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Autore: Pwhore    28/09/2011    1 recensioni
Arin ha 22 anni, è un batterista e suona con gli Avenged Sevenfold. Il suo migliore amico è Synyster Gates, chitarrista della stessa band.
Synyster ha problemi con la ragazza, Cassidy, e quando viene buttato fuori di casa per colpa di Arin, viene a stare da lui. All'inizio va tutto a gonfie vele, ma man mano che le ore passano, il giovane batterista si accorge che i suoi sentimenti per l'amico stanno cambiando. Spaventato, deve fare una scelta: sarebbe stato meglio confidare al ragazzo i suoi nuovi sentimenti e mettere a repentaglio la loro amicizia, o continuare a comportarsi come se niente fosse, sopprimendo i propri sentimenti, ma senza dover temere un distacco?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il tour di Seattle fu bellissimo. Vedemmo i posti più importanti per la cultura grunge e visitammo i locali in cui i Nirvana di Kurt Cobain avevano fatto i loro primi show, sotto la direzione della Sub Pop. Il giro fu molto interessante, e tutti quanti ci ritenemmo soddisfatti del tempo speso. Terminammo il tour con una tappa in gelateria, poi ci avviammo verso il luogo del concerto. Saremmo entrati da un'entrata secondaria, nascosta dai camion per le attrezzature, e saremmo usciti su un'ambulanza, fingendoci fan malati. Le guardie di sicurezza erano piazzate vicino a ogni porta, ogni finestra e ogni punto critico; i medici erano parecchi, di cui alcuni sparsi nel pubblico; la security era pressappoco ovunque e l'acqua da lanciare ai fan era sistemata dietro al palco. L'organizzazione non lasciava niente al caso, vista l'ondata di fan prevista. Personalmente, avevo i miei dubbi che le precauzioni sarebbero bastate, ma ammiravo comunque quella gente per metterci così tanto impegno. Di solito regnavano il 'chissenefrega' o il 'vabbè, dai, che vuoi che succeda?', ma stavolta tutti si stavano preparando al massimo per la serata, con un'energia che non poteva non contagiarti. La stessa cosa succedeva quando giravi con gli Avenged: l'adrenalina ti prendeva e non riuscivi a rimanere impassibile, specialmente prima di un concerto. O almeno, questo succedeva a me.

La prima metà del concerto passò piuttosto velocemente. C'era il sold-out, e sembrava che i fan non entrassero neanche nell'arena, per quanta gente c'era. Avevamo attaccato con una delle ultime tracce, Nightmare, con cui avevamo riscaldato la folla, e a cui poi seguì Buried Alive. Eseguimmo più o meno tutte le grandi hits, con la folla che cantava con Matt e lo sostituiva quando era stanco. Al momento di So Far Away calò un rispettoso silenzio e i fan tirarono fuori degli accendini, che fecero ondeggiare sopra la loro testa per tutta la canzone. Matt fece un discorso molto toccante riguardo Rev, e molte persone nelle prime file scoppiarono a piangere, abbracciandosi l'un l'altro e dandosi pacche sulla schiena per tirarsi su. Fu una delle scene più strappalacrime che abbia mai visto, con tutta quella gente riunita a condividere un vivo dolore che li tormentava ogni giorno nel pensare al batterista, e i miei amici che guardavano il cielo, cercando di scorgere lo sguardo di Jimmy tra le stelle e le lacrime che riempivano i loro occhi. Dire che tutti nell'arena erano commossi è dire poco: perfino i tecnici, che avevano avuto poco a che fare con il ragazzo, nascondevano i loro sguardi nell'ombra, con una smorfia affranta dipinta sulle labbra. Jimmy era benvoluto da tutti, e l'ultima cosa che meritava era andarsene in quel modo, con quello stupido errore. Quella folla, quelle migliaia di anime, erano tutte lì per lui, a ricordarlo e piangerlo, facendosi forza e sostenendosi l'un l'altro. E con l'inizio di So Far Away, tutto il loro dolore era stato riversato nelle stelle, che brillavano in quel