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Autore: L_Fy    08/06/2006    3 recensioni
Un efferato delitto nel quartiere di Storyville a New Orleans... Tre persone da interrogare. Sono morte. Dov'è il problema...?
Genere: Commedia, Thriller, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Io ancora non capisco come possa essere successo” ronzava in lontananza la voce di Estrela, petulante “Cioè, era un pezzo che Karim mi veniva dietro…gran bel figliolo, Karim, peccato per quelle idee un po’…islamiche…sulle ragazze come me. Comunque, in giro tutti sapevano della riunione di stasera e quando Karim mi ha chiesto di accompagnarlo a questo fantomatico incontro con i rivali cajun, ho detto di sì subito! Cioè, mai e poi mai mi sarei abbassata a fargli da accompagnatrice se non avessi saputo che ci sarebbe stati tutti i più importanti del giro, compreso Xavier…. Già, credo che sia stata proprio tutta colpa tua, Xavier, se sono morta stasera: ero troppo, davvero troppo curiosa di conoscerti. Parlavano tutti di te e di come erano belle le tue ragazze…mica potevo farmi scappare l’opportunità di vederti. Metti caso che fossi stato il mio tipo, eh?”

“Peccato che sia tu a non essere il mio.” rispose amabilmente Xavier accendendosi distratto una sigaretta.

“Comunque, ero lì appesa al braccio di Karim, tutta concentrata nel cercare di capire se il tuo vestito era di Cavalli o di Calvin Klein…a proposito, gioia, di chi è?”

“Dolce e Gabbana.” rispose Xavier nascondendo un sorriso.

“Ma certo! Dovevo capirlo, il taglio, il tessuto…Quel trench ti sta d’incanto, gioia, ma con quel fisico ti starebbe bene anche un sacco di patate addosso…confesso che trovo molto intrigante l’idea di vederti infagottato in un telo di juta…comunque, dicevo, ero lì con Karim e a un certo punto ho visto che cercava di abbracciarmi ed ero indecisa se starci o no, sapete anche voi, le occasioni vanno colte quando capitano,  quando ho capito che quello stronzo non mi stava insidiando, ma mi stava usando come scudo!”

“Che villano.” sentenziò Xavier con una vaga vena ironica nella voce mentre Estrela annuiva, entusiasta.

“Proprio così! Glielo stavo per dire a quel maiale, ma non riuscivo più a parlare…”

“Tu senza voce? Oddio, che tragedia.” mormorò Xavier con un lampo negli occhi.

“Ero già morta, capisci?!? Stecchita sul colpo, col vestito tutto un colabrodo di buchi rossi, dico io! Un Versace autentico!! Credo di essere svenuta dalla costernazione!”

“Il tuo amico Karim stava giocando molto sporco.” la informò Xavier, di nuovo serio. Gli sfuggì un’occhiata verso Jeanne che si guardava la punta delle scarpe cercando di contenere l’agitazione.

Mancuso, che fino a quel momento era rimasta immobile a sorbirsi il colorito monologo di Estrela, cominciò ad ondeggiare pericolosamente mentre tutto intorno i colori già grigi sfumavano ancora di più. Stava quasi per cadere quando fu afferrata da due braccia dure e nervose e si trovò a sedere di colpo sul muretto con una sigaretta che batteva sulle labbra.

“Fuma.” ordinò Xavier serio con un tono di voce che non ammetteva repliche e Mancuso fu tentata di obbedirgli mentre la vista si schiariva di nuovo.

“Io…non fumo..” esalò incerta, ma Xavier insistette ficcandole il filtro tra le labbra.

“Meglio…ti distrarrà ancora di più.”

“Ma sì, tanto non ti devi più preoccupare per il cancro ai polmoni, gioia.” squittì Estrela ancheggiando verso di loro.

Mancuso obbedì e il tabacco le invase i polmoni, trasmettendole una immediata sensazione di nostalgico dolore al petto. Trattenne il fumo per un tempo lunghissimo, poi esalò il respiro lentamente, come rammaricata. Xavier la guardava con un sopracciglio inarcato.

