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Autore: PrincesMonica    28/09/2011    12 recensioni
Jared e Shannon devono presenziare, assieme alla madre, ad una riunione di Famiglia in Luisiana. Ma Costance li obbliga a trovarsi delle fidanzate che li accompagnino. Cosa succederà?
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12
 
Era una settimana che fissava quella schermata bianca senza riuscire a mettere insieme due frasi di senso compiuto. Camilla non voleva collaborare nonostante le abbondanti tazze di cioccolato con caramello che le arrivavano dallo Starbucks più vicino grazie alle sue amiche che non vedevano l’ora di sapere come si sarebbero evolute le mirabolanti avventure dell’alter ego di Monica.
Peccato che l’autrice stessa non sapeva come andare avanti. La settimana in Louisiana l’aveva confusa anche sotto quel versante.
“Non posso andare avanti in questa maniera.”
“Quale maniera?”, la sua amica Valeria era appena entrata in casa portando l’ennesimo bicchiere di carta colmo di bevanda bollente e una fetta di Cheesecake alla fragola.
“In questa maniera. Mi fate mangiare come se fossi una botte, mi sembra di essere tornata da zia Margot. E questo maledetto libro non vuole saperne di scriversi.”
Valeria la guardò confusa. “Non sei tu a scrivere il libro?”
“Scema.”
“Dai su. Spiegami cosa succede e vediamo se posso aiutarti.” 
Monica sbuffò e prese a camminare sgranchiendosi le spalle. “Lascia stare, il problema è solo mio. Ho perso la voglia di scrivere. Anzi, non so cosa andrebbe meglio per Camilla.”
“Dipende cosa va meglio per te. Insomma, sappiamo che Camilla sei tu. Quindi?”
“Quindi non lo so, Vale. Ah senti... ho i biglietti VIP per il concerto degli U2... vuoi venirci con me?”
Valeria sputacchiò il the che stava bevendo rischiando di soffocare. “Io credevo che il Santo Graal fosse perduto.”
“Per tutti, tranne che per Jared Leto.” E ridacchiò prima di tornare seria.
Jared.
Non lo sentiva da una settimana. 
Quando erano tornati l’aveva chiamata alla sera per capire se stava bene e quel 'mi manchi' finale le aveva fatto capire che vicino a lui c’era sua madre. Nonostante tutto il brivido era partito in automatico. Maledizione.
Nell’arco di due ore a Los Angeles, lui aveva abbandonato qualsiasi velleità di uscita. Altro che ristorante, cinema e cazzate simili. 
Nulla. 
Probabilmente a quell’ora lui era già tra le cosce di una starlettina dal QI pari a zero.
Che rabbia.
Sospirò: non era vero, la rabbia non la provava per lui, bensì per sè stessa: era colpa sua se si ritrovava in quella situazione terrificante. Si sentiva confusa e patetica. Innamorarsi di lui non le faceva bene.
“Merda.”
Come si diceva? Ammettere il problema è il passo per risolverlo. Ovviamente adesso si chiedeva come poteva risolverlo. L’unico modo era troncare qualsiasi rapporto di qualsiasi natura. Tanto non sapeva quasi nessuno della sua presunta storia.
Fu richiamata all’ordine dal suo cellulare che sparava a palla 'Solidarity' degli Enter Shikari, cosa che fece trasalire Valeria come sempre.
“Cris, dimmi.”
“Tu e Jared siete molto fotogienici mentre vi baciate.” 
Un senso di gelo le scivolò lungo la gola. “CHE COSA?”
“Guarda su Buzznet.” 
Monica si posizionò davanti al pc e in breve aprì il sito di gossip. In HQ si ritrovò sullo schermo avvinghiata, era il verbo che rendeva meglio, a Jared, mentre lo baciava all’aeroporto. Valeria, miracolo dei Miracoli, era ammutolita e senza parole.
“Sono finita.”
“Però siete proprio carini.”, sussurrò Valeria cliccando sulla foto sucessiva, dove si vedevano entrambi in viso.
“Monica, ci sei?”
“Sì Cris, siamo qui. Anche se lei è più che altro imbambolata.” Sentirono la risata dall’altra parte del telefono.
“Leggete i commenti e poi chiuditi in casa Monica. Fossi in te per un po’ non mi farei vedere in giro.” 
Scesero con il mouse e Monica impallidì: le fan di Jared avevano scritto di tutto, dai complimenti alle minacce di morte e tutto quello che poteva starci nel mezzo.
“Ma queste sono pazze.”
“E non sei ancora entrata su Twitter. Prova a farci un salto e vedrai se non ti spaventi.”
“Grazie Cristel, tu sì che sai dirmi le cose giuste al momento giusto.”
