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Autore: Elfa sognatrice    27/09/2011    6 recensioni
Tutto inizia da un incidente in auto. Billy Black e sua moglie muoiono l'unico che rimane in vita è il figlio di pochi mesi Jacob. Gli amici più cari della famiglia gli Swan prendono il figlio in affidamento che crescerà con Isabella come veri fratelli. Con l'arrivo a Forks dei Cullen la vita dei due si complica... E' un BellaxEdward...
Non sono brava con le presentazioni ma spero di avervi incuriosita
Genere: Generale, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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32 capitolo

Lo so, non crederete che io abbia postato, ma vi posso assicurare che non state sognando. Questo è davvero il penultimo capitolo di questa ff… che ho protratto anche per troppo tempo.

Proprio come mi ha fatto notare Rebecca73 Edward doveva ancora spiegare un po' di particolari, e quindi ho rimandato l'epilogo ancora di un capitolo.

 

 31° capitolo: E' cambiato per te

Mi svegliai sentendo leggeri baci sul mio volto, sorrisi. Edward era rimasto, e mi stava guardando con amore.

-ciao- mormorai, non c'era modo migliore per tornare alla realtà, era come rimanere nel mio sogno.

-ciao - salutò lui, il suo sorriso fece saltare qualche battito al mio cuore.

-ti amo - sussurrai alzandomi su un braccio per baciarlo. Forse stavo ancora sognando, ero troppo spigliata per il mio solito.

-anche io - e posò le sue labbra sulle mie. -bisogna prepararsi per la scuola, devi passare da casa tua per prendere dei vestiti -  disse poi.

-che ora è? -

-quasi le sette - rispose alzandosi in piedi. La luce che entrava dalla finestra vicino alla porta disegnava ombre sul suo corpo statuario.

Gli altri giorni ero già sveglia e avevo fatto colazione, pronta per la ronda. -la ronda! -esclamai, avevo già saltato quella della sera, non potevo esimermi anche per quella mattina. -devo andare! Sono già in ritardo - mi alzai dal letto.

-aspetta Bella! - mi bloccò Edward -spiega! - sbuffò.

Risi della sua espressione, probabilmente era abituato a sapere sempre ogni cosa, a capire la motivazione di ogni gesto.

Gli spiegai che non potevo saltare anche quella ronda, altrimenti il branco si sarebbe arrabbiato.

-finisci giusto per arrivare in classe? -mi chiese. Annuii, avrei fatto ritardo per prendere i vestiti.

-se vado a prenderti io i vestiti? Così sei in orario? - propose, ma mi leggeva nel pensiero?  -Bella, sei piuttosto trasparente - rise.

-è la seconda volta -sbuffai.

-troppo poco - ribatté lui - E' così frustante non sapere cosa ti passa per la testa. Ad esempio ora non so se hai voglia di andare a correre per i boschi, o stare qua -

Come faceva a non capirlo, mi sembrava emblematico -rimanere qua con te - risposi.

-ci speravo -sorrise lui - ma non ne ero sicuro -

 

Avevo fame, e sapere di non poter mangiare prima della pausa pranzo era angosciante.  Non mi avvicinai troppo alla Volvo parcheggiava, temevo che qualcuno potesse intravedermi tra gli alberi.

-Bella! - salutò Emmett, lo avevo visto avvicinarsi per il parcheggio -sei sottovento - borbottò con una smorfia di disgusto - spostati! -

Mi ero messa apposta lì per far sapere la mia presenza, ma visto che se ne erano accorti poteva bastare.

-Edward  arriva subito - spiegò il vampiro. -mi sento stupido a parlare con un lupo! -

-tu sei stupido a sentirti stupido nel parlare con la mia fidanzata - intervenne Edward, con un sorriso a cinquantaquattro denti. Inghiottii sorpresa, fidanzata! Edward avevo detto...

Edward si voltò verso di me -ti sento - disse sbigottito.

Davvero? Chiesi.

-ora non più - sbuffò intristito. Mi porse una sacca -ci sono i tuoi vestiti, Alice era sconvolta dal tuo armadio, ma credo che te lo dirà lei stessa -

La presi tra i denti e mi avviai verso un grande albero, che avevo già usato in precedenza come camerino, aveva le foglie frondose ma non c'era un sottobosco fastidioso.

