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Autore: Black_Star    28/09/2011    4 recensioni
Vivere in famiglia sapendo di essere stati adottati non è per niente facile, ma Evangeline crescendo ha superato brillantemente la cosa.
Tuttavia, c'è ancora un problema : Gabriel.
Lui, figlio naturale di quelli che erano diventati i suoi genitori;
lui, sempre e comunque al suo fianco;
lui, che non era mai riuscita a vedere come un fratello e di cui si è perdutamente innamorata.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Brother & Sister

 

Capitolo 27 – Io non credo nei Miracoli
 
 
Ci ho provato e riprovato ma non posso più
Farti male mi fa male
Tutto questo dimmi che senso ha?
Ma perché non riesco ad innamorarmi di te, perché?
 
(Laura Bono)

 
Ricordava perfettamente quel caldo 7 Aprile, quando per le strade di Riverside aveva conosciuto Fray.
Tutte le classi attendevano nella piazza principale della città che arrivasse il pullman per portarli all’albergo, e nel frattempo chiacchieravano o facevano foto alla bellissima cattedrale barocca che sorgeva alla fine della piazza, o alla fontana decorata che si ergeva nel centro della piazza.
Destiny stava proprio ammirando quest’ultima, mentre cercava di far funzionare la sua Nikon che si ostinava a ripetere “batteria scarica”.
Mormorava suppliche a bassa voce, ed in quel momento si avvicinò a lei un ragazzo biondo che si schiarì la voce per attirare la sua attenzione.
Quando i suoi occhi blu mare si scontrarono contro quelli azzurri di Fray, entrambi rimasero in silenzio per qualche secondo, a studiarsi.
“Ehm…batterie scariche, vero?”
Disse il ragazzo dopo un po’, schiarendosi nuovamente la voce per cercare di parlare in modo comprensibile, deglutendo per superare l’imbarazzo.
Destiny sorrise, annuendo semplicemente, e Fray portò una mano al suo marsupio, tirando fuori dalla cerniera una coppia di stilo che prontamente consegnò alla ragazza.
“Ne porto sempre alcune di ricambio…prendile pure, ne ho altre!”
 “Oh, ti ringrazio moltissimo, mi hai salvata!”
Rispose lei dopo un’iniziale indecisione, allungando delicatamente le mano per prendere le batterie che le erano state offerte.
Un brivido percorse la schiena dei due quando le loro dita si sfiorarono, ed entrambi nascosero l’imbarazzo del momento dietro un sorriso.
“Destiny! Ti stavamo cercando, che ci fai ancora qui?”
Chiamarono tre ragazzine camminando verso di lei, e sia lei che Fray si voltarono verso di loro.
“Sì arrivo!”
Esclamò, voltandosi un’ultima volta verso Fray con un sorriso di ringraziamento, e con un cenno della mano lui si allontanò senza dire altro, con le mani in tasca, lasciando che Destiny si ricongiungesse con le sue amiche.
Tina non sapeva che quelle che le batterie che aveva in mano, e che le permisero di fotografare l’adorata fontana, erano in realtà l’unico paio che Fray possedeva; non sapeva neppure che lui la osservava da lontano da più di due ore, cercando una scusa per avvicinarla e parlare.
Non era a conoscenza neanche del suo nome, ma quel ragazzo le piacque.
E mentre si allontanava si voltò fugacemente cercando il suo sguardo, e vide che la stava guardando.
E con un dolce imbarazzo, fingendo che fosse stato un caso, entrambi sorrisero.
 