momento più che mai, come a onorare anche loro la memoria dell'idolo di così tante persone. Ogni parola, ogni nota, ogni paura scivolava via assieme a migliaia di emozioni e volava verso il cielo, verso Rev, per fargli sapere che ci mancava e che lo pensavamo, anche se lui era così lontano. Tutta quella gente avrebbe avuto così tante cose da dire, da urlare, ma l'unica cosa che poteva fare era far rimanere vivo il suo ricordo, tra sorrisi e pianti, tra risate e lacrime. Perché in fondo gli Avengers sono sempre stati una famiglia e il dolore di uno è il dolore di tutti, e, accada quel che accada, nessuno deve mai soffrire da solo. La tragedia di Rev ci ha fatti crescere tutti, ci ha fatto capire che anche noi siamo mortali, umani. C'è voluta la sua morte per farci capire che la vita è importante e va vissuta con tutti noi stessi, nonostante il dolore e la tristezza che incontriamo. In quel momento, quando lo perdemmo, capimmo finalmente il vero significato della frase "You can't live until you die". Non puoi vivere finché non non muori. Finché non fronteggi la morte, non darai mai abbastanza importanza alla vita, che invece vivrai con leggerezza e criticismo. Be', c'è voluta la morte di un genio per farcelo capire, e ancora oggi non siamo capaci di vivere appieno le nostre esistenze. Intelligente, no? Eppure lì, in quel momento, mentre tutte quelle persone cantavano il loro dolore e la loro malinconia, ebbi la sensazione che Rev avesse raggiunto il suo scopo, e che tutta quella gente sapesse realmente quanto vale una vita. La sensazione durò fino alla fine della canzone, che sopraggiunse con un'enorme applauso commosso da parte del pubblico e dei vari tecnici, toccati nel profondo.
"Grazie" mormorò Matt nel microfono, asciugandosi gli occhi e lanciando un bacio verso il cielo. "La prossima canzone si chiama Afterlife" cominciò. "Parla del luogo dove si trova Rev, anche se quando l'abbiamo visitato non ci è sembrato molto per noi. Tuttavia, non avendone altri a disposizione, ce lo faremo andar bene, vero, ragazzi?" sorrise, voltandosi verso di noi. Annuimmo, mentre Matt cominciava a cantare e noi a suonare. In effetti, Afterlife sembrava come scritta per o da Rev: alcune righe sembravano calzare a pennello la sua situazione di morte prematura e indesiderata, mentre altre parevano scritte come se lui già sapesse cosa lo aspettava. Probabilmente non era così, ma questa era la mia idea, e non riuscivo a trovare altra spiegazione per le mie sensazioni. Ad ogni modo, la canzone finì velocemente, e a quella seguirono un paio di altre canzoni tratte dall'omonimo album che li aveva resi famosi. Il pubblico, sebbene all'inizio fosse ancora un po' commosso, non smise mai di cantare, neppure durante la parte parlata di Brompton Cocktail, e Matt fu piacevolmente sorpreso da questo. Come premio, decise che avremmo suonato una canzone extra, e, mentre le dita di Syn sfioravano le corde, annunciò che la canzone sarebbe stata Save Me. Il pubblico parve contento dell'idea e lanciò i pugni verso l'alto in segno di apprezzamento. Dalle loro facce, si sarebbe detto che questo era il più bel giorno della loro vita, oltre che un grande inizio per il tour. Una volta finita la canzone, Syn s'impossessò del microfono, fregandolo al cantante.
"Bene, gente, stasera tocca a me fare le presentazioni!" annunciò, mentre Matt indietreggiava per cedergli la scena. "Mi scuso in anticipo per tutto quello che dirò" aggiunse.
"Alla voce. Una diva. Una persona sempre pronta a divertirsi fino allo sfinimento. Quello che ha bevuto l'ultima birra e che sarà costretto a ricomprarne altra, se ci tiene al suo culo. Fate un bell'applauso per mister Matthew Shadows!" concluse sorridendo. Matt arrivò di nuovo sul palco e lanciò delle bottiglie d'acqua ai fan, suscitando un gran boato di approvazione.
