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Autore: holls    27/09/2011    2 recensioni
Eri e Matt sono amici per la pelle: la prima in crisi col suo ragazzo, Jason, il secondo in cerca di una risposta ai recenti apprezzamenti verso i ragazzi che all'improvviso scombussolano tutto il suo mondo. L'incontro con Angelo e l'amico Thomas, per i due amici, sarà l'inizio di un susseguirsi di eventi che porteranno le vite di tutti a intrecciarsi, e niente sarà più come prima...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13


Quella mattina Eri si svegliò piena di energie. Durante la notte la sua mente era stata occupata da buffe immagini di vendetta verso l’ameba e pensava ancora al modo migliore per divertirsi un po’. Per quel giorno aveva in programma un paio di scherzetti divertenti, sperando di poterli attuare.
Uscì per prima dalla porta di casa, mentre aspettava che anche gli altri finissero di prepararsi. Si appoggiò al muro, continuando a sperimentare nella sua mente possibili situazioni. Sentì qualcuno avvicinarsi alla porta; si meravigliò quando vide che quel qualcuno era Jason. Una coincidenza?
Per quanto si sentisse forte, in quel momento abbassò lo sguardo, con fare indifferente. Ripensò a quello sguardo intenso che si erano scambiati il giorno prima in spiaggia. Cominciò a pensare che forse il sentimento che provava verso l’ameba Jennifer era... gelosia. Jason era suo. Punto.
Il ragazzo venne verso di lei, attaccando bottone.
“Dormito bene, Eri?”
Le pareva quasi di avvertire dolcezza, nel suo tono. Ma tutto ciò che poteva pensare non erano nient’altro che supposizioni; aveva bisogno di certezze. Forse avrebbe fatto meglio a parlare a Jason di quel suo stato d’animo ma... cosa avrebbe ottenuto? Sapeva bene il motivo per cui si erano lasciati, e non era certo una questione d’amore. L’unica soluzione possibile al momento sembrava proprio quella di soffrire in silenzio...
“Fantasticamente, grazie.” Ci aveva provato, a tenergli testa, ma la sua parte più emotiva sembrava aver molta voglia di emergere.
Fortunatamente in quel momento uscirono anche gli altri, nel quale Eri tentò di nascondere il suo imbarazzo. Notò che Angelo se ne stava in silenzio; forse era ancora nel mondo dei sogni. Si incamminarono verso la spiaggia, chiacchierando del più e del meno.
 

 
Erano già passate un paio d’ore da quando avevano occupato il loro ombrellone, tuttavia Angelo se ne stava stranamente sulle sue, occhiali da sole ben piazzati e sguardo fisso verso il mare. C’era qualcosa che lo turbava, qualcosa che non aveva confidato nemmeno a Matt. Teneva le braccia conserte e lo sguardo crucciato, immerso in chissà quale catena di pensieri, dai quali fu risvegliato dalla voce di Matt. Il ragazzo gli agitò una mano davanti al viso, che Angelo scacciò irato dalla sua vista. Non era proprio in vena.
“Mmm... Senti...” Seguì una pausa, nella quale intravide, con la coda dell’occhio, lo sguardo di Matt che cercava di carpire il suo stato d’animo. “Ti va di andare a prendere qualcosa? Almeno ti distrai un po’...”
Se c’era una cosa che Angelo odiava, era proprio quella; la gente che non capiva quando era il momento di non farsi gli affari altrui.
“Facciamo che ci vai da solo?” Angelo si voltò, rivolgendo un sorrisetto sarcastico all’altro. Matt rimase basito, ma a quanto pare non era deciso a dargli spago.
“Come vuoi...”
Si incamminò a passo svelto, lasciando Angelo  in pace. Dopo che se ne fu andato, il ragazzo si alzò dal suo lettino, dirigendosi dove stava andando Matt. Sul suo viso si celava un’espressione vendicativa, atta a scoprire e confermare le idee che si erano create nella mente del morettino.
Si fermò quando lo vide al bancone; stava davvero prendendo qualcosa da bere. Per qualche strano motivo, si aspettava di vederlo con Eri intento a confabulare chissà quale piano o nuova strategia. E invece no.
 