*****
 
Destiny conobbe Jesse alla fermata dell’autobus,il primo giorno di scuola. Tenendo la cartella tra le mani, guardava di qua e di là in attesa del pullman che l’avrebbe riportata a casa, perché a quell’ora i suoi genitori lavoravano ancora.
Jesse era lì per lo stesso motivo, e trovandola con lo sguardo la riconobbe come la ragazza di cui Fray gli aveva parlato, quella incontrata mesi prima ad una gita e poi incrociata solo di rado, per caso, nei corridoi.
A differenza dell’amico lui non aspettò il momento giusto, né una scusa per parlarle, ma semplicemente si avvicinò a lei facendo una divertente battuta, e lei rise di gusto con fare gentile.
Quando Destiny prese posto sul pullman Jesse le chiese di poter sedere accanto a lei, che accettò senza farsi problemi.
Fu in quel viaggio in pullman che cominciarono a conoscersi, parlando del più e del meno, prendendo in giro la nuova scuola in cui erano appena entrati, confrontandola con la vecchia e con i tempi passati.
Lei e Jesse si incontravano tutti i giorni dispari, e ormai prendere insieme quel pullman era diventata una piacevole abitudine e non solo una necessità per tornare a casa.
Jesse era divertente, simpatico e, nonostante a quel tempo avesse parecchi chili in più, anche carino. Destiny lo trovava un ottimo amico, e non ci volle molto perché lui le facesse conoscere il suo migliore amico, Fray.
E quando Destiny si ritrovò di fronte lo stesso ragazzo delle batterie, si mise a ridere in modo così dolce e cristallino che risero anche i due ragazzi presenti con lei, e non ci fu bisogno di alcuna presentazione.
James diceva sempre a sua sorella che non le piaceva saperla in giro con soli uomini, ma lei stava davvero bene con Fray e Jesse e spesso ignorava gli avvertimenti del fratello per uscire insieme a loro, e tutto andava bene a quel tempo.
Non erano solo i suoi amici, ma i suoi migliori amici. Per quanto riguarda il genere maschile, ovviamente.
Infatti dopo poco tempo presentò loro Raven, a quei tempi pseudo-fidanzata con un certo Philip che però non si faceva vedere mai, ed era divertente passare il tempo tutti e quattro insieme.
Però le cose erano destinate a cambiare: Destiny si ostinava a dire che loro erano un semplice quartetto di amici, eppure il sorriso che rivolgeva a Fray era diverso, il modo stesso in cui lo guardava non era sicuramente quello con cui si guarda un amico.
Le piaceva, ecco.
Non poteva proprio farne a meno!
 
****
 
Tra i tanti ricordi che Destiny custodiva gelosamente nella sua memoria, ancora non riesce a spiegarsi perché ricorda parola per parola quell’evento così banale, eppure piacevole.
Stava aspettando l’arrivo di Jesse e Raven, mentre Fray era arrivato in anticipo perché credeva di essere in ritardo: un semplice disguido con l’orario, ma Destiny ridacchiò e lo fece entrare in casa, nascondendo un velato imbarazzo, affrettandosi a togliere gli spartiti dal pianoforte che stava suonando fino a poco prima.
“Wow, questo è il tuo pianoforte?”
Domandò Fray osservandolo estasiato: era un pianoforte a mezza coda color noce, ben lucidato e privo di graffi nonostante avesse già qualche anno, e sostava nel centro del salone imponente e magnifico, attirando su di sì tutti gli sguardi dei visitatori.
“Non ne capisco niente, ma è bellissimo.”
“Oh, grazie!”
Rispose semplicemente lei con un sorriso, mentre si accingeva a riporre gli spartiti nell’apposita cartelletta. Lui rimase in silenzio per un po’, poi si schiarì la voce.
“Ti va di suonare qualcosa, mentre aspettiamo? Va bene la prima cosa che ti capita…”
Azzardò, e Destiny prima lo guardò curiosa, poi si sorrise amabilmente. Lanciò uno sguardo al primo spartito che aveva tra le mani, la Sonata n°7 di Mozart, e mentalmente dichiarò che andava bene: non era il caso, oltretutto, di mettersi a cercare qualcosa e perder tempo.