"Alla chitarra. Una bellezza greca. Un mostro di bravura. Un gran coglione quando beve. Massì, l'avrete capito, stiamo parlando di me!" esclamò, facendo ridere la folla. Si avvicinò quindi a loro, si spinse oltre il bordo e tornò indietro, avvicinandosi a Zacky. "All'altra chitarra, un ragazzo con un gran bel culo. Uno di quelli che quando li guardi pensi 'ma dove diavolo l'ho trovato questo?'. Una delle migliori persone con cui ubriacarmi che abbia mai avuto. Il nostro amato Zacky V Baker!" lo presentò, mettendogli un braccio attorno alle spalle. Lui sorrise e scosse la testa, facendo qualche accordo.
"Al basso, invece, un caro amico. Uno che fa la doccia nudo, e che gira con le mutande pulite tutti i giorni. Uno di quelli che prima di vomitare controllano su cosa stanno per rovesciare l'anima. Una brava persona, possiamo anche dirlo. Al basso, c'è il mio caro Johnny Christ!" annunciò applaudendo. Johnny fece un cenno con la testa al pubblico e li salutò avvicinandosi al bordo del palco.
"Invece, alla batteria. Uno coi ricciolini. Uno che bisogna stare attenti quando lo si abbraccia perché potresti spaccarlo con un dito. Uno così tranquillo che mi chiedo se gli piaccia davvero ubriacarsi -e qui si avvicinò e mi portò il pugno al cielo- Signore e signori, alla batteria c'è il mio ragazzo!" concluse, baciandomi sulla guancia. Poi si avvicinò a Matt e Zacky e diede loro una pacca sulla spalla. "Ho provato a dirvelo ieri, ma non ho trovato il momento giusto" spiegò. "Scusate tanto" aggiunse, accennando un sorriso.
"Non c'è problema" commentò comprensivo Matt, scrollando le spalle.
"Già, così abbiamo messo i fan al nostro stesso livello" esclamò Zacky, indicandoli col capo. Il moro sorrise, annuendo, e si avvicinò alla folla.
"Mi pare sia tutto, per stasera. Grazie per la bella serata, è stata davvero commovente" li salutò. "Ma ricordate, il concerto non è finito qua! C'è una piccola parte di noi che sta tornando a casa con voi, e che farà casino ogni volta che ce ne sarà occasione! Saltate e toccate il cielo, ragazzi, saltate e accarezzate Jimmy. Questo concerto è tutto per lui, proprio come l'applauso che ora farete!" disse, mentre i fan urlavano fino a perdere la voce, terminando poi in un applauso scrosciante con le mani alzate verso le stelle. Syn sorrise, mentre Matt si avvicinava e recuperava il microfono.
"Be', avete sentito questo vento fresco, ragazzi? Era Jimmy che ci salutava e vi ringraziava di essere venuti! Divertitevi e siate felici delle vostre vite, proprio come lui è stato felice della sua. Buona serata!" li salutò a sua volta, uscendo di scena abbracciato alla vita di Syn. Zacky si avvicinò al pubblico e tirò qualche plettro, mentre io lanciavo un paio di bacchette ai ragazzi della prima fila. Quindi tornai nel backstage, lasciando il chitarrista coi suoi ammiratori.
"Ehilà!" esclamò Syn, sbucandomi alle spalle e baciandomi il collo, dopo avermi abbracciato da dietro. "Non ti è sembrato un bel discorso?" fece, alzando le sopracciglia.
"Almeno non si è offeso nessuno" commentai.
"Questo è lo spirito, tesoro!" sorrise lui, baciandomi. "Mi è mancato il tuo sapore" mormorò poi, lasciandomi andare. Dissi che per me era lo stesso, e lui sorrise.
"Ora andiamo dai ragazzi, però" decisi, incamminandomi. Syn non fece obiezioni e mi seguì nella zona ristoro, dove trovammo praticamente tutti. Mancava solo Zacky, che era andato al bagno. Appena ci vide, Matt lasciò stare la sua pasta e ci venne incontro, sorridente.