“Fortuna che non fumi.” disse tranquillo, scuotendo la cenere dalla punta della sigaretta. Mancuso, finalmente lucida, gli rivolse uno sguardo di scuse.

“Ho smesso l’anno scorso.”

“Stai meglio adesso?” pigolò piano Jeanne; era rimasta in piedi a guardarla con gli occhi sgranati fino a quel momento. Mancuso annuì, più per tranquillizzarla che per altro e gli sorrise La giovane le sorrise di rimando, rinfrancata.

“Hai parlato di Mama Dubois, vero? Ti ha…ti ha mandato lei?” domandò Jeanne, nervosamente.

Mancuso annuì mentre il cuore, per qualche assurdo motivo, le si riempiva di calma e pace.

“Sì, io…sono venuta a vedere cosa è successo.” rispose cercando di non farsi sommergere dal senso di irrealtà che quella frase le aveva scatenato.

Improvvisamente gli occhi di Jeanne si riempirono di lacrime.

 “C’era anche la mia mamma?” mormorò con voce fioca “Lei…sarà triste per me, e io non voglio…”

La giovane cominciò a singhiozzare e Mancuso la abbracciò, incerta. Nel vederle, Xavier alzò gli occhi al cielo e con un moto di disgusto si sdraiò di nuovo sul muretto. Estrela sembrava oltremodo affascinata dalla loro tristezza.

“Oh, tutto questo è davvero commovente” tubò contenta “Sembra quasi una telenovela! Possono dire quello che vogliono, ma questa storia dell’aldilà non è sicuramente noiosa come vogliono farci credere. Mi ricordo che una mia amica di Bahia era convinta che…”

“Estrela, piantala.” disse a voce molto bassa Xavier, ed Estrela la piantò.

Jeanne pianse a lungo e Mancuso la lasciò fare, meditando nel frattempo sull’assurda situazione in cui era piombata. Certo, doveva essere tutta una allucinazione, non c’erano dubbi. Eppure, le lacrime di Jeanne che le imbrattavano la camicia sembravano autenticamente tiepide e lo sguardo vivace e curioso che Estrela le rivolgeva impaziente era così maledettamente…reale…e che dire del tizio rivestito di rettile? Può una allucinazione sembrare contemporaneamente così pericolosa e sexy?

Quando i singhiozzi di Jeanne si stemperarono in una serie di sospiri esausti, Mancuso decise di averne abbastanza: dolcemente, si staccò dalla ragazza e si alzò in piedi con piglio deciso.

“Ehm” disse, molto intelligentemente “Io sono stata mandata qui per aiutarvi a…che Dio mi aiuti…varcarela Soglia…”

Xavier alzò il braccio e le lanciò un lungo sguardo ironico che la fece rabbrividire da capo a piedi. “Gesù, che sguardo” pensò imbarazzata “Se fa questo effetto da morto, figuriamoci com’era da vivo…

“Ok, lo so anche io che questa sembra una stronzata” disse, spezzando decisamente quei pensieri promiscui “E probabilmente l’idea che io sia qui a parlare con tre morti non uscirà mai dal recesso segretissimo della mia mente in cui relegherò questo ricordo appena possibile, ma nel frattempo…credo che sarebbe molto costruttivo se cercassimo di ricostruire gli eventi che vi hanno portati qui. Un passo per volta, con calma e razionalità. Che ne dite?”

“Io ci sto!” trillò Estrela, felice “Mi stavo annoiando a morte prima che tu arrivassi qui! Almeno si fa un po’ di conversazione, giusto Jeannette?”

“Giusto.” sorrise Jeanne, decisamente rinfrancata.

“Ci mancava solo la Mary Poppins della Polizia per peggiorare la situazione.” Brontolò Xavier da sotto il suo braccio, ma senza acrimonia.

“Se hai qualche idea migliore, signor pelle-di-pitone, esprimiti pure.” Berciò Mancuso, offesa.