Io, Edward e Emmett uscimmo assieme dalla foresta, mischiandoci con la folla.

-anche se non sono molto esperto, potresti avere fame - disse Edward e con mia grande gioia mi porse un involto di stagnola. Dentro c'era una mega fetta della torta della festa -ne era avanzata un po' -rise lui.

-grazie! - dissi addentandola con gusto. Forse era la migliore colazione che facevo da un po' di tempo.

Mi salutò con un bacio sulla soglia della classe.

 

-Isabella Swan! - mi bloccò Alice sulla soglia della mensa.

-cosa c'è?- perché ero intimorita da quello sguardo? Dopotutto ero un licantropo! E invece l'ira di Alice sembrava così distruttrice da far preoccupare l'istinto.

-come osi avere un armadio di quel genere?! - esclamò inorridita.

Accennai a un sorrisetto di scuse -ultimamente non ho un grande controllo dell'istinto, e non ho avuto tempo di fare shopping - oltre tutto non avevo molta voglia.

Alice mi guardò un attimo, sospirò e prima di andarsene, con un luccichio pericoloso negli occhi aggiunse -tu e Edward mi state nascondendo qualcosa. Ma lo scoprirò! -

Ero così confusa da quelle parole, che poi volevano semplicemente dire che non mi avrebbe permesso di avere nessun segreto, che mi accorsi di Jessica solo dopo aver pagato. Quella gallina era seduta praticamente sulle ginocchia di Edward, che gli stava sorridendo.

Sentii i muscoli tendersi, lo sguardo velarsi di rosso. Tremavo, ira di gelosia e ira per le bugie mi davano alla testa, l'istinto voleva sbranare Jessica e mettersi a ululare alla luna (il modo di lamentarsi per un lupo).

-Bella! - disse Edward avvicinandosi. Avevo gli occhi pieni di lacrime, non riuscivo a vedere il suo volto. Con passi pesanti, forse con un movimento simile a quello rigido degli zombie, uscii dalla mensa, per rifugiarmi nel bosco. Prima che ci potessi arrivare, mi sentii stringere tra delle braccia. Mi divincolai, ma non appena sentii il profumo smisi. Edward mi strinse a se, spingendo la mia testa sulla sua spalla.

-cosa è successo? Il mio odore ti ha dato fastidio?- chiese.

Mi face sedere  su una panchina.

-no certo che no! - come poteva farmi una domanda del genere.

-e allora perché tremavi? Era l'odore di Alice?-

Mi sembrava di aver fatto capire adeguatamente il motivo della mia rabbia -Jessica -ringhiai tra i denti.

-Cosa c'entra? Si era seduta al nostro tavolo perché voleva gli appunti di biologia da te. -

-e per quello ti era avvinghiata addosso? - sibilai ira.

Lui mi guardò sorpreso -sei gelosa?-

-lo so non dovrei, ma che cosa ci posso fare? Se fossi sicura che Jessica fosse meglio di me allora me ne farei una ragione… ma credo che ci sia tanta gente migliore di quella ragazza. È una pettegola ipocrita. Però se ti piace lo potrei capire - mi stavo arrampicando sugli specchi per cercare di spiegare quello che sentivo, senza imporre i miei sentimenti a Edward, ormai le parole del giorno prima non erano più così reali.

-Bella- le mani magre e grandi di Edward mi sfiorarono leggere il viso. -io amo te, te l'ho detto. Jessica mi ritiene molto avvenente - che frase antiquata, ero sicura che nei pensieri di Jessica ci fosse solo la frase 'CHE FIGO DELLA MADONNA!' e qualche filmino porno. Forse per la conoscenza della lingua di Jessica non sapeva neanche il significato di 'avvenente' - e cerca in tutti i modi di farsi notare, ma io non ho occhi che per te. Inoltre in questo ultimo mese crede che io abbia dimostrato che ero interessato a lei, solo perché le ho impedito di cadere giù per i gradini di un corridoio. -spiegò. Voleva di che quando lo avevo visto abbracciato a Jessica, era solo per impedirle di cadere, e che quindi la gelosia che mi aveva fatto capire che ero innamorata di Edward era del tutto immotivata?! -e' da tempo che non bevo sangue umano e dovrei essere capace di controllarmi, ma è meglio evitare le ferite! - aggiunse come spiegazione.