Cliccò sull’icona di Tweetdeck e arrivarono decine e decine di menzioni. Era un delirio di insulti e minacce. Per fortuna che non tutte le Echelon si limitavano a quello. Alcune facevano loro anche i complimenti. Andò a controllare anche in alcuni siti di gossip e una parte di fan sembrava decisamente felice che Jared avesse messo la testa apposto.
“Ma sono pazze? Come possono dire che ha messo la testa apposto? Noi non stiamo assieme. È solo una bugia, niente altro. Non ci vediamo da una settimana.”
“Monica, queste foto fanno capire tutt'altro. Sembrate due innamorati pronti all’altare.”, replicò Valeria che già aveva gli occhi a cuoricino.
“Ma non dire scemenze! E smettila di guardarmi in quella maniera.”
“Monica, guarda che ha ragione Valeria. Da quelle foto tutto sembra tranne che una bugia! Siete talmente presi bene che l’unica cosa che può dire la gente, è che siete innamorati.”
“Il problema è che non lo siamo.”
“E allora di cosa ti preoccupi? Entro un paio di giorni ti dimenticheranno, lui si farà vedere con un’altra e tu tornerai ad essere famosa solo per i tuoi libri. Ah, vedi di muoverti con Camilla: qui in ufficio tutti vogliono sapere come continui.”
“A saperlo.”
Mise giù il telefono e prese a massaggiarsi la fronte con la mano.
“Monica che succede?”
“Nulla, Vale. Sono solo confusa.” E squillò di nuovo il telefono. “Chi è adesso?”
“Ehm... lo schermo dice Jared.”
Monica si arrestò. Guardò lo schermo ed effettivamente stava lampeggiando il nome dell’uomo. Forse era arrabbiato per le foto.
“Ciao, Jay.” Iniziò fintamente tranquilla.
“Ciao. Come va?”, la voce dall’altra parte della cornetta non sembrava arrabbiata, anzi era piuttosto felice.
“Insomma...”, forse ancora non sapeva nulla delle foto.
“Mi spiace. Senti... allora facciamo questa uscita assieme?”
“Spero tu stia scherzando, Jared!” 
Lo sentì ammutolire dall’altra parte. “Perchè dovrei? Senti so che forse dovevo chiamare prima, ma ho avuto un po’ da fare e..”
“Ma non è quello il problema.”
“E allora?”
“Jared con quelle fottute foto che sono uscite, come puoi chiedermi di venire fuori con te?” Monica sentì chiaramente Jared muoversi per casa e smanettare con il suo Mac.
“Oh... queste foto. Carine.”
“CARINE?” Valeria ridacchiò prima di prendersi un’occhiata fulminante da Monica che si stava arrabbiando non poco per la situazione.
“Bhe sì, sono ben fatte e i soggetti meritano.” Sorrise guardandole. Jared doveva ammetterlo, rivedersi a baciare Monica in aeroporto lo fece felice. Senza esitazione le salvò tutte per tornare a guardarsele con calma più tardi. “Bhe, quindi usciamo o no?”
“No! Ma ti pare?”
“Mi spieghi quale è il tuo cazzo di problema, Monica?” Sentì che Jared si stava nettamente spazientendo, ma non capiva come fosse possibile che non ci arrivasse.
“Noi non stiamo assieme e ora tutto il mondo ci ha visto insieme. Cristo, vai a vedere quello che ti avranno scritto e cosa dovresti fare, per loro, a quella stronza e puttana che sono.”
“Ti vuoi calmare? Cosa ti preoccupa? La gente o il fatto che in quella foto ci sia io con te? Ti dà così tanta noia stare con me?”
“No, Jay, ma... è falso. Tutto quello che c’è tra noi lo è e tu lo sai.”
“Ah, quindi secondo te tra noi non c’è un cazzo.” Sentiva la rabbia dell’uomo crescere a dismisura.
“Non ho detto questo, Jared. Ma quel bacio...”
“Era vero. Un bel bacio, oltretutto.”
“Sì, sono d’accordo, ma un bacio tra amici.”
“Esatto. Quindi usciamo come amici. Ti passo a prendere questa sera e andiamo a cena. Non accetto un rifiuto.” Silenzio per farle recepire al meglio il messaggio “Vestiti elegante.”
“Eh?”
“Un bel vestito, scarpe con il tacco non troppo alto, truccati anche. Insomma, andiamo a fare vita mondana.”
“E tu sarai anche capace di presentarti con il mantello da Hogwarts.” Lo sentì semplicemente ridere e mise giù. “Sono nella merda più totale.” Riuscì a dire a Valeria che ormai stava ridendo a crepapelle. “Non ridere! Neanche so dove mi vorrà portare. E poi perchè?”
