Anime & Manga > Pokemon
Segui la storia  |       
Autore: TheBlazer    27/09/2011    0 recensioni
Prima di diventare un esperto Domadraghi e il Campione della Lega di Johto, Lance deve pur essere stato un ragazzo come tutti gli altri... o forse no? Cosa significa lo strano marchio che gli segna la mano fin dalla nascita? Chi è la misteriosa figura che di quando in quando gli appare in sogno, ammonendolo di stare in guardia da un certo "Disertore"? Un dono senza precedenti scorre nel sangue di Lance, un dono magnifico e terribile allo stesso tempo. E ora che un Male antico come il mondo si prepara a sciogliere le sue millenarie catene, il compito di fermarlo spetta proprio a Lance, ad una giovane e coraggiosa ricercatrice di nome Reason Elm e a N, un enigmatico ragazzo dagli insoliti poteri. Ma tra maschere e verità, confessioni e segreti non detti, per il nostro Domadraghi non sarà facile distinguere gli amici dai nemici... (LanceXOC?, NXWhite)
Genere: Azione, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga, Videogioco
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
forgottentales
http://tinypic.com/view.php?pic=2qau0kz&s=7

N.B.
Questo capitolo contiene spoiler sul finale della versione bianca e della versione nera.


-Cade la Maschera-




Glacier era tornato a Mogania, ma Lance, Reason e Niall preferirono accamparsi al Lago d'Ira. In quattro e quattr'otto srotolarono i sacchi a pelo e accesero un bel falò. Niall si occupò della cena, e quella sera banchettarono con pesci abbrustoliti e fagottini di riso.
- Avete notato che da quando Mion e Sasha se ne sono andati nessun Pokemon ci ha più attaccato? - chiese Reason ad un certo punto.
- Uh-uh - fece Lance, con la bocca piena di riso. - E ho il sospetto che le cose siano strettamente collegate. Quei due hanno accennato a Ebanopoli, e Mion è spuntata fuori appena siamo usciti dalla Via Gelata... com'è che in tutti i posti in cui compaiono loro i Pokemon impazziscono? -
- Solo i selvatici - precisò Niall. Il ragazzo dai capelli verdi finì di masticare un pezzo di pesce, deglutì e continuò: - E' una facoltà tipica degli Emissari. Generalmente gli umani hanno una mente più protetta, ma i Pokemon sotto questo profilo sono abbastanza vulnerabili: non è necessaria una particolare energia psichica per soggiogarli. Immagino che i Graveler e gli Onyx della Dorsale Argento siano stati forzati ad attaccare chiunque avesse tentato di allontanarsi da Ebanopoli in quei giorni. -
- Pensi che fosse tutta una trappola? -
- Senza dubbio. - Niall fissò il fuoco, pensieroso. - Avete detto che il Dragonite è impazzito subito dopo aver incontrato Mion. E, guarda caso, qui è successo lo stesso coi Gyarados. Suppongo che il compito di Mion fosse scoprire chi era il Custode, per poi separarlo da chi avrebbe potuto aiutarlo - spostò lo sguardo su Reason - e allo stesso tempo attirarlo qui, dritto nelle fauci del lupo. Trasformare l'alleato del nemico in un ostaggio... non si può dire che non fosse un piano studiato ad arte. -
- Ma non avevano previsto il tuo intervento - disse Reason. - In effetti, è stata una coincidenza piuttosto sorprendente... esistono solo undici Custodi al mondo, giusto? Undici su migliaia e migliaia di persone. Chi se lo sarebbe mai aspettato di trovarne ben tre nello stesso posto? -