"Ehy, diva" lo salutò Syn.
"Primadonna" ribatté l'altro con un cenno del capo.
"Buona la pasta?" domandò il primo, voltandosi a guardare il buffet.
"Passabile" commentò il cantante scrollando le spalle. Io feci per andarmene, ma Syn mi prese per il polso e mi bloccò.
"Fra poco potrai mangiare quanto vorrai, aspetta un attimo" disse, mettendomi un braccio attorno al collo e costringendomi a rimanere con loro.
"Da quant'è che state insieme?" domandò Matt, interessato.
"Più o meno da quando tu e Zacky siete diventati irreperibili" rispose il moro, facendo annuire il cantante. "Nuova ragazza?" chiese quindi.
"No! Cioè, non ancora" arrossì Matt. "Spero lo diventerà, ma per ora siamo solo amici" spiegò. Syn annuì, pensieroso.
"Non vedo chi potrebbe mai rifiutarti" osservò. Il cantante sorrise e accettò il complimento con felicità, ma non colse l'occasione per pavoneggiarsi. Scorse invece Zacky, che entrava in quel momento nella stanza, e lo invitò a venire a chiacchierare. Il chitarrista accettò e raccattò un panino, poi si avvicinò a noi.
"Di che si parla, belli?" domandò allegramente.
"Della tipa di Matt. Pare non essere ancora interessata al nostro bellone" snocciolò Syn, dando una pacca all'innamorato.
"Secondo me è interessata. Non si dice sempre che quando una donna dice che qualcosa non l'attira è il contrario?" osservai io.
"Questo è vero!" mi diede ragione Zacky. "Ha cervello, il nostro Arin!" esclamò poi, dandomi una pacca sulla schiena e ridacchiando sotto i baffi.
"Voi dite?" fece Matt, sorridendo imbarazzato.
"Decisamente" annuì Syn.
"Be', non so che dire, speriamo sia così" mormorò il frontman abbassando lo sguardo. "Ad ogni modo, mangiamo qualcosa?" propose poi, per cambiare argomento. Ci fu un annuire generale e ci avviammo verso i tavoli, chiacchierando e scegliendoci la cena. Da quanto avevo capito, Matt aveva conosciuto questa Val circa due o tre settimane prima, ed erano usciti insieme più volte da allora. Poi il cantante l'aveva invitata a passare una settimana in Canada con lui - mica male, eh? -, e lei aveva accettato, dicendo che così avrebbe rivisto anche una sua cara amica. Alla fine quest'amica non si era fatta sentite e i due erano rimasti soli per tutta la settimana, anche se tra loro non era accaduto niente di quello che Matt sperava. Secondo gli altri, invece, qualcosa era successo di sicuro, anche se magari lui non se ne era accorto. Chessò, magari lei aveva cominciato a guardarlo con occhi diversi, o aveva considerato l'idea di uscire seriamente con lui, anche per solo una sera. Comunque, dubitavo che saremmo mai riusciti a capire ciò  che pensava quella donna, anche perché Matt non sembrava intenzionato a farcela conoscere prossimamente. Però boh, nessuna ragazza era mai riuscita a resistere alla fama e al fascino di Shadows, e questo lo sapeva anche lui. Il fatto che aveva dubbi significava che la cosa gli importava davvero, nel bene e nel male, quindi avrebbe fatto di tutto per conquistare la sua bella. Gli diedi un mese al massimo, prima che lei cadesse ai suoi piedi, in preda all'amore più folle che c'era. Il nostro rubacuori non falliva mai.