“Ti porterà all’evento più importante della sera.”
“E cioè?”
“Alla Festa di Victoria’s Secrets.”
Monica si mise a picchiare la testa sul tavolo.
 
Per l’ultima volta Jared si sistemò la cravatta: non la voleva troppo stretta, ma troppo allentata sapeva troppo di sciatteria. Aveva riutilizzato senza troppi problemi il completo che aveva usato sul set della pubblicità di Hugo Boss e ringraziò il cielo che la cravatta fosse sottile e poco ingombrante. Lanciò un’occhiata alla sua compagna per la serata.
Monica aveva indossato uno splendido vestito di seta verde smeraldo che le arrivava al ginocchio. Il corpetto sognava magnificamente tutte le curve del seno e poi la gonna si allargava nascondendole i fianchi. Cuciti addosso c’erano delle file di pailettes argentate che risplendevano ogni volta lei si muoveva. Sulle spalle portava una impalpabile sciarpa, sempre di seta verde e le scarpe, con un tacco leggerissimo, erano dello stesso colore del vestito.  
L’unica cosa che stonava, almeno che avrebbe stonato per tutti tranne che per lui, era la triad del merchandising dei Mars, ovviamente allacciata ad una collanina di argento. Il trucco sembrava fatto da una professionista del mestiere, così come la pesante treccia da cui sfuggivano, artisticamente, due piccole ciocche a lato del volto, invece era stato tutto merito di Valeria che da anni si divertiva a fare i make up delle amiche.
Jared lasciò la macchina a Macy’s Plaza in modo che il parcheggiatore potesse spostarla e andò a recuperare Monica che, prima di uscire, aveva preso un respiro profondo prima di sorridere debolmente ad un valletto che l’aveva aiutata ad uscire.
Una fiumana di flash lo abbagliò: gli sembrava di essere in pieno giorno. Sentì Monica rabbrividire al suo braccio.
“Stai tranquilla.”
“Sono finita.”
Entrarono seguendo il tappeto rosso lasciandosi fotografare davanti allo stemma di VS e poi entrarono nella grande sala dove già si muovevano centinaia di persone vestite o meno, e un sacco di Vip. Monica riconobbe le varie modelle che aveva visto esclusivamente nei rari giornali glamour e si sentì decisamente fuori posto. Ringraziò il cielo quando vide Shannon vestito con degli orridi pantaloni leggins che gli lasciavano scoperta la caviglia che spuntava da un monotono calzino bianco dalle scarpe da ginnastica fluo. Solo che lui si sentiva perfettamente a suo agio, anzi, aveva uno sguardo sbrilluccicante di felicità. Del resto c’erano belle ragazze in intimo un po’ ovunque.
“Ciao, ragazzi, come state?”
“Benissimo. Vedo che siamo in ritardo.”, fece Jared.
“In effetti sei arrivato tardi per accappararti la più bella per stanotte... mi diveritò pensandoti.” Monica scosse il capo e li lasciò soli: quei discorsi da uomini di Neanderthal poco le andavano a genio.
“Tieniti la modella, io sono impegnato stasera, anche se già l’ho persa.” Non riusciva più a vedere il vestito verde da nessuna parte.
“Come mai hai deciso di portarla qui? Ci hai messo una settimana a decidere di chiamarla e poi la porti qui? Mi aspettavo almeno una camminata sulle colline.” 
Jared prese un bicchiere di champagne che gli porgeva un cameriere e rimase in silenzio. Shannon aveva ragione, come poche volte nella sua vita. Appena tornato a casa, l’aveva chiamata per sapere se era tornata sana e salva, dicendosi che conoscendo la guida sportiva di Cristel, lui si era solo preoccupato. Ovviamente l’idea di volerla solo sentire di nuovo non gli era passato per l’anticamera del cervello.
I giorni dopo, quasi sempre la sera quando si ritrovava in cucina da solo a mangiucchiare qualche galletta di riso, più per fare qualcosa che per vera fame, guardava il suo BB e si fermava a leggere il nome di Monica sulla rubrica. Ogni sera la voleva chiamare e portarla fuori, ricordava il bacio all’aeroporto e si bloccava.
Ci aveva pensato fin troppo, ma quel momento era stato qualcosa di sbagliato. Il bacio ci stava per continuare la sceneggiata con sua madre, però avrebbe dovuto essere più distaccato, un po’ più freddo, invece sentendo il sapore delle sue labbra era partito per la tangente e il bacio era stato quello che era stato, cioè sconvolgente.
Sì, perchè si svegliava la notte convinto di averla ancora vicino nel letto, con il suo profumo nelle sinapsi. E lui sapeva che era una cosa impossibile, quindi, guardando il soffitto scuro, aveva pian piano capito che le mancava, e pure tanto.
