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Autore: Iria    27/09/2011    4 recensioni
"L'odio deve rendere produttivi. Altrimenti è più intelligente amare." -Pro domo et mundo, Karl Kraus.
Dieci one-shot, per mostrare un amore maturato nel tempo.
L'altra faccia della medaglia di "Ten little things that make me love (hate) you ♥".
[Kei x Yurij]
#1- Pride; #2- Coldness; #3- Silence; #4- Winter; #5- Darkness; #6- Christmas; #7- Sunrise; #8- Gloom; #9- Scars; #10- Promises.
Aspetto le vostre opinioni, spero che questo lavoro possa piacervi! ^^
Un bacio!
Iria.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kei Hiwatari, Yuri
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ten little things that make me hate (love) you

#2- Coldness [745 parole]

 

Yurij Ivanov sapeva che sarebbe rimasto solo.
Ogni anno era stato così ed anche quel ventitré dicembre, sicuramente, non avrebbe avuto nulla di diverso dai tanti altri.
Il suo compleanno lo trascorreva sempre alla stessa maniera: comprava una pizza, si accomodava sul piccolo tavolo da due nella
loro –sua e di Kei- cucina, guardava la televisione e poi andava a stendersi nella semi oscurità della camera da letto, concedendosi totalmente alle braccia Morfeo.
Per un po’ attendeva il ritorno di Hiwatari, giusto perché credeva che non fosse carino coricarsi prima del compagno, ma puntualmente la stanchezza della giornata lavorativa gli crollava addosso e davvero non riusciva a resistere al sonno.
E non lo sentiva mai, il bacio che gli sfiorava appena la fronte…
Inoltre quella sera, come aggiunta al suo
tradizionale menù di compleanno, aveva comprato anche un grosso muffin al cioccolato.
L’aveva visto esposto nella vetrina di una pasticceria americana in centro; e poiché era da tempo che non ne mangiava uno -dal suo ultimo viaggio negli USA-, aveva deciso che non sarebbe stato poi così tragico aggiungere un dolce alla sua solitaria cena.
Facendo queste considerazioni, aprì il cartoccio della pizza e, accomodandosi, iniziò a mangiare in tutta calma, fissando -senza davvero vederli- i volti sorridenti e solari di alcuni tizi di una stupida pubblicità per spazzolini da denti.
Di tanto in tanto, fermandosi a
guardare il trancio di pizza che aveva in mano, si mordeva un labbro come a volersi imporre di mangiare, per poi versarsi un po’ della birra scura che avevano in casa.
Infine, quando sentì la porta dell’appartamento aprirsi lentamente, era forse la decima volta che mollava la stessa fetta di pizza nel cartone per servirsi da bere; ed allora intuì anche che doveva essersi fatto piuttosto tardi, visto che ai suoi occhi si presentò un Kei Hiwatari evidentemente confuso.
“Cosa ci fai ancora in piedi?”
Aveva riacquistato il suo self-control nel giro di un picosecondo, ricostruendo perfettamente l’espressione più distaccata che avesse a disposizione nella sua esclusiva collezione monotematica..!
“Buonasera, eh…” Fece seccato Yurij in tutta risposta, mettendo definitivamente da parte la
pizza che, a quanto sembrava, non era di suo gradimento.
Kei lanciò un rapido sguardo alla famosa pietanza italiana praticamente lasciata intatta e si torturò coi denti l’interno della guancia.
Una capricciosa.
Bhé, era la
sua pizza preferita, e non certo quella di Ivanov…
Allora, senza dire una sola parola, si sedette di fianco al giovane prendendone una fetta come se nulla fosse accaduto; come se lui fosse semplicemente arrivato tardi per la cena del venerdì sera.
Yurij, dal canto suo, rinunciò anche al muffin e, dopo solo il primo morso, s’avviò in 
camera da letto non appena Kei ebbe iniziato a mangiare, considerando quanto fosse stato idiota a ricercare la presenza del compagno in un banalissimo piatto straniero…
Coglione, coglione, coglione.
Però, quando giunse in stanza, dando uno sguardo all’orologio, comprese.
Ah, appena le undici.
Bhé, di sicuro non era lui ad essere fuori posto a quell’orario.
Quindi, ritornando sui suoi passi, si affacciò alla porta della cucina dove un solitario Hiwatari carezzava con la punta delle dita una lunga scatolina incartata.
Dopo un breve momento di esitazione, in cui parve che l’asiatico stesse per alzarsi, Yurij lo vide scuotere il capo ed infine rimettersi il pacchetto nell’interno della giacca; ed intuì che anche per quell’anno avrebbe trovato per caso un regalo che sarebbe stato
troppo difficile consegnare personalmente.
Il giovane Ivanov, allora, chinò appena il capo per poi avvicinarsi silenzioso al giapponese e, cingendogli da dietro il collo con le braccia, incrociando le mani sul torace largo del compagno, avvertì il cuore di Kei aumentare di qualche battito sotto quel suo lieve tocco.
Dunque, beandosi della fragranza fresca e muschiata che solo ad Hiwatari poteva appartenere, sussurrò.
“Grazie.”

Yurij Ivanov sapeva che per quella volta non avrebbe sentito un ‘Buon compleanno’ uscire dalle labbra di Kei, ma –nonostante questo gli infondesse una dose assolutamente non trascurabile di sano
fastidio- già la sua sola presenza per nulla casuale -come invece aveva cercato di fargli credere!- era stata un meraviglioso regalo.
Oh, entrambi serbavano un po’
troppa freddezza nel cuore, questo era evidente.
Eppure, probabilmente, era proprio il gelo che sciogliendosi rendeva assai più piacevoli e caldi quei gesti ritenuti consueti ed ovvi da molti; ma con cui loro nutrivano l’amore agrodolce che, paradossalmente, ancora li legava con inaspettata… ma, sì, forse
forza -con ogni probabilità- doveva essere la parola che più addiceva a quei due.


*Owari*

 

Oh, bene!
Finalmente pubblico anche questo secondo capitolo: non ho molto da dire al riguardo.
Ritengo, personalmente, che sia meraviglioso accettare certe sfacciatture del carattere del proprio compagno, anche se queste non sono poi così tanto “digeribili”.
La freddezza è una di queste, a mio dire.
Bhé, mi auguro che anche questa shot possa esservi piaciuta, ringrazio chi ha commentato il prcedente capitolo e a tutti gli altri dico:
“Aspetto le vostre opinioni!” ^^
Fatemi sapere!
Un bacio!
Iria.

 

  

   
 
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