Cenammo ognuno per conto suo, Matt al telefono con Val, Zacky a ridere con Johnny, e io e Syn sdraiati sul prato dell'arena a rotolarci sotto le stelle. Ero un po' brillo, e pure il moro aveva alzato un po' il gomito. Niente di che, stranamente, ma il suo comportamento subiva comunque l'effetto dell'alcool che aveva in circolo. Io ero felice, esaltato dall'adrenalina, dalla birra e dalla presenza di Syn, e non facevo altro che sorridere e baciare il moro. Non che a lui dispiacesse, comunque. Quando rotolavo via lui mi riprendeva e mi baciava sulle labbra, lasciandomi quindi andare per la mia strada. Io rimanevo lì qualche secondo, con un'aria idiota dipinta sulla faccia, e poi tornavo indietro, ad affondare la testa nel suo petto. Lui mi ribaciava e mi accarezzava il volto, dolcemente. Sorrisi, rotolando via e mettedomi a guardare le stelle. Syn si tirò a sedere, diede uno sguardo al cielo e si aprì una lattina di birra. Ne prese un sorso e me la passò, agguantandone un'altra. Me la scolai tutta in un sorso e accartocciai il contenitore, scagliandolo lontano. Dopo un rutto piuttosto silenzioso, mi sdraiai per terra e mi rimisi a fissare le stelle.
"Guarda, Syn.." mormorai, indicando un punto nel cielo.
"Mh?"
"Le stelle... Le stelle si muovono..." spiegai, spostando lo sguardo.
"Sarà un aereo, no?" Scossi la testa. "Come fai a dire che non lo è?" Alzai le spalle.
"Le luci non.. non si spengono" sussurrai. "Non vedi?" Syn mi guardò qualche minuto, dopo aver osservato il cielo per altrettanto tempo.
"Credo proprio sia un aereo, tesoro" mormorò quindi, accarezzandomi i capelli. Annuii deluso, ripetendo tra me e me che quello non era uno stupido aereo.
"Guarda là, piuttosto. Una stella cadente!" esclamò il moro, tirandomi a sedere. C'era una luce rossiccia che cadeva sul prato, non molto distante da noi, e pareva che lui stesse indicando quella.
"Bella" commentai posando la testa sulla spalla del moro. "Puzza parecchio, però" biascicai infastidito.
"Puzza..?" Syn aggrottò le sopracciglia. Arricciò il naso, stando in silenzio per un paio di secondi. "Ahh, questa è una fottuta sigaretta" disse poi, alzandosi in piedi. "Probabilmente è uno dei ragazzi che ci sta venendo a cercare" osservò. Annuii più volte del dovuto, ignorando la mano tesa del moro, che mi tirò su a forza.
"Andiamo, forza" mi incitò, dandomi una pacca leggera sulla spalla. Barcollai in avanti e crollai sui miei piedi ridacchiando, soffiando via i capelli dal volto.
"La Terra gira veloce, stasera" borbottai allegro. "Guarda, non la smette più" risi. Syn mi ritirò su e mi mise un braccio attorno alle spalle, ridacchiando.
"La Terra ama fare scherzi" disse fingendo un'aria seria.
"È lei che ti fa sembrare così bello, anche se non ti vedo quasi per niente?" domandai, mentre le bollicine di birra m'invadevano il naso.
"Eh già. Lo fa apposta, perché così non potrai lasciarmi più" sorrise il moro, facendo qualche passo in avanti.
"Ohh. Ma tu sei troppo bello per essere lasciato, dovrebbe.. dovrebbe fare il contrario" farfugliai, inciampando. Syn mi sorresse, sorridendo e continuando a camminare. "No, cioè, non ha senso.. È una Terra stupida, non è vero? Fa cose stupide.. Sono.. sono venti minuti che tutto fa su e giu, e lei.. Non se n'è accorta, no no. Continua a farti più bello, ma non si accorge di nient'altro. Tipo quella cosa bianca.. Perché cammina così piano e storto? Perché lei è impegnata con te e non si prende cura di lui. La Terra è cattiva, già già.." biascicai, camminando lentamente in avanti. "Molto cattiva... Quella creatura... cammina così storta, e la Terra non si ferma neanche..." continuai.
"Ehy!" ci salutò Zacky, lanciandomi un'occhiata stranita. "Bevuto tanto?" domandò. Syn alzò le spalle, rimettendomi in piedi mentre parlavo da solo.