 
Matt camminava con fare amareggiato verso l’ombrellone, senza capacitarsi del perché Angelo fosse stato così scontroso con lui. La sua mente ripercorse tutti gli eventi che avevano coinvolto lui e il moro, ma non riusciva proprio a pensare a quale sgarbo potesse avergli fatto. L’unica cosa che gli veniva in mente, era che Angelo si fosse accorto dei suoi sentimenti e quello era il suo modo per farglielo capire. Ma sperò vivamente che non fosse così.
Come alzò gli occhi, vide un’entusiasta Eri corrergli incontro. Vedeva un sorriso raggiante sul suo viso, mentre in mano teneva qualcosa.
“Matt!” urlò la ragazza con voce strozzata, agitando la mano contenente la misteriosa entità. Venne verso di lui, nascondendo le braccia dietro la schiena. “Indovina un po’ cosa ho trovato?”
 Mostrò a Matt il suo bottino.
“Ta-daaan! Guarda che bel granchietto!”
Il ragazzo annuì osservando, senza ben capire il motivo di tanto entusiasmo.
“Carino. Ma cosa te ne fai?”
Bastò osservare l’espressione diabolica di Eri per capire quali fossero le sue intenzioni.
“Eri! Ma sei matta?!” La ragazza scoppiò in una sonora risata.
“Certo che no! Ora, poco prima che la nostra cara Ameba faccia ritorno alla sua innocua spiaggetta, arriverò io e – ZAC! – le lascerò questo vivo ricordo sotto il sedere!”
Matt non sapeva se ridere o piangere di fronte a tanta ingenuità, ma pensò che non ci sarebbe stato nulla di male nell’assecondarla. Si posizionarono nei pressi dell’ombrellone, osservando le mosse della ragazza. Videro che fortunatamente lei e Jason stavano uscendo dall’acqua; era la loro occasione.
Camminarono senza fretta verso l’ombrellone e, come vi arrivarono, Jennifer si asciugò con il suo telo da mare, mentre Jason faceva lo stesso. Eri e Matt guardavano altrove, fingendo di discorrere su chissà quale argomento. Ogni tanto si giravano leggermente per osservare le mosse dei due.
Matt si sentiva un agente in borghese, o una sorta di spia, mandata ad eseguire il lavoro sporco. In qualche modo, in tutto quello c’era qualcosa di eccitante. Forse era il proibito, o forse il compiere gesti che lo facevano tornare un po’ bambino.
Sentirono Jennifer sedersi sulla spiaggina e, voltandosi, videro che fortunatamente non aveva poggiato la schiena. Buttarono un’occhiata anche a Jason: stava frugando nello zaino.
Si avvicinarono di soppiatto, facendo attenzione a non emettere rumori troppo forti. Come si avvicinarono alla spiaggina, rapidamente e con non-chalance, Eri poggiò delicatamente il piccolo animale, che cominciò a camminare nella direzione sperata. Si voltò verso Matt, sul viso un’espressione vittoriosa.
Gli fece segno di allontanarsi rapidamente, indietreggiando per controllare meglio le mosse dei due. Quando furono abbastanza distanti, si accostarono ad un ombrellone lì vicino, in posizione tattica per godersi l’ilare scena.
Fissarono quasi ipnotizzati la spiaggetta di Jennifer; il momento stava per arrivare. La ragazza finì di asciugarsi, dopodiché buttò la schiena indietro.
Ma non accadde nulla. Né un urlo, né uno spavento. Niente di niente.
Eri guardò contrariata Matt.
“Cavoli, non è possibile! Non dirmi che il nostro fantastico piano è fallito...”
Matt la corresse.
“Il TUO fantastico piano... Comunque, pare proprio che-“
Non fece in tempo a terminare la frase che un urlo esplose dalla loro vittima. Gridava come un’isterica, di fronte agli sguardi increduli di tutti. Jason si voltò immediatamente, cercando di trattenere la ragazza, per capire cosa avesse. Ma lei sembrava come sotto shock; non faceva altro che urlare e dimenarsi, tentando di scacciare l’orribile creatura che l’aveva assalita.
Dal canto loro, Eri e Matt esplosero prima in una sonora risata, poi tentarono di trattenersi per non dare troppo nell’occhio. Ma le occhiate sghignazzanti che si lanciavano rendevano ardua quell’impresa.
Dopo i numerosi tentativi di Jason, finalmente Jennifer si calmò. Aveva le lacrime agli occhi, ancora spaventata. Balbettava cercando di raccontare al suo ragazzo l’accaduto, nonostante si trattasse solo di un piccolo pizzicotto.
Eri e Matt ancora si lanciavano sguardi complici, quando si accorsero che Jason li fissava, mentre stringeva Jennifer tra le sue braccia, consolandola. Che avesse capito che c’erano le loro menti dietro a quell’innocente scherzo?
Matt tentò di salvare la sua posizione mostrando all’amico una faccia dispiaciuta, anche se non era facile fingersi addolorato. Eri continuava a ridersela sotto i baffi, guardando altrove in cerca di distrazione.
 