“Ok, ma scusa se farò qualche errore…”
Non ne fece neppure uno.
Iniziò a suonare con decisione e delicatezza, le dita lunghe e sottili che si muovevano rapide ed eleganti, quasi saltellando quando il ritmo era più acuto ed incalzante, e mentre la destra si occupava delle scale più alte la sinistra non aveva difficoltà a darle manforte con i toni più bassi.
Per alcuni istanti si era anche dimenticata che Fray la stava ascoltando: sentiva solo i tasti del pianoforte sotto le sue dita ed il suono che quello strumento riusciva ad emettere.
Oh, c’era qualcosa di più meraviglioso di quel suono?
Il tempo ormai aveva praticamente smesso di scorrere, e la mente di Destiny si trovava quasi in un’altra dimensione, e le sue mani sembravano muoversi da sole.
Solo quando terminò di suonare e ricevette un timido, solitario applauso Destiny tornò alla realtà, tirando un lungo sospiro prima di voltarsi a sorridere verso il suo ospite.
“Sei stata straordinaria, Tina!!”
Esclamò con sincera ammirazione, glielo si leggeva nel viso e negli occhi meravigliati.
“Mi chiedo come si possano muovere le mani contemporaneamente facendo due cose diverse in modo così rapido! Io non ne sarei mai capace!”
“Perché non provi e lo scopriamo?”
Fece lei, e vide che le sue orecchie diventavano rosse per l’imbarazzo.
“Eh?! Ma non ho mai suonato un pianoforte!”
“Dai, ti aiuto io! Sarà divertente! Conosci Flea Walts?”
Vedendo che lui la guardava come se avesse parlato in arabo antico, lei ridacchiò e gli fece spazio per sedere accanto a lei, nella panca pensata per due per ipotetici pezzi a quattro mani.
“Sono sicura che la conosci, senti…”
E di nuovo cominciò a suonare, stavolta in modo più divertito, ma non riuscì a terminare perché Fray esplose in un “Aaaah!” consapevole, segno che aveva capito qual’era la musica di cui stava parlando.
“Qui non ho lo spartito, però la ricordo a memoria: sia la chiave di violino che quella di basso hanno molti bemolle, per cui…”
“Sì, è interessantissimo, peccato che non capisco nulla di quello che stai dicendo. Allo spartito ci arrivo, ma che c’entrano il basso ed il violino? Ah, però aspetta: i bemolle sono quei tasti neri, vero?”
Fray sorrideva, parlando con tutta la serietà di questo mondo, senza paura di dimostrare quanto fosse, effettivamente, ignorante in materia.
E al sentire ciò Destiny scoppiò a ridere, ma non per prenderlo in giro; semplicemente doveva ammettere che trovava carino il fatto che Fray non sapesse assolutamente nulla di pianoforte, ma non aveva cercato di “farsi bello” con lei fingendo di capire e di intendersene, come le era capitato con la maggior parte dei ragazzi.
L’aveva semplicemente detto, e chissà perché lei lo trovava divertente.
“Ok, guarda attentamente: orientati con i… “tasti neri”, quando ce ne sono due le note sono do, re, mi.”
E suonò le tre note chiamate, mentre lui annuiva seguendo con attenzione il suo dire.
“Mentre quando ce ne sono tre abbiamo fa, sol, la, si. Capito?”
“Credo di sì: tutti le note prima dei due tasti neri sono do, e poi tutta la scala fino a ricominciare, giusto?”
Destiny annuì felicemente, anche se usare quei termini decisamente poco tecnici le faceva venire ancor più da ridere, ma si trattenne.
“Bravissimo! Ora, guarda qui…”
Ed eseguì un piccolo pezzo di Flea Waltz, a rallentatore, chiamando le note per nome e utilizzando, per ora, solo la mano destra.
Quando gli fece cenno di provare, lui tentò di imitare i suoi movimenti ma sbagliò alla terza nota, facendo ridacchiare Destiny.
“No, guarda, si fa così…”
Continuò a spiegare lei, e rimasero lì per una buona mezz’ora a provare il Flea Waltz, senza neppure accorgersi del tempo che passava.
Sì, è un ricordo banale e forse stupido, ma fu in quel preciso momento che Destiny si accorse che Fray non gli piaceva: no, lei si era innamorata di lui.
 