"Abbastanza" commentò.
"Abbastanza quanto?"
"Guarda un po' tu" disse il moro, lasciandomi il braccio. Crollai per terra, ridacchiando.
"Heehee, Zacky è tutto mosso" farfugliai fissando il piede del ragazzo e rotolandomi attorno ad esso. Il chitarrista mi guardò qualche istante, divertito.
"Che ci dici della Terra, tesoro?" chiese Syn, sorridendo allegramente.
"È una stronza! Vi ha incollato i piedi al muro" esclamai, dando un pugno al prato. "E guarda, ha fatto diventare il muro morbido, così nessuno potrà più spaccarsi la faccia a testate" aggiunsi, indignato. Il moro rise, chinandosi verso di me e aiutandomi ad alzarmi.
"Su, fatti aiutare" mormorò sorridente. Io biascicai qualcosa, senza senso ovviamente. Poi mi bloccai e rimasi a fissare gli occhi di Zacky con aria assorta, senza sentire la sua domanda.
"Be'? Che c'è? Ti sei incantato?" scherzò lui dopo un po', dandomi una pacca sulla spalla. "Se vuoi posso darti una mia foto, durerà più a lungo" mi prese in giro. Rimasi in silenzio, senza replicare o dare alcun cenno d'interesse.
"Mi hai sentito, Arin?" domandò dopo un po' Vee, scuotendo una mano davanti alla mia faccia per attirare la mia attenzione.
"Uh?" boccheggiai io, cadendo dalle nuvole.
"Fa niente" mormorò alzando gli occhi al cielo. Lo guardai, senza più interesse, e mi voltai verso Syn, affondando la faccia nel suo petto.
"Devo vomitare" biascicai. Allarmato, il moro mi prese per le spalle e mi fece girare verso Zacky, che fece un passo indietro.
"Vomita pure" disse quindi il musicista, facendo un cenno al terreno.
"Mwhhh" borbottai. "Non mi va" Syn mi guardò, aggrottando le sopracciglia e scuotendo poi le spalle.
"Come vuoi" acconsentì, tenendosi sempre a una certa distanza. "Ehy, Vee, torniamo dentro?" propose all'amico. Quello annuì, incamminandosi.
"Teoricamente era quello per cui sono venuto a chiamarvi" ammise, scrollando le spalle possenti. Dopo un paio di metri, ci fermammo un attimo.
"Riesci a camminare, Arin?" mi domandò Synyster, levandomi i capelli dalla faccia.
"Sì!" esclamai, annuendo con vigore. "Guarda!" aggiunsi, staccandomi da lui e facendo qualche passo infermo sull'erba. Poi mi voltai, come desideroso di un complimento o una frase carina. Il moro sorrise, ma Zacky si limitò a bere un sorso della sua birra.
"Dammene un po', nanetto" disse il moro allungando la mano. A malincuore, Vee gli passò la lattina, intuendo che avrebbe dovuto prenderne un'altra una volta dentro.
"Forza, ricciolino" cominciò, voltandosi verso di me. "vediamo chi arriva per primo!" mi sfidò, fingendo poi di cominciare a correre. Scattai in avanti, inciampando non so quante volte, e raggiunsi i distributori di birra. Li guardai speranzoso, ma gli altri andarono oltre ai giganti oggetti senza neanche dire niente. Ebbi la sensazione che mi stessero ignorando o che lo stessero facendo apposta, a non darmi soddisfazione, ma poi scacciai l'idea dalla testa. Con un grugnito scocciato mi avvicinai a loro, e Zacky mi grattò la testa.
"Sembra proprio che tu abbia vinto" commentò, sorridendo come si sorride a un cretino. Borbottai qualcosa, voltandomi prima a destra e poi a sinistra.
"Che hai visto?" mi chiese poi, dopo aver constatato che lui nel buio non ci vedeva un accidente. Scrollai le spalle con un sorriso soddisfatto.