“Ok” approvò Xavier, stranamente accomodante “Allora ognuno di noi non dice chi è e che cosa ha fatto per essere qui in piacevole compagnia. L’agente Mancuso ha ragione,  non abbiamo altro da fare che conoscerci meglio.”

“Intimamente” alluse Estrela maligna, ondeggiando verso Xavier “Posso essere la prima a raccontare?”

“Perché, se diciamo di no tieni davvero il becco chiuso?” rispose ironico Xavier.

Estrela gli si sedette accanto continuando a sorridergli in maniera affascinante.

“No, credo di no. Ma volendo ci sono un sacco di altri modi per farmi tacere, Xavier caro.”

Qualcosa fece scintillare ancora di più lo sguardo duro di Xavier.

“Estrela cara, il tuo sedere brasiliano è sicuramente uno dei migliori sulla piazza, ma il genere non incontra il mio favore, come dovresti sapere bene. E se mi chiami un’altra volta Xavier caro, ti spezzo un braccio e  lo uso per riformarti i connotati, mi sono spiegato?”

Estrela rise, ma la sua risata era pochissimo convincente.

“Allora, la tua fama di gentiluomo no corrisponde alla realtà. Ma che peccato. Comunque, l’idea di conoscerci meglio è favolosa! Potremmo diventare una nuova, grande famiglia celeste…un po’ atipica, ma insomma…”

Xavier alzò gli occhi al cielo, ma non aprì bocca. Estrela si accomodò meglio sul ciglio del muretto e assunse una drammatica posizione da narratore.

“Parto io, allora.”

*          *          *

 “Sono nata a Salvador de Bahia come Rodrigo Paulo Estebàn Espinoza Gonzales…pensate voi, un nome da maschione come Rodrigo associato ad un giunco ballerino di samba come me!”

Estrela si perse un attimo nel ricordo, mentre Mancuso lanciava uno sguardo incredulo a Jeanne.

“Io volevo sapere di stasera” mormorò sottovoce, depressa “Mica volevo sciropparmi la sua vita a partire dal mesozoico!”

Jeanne fece spallucce, sorridendo ed Estrela, ignorandole, continuò.

“Comunque, se ne accorsero subito tutti che non ero fatta per raccogliere caffè nelle piantagioni. Io ero fatta per la celebrità! Non avevo ancora diciassette anni che già facevo la prima ballerina al corteo del carnevale di Rio…e vi giuro, Non c’è stato un solo uomo che non abbia sbavato sul mio perizoma di perline!”

Estrela sospirò, estatica.

“E perché allora non te ne sei rimasta  a Rio a far sbavare tutti dietro alle tue chiappe?” le domandò Xavier sornione: nonostante la sua faccia fosse seria, un sorriso tremava dietro le labbra come il sole dietro le nuvole. Estrela spalancò gli occhioni, bamboleggiante.

“Per i soldi, gioia, ovvio! Una dolce cosina come me mica poteva vivere di samba e favelas! Così, ho seguito il mio cocco di turno in America. Aveva letteralmente perso la testa per me, il povero Johnnino bello! Pensate, per non farmi sentire il freddo di New Jork mi aveva comprato una pelliccia di cincillà che era una favola, una cosa divina…Ma Johnnino bello era così…americano! Non capiva che io sono come un prezioso uccello esotico e selvaggio, che rischia di morire se rinchiuso in una gabbia, se pur dorata…”

“Ti ha beccata a letto col giardiniere?” buttò lì Xavier, ed Estrela fece un drammatico sospirone.

“Non proprio…era il domestico filippino. Pensare che ho sempre sottovalutato i filippini, mi sembravano così poco predisposti al sesso.  E invece dovevate vedere come ci dava dentro Thien-Peh quando…”

“Tesoro, risparmiaci i particolari raccapriccianti, o alla signorina agente di polizia le si guasta la messa in piega.” la avvisò educatamente Xavier e a Jeanne scappò una risatina involontaria.

