scema!” rise divertita May. “Stiamo aprendo un pub, non partiamo mica per la guerra!”
“Oggi alle quattro viene qui Miranda, ci prepariamo e alle cinque viene Jack!” disse Niky controllando l’orologio.
“Se non ti calmi ti viene un infarto ancora prima di metterti il tuo adorato vestitino nero” le disse May osservandola, di certo non emanava una sensazione di tranquillità con il suo picchiettare continuo delle unghie sul tavolo, e il suo sguardo che schizzava a destra e sinistra come se dovesse seguire dei folletti.
“Hai ragione” sospirò. “Ma insomma, ne hanno parlato perfino i giornali, chiunque su twitter o facebook lo ha menzionato!” disse sedendosi sullo sgabello, addentando una ciambella con poca voglia. “Avremo così tanti Vip in giro tra sala e privet, che se qualcosa va storto siamo rovinate a vita!” aggiunse.
“Ma figurati! Cosa vuoi che vada…” May venne interrotta da Niky che fece cadere sul tavolo la ciambella e si sporse in avanti a chiudere la bocca della ragazza con la propria mano.
“Prova a dirlo e ci tiri addosso tanta di quella sfiga che non ne usciamo vive!” disse seria fissandola. “Capito?” domandò poi guardando l’amica, che annuì leggermente basita.
“Tu ci stai perdendo la ragione dietro a questo progetto” scherzò lei ridendo. “Vado a farmi una doccia” aggiunse poi saltando giù dal o sgabello.
Qualche minuto dopo entrò in cucina un bellissimo Brian Haner Jr in boxer, con i capelli totalmente sfatti e due occhiaie che la raccontavano lunga sulle poche ore di riposo fatte. In quel momento Niky ebbe il buffo pensiero di come, una cosa del genere qualche mese prima – quasi un anno – l’avrebbe sconvolta. Insomma, Brian era di certo quello che preferiva prima che li conoscesse, era il protagonista quasi indiscusso dei suoi poster, e ora lo aveva li davanti, con lo sguardo perso nel mondo dei sogni e in boxer. L’effetto? Solo un’immensa tenerezza.
“Tieni” disse lei porgendogli una tazza di caffè fumante, nero con tre cucchiai – non cucchiaini – di zucchero, e due ciambelle. “Come vi siete messi d’accordo per sistemare le vetrine?” domandò incuriosita.
“Nana possiamo parlare dopo?” le disse alzando lievemente la tazza di caffè. In questo era simile a May, se non aveva una buona dose di caffeina in circolo era totalmente inutile parlarci o provare a interagire. Un pezzo di plastica sarebbe stato più ricettivo e interattivo. Passarono circa venti minuti prima che il chitarrista proferisse parola, nel quale si era fatto fuori: due tazze di caffè e quattro ciambelle.
“Oh ora si che si ragiona!” annuì soddisfatto passandosi una mano tra i capelli. “Stasera è la grande sera mhm?” rivolse la sua attenzione alla moretta che se ne era stata seduta lì a leggere una rivista.
“Ben svegliato” rise lei chiudendo il giornale. “Si, e non vedo l’ora, almeno smetto di sentirmi l’ansia addosso, è come se mi si fosse appiccicata e mi desse piccoli morsi a intervalli regolari” spiegò scrollando le spalle come se volesse farla scivolare via.
“Noi ci sentivamo così i primi concerti, non volevamo nemmeno aspettare che la band spalla lasciasse il palco quasi!” rise Brian divertito. “Zacky?”
“Dorme. Passa la vita a dormire proprio come te e May” borbottò Niky contrariata. “Siete dei cazzo di bradipi che passano la vita a mangiare, suonare e dormire” aggiunse divertita.
“Chiamaci scemi! Io aggiungerei nell’equazione anche che facciamo un casino di sesso! La vita perfetta” la corresse lui divertito, notando subito il lieve rossore che tinse le guance della ragazza di un rosa acceso.
“E tutti che si immaginano una vita di eccessi e feste”
“C’erano, poi abbiamo messo la testa a posto” rise. “In tour voi dello Staff eravate molto più festaioli di noi”
“Ci mancava solo che passassimo le sere a fare la maglia o giocare a Sudoku!” lo rimbeccò Niky.
“Senti ma, avete idea di quanta gente verrà?”
“Assolutamente no, solo la lista del Privet è già al completo, fare entrare anche chi non ha avvertito sarà un problema” rispose lei. “Penso ci sarà il pienone, ma sarà tutta gente che viene qui per i Vip!” disse con un sorriso.
“Noi staremo giù con voi, non vogliamo perderci il vostro primo giorno, saremo tutti belli pronti per foto e autografi!” rise Brian divertito.
“Avete deciso se cantare o meno?” chiese lei.
“Non ne abbiamo idea, vogliamo vedere come va la serata” rispose. “Zacky ci ha detto che deve essere la vostra di serata e non la nostra, e se lo dice lui…”
“Lui è adorabile” gongolò Niky per la delicatezza, che sorprendentemente, aveva dimostrato.