Niall sorrise. - E così, pensi di essere una Custode? -
- Non lo penso - replicò Reason. - Ne sono sicura. -
E raccontò loro per filo e per segno della visione di quel giorno, della Sagoma fiammeggiante che l'aveva incoraggiata ad andare avanti nel momento del bisogno, dell'impulso che l'aveva spinta ad evocare Vulpix e a sferrare un duplice attacco di fuoco contro Dark Zapdos. Quando finì di parlare, aveva il viso arrossato dall'emozione.
- Se prima avevo dei dubbi, ora non ne ho più - affermò Niall con un sorriso. - Se un Pokemon Protettore si mostra a qualcuno, è solo per contrassegnarlo come suo Custode. Cosa che ha già fatto anche materialmente, vedo... -
Seguendo lo sguardo del ragazzo, Reason si esaminò il braccio. Stupita, vide che appena sopra il gomito le era comparsa una sottile mezzaluna di un intenso color cremisi, il colore delle sfaccettature del diaspro. Sfiorandola con l'indice,la ragazza sentì che pulsava leggermente, come un cuore in miniatura.
- Certo che ha davvero dell'incredibile - rise Lance. - Meglio non farti arrabbiare, vero, Ree? -
Il falò diede un guizzo, e le fiamme avvamparono più alte del solito.
- No, direi proprio di no - disse Reason in tono innocente, poi tornò seria. - Scherzi a parte, comunque... com'è possibile che Mion e Sasha avessero Articuno e Zapdos? Pensavo che gli unici esemplari fossero stati catturati molto tempo fa. -
- Quelli non erano i veri Articuno e Zapdos - spiegò Niall. Essendo il più esperto dei tre nel settore, si stava ormai abituando a prendere parola. - I Dark Pokemon sono solo mere copie di quelli reali. Non che per questo debbano essere sottovalutati, anzi, però il loro potere non è nemmeno lontanamente paragonabile a quello di un Protettore, come Zekrom. - Intrecciò le mani di fronte a sé e vi posò sopra il mento. - I Dark sono stati creati dal Disertore appositamente per dare la caccia a noi Custodi. Non tutti sono degni di loro, perciò il Disertore li affida solo ai suoi servitori più fidati e potenti, i cosiddetti Emissari. Che io sappia, a Johto ci sono tre Emissari: l'Emissario dei Ghiacci, l'Emissario dei Tuoni e l'Emissario delle Fiamme. Anche se ora potrebbero esserne rimasti solo due, vista la bravata di Reason. -
Lance e Reason si scambiarono un'occhiata, dopodiché il rosso prese la parola. - Niall, tu come hai fatto a capire che eri un Custode? -
- Grazie a White. - Niall bevve un lungo sorso dalla sua borraccia di cuoio, forse più per distogliere il viso da loro che per vera sete. - Lei era... no, è, una delle persone più meravigliose che abbiano mai calcato il suolo terrestre. Così coraggiosa e al tempo stesso così gentile. Se c'era qualcuno degno di diventare l'Eroe di Unima, quel qualcuno era lei, non certo io. - La sua voce si spezzò.
Per alcuni istanti tornò il silenzio.
- Ti va di raccontarci cos'è successo, Niall? - chiese dolcemente Reason.
Niall esitò, come se dentro di lui stesse infuriando una lotta interiore, ma infine acconsentì. - Però il mio vero nome non è Niall... è N. N Harmonia. -