“Ho sempre adorato le ballerine.” sorrise Mancuso, indecisa se fosse il caso o no di fare dell’ironia: si attirò comunque il solare e dolcissimo sorriso di Estrela.

“Ma che cara che sei, cocca! Anche io ho sempre ammirato le donne poliziotto, soprattutto quelle dolci come te, zuccherino mio! Comunque, quando Johnnino bello mi ha sbattuta fuori di casa che potevo fare? Fiera delle mie doti di ballerina, ho fatto il giro dei locali per trovare un posto, ma ho scoperto che a New Jork ci sono più ballerine di samba che a Rio. Così sono andata a Las Vegas, dove ci sono ancora più ballerine che a New Jork. Lì ho incontrato Ice-Code, un tizio che gestisce la metà dei locali di Las Vegas… mi sembra che sia stato lui il primo a parlarmi di te Xavier car…Xavier.”

Xavier fece un sorrisetto di circostanza ma non rispose.

“Comunque, Ice-Code mi fa: cocca, come ballerina fai pena, ma posso offrirti un posto di accompagnatrice di lusso, se la cosa non va contro le tue regole morali.. al che io dissi, e che diamine!, gioia, perché non me lo hai proposto subito!?!  Sono nata per fare l’accompagnatrice! Comunque, accompagna di qui, accompagna di là, mi sono comprata un bell’appartamentino a Las Vegas che faceva invidia a quello di Johnnino bello e del suo merdoso domestico filippino. Però, Las Vegas è davvero un porcaio allucinante, così caotico, così…”

“Americano?” azzardò Mancuso guadagnandosi un secondo sorrisone da parte di Estrela.

“Esatto, cocca, esatto!! Mi ero un po’ stufata di pancione bianche e gonfie di birra…così, mi sono trasferita in Florida, dove il clima doveva essere molto più adatto alla mia persona. E infatti, il clima era anche buono, ma gli abitanti di Miami…Che barba! Dei tali gelosoni!! Ad un certo punto c’è stato Rodrigo (sì, Rodrigo, proprio come il mio nome da bambino, sarà il  mio karma che mi perseguita.. anche se, devo dirlo, ho sempre detestato il mio nome, voglio dire, certi nomi si cuciono addosso una personalità e il mio faccino mica poteva esprimere il concetto di Rodrigo, vero!?!)…, oh, dov’ero?”

“Ai gelosoni di Miami.” la riportò sul seminato Xavier.

“Ah, già! Sono letteralmente dovuta scappare da Miami e quel pazzo scatenato mi ha inseguito fino in California con la spada sguainata…che romanticone, il mio Rodrigo!”

“La tua vita sembra proprio un feuilleton romantico, Estrela.” sorrise Mancuso, attirandosi lo sguardo complice e timido di Jeanne.

“Quanto hai ragione, gioia! Qualsiasi cosa sia un feietton. Comunque, in California mi trattenni poco…”

“A quanto ne so, ti hanno sbattuta fuori da un locale dove ti stavi esibendo in una…come possiamo chiamarla…Samba non richiesta.” intervenne Xavier, educatamente.

“Tesoro, c’era Sean Connery in quel locale! Dovevo farmi notare, sono certa che quel bel pezzo di scozzesone avrebbe apprezzato la mia samba…dopotutto, gli scozzesi portano il gonnellino, non so se mi spiego… Però, non potei mai vedere Sean da vicino perché venni gentilmente accompagnata all’uscita del locale ed esiliata a Santa Monica. Il passo dalla California alla Louisiana non lo ricordo proprio: avete mai conosciuto i californiani? Sono una razza a parte, parola mia…anche peggio dei papponi cajun.”

Ammiccò a Xavier che le fece un sorriso storto e complice.

“Che successe poi, Estrela?” domandò Jeanne con voce flebile.

“Dopo la California? Vediamo…Approdai a New Orleans dove trovai il mio elemento ideale, il mio terreno di coltura, per dirla in termini scientifici. E qui sono davvero sicura di aver sentito parlare di te Xavier.”