"I cosi laggiù stanno ballando" annunciai, tornando poi a guardare i distributori. Vee mi guardò con aria delusa, e poi riprese a camminare. Probabilmente voleva vedere qualcosa anche lui, solo senza essere ubriaco.
"Zacky!" lo chiamai. Lui si voltò con aria paziente ma scocciata.
"Sì?"
"Hai degli occhi bellissimi" mormorai. Il chitarrista sorrise, e poi mi allungò una mano.
"Dai, torniamo dentro" disse con voce soffice. Annuii con vigore e lo seguii con passo incerto, camminando un po' a destra e un po' a sinistra, lentamente. Ci mettemmo un po' ad arrivare, grazie alle mie continue pause, ovviamente. L'ultima pausa la feci a pochi metri dal palco, dove mi vomitai l'anima.
"Be', perfetto, ora non ci fermeremo più" commentò Zacky, bevendo un sorso di birra.
"E smettila, coglione" scattò Syn. L'altro sospirò, scuotendo leggermente la testa e dando un'altra sorsata dalla lattina.
"Va be'. Possiamo tornare dentro, ora? Mi sto gelando il culo" borbottò seccato.
"Va pure avanti, nessuno te lo vieta" replicò Syn.
"Penso che farò proprio così, sai?" sbuffò Zacky.
"Come ti pare" acconsentì il moro. "Attento a non inciampare sui gradini. Sono pieni di lattine" lo avvertì. Quello annuì, salutandoci e scomparendo nel buio. Rimanemmo in silenzio qualche secondo, poi mi tirai su e ripresi a camminare. Syn camminava a fianco a me, con le mani nelle tasche e la testa piena di pensieri. Mi sentivo un po' in colpa, ma l'alcol mi mandava troppo su di giri per pensarci. Feci uno scatto in avanti e corsi quasi fino all'entrata, facendo l'aeroplano e mimandone il suono. Syn mi rincorse, divertito, e mi bloccò per le spalle.
"L'ultimo pezzo lo fai con calma, okay?" mormorò sorridendo. Annuii, calmato dai suoi meravigliosi occhioni scuri. Mi prese per mano e mi aiutò a salire i gradini, poi entrammo finalmente nel backstage. Considerato il freddo che faceva fuori, lì era caldo come l'inferno. Syn si sventagliò la faccia con una mano, e io mi diressi verso il cibo. Ormai la sbronza mi era passata quasi del tutto, e non vedevo più le cose muoversi. Feci per prendere una lattina di birra, ma poi lasciai perdere e presi una coca. Era dolceamara e frizzante come al solito, ma mi diede come fastidio, quindi la posai tra le altre lattine aperte e poi abbandonate. Tracannai una mezza lattina di birra e agguantai un panino, poi andai a sedermi sui divanetti. Mi sentivo abbastanza stupido, a dir la verità. Pareva che tutti gli altri fossero sobri e tranquilli, e che io fossi l'unico mezzo sbronzo con dei dubbi su come si mangia un panino al prosciutto. Finii velocemente il panino, che mi mise ancora più sete di quanto avessi avuto prima di iniziarlo. Portai la birra alle labbra, e la bevvi soddisfatto. Non fu una gran geniata, lo ammetto, ma tanto chi mi faceva la predica?

Synyster's POV:
Arin era decisamente brillo. Strano, per un tipo come lui. Mi viene il dubbio che l'abbia fatto per quello che avevo detto sul palco un'ora prima, ma boh, non credo sia quello. Comunque, rimane il fatto che si era scolato un sacco di birra ed era ovviamente ubriaco. Stranamente, però, lui non straparlava e non cercava di ammazzarsi con qualche idea stupida, come fanno di solito tutti quelli che bevono troppo. No, lui riusciva a controllarsi perfino in quel momento. La cosa mi lasciava stupito, mentre faceva dubitare a Zacky che fosse veramente ubriaco. Quando però il ragazzo aveva cominciato a parlare della terra e dei distributori che ballavano, Vee ha dovuto cambiare idea. Sembrava irritato dalla cosa, però. Magari era solo una mia impressione, visto che avevo anch'io ingerito una bella quantità d'alcol, ma mi sembrò che il chitarrista fosse geloso delle attenzioni che davo ad Arin. Diamine, era il mio ragazzo, non potevo lasciarlo lì così, Zack! Per questo mi sono arrabbiato. Mi dava fastidio come il mio amico si comportava con Arin, come lo trattava spesso da deficiente e come si mostrava stupidamente insensibile quella sera. Questo non gliel'ho mai detto, comunque. Diciamo che mi limitai a essergli ostile per un pezzo della serata, e che lui ricambiò il trattamento. Facemmo pace, alla fine, com'era giusto che fosse. Senza stupide promesse o filastrocche per bambini, sia chiaro. Lui si scusò e io mi scusai, tutto qui. Per noi bastava.