 
Escludendo quel piccolo episodio, il pomeriggio proseguì stranamente tranquillo; i due si aspettavano una qualche reazione da parte di Jason, che pareva aver capito chi fossero i mandanti. Era buffo notare come Jennifer controllasse scrupolosamente ogni singolo luogo dove il suo corpo si posasse, come alzasse addirittura l’asciugamano per assicurarsi che non vi fosse nessuna terribile creatura in agguato.
Matt avvertì improvvisamente la sete e, visto che il giorno stava ormai giungendo al termine, decise che una bibita fresca non gli avrebbe certo fatto male. Si guardò intorno e notò Angelo di ritorno; ripensandoci, era davvero molto tempo che non lo vedeva. Chissà dove si era cacciato per tutto quel tempo.
I loro sguardi si incrociarono per un momento, e Matt lanciò un segno d’intesa. Avrebbe tentato di raddrizzargli quella luna un po’ troppo storta offrendogli qualcosa. Corse verso di lui a piedi nudi, la sabbia ormai fredda.
“Ehi, dov’eri finito? Cominciavo a darti per disperso...” Tentò di dirlo col sorriso più amichevole possibile.
“Credo proprio che non siano affari tuoi.”
Matt restò basito per l’ennesima volta. Odiava le persone che si prendevano la briga di trattare male gli altri solo perché arrabbiati. Insomma, ci vuole ben altro per giustificare la maleducazione. Decise di cambiare atteggiamento. Lo fissò con aria scocciata e di superiorità. Effettivamente quel suo giochino era durato fin troppo.
“No. Infatti. E chi ha bisogno di te?”
Fece per andarsene, facendo collidere la sua spalla con quella di Angelo, il quale non si scansò. Matt apprezzò almeno questo: aveva perlomeno ammesso quella sua piccola colpa.
Trovava davvero strano quel comportamento. Molto, molto strano. Si figurò che ci fosse qualcosa sotto. Troppo spesso ormai non capiva più le azioni di quel ragazzo; più lo conosceva e più si rendeva conto che non era affatto semplice capirlo. Ripensò alle parole che Thomas gli disse quel giorno, usciti dalla sala giochi. Aveva preferito non dargli corda, dicendo di voler verificare lui stesso la veridicità di quelle parole. E adesso la stava sperimentando sulla sua pelle. Forse avrebbe fatto meglio a dargli retta, quel giorno. C’era da dire, però, che quel mistero, se così si può definire, cominciava ad incuriosirlo. Era deciso a scoprirne di più, anche a costo di risultare indiscreto e invadente.

Rieccomi qua! XD Spero che il capitolo vi sia piaciuto ^^ Ringrazio come sempre Miù e Selvaggia_Chan per le loro recensioni *_*
A presto! 
   
 
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