“Forse. New Orleans è anche il mio terreno di coltura.” minimizzò Xavier a mezza voce.

“Ed ora, sono qui. A New Orleans c’è uno schifosissimo clima umido e mi manca tanto il sole di Bahia, ma si guadagnano palate di soldi e finché esisterà la chirurgia estetica, Estrela Espinoza Gonzales sarà la regina del sesso di lusso di tutta la Louisiana!”

Estrela sollevò le braccia sopra la testa e accennò un passo di danza, quando la voce di Xavier la riportò bruscamente coi piedi per terra.

“Tesoro, forse non ti è chiaro il concetto che sei morta. Siamo tutti morti. Sarà il caso di abdicare, che ne dici?”

Estrela abbassò le braccia, imbronciandosi.

“Sei un guastafeste. Me l’ero quasi scordata che ero morta…per colpa di quel pezzente creolo, per giunta.”

“Karim non voleva uccidere te: voleva uccidere me.” rettificò Xavier con una nota amara e secca nella voce: Mancuso rizzò le orecchie, attenta.

“Comunque ci ha fatto fuori entrambi” sospirò Estrela “Proprio nel bel mezzo della mia maturità sessuale, quando ancora avevo così tanti begli anni da vivere! Fortuna che mi ero confessata, domenica scorsa…”

“Confessata?” mormorò Mancuso, momentaneamente alla deriva “E questo che c’entra?”

“Una brava ragazza che fa il mio mestiere deve sempre tenere aperta la porta per il paradiso” sorrise Estrela, perfida “Dopotutto, ho ricevuto una rigida educazione cattolica, no?”

“Marcirai all’Inferno, sporca peccatrice.” profetizzò Xavier, ammiccando, ed Estrela ridacchiò.

“Non credo, tesoro mio: io sono sicura del mio buon cuore. Certo, la mia vita è stata un po’…bizzarra, diciamo così. Ma questo mio corpo è stato un dono di Dio e non è colpa mia se me l’ha dato accessoriato di un pisello da maschietto e di due tette da femminuccia…”

“Con tutta la buona volontà, Estrela, nessuno crederebbe mai che quelle che ti porti appresso siano due tette vere.” precisò Xavier, scettico.

“Amore, ti posso giurare che qualcosina c’era già, io l’ho solo potenziato! E comunque, non è questo il punto: io so di aver passato una vita all’insegna della gioia e della bontà. Non ho mai fato del male a nessuno, non ho mai infranto un solo comandamento della religione cattolica. Bè, forse per il desiderare la roba d’altri….c’era la mia amica Mariana che aveva un guardaroba da urlo e ammetto che un pensierino…”

“E con gli atti impuri come la mettiamo?” sorrise Xavier.

Estrela gli rivolse un sorriso abbagliante.

“Oh, per quelli avevo stipulato un contratto con il mio prete confessore a Bahia. Lui mi ha giurato e spergiurato che non c’era niente di male in quello che facevo e mi ha dato una assoluzione plenaria e totale.”

“Scherzi?” borbottò Jeanne strabuzzando gli occhi “Ma che razza di prete era?”

“Cattolico. Cattolicissimo, don Pedro. L’ho visto per poco a Bahia: si è trasferito a Sao Paulo, adesso gestisce una caffetteria e si fa chiamare Anita. Comunque, mi sono documentata per bene e secondo la religione cattolica, il perdono divino è legittimo a tutti gli effetti, qualsiasi siano le inclinazioni sessuali del prete che lo impartisce…quindi, la mia assoluzione è ancora valida, lo so!”

Mancuso, Xavier e Jeanne scoppiarono a ridere con perfetto sincronismo.

“Ridete pure” squittì Estrema, offesa “Però è il vostro posto in Paradiso ad essere incerto: il mio è assicurato.”

“Tesoro, per me il Paradiso non aspetta altro che conoscerti da millenni a questa parte.” sorrise Xavier, per una volta senza ruvidezza nella voce.