*****
 
 “Posso dirti un segreto?”
Chiese Destiny un giorno qualunque a Jesse, mentre insieme aspettavano il solito pullman. Ondeggiava avanti e indietro come una bambina, sorridendo dolcemente ansiosa di rivelare il suo segreto.
“Ho una cotta per Fray…”
Gli disse semplicemente, arrossendo di poco, e non si accorse che quella dichiarazione pietrificò il ragazzo di fronte a lei. Anzi sorrise di nuovo,facendo spallucce come a dire “che ci posso fare?”, e ancora non capiva il male che gli stava facendo.
“Tu sei il suo migliore amico…ha mai detto qualcosa su di me?”
Jesse ci pensò su un attimo, rimanendo in un silenzio tombale prima di rispondere. Poi, semplicemente mostrò alla giovane un falso ma realistico sorriso.
“No, ma posso chiedere se vuoi.”
Nessuno lo sapeva ancora, ma in queste poche battute era racchiuso l’inizio della fine.
La risposta che, secondo Jesse, Fray aveva dato alla domanda che non gli aveva mai fatto, era stato “Non sono interessato a Destiny”, e questo era bastato a distruggere le speranze della ragazza.
Non era il tipo da cercare di conquistarlo o cose del genere, semplicemente sorrise amaramente, dispiaciuta, pensando che forse era giusto così.
Non era egoista, Destiny, e sperò dal profondo del suo cuore che Fray trovasse l’amore anche se non era lei, e magari un giorno anche lei avrebbe trovato il suo.
Oh, lei non avrebbe mai fatto capire nemmeno a sé stessa quanto quello la facesse soffrire, perché non voleva che gli altri stessero male a causa sua…Per questo, solo per questo, lei avrebbe sempre sorriso.
Ma Jesse era lì, le stava accanto senza –apparentemente- nessuna pretesa, solo perché era suo amico e le voleva bene.
Era stato premuroso con lei, l’aveva fatta ridere cercando di farle pensare ad altro, e in parte ci era ancora riuscito.
Ma, nel suo cuore, lei sperava segretamente che un giorno lei e Fray sarebbero potuti…diventare qualcosa di più, ed anche se non ne faceva parola neppure con Jesse lui capiva dal suo sguardo che era così.
“Non dovrei dirtelo, ma è giusto che tu lo sappia…”
Le disse, un giorno qualunque, mentre camminavano tranquillamente sul marciapiede per una passeggiata.
“A Fray piace una ragazza. Credo si chiami Evangeline, o qualcosa del genere, ha i capelli rossi…”
Destiny ricordò perfettamente che, in quell’occasione, il suo sorriso non riuscì a reggere e sul suo viso apparve un’espressione si pura sorpresa e sconforto.
Evangeline…
Beh, avrebbe dovuto capirlo…Aveva notato una certa intesa, tra loro, anche se in quell’istante non ci aveva fatto caso.
E così, era tutto finito. Sul serio, stavolta.
Fray era innamorato di un’altra, di una sua amica per giunta, e lei non poteva far altro che sorridere e andare avanti.
“Oh, beh…a chi importa, no?”
Mentì, facendo spallucce anche se moriva dalla voglia di scoppiare a piangere.
Oh, quanto avrebbe voluto dimenticare tutto!
Quanto avrebbe voluto non essere così innamorata di Fray, ma come poteva?
Fray ed Evangeline.
Se si fossero messi insieme, come sarebbe riuscita a sorridere e a guardarli stringersi teneramente la mano, o baciarsi?
Le sembrava di impazzire.
Ma cosa avrebbe dovuto fare? Entrambi erano suoi amici, e se fosse andato bene tra di loro lei avrebbe dovuto esserne felice.
Sì, avrebbe dovuto. Non c’era altra scelta.
Doveva rinunciare a Fray
 
****
 
Destiny era davvero una brava attrice, perché né Raven, né Emily e neppure Evangeline intuirono che qualcosa in lei non andava.
Sorrideva come sempre e cercava di essere più naturale possibile, e a quanto pare ci riusciva decisamente bene.
L’unico che sapeva la verità era Jesse, e lui si premurava di starle vicino, di essere proprio ciò che lei aveva bisogno.
Oh, se gli voleva bene.
Non osava pensare a come sarebbe stata male se non ci fosse stato lui al suo fianco, e sperò che sarebbero rimasti buoni amici per sempre, ma ancora una volta qualcosa cambiò.
Destiny ricordava benissimo che quel pomeriggio lo sguardo di Jesse era diverso. L’aveva portata come sempre a prendere un gelato, ma lo vedeva guardarsi freneticamente attorno, lanciando occhiatacce a passanti che gli camminavano troppo vicini, e sorridendole in un modo che non sapeva spiegare.
“Tina, so che forse questo non è il momento giusto…”
Cominciò a dire quando furono effettivamente soli, seduti su una panchina l’uno accanto all’altro. Jesse le prese delicatamente una mano e la guardò con dolcezza, mentre Destiny attendeva curiosa un suo dire.
“…ma tu mi piaci, e molto. Vorrei essere qualcosa di più, per te...vorresti essere la mia fidanzata?”
Gli occhi blu mare di Destiny si spalancarono immediatamente, il suo corpo si irrigidì improvvisamente.
Qualcosa di più? Perché? Non andava già bene così?
Ogni volta che qualcuno si innamorava di lei andava a finire male.
Anche quando è stata lei ad innamorarsi di qualcuno era andata a finire male.
Non voleva perdere la sua amicizia! Ma cosa doveva fare?
Se gli avesse detto di no, lui non le avrebbe probabilmente rivolto la parola, come molti altri.
Se gli avesse detto di sì, sarebbe stata solo una bugiarda, perché nonostante tutti i suoi sforzi il suo cuore batteva ancora per Fray.
Si era tinta i capelli di viola proprio per questo, no?
Perché lei diceva sempre di “sì” senza curarsi di quali fossero i suoi sentimenti, ma più cercava di far felici gli altri e più in realtà li faceva soffrire.
“Digli di no, digli di no!”
Tirò un lungo respiro mentre lui la guardava negli occhi e si accorse che le sue parole di risposta le morirono in gola.
Jesse non era come gli altri, Jesse era diverso.
Lui era il suo migliore amico, non un ragazzo qualunque con una cotta per lei;
Lui gli piaceva, anche se non nel modo in cui le piaceva Fray, e se con quest’ultimo non aveva speranze, allora…
Che male c’era nel fare una prova?
Jesse era carino, era dolce, avevano molti interessi in comune e con lui si trovava bene.
La trattava come una principessa e le scriveva teneri messaggi della buonanotte, che la facevano sempre sorridere come una stupida.
Che egoista! Cos’altro voleva?
Aveva il ragazzo perfetto proprio di fronte ai suoi occhi e lei voleva rifiutarlo solo per una cotta senza speranza.
Sarebbe stato meglio se si fosse innamorata di Jesse.
Oh, allora le cose sarebbero andate bene!
Lei sarebbe stata felice, Jesse sarebbe stato felice, Fray sarebbe stato felice…Nessuno avrebbe sofferto.
Oh, era così semplice!
No, non sarebbe andata come le altre volte.
Lei non lo faceva per Jesse, lei lo faceva per lei stessa, perché aveva bisogno di lui.
Ti prego, pensava, liberami da questo dolore. Ti prego,fammi innamorare di te.
“Non devi rispondere subito…”
“Sì. Sì, lo sarò molto volentieri!”
E ci credeva davvero, e sorrise col cuore, e il bacio che si scambiarono poco più tardi le sembrò vero autentico, e tutto sembrava andare per il verso giusto.
 