***
- Non è possibile! -
Il padre di N, Ghecis Harmonia, è visibilmente sbiancato. I suoi Pokemon, i suoi magnifici Pokemon, sono stati brutalmente sbaragliati, l'uno dopo l'altro, mentre la sua avversaria ha il respiro appena accelerato. Ha sconfitto consecutivamente N e Ghecis, sovrano e reggente del Team Plasma, e senza molta fatica.
White.
Per la prima volta, N la guarda con occhi diversi. Non vede più la ragazzina inesperta che ha incontrato a Quattroventi, e neppure la fanciulla dal viso serio che è salita insieme a lui sulla ruota di Sciroccopoli. La White che si erge di fronte a lui è una splendida, giovane donna, vitale e orgogliosa, sprizzante di potere. Non indossa più la semplice maglietta bianca e i pantaloncini di jeans, bensì una sorta di armatura candida come la neve, con le spalle e l'elmo orlati di piume bianchissime che ricordano vagamente le fattezze di Reshiram.
White è una Custode.
E così, quella vecchia leggenda ha un fondo di verità, dopotutto. I Custodi vivono, soffrono e amano come qualunque altro essere umano. E una di loro è proprio davanti a lui.
N sente nascere dentro di sé una strana felicità. Non gli importa più che Zekrom sia stato sconfitto, che i piani di Ghecis siano stati rovesciati. Tutto quello in cui ha creduto fino a quel momento s'è ribaltato: ora che Ghecis l'ha ripudiato, ora che le sue vere intenzioni sono state svelate, si rende conto di quanto sia stato infinitamente stupido... stupido e ingenuo. Lui, che tanto ha professato la sua forza e la sua indipendenza, non è mai stato nulla di più che una pedina nelle mani di suo padre.
Ma se al mondo esiste una persona come White, significa che per i Pokemon c'è davvero la concreta possibilità di vivere serenamente accanto agli umani, e questa è l'unica cosa che importa.
Non guarda il campione Nardo, né l'amico di White, Komor. Non li vede ammanettare Ghecis e trascinarlo via. Non sente le urla rabbiose di colui che ha rifiutato di essere suo padre. Adesso la sua attenzione è solo per White, il suo sguardo è solo per White.
Il suo cuore è solo per White.
La giovane si volta, lo guarda. I suoi profondi occhi azzurri sembrano trapassargli l'anima. N in essi non legge alcuna accusa, solo un'infinita dolcezza. E di colpo capisce di non poter stare con lei.
Perché se lei è la neve, lui è il fango.
Se lei è il giglio, lui è la cenere.
Se è suo amico, come è convinto di essere, allora deve andarsene prima di corromperla. Uno come lui non è fatto per proteggere, solo per distruggere.
Qualcosa si spezza dentro N. Sentendosi le gambe pesanti come ferro, lui si dirige a passi lenti verso la parete della sala del trono, ora parzialmente distrutta da un largo squarcio. Un Iper-raggio di Reshiram andato miracolosamente a vuoto. Al di là del bordo lacerato e ancora fumante del muro, il cielo è di un azzurro limpido e invitante. Le dita di N si stringono istintivamente attorno alla sfera di Zekrom.
- N, aspetta! -
Due braccia candide si stringono attorno al suo torace, fermandolo. White l'ha abbracciato da dietro. Paralizzato, N ne sente la guancia premuta contro la sua schiena, i lunghi riccioli scuri che gli carezzano la base del collo. Una parte di lui vorrebbe sciogliersi dal suo abbraccio e avanzare verso il vuoto, un'altra vorrebbe ricambiare White con un trasporto mai sentito prima.
- Non è stata colpa tua - mormora White contro la sua schiena. - Non lo è mai stata, N. Ghecis ti ha ingannato, così come ha ingannato l'intera Unima: è lui il vero colpevole, e io lo so. Lui stesso lo sa. Anche Nardo e Komor lo sanno. E tu lo sai, N? -
I palmi della ragazza sembrano sprigionare un'energia benefica. N chiude gli occhi, assaporandone il caloroso contatto.
- So di essere stato cieco - ribatte lui con voce sommessa. - Avrei dovuto capire fin da subito quale disegno avesse in mente mio padre. E avrei dovuto intuire chi era il vero Eroe di Unima, fin dal primo momento in cui ti ho vista. -
- Errare è umano - obietta lei. - Tutti fanno degli sbagli, ogni tanto. Ehi, N, non puoi lasciarti abbattere così: se ti pesa così tanto sulla coscienza, allora riscattati. Rimettiamo le cose a posto, insieme. E' così che fanno gli amici, no? -
Un sorriso triste aleggia sul volto di N. - White, stavo per far precipitare Unima nel caos. Questo non ti turba nemmeno un po'? -
- I tuoi mezzi erano sbagliati, ma le motivazioni giuste. E' giusto cercare la felicità, per sé e per i propri amici. - La presa della ragazza si allenta, e dopo un secondo N vede i suoi occhi ad un soffio dai propri. Chiari e luminosi come frammenti di cielo estivo. - N, resta con me. Ti prego. Puoi fare ancora così tanto, per Unima. -
Una vampa di calore irrompe in N, travolgendolo come un torrente di fiamme. Senza pensare, il ragazzo prende tra le mani il viso di White e si china in avanti, fino a quando le sue labbra non incontrano quelle di lei. White dapprima resta immobile, poi, con enorme sorpresa di N, gli getta le braccia al collo e lo preme contro di sé.
***