 

Mi sentivo molto più leggera, ora che sapevo che Edward non provava nulla di preoccupante per Jessica e riuscii ad ascoltare anche un po' delle lezioni del pomeriggio.

-Bella! - disse Emmett con uno strano tono di voce, spuntando da un angolo, al termine delle lezioni - visto che Edward non ha voluto dirmelo, mi puoi rispondere tu? -chiese con occhi da cucciolo bastonato. Erano peggio di quelli di Alice! Annui.

-diventerò presto zio? -chiese con un sorriso enorme.

Subito non compresi le parole, non me le aspettavo di certo. Scossi la testa.

La faccia triste di Emmett era da oscar.

-non diventerò zia?! -esclamò dispiaciuta Alice -ma allora non era quello che mi tenevate nascosto, che cosa potrebbe essere? - da dove era arrivata lei?

C'era anche Jasper che accennava a un sorriso. -Edward è bloccato in classe ancora per dieci minuti, il professore non ha finito di interrogarlo -spiegò.

-cerca ancora di non dargli il massimo dei voti? -chiese Rosalie, quando era arrivata anche lei.

-bisogna cogliere l'attimo. Edward non ci lascia mai stare con la nostra nuova sorellina! -intervenne Alice prendendomi sotto braccio e trascinandomi fino alla Volvo. -e ora vogliamo qualche bel racconto - esclamò.

Mi sentivo tutti gli sguardi dei fratelli e sorelle Cullen addosso. -che cosa dovrei raccontare? -chiesi titubante.

-che cosa avete fatto tutta la notte! - disse Alice, sgranando gli occhi come se fosse una cosa elementare.

Arrossi ricordandomi i baci & co -parlato… - non gli avrei mai convinti con quel tono di voce.

-e qualche cosa d'altro. - annuì Emmett- Edward ha tenuto alto il valore dei Cullen? -

Arrossii ancora di più, ma poi mi sentii invadere da una calma assurdo, come se l'imbarazzo fosse stato cancellato da una passata di spugna. Jasper ridacchiò, dimostrando che c'era lui di mezzo.

-non lo so ancora -mormorai.

-Cosa, cosa, cosa? -urlarono Rosalie e Alice contemporaneamente.

Sentii Emmett dare di gomito a Jasper -bisogna dare qualche lezione al verginello! -

-lasciate in pace Bella! -intervenne in quel momento Edward. Mi baciò leggero le labbra prima di abbracciarmi. -vuoi venire a casa nostra per il ripasso oggi? - propose poi.

Annuii, anche a causa degli occhi da cucciolo di Alice.

-prendete voi la macchina, io e Emmett vogliamo andarci a fare una corsetta nel bosco -annunciò Rosalie.

Così mi ritrovai sul sedile posteriore, a fianco di Jasper, Edward era alla guida e Alice aveva insistito di sedersi davanti.

-non devi temere dei sentimenti di Edward - mi disse Jasper quando ci trovammo soli nel garage di casa Cullen, Alice aveva trascinato Edward via blaterando di qualcosa che doveva assolutamente vedere. -ho sentito i tuoi sentimenti verso Jessica - sorrise.

-tu non lo hai visto quando non eri venuta a scuola per i giorni della trasformazione o anche solo quei tre del mese scorso - si riferiva di quando avevo scoperto l'imprinting? -era l'ombra di se stesso, sentivo il suo dolore e non pensavo che se ne potesse provare tanto. Non lo conoscevi, ma da quando ci sei tu è un'altra persona, più luminosa e contenta. Pensa un po' che ci ha anche costretti a seguirti nella scuola per proteggerti - scosse la testa -il giorno che se non fosse stato per te avrei fatto una strage in quella classe -

-è il compito dei licantropi, impedire i vostri assassini - borbottai. Non mi aspettavo di sentire quelle parole da parte di Jasper, ma dovevo ammettere che mi rassicuravano, forse perché sapevo che erano vere.

 

 

  
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