“Oh, ma adesso tocca a te, Xavier: avanti, raccontaci di te, da dove vieni, cosa fai…quali sono le tue preferenze sessuali…”

Xavier alzò un sopracciglio, sprezzante, e si tornò a sdraiare sul muretto.

“Non sono un bravo oratore.” disse piano con voce atona.

“Oh, su, che guastafeste!” si lagnò Estrela “Se sei stato proprio tu a dire che dobbiamo conoscerci…”

“Era un modo come un altro per cercare di farti seccare la lingua.” ribatté Xavier, per niente scosso.

“Ma dai, su, raccontaci…devi aver avuto una vita così affascinante! Altro che fei…feu……come l’avevi chiamato, gioia?”

“Feuilleton.” rispose Mancuso nascondendo un sorriso. Per un momento pensò che magari doveva fare attenzione al fattore tempo, ma la compagnia di quei tre potenziali ectoplasmi l’aveva completamente assorbita.

“Ecco, quello.” confermò Estrela, convinta.

“Se ti va tanto di parlare, ti nomino mia biografa ufficiale.” mormorò Xavier sempre ad occhi chiusi “Immagino che qualcosa saprai di me, visto quanto sei brava a ficcanasare dove non dovresti…”

Estrela sorrise, maliziosa.

“Bè, Xavier, nell’ambiente sei quasi una leggenda…ovvio che in giro si sparli di te. Una cosa che non so, comunque, è il tuo cognome: ti chiamano tutti Xavier e basta.”

Xavier tacque per un bel pezzo e Mancuso pensò che si fosse seriamente addormentato.

“Andiamo, Xavier, ormai che differenza vuoi che faccia se sappiamo o no il tuo cognome, qui non viene di sicuro nessun magistrato ad indagare sulla malavita cajun o sulla prosti…”

“LeDuc” la interruppe Xavier con voce annoiata “E sì, lo so , è penoso. Per questo no lo dicevo a nessuno. E adesso piantala di scassarmi le palle. Sei insistente e fastidiosa come una emorroide.”

“Come vuoi” si adeguò Estrela andandosi a sedere vicino ad Mancuso che sembrava essere il suo unico interlocutore interessato “Comunque la tua biografia la dico in giro lo stesso. Così impari a dare della emorroide alla regina del sesso di lusso.”

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE:

 

Sarah92 : Mio tesoro!! Mendez a sentirsi nominare è già lì che scalpita come un toro da corrida…che razza di beduino, dico io!! Ma tu, mia dolcissima, che sai sempre cosa dirmi per farmi sentire una brava scrittrice nonostante le mie evidenti lacune, sei esperta di fantasmi? Potrei prenderti come consulente esterna…Bacini baciotti!!

Romina: Oh, mia Diletta!! MA quante cose ancora di te devo sapere prima di ammettere che siamo l’una lo specchio dell’altra? Non sulla fifa, però: io mi diverto un sacco con libri/film dell’orrore, gialli, suspance, paura e simili. Infatti, The Others, Il silenzio degli innocenti, il sesto senso ecc sono il mio pane quotidiano. Uhm…e se mi cimentassi con un racconto horror?!? Ho paura che non sarei credibile…qualche cazzata la devo sempre sparare, povera me!! Consigliami, mia divina! Il pollo ti saluta e ti manda a quel paese per il tuo spassionato consiglio…

Nisi Corvonero: Riuscire a stupirti è uno degli obbiettivi primari della mia vita… Subito dopo, leggere le tue storie sempre piacevolissime e intriganti. Con questa storia mi sono presa delle libertà inimmaginabili, nel senso che lasci cavalcare la fantasia fin dove arriva. Piuttosto in là, ho notato…ehm…verso l’infinito e oltre? Madame Dubois ringrazia sentitamente : sai che è la cugina di terzo grado ci una certa madame Madescu? He he he…tutto collegato, nei meandri perversi della mia mente malata…

 

  
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