N Harmonia tralasciò gran parte del finale, ma Lance e Reason non fecero alcuna fatica a ricostruirlo. Ebbero altresì la delicatezza di non commentare.
- Dopo che scelsi di restare con White, Zekrom si manifestò davanti a me nel culmine del suo potere e mi designò come suo Custode - continuò N in tono neutrale. - Il suo spirito aveva sempre dormito dentro di me, fin dal giorno della mia nascita, ma si era risvegliato per la prima volta solo durante lo scontro con White. Non ero ancora alla sua altezza, ovviamente... io avevo incontrato fisicamente il mio protettore prima di lei, è vero, ma lei era ormai da lungo tempo in comunicazione spirituale con il suo Reshiram. Reshiram l'aveva designata Custode molto prima che Zekrom facesse lo stesso con me. L'esito del nostro scontro era già stato stabilito, ancor prima che cominciasse. - S'abbassò impercettibilmente la visiera del cappello. - Ero felice con White... felice e completo, come non ero mai stato prima d'allora. Lei era tutto, per me. Poi arrivò il Disertore. -
La sua voce s'incrinò, e non disse altro. Per un lungo momento, l'unico rumore fu lo schiocco dei ceppi nel falò. Poi Reason si alzò in piedi e andò a sedersi accanto a N, per poi stringergli una mano con affetto.
- Niall, N, tu credi che lei sia ancora viva. -
N annuì piano.
- E se lo è, la ritroveremo - promise Reason. - Ovunque sia. -
- Puoi giurarci - rincarò Lance. - Siamo tre Custodi, giusto? Non appena avremo imparato a padroneggiare meglio i nostri poteri, andremo dal Disertore e lo prenderemo a pedate nel sedere fino a quando non te la ridarà. -
N li guardò entrambi, le iridi lucide come smeraldi. - Voglio essere onesto con voi... sono venuto a cercarvi proprio per questo motivo. Non pensiate che intenda strumentalizzarvi, no, ma ho bisogno del vostro sostegno nella battaglia contro il Disertore. Voglio annientarlo una volta per tutte e salvare White, e da solo non posso farcela. -
Lance percepì in N la stessa, bruciante energia di poco prima, un'inestinguibile fiamma oscura che pulsava e guizzava senza sosta. Fino a quanto sei disposto a spingerti, N? Quanto arriveresti a sacrificare, pur di salvare questa White? Si rispose da solo: Quello che arriverei a sacrificare io se in pericolo ci fosse Sandra, o forse anche di più.
- Ehi, ti ricordo che ci hai appena salvato la pelle, là fuori - disse, indicando con il pollice il Lago d'Ira che s'increspava silenzioso sotto i raggi lunari. - E poi, credi davvero che ti lasceremmo andare allo sbaraglio contro uno psicopatico dai poteri sovrannaturali? -
- Scordatelo, non se ne parla - concluse Reason.
I tre Custodi si guardarono a vicenda. Forse per la prima volta, compresero di essere amici, veri amici. Il vincolo tra di loro non era mai stato tanto intenso, tanto ardente.