SMS: to Mr.Zee V. From Nana
03/14/2008 h:11.15
Grazie per aver detto che è la nostra serata stasera. Mi manchi sai? Che fine hai fatto?

SMS: to Nana From Mr.Zee V.
03/14/2008 h:11.22
Hey piccola, sono in giro con mio fratello, ultime due commissioni e poi vengo da voi, ok?

[14 Marzo 2008 – Huntington Beach - h. 15.50]
Meno 2 ore (circa) all’apertura.
Le commissioni erano durate più del previsto, aveva sentito Niky al telefono scusandosi per l’immenso ritardo che aveva accumulato, stava facendosi perdonare andando a prendere Miranda e Johnny a casa dell’ultimo; e li avrebbe portati da loro. Le ragazze si dovevano preparare, e nessuno aveva detto perché o come. Tutto era partito da Niky, sarebbe dovuta essere una sorpresa, quindi Zacky si era figurato una sorta di cosa in maschera, dato che carnevale era finito da poco.
Dire che fosse curioso, era un eufemismo. Aveva provato in ogni modo a scoprire cosa consisteva il ‘prepararsi’; aveva perfino mentito spudoratamente dicendo che May lo aveva detto a Brian e che lui aveva riferito tutto. Logicamente: non aveva funzionato, nemmeno un po’.
“Nana ti ho portato la terza parte del trio!” esclamò entrando in casa, per poi girarsi sul divano dove c’erano seduti Brian, Matt e Jimmy. Senza nemmeno che si rese pienamente conto, Miranda era sparita dietro la porta del corridoio che si richiuse con un tonfo che lo fece sobbalzare.
“Ma si può sapere cosa stanno combinando?” domandò lui andando in cucina, afferrando una birra, e tornando a sedersi sul divano in sala.
“Assolutamente no” risposero in coro i tre ospiti, facendo ridere Johnny e Zacky.
Miranda entrò nella stanza e vide una sorta di camerino tutto allestito, per un attimo ebbe il timore di avere frainteso tutto e di essere tipo finita in una dimensione parallela.
“Brian ci ha fatto notare che ci saranno molti fotografi anche” disse Niky con un sorriso, molto simile a quello sornione dello stregatto. “Dobbiamo essere perfette ok?” aggiunse poi facendo sedere la ragazza sul letto. “Spogliati e mettiti l’abitino, poi al trucco ci penso io, e May ti aiuta con i capelli!”
La ragazza si voltò a guardare la biondina che aveva lo stesso sguardo comprensivo di chi asseconda i matti per non finire assassinata a fine film.
“E dai ragazze, che male c’è essere anche belle? Infondo è il primo grande giorno! La mise così in tiro è solo per questo primo week-end…” disse Niky con i grandi occhioni lucidi e un piccolo broncio appena accennato. “Ci abbiamo impiegato tanto ok? Sono mesi che io ci lavoro su giorno e notte su questo locale, che vi costa fare le persone normali e prepararvi?”
“Ok capo!” annuì May sorridendo. “E poi l’abito che ho comprato è una figata assoluta!” rise divertita aprendo la custodia protettiva, stando attenta che la zip non si incastrasse nella stoffa dell’abito. Erano tutti e tre abiti neri, con tagli assolutamente diversi.
May ne aveva scelto uno con una mono-spallina sulla destra, molto aderente dalla vita in giù e che cadeva morbido sul petto, ci si muoveva bene e si sentiva a suo agio. Non era esageratamente corto, infondo doveva essere libera nei movimenti, perché comunque sarebbe stata una serata movimentata.
Miranda ne aveva scelto uno perfettamente nel suo stile, un tubino nero con le bretelle, dei grandi bottoni sul davanti, e sulla scollatura un grande fiocco come decorazione. Classico ma sexy.
Niky invece aveva optato per una soluzione più simile a un abito da cocktails party: senza spalline che metteva in evidenzia una scollatura sostanziosa, aderente fino alla vita, dove una fascia stabiliva il confine con una gonna molto ampia e corta.
Tutte e tre avevano preso lo stesso paio di decolté nere con un tacco tanto alto quanto scomodo: 12 centimetri di pura sofferenza. Così aveva commentato May.
“Secondo me ai ragazzi prenderà un colpo!” rise Miranda guardandosi allo specchio. Già solo con quell’abito si sentiva una modella, si sentiva speciale.
“Zacky pensa che ci mascheriamo” rispose divertita Niky facendo una piroetta su se stessa, osservando che la gonna non svelasse l’intimo. Aveva messo sopra gli slip perfino degli shorts neri, così da evitare eventuali figuracce.
“Brian si lamenterà perché io non ho la gonna più corta tra tutte” borbottò la ragazza facendo ridere le altre. Si vestirono ridendo e scherzando, ma quando finirono di prepararsi si accorsero che il tempo era passato più che velocemente.