****
 
Destiny guardò Fray con espressione confusa, respirando a fondo per recuperare il fiato che aveva perso correndo su per le scale.
Anche il suo zaino cadde a terra, dato che la giovane non si curò di farlo scivolare lungo le spalle per liberarsene.
E non era l’unico peso che si era finalmente tolta di dosso.
Più pensava a tutti i ricordi che le arrovellavano il cervello più le sembravano lontani, sfocati, quasi assurdi.
E lei si sentiva una stupida.
Stupida perché aveva fallito, perchè non era riuscita ad innamorarsi di Jesse, perché non riusciva a dimenticare Fray.
Stupida perché credeva di aver finalmente trovato la soluzione, e invece stava solo prendendo in giro sé stessa, di nuovo, per l’ennesima volta.
E stavolta non se n’era nemmeno accorta, come non aveva capito che allo stesso tempo Jesse aveva preso in giro lei, Fray e chissà chi altri.
E adesso era lì, di fronte al ragazzo che non aveva mai smesso di amare, e si rendeva conto solo adesso che mai, mai nessuno avrebbe potuto sostituirlo, neppure Jesse.
Sarà anche il ragazzo perfetto, ma lei non era innamorata di lui.
No, non lo era, e non lo sarebbe mai stata! Perché capirlo era così difficile?
Doveva smetterla di pensare sempre agli altri e mai a sé stessa. Lo sapeva, lo aveva capito da tempo, ma non era ancora riuscita a farlo.
Si disse che doveva essere un po’ egoista, che per una volta, almeno una, avrebbe dovuto seguire ciò che le diceva il suo cuore, e non la sua testa o i suoi inutili sensi di colpa.
E finalmente, lo fece: lasciò cadere tutte le preoccupazioni, tutti i rimorsi, tutti i se e i ma.
Meritava anche lei di essere felice, no?
Avvolse rapidamente il collo di Fray con le braccia e lo baciò, prima che lui potesse avere il tempo di dire o fare qualunque volta, e assaporò ogni istante di quel contatto che, diamine, quanto aveva sperato e aspettato!
E si sentiva bene, si sentiva felice, e si accorse che quel bacio confuso era più bello di qualunque altro bacio avesse mai dato, perché quello era un bacio dato con amore.
Con quel bacio era stata egoista, con quel bacio aveva tradito Jesse, ma non si sentiva in colpa.
Una piccola parte di lei pensò che Jesse se lo meritasse, ma fu subito zittita: no, Destiny non era così cattiva.
Ma non voleva attendere ancora, lei voleva correre da Fray e l’aveva fatto, e adesso era  in grado di prendere tutte le decisioni che voleva.
Non sapeva perché era giunta così tardi ad una conclusione del genere, ma di una cosa era certa: non avrebbe commesso ancora gli stessi errori, per nulla al mondo!
Finalmente, Destiny si sentiva…libera.

 
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Note dell’autrice: Lo so, lo so, sono in ritardo…il fatto è che giorni fa mia nonna è venuta a mancare, e quindi non me la sentivo proprio di scrivere, capitemi…
Comunque ora va tutto bene, e tutto sommato il capitolo era già praticamente pronto. In verità doveva continuare, e non essere interamente dedicato a Destiny, ma dato che è già mercoledì ho deciso di non farvi aspettare troppo…

Al prossimo capitolo, che pubblicherò comunque di Lunedì =)

Black ★Star
   
 
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