Quindi quando aveva rivisto l’invito di VS per quella serata, aveva preso coraggio e l’aveva chiamata. Tanto ormai la loro presunta storia era già stata spiattellata ai quattro venti, quindi non sarebbe stato uno scandalo se l’indomani fossero uscite altre foto, anzi, aiutavano se non altro con la famiglia.
Aveva sentito Julie al telefono e gli aveva raccontato che George e Franny avevano montato su una scenata degna di un melodramma sulla maleducazione di Monica, su come si era permessa di giudicarli e di quanto fosse stato lui inopportuno a portarsela dietro. Insinuando, oltretutto, che ben presto si sarebbero lasciati perchè lei era solo alla ricerca di fama. Quella cosa lo aveva fatto ridere fino alle lacrime: quei due proprio non avevano capito un cazzo di lei.
“Vado a cercarla.” Si limitò a dire a Shannon, mentre lui scoteva il capo. Shan non era un genio nelle relazioni, ma sapeva di aver capito molto meglio di suo fratello tutta la situazione.
Jared fece un po’ di slalom tra i presenti: qualcuno lo fermava e quindi ci scambiava due parole o si lasciava fare qualche foto dai paparazzi. Sorrideva di circostanza, ma cercava sempre Monica, che sembrava scomparsa come Cenerentola a mezzanotte. La ritrovò in una stanza piuttosto piccola, mentre osservava un completo intimo nero e rideva con un ragazzo. Jared la guardò da lontano: strano, con lui non rideva mai così spontaneamente. Inoltre sembrava molto a suo agio con la mano di lui a sfiorarle leggermente il braccio quando si avvicinavano. Se ne andò al bar, prese due bicchieri pieni di liquido colorato e tornò da lei.
“Eccoti qui, finalmente.” Monica trasalì perdendo leggermente il sorriso. Jared guardò l’uomo con lei: elegante, orologio dorato, sorriso seducente e capelli impomatati. Lo avrebbe preso a pugni se avesse potuto. “Ti ho portato questo.” E le porse uno dei bicchieri da cui spuntava anche un ombrellino di carta.
“Lo sai che io non bevo.”
“Lo so, amore, ma ti ho preso un coktail analcolico alla frutta.” Monica notò come aveva calcato sulla parola amore e quanto forte la stava abbracciando. L’uomo la salutò e si spostò verso la sala grande.
“Grazie, Jared. Adesso mi spieghi il significato di questa sceneggiata?”
“Ma quale sceneggiata, ti stavo soltando salvando da quel viscido che ci provava.”
“Come se non fossi capace di pensarci io stessa. E comunque, per tua informazione, stavamo solo discutendo.”
“E su cosa?” Jared si spostò leggermente: gli pareva che Monica fosse un po’ seccata con lui.
“Su questo completo. Secondo lui mi sarebbe stato bene e io lo stavo smontando.”
Jay guardò l’argomento della chiacchierata e dovette dare atto che il tipo aveva ragione: Monica con quella sinfonia di seta traforata sarebbe stata un sogno.
“Provalo, magari ha ragione.” 
Lei scosse il capo e si godette il liquido fresco che le scendeva in gola: cosa rispondergli? “Io non sono una delle modelle di VS. Io sono ridicola con queste cose addosso, anzi, sono decisamente ridicola qui.”
“Sei perfetta qui, invece. Dai andiamo fuori.” Monica lo guardò. “Ma sì, abbiamo fatto quello che dovevamo fare, la musica è di una tamarraggine acuta, per questo Shannon si sta divertendo.”
“Oltre che per le gnocche pazzesche che gli girano intorno.”
“Giusto. Quindi... andiamo a farci un giro fuori, così possiamo parlare con calma.” Jared la prese per mano, portandola lontano dalle macchine fotografiche, anche quando una delle modelle, biondina e giovane, lo aveva fermato per chiedergli se sarebbe stato libero la sera dopo.
Uscirono dalla sala mano nella mano e furono immortalati anche quando lui le aprì la portiera per farla salire.
“Tu la conoscevi quella, vero?”, domandò Monica. Lontano dal locale stava iniziando a stare meglio.
“La bionda? Sì, certo. Me l’aveva presentata Brent tempo fa. Onestamente, però, non mi ricordo il nome. In quel periodo me ne presentava di continuo, dopo un po’ si assomigliavano tutte.”
“Non mi sembra che ti sia mai lamentato. Guarda che me le ricordo certe serate alla Mars House: sembrava un troiaio.”, vide Jared sorridere. “E ti divertiva un mondo.”
“Ammetto che non mi annoiavo in quei momenti.”
“Porco.”
“Gelosa.”
“Fanculo.”
   
 
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