Quella mattina, Lance si svegliò un po' prima del solito. La sua notte era stata popolata da sogni strani e confusi, sussurri disconnessi e, come prevedibile, visioni di oscure Sagome alate. Ora aveva un'idea più precisa di cosa fosse quella Sagoma, ma ancora non riusciva a stabilire un contatto stabile: quella figura fumosa aveva la brutta abitudine di svanire ogni volta che si arrivava al più bello, al punto chiave della conversazione. Il Domadraghi si passò una mano tra i capelli irti, senza nemmeno provare a sistemarli, dopodiché scivolò fuori dal sacco a pelo. Reason e N riposavano a poca distanza, al di là dei resti ancora tiepidi del falò; a giudicare dalla loro immobilità, entrambi dovevano essere profondamente addormentati. Con la coda dell'occhio, Lance vide un guizzo di squame celesti.
Ciao, Dragonair, lo salutò mentalmente.
Il drago azzurro gli diede una giocosa strusciata contro la spalla. Ben svegliato, Lance. Cosa ci fai già in piedi? Non riprenderemo il viaggio prima delle nove.
Ho voglia di fare due passi
, rispose Lance, massaggiandosi le gambe intirizzite. Nottata piena, tanto per cambiare. Oltretutto, ho una sete pazzesca.
Il lago era forse ad un centinaio di metri dall'accampamento, e lo raggiunse in breve. Il cielo notturno cominciava appena a schiarirsi all'orizzonte, cospargendo la volta celeste di timidi toni violetti. Lance calcolò che dovessero essere all'incirca le cinque e mezza, o magari sei. Inginocchiandosi vicino alla riva, rimase per un attimo incantato dall'immagine delle stelle e dei rami che si riflettevano sulle acque cristalline. Sembrava il portale per un nuovo mondo, un mondo di pace e limpidezza...
Un mondo che un attimo dopo esplose.
Lance! Lance era già balzato indietro prima ancora del grido di Dragonair, evitando di stretta misura una possente coda dai bordi taglienti come rasoi. Dall'acqua era emersa una creatura gigantesca, terrificante: un lungo corpo serpentino, una testa rettangolare coperta di creste, una grande bocca irta di denti aguzzi...
- Un Gyarados - mormorò Lance con un filo di voce, deglutendo a vuoto. Okay, sapeva che erano grossi, ma non pensava così grossi!
Il Gyarados ruggì, contorcendo le spire scivolose come un ruvido turbine giallo e azzurro, le fauci stranamente luminose...
Protezione!
L'Iper-raggio andò a schiantarsi direttamente contro la barriera invisibile evocata da Dragonair, ma fu comunque abbastanza forte da stordirli entrambi. Lance si sforzò di pensare con lucidità, ma il suo cuore era come stretto in una morsa di ghiaccio. Disperato, pensò con invidia ai nervi d'acciaio di Reason, al suo perfetto equilibrio tra istinto e razionalità.
Cosa farebbe adesso Ree?
Avrebbe giocato sulle debolezze del Gyarados, come qualunque persona dotata di un minimo di materia grigia. E se Gyarados era un Pokemon Acqua e Volante...
- Dragonair, Fulmine! -
Il fulmine zigzagò a mezz'aria, colpendo il Gyarados in pieno petto. Il serpente d'acqua indietreggiò con un ruggito di dolore, ma tornò subito alla carica e urtò Dragonair con una violenta testata. Dragonair ricadde all'indietro come un fuscello, il fianco livido e solcato da lunghi graffi laddove le creste affilate l'avevano toccato. Lance si morse il labbro. 
Extrarapido! Dragonair evitò per un pelo l'ennesimo attacco del Gyarados, librandosi a mezz'aria e contorcendosi in modo acrobatico. E adesso Fulmine, ancora!
Un secondo lampo scaturì dal corno del drago azzurro. Il suo avversario si ripiegò su se stesso con un brontolio, ma si rialzò con uno scatto sinuoso e fece per avventarsi contro di lui. Lance parlò in modo automatico, quasi senza rendersi conto di quello che stava dicendo: - Dragonair, Tuono! -
Un abbagliante raggio d'oro investì il Gyarados come un torrente in piena, ribaltandolo e scaraventandolo via in un'esplosione di scintille statiche. Il lungo corpo squamoso della creatura si dibatté un'ultima volta, come un pesce in agonia, dopodiché giacque immobile, galleggiando tetramente sulla superficie del lago.
In fretta, quasi temendo che si potesse riprendere (e soprattutto riprendere incazzato) da un momento all'altro, Lance si sganciò una megaball dalla cintura e gliela scagliò contro. La mastodontica forma del Gyarados si dissolse in una tremula luce rossa, per poi scivolare docilmente all'interno della sfera. Lance la raccolse, senza fiato. Una volta, Galahad gli aveva detto che, una volta superata la Via Gelata, la strada poi sarebbe stata tutta in discesa, ma si sbagliava di grosso: sembrava proprio che un allenatore non potesse vivere senza rischiare la pelle un giorno sì e l'altro anche.
Se non altro, non era uno dei Pokemon impazziti del Team Sancta. Stavo fresco, se facevano il lavaggio del cervello anche a lui.
Dragonair si rannicchiò accanto a Lance e lo fissò coi liquidi occhi scuri. Piantala di lamentarti, Lan. Pensa che hai appena catturato il tuo primo Pokemon.
Il ragazzo batté le palpebre, perplesso, dopodiché si illuminò. Hai ragione! Arceus, me n'ero quasi dimenticato. E poi è un Gyarados! Altro che Pidgey o Rattata, questo è un vero Gyarados, il terrore dei mari! Ed è mio!
La cicatrice sul suo palmo scintillò leggermente, quasi per fare eco al suo entusiasmo. Il sorriso di Lance si fece smisurato.
- Dai, torniamo all'accampamento! Non vedo l'ora di vedere la faccia di Ree e N, quando lo verranno a sapere! -



______________________________

Sembra proprio che per il nostro Lance non sia possibile catturare Pokemon normali, solo dragoni in formago gigas XD prossima tappa, Ecruteak City!


Grazie, Dark_Glo e Lady Arcanine, le vostre recensioni sono state davvero graditissime! 

Bacio,
- Flames

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: TheBlazer