[14 Marzo 2008 – Huntington Beach - h. 17.10]
Meno 50 minuti (circa) all’apertura.
“Porca vacca!” esclamarono tutti in coro quando le ragazze si presentarono in sala attirando così l’attenzione della band.
“Oh si! Ecco le mie ragazze!” la voce familiare di Jack le fece voltare, e tutte e tre corsero ad abbracciarlo e salutarlo; perfino lui era in tiro: camicia bianca aperta, pantaloni neri e scarpe eleganti.
“Sei uno schianto Jake!” commentò Miranda guardandolo; e le altre due annuirono.
“Cazzo mi fate sentire un accattone!” sbottò Jimmy. “Potevate dirmelo che era una serata da tappeto rosso!” aggiunse alzandosi di scatto dal divano. “Ho cinquanta minuti per andarmi a cambiare!” aggiunse poi prendendo la sua giacca. “Ci vediamo dopo!” non dette nemmeno il tempo di dirgli niente che sparì borbottando; facendo ridere tutti i presenti.
“Non sarete troppo sexy?” chiese Zacky inarcando il sopracciglio.
“Tu May perché hai la gonna più lunga tra tutte?” domandò Brian inarcando a sua volta il sopracciglia.
“Miri sei uno schianto!” esclamò entusiasta Johnny.
“Io lo sapevo che lo avresti detto!” sbottò la ragazza. “Sei prevedibile Haner!” aggiunse ridendo. “L’ho messo perché sono io quella che pensa a portare su la roba e a piegarmi per inserire gli spinotti di birra e coca-cola, se avessi un vestitino come Niky tutti vedrebbero tutto!” spiegò. “Se vuoi vado a cambiarmi!”
“No no!” disse subito lui. “Sei perfetta così!” aggiunse con un sorriso.
“Io aspetto un complimento Zee!” disse la moretta portando le braccia conserte al petto.
“Non te la darò mai la soddisfazione Nana!” aggiunse divertito avvicinandosi alla ragazza, per poi abbracciarla e darle un bacio sul collo. “Ma se mi fai l’onore di venire con me in bagno dieci minuti, ti faccio sentire quanto mi piaci” aggiunse bisbigliandole all’orecchio.
“Oh è tardi!” squittì lei imbarazzata. “Andiamo che manca poco!” aggiunse invitando tutti a uscire di casa, chiudendo poi la porta alle sue spalle. Era arrivato finalmente il momento che aspettava da mesi: l’Apple Blue apriva i battenti.


L'angolo della Scrittrice


Ecco gli abiti delle ragazze, sono sempre stata una schiappa nel descrivere il vestiario, spero che vi siate fatte l'idea giusta. In caso non fosse: eccoli qui! Cosi non mi potevo sbagliare!
(Ps: se ve lo state chiedendo, sono tutti e tre di Armani. E li vorrei tutti XD)

Per quanto riguarda il resto: grazie di essere passato di qua e di aver letto tutto. Spero che ci ritroveremo anche per i capitoli futuri!

   
 
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