Con gli occhi della poesia ti rapisco.
Sei mio, ti ho imprigionato nella mia ombra, la parte oscura di me, la parte che sfugge al mio controllo, la gelosia.
“Dormi, amore.”
Accarezzo quei capelli ricci che dipingono stesure di pensieri mal formati, immagini di sogni indefiniti. Gli occhi chiusi dove riposa ingenua la tua anima.
Assaporo il tuo respiro, ne faccio il mio ossigeno. La tua bocca nasconde i segreti più profondi, quelli che non saranno mai ricordati, che svaniranno in un battito di ciglia.
“Voglio il profumo dei tuoi sogni.”
Le mie orecchie gridano, avide di leggerti dentro, gelose di proteggerti da fuori.
Rompo le mie mani fredde, di vetro.
Graffio la tua mente che sogna, strappo il tuo cuore che dorme.
Scivolano via silenziosi.
Afferro i tuoi sogni, li imprigiono nella mia schiena.
Scalano la colonna vertebrale, tremano ad ogni salto. Diventano il mio midollo spinale.
La nostra forza, il nostro coraggio da custodire.