Passai comunque gran parte della sera con o a guardare Arin. Se ne stava in disparte, al buio, a parlare con un panino - senza neanche dargli un morso o chissà che. Stava lì e parlava, come se il panino potesse rispondergli. Probabilmente aveva bevuto ancora, o forse si stava lasciando un po' andare, visto che non c'era nessuno a controllarlo. Bevvi un sorso della mia birra, osservandolo scagliare il panino lontano e poi andare a riprenderlo con aria dispiaciuta. Risi tra me e me, poi tornai al tavolo del buffet e mi presi qualcosa da mangiare. Andai a sedermi accanto a Arin, e lui mi fissò, come se non si ricordasse che c'ero anch'io alla festa. Sorrisi e lo baciai sulla bocca, ritornando quindi al mio cibo. Lui continuò a guardarmi, indeciso, poi cominciò a mangiare il suo compagno, sentendosi probabilmente molto in colpa. Sorrisi sotto i baffi, masticando la mia carne. Arin mi lanciò un'altra occhiata furtiva, prima di tornare silenziosamente al suo panino. Posai il mio piatto accanto a me e circondai il castano con le mie braccia, stringendolo.
"Ti senti solo?" sussurrai. Lui tacque qualche secondo, poi scosse la testa, lentamente.
"Sicuro che preferisci parlare col tuo panino piuttosto che con me?" domandai ancora, baciandogli più volte la testa. Il ragazzo deglutì, posando la testa sul mio petto e scuotendola.
"Preferisco te" mormorò.
"Ma come siamo carini" commentai, facendolo arrossire di brutto. Sorrisi tra me e me, mentre il cuore mi si scioglieva.
"Sei bello" borbottò a un certo punto Arin, cogliendomi di sorpresa. "Tanto bello. Vorrei baciarti la faccia finché non ti scompare" mormorò, soprappensiero.
"Allora fallo" ribattei. "A me non dispiace affatto". Lui mi guardò con aria persa, come se non si fosse accorto di ciò che aveva appena detto, e io sorrisi, sfiorandogli le labbra con un bacio. Lui sorrise, un sorriso quasi impercettibile, ma pieno di gioia e gratitudine, e contraccambiò.
"Sicuro che posso?" domandò, incerto.
"Sicurissimo. Finché vuoi farlo, fallo. A me non da affatto fastidio" sorrisi, accarezzandogli la fronte. "Anzi, mi riempi di felicità" aggiunsi. Lui arrossì contento, e cercò le mie labbra con le sue. Lo baciai e lo feci sedere sulle mie ginocchia. Ci baciammo un altro po', accarezzandoci i capelli.
"Ehm, scusa Syn" ci interruppe Matt. "C'è da sistemare la prossima scaletta" mormorò imbarazzato.
"Sì, arrivo" sbuffai, abbandonando Arin sul divano. "Torno subito" gli sussurrai, scusandomi con gli occhi. Lui annuì e mi guardò allontanarmi, poi sgattaiolò da qualche parte, imbarazzato.
"Be'? Non potevi aspettare domani?" domandai scocciato.
"Sì, scusa, è che Zacky ha insistito tanto" si scusò, massaggiandosi il collo. Mi diedi una manata in faccia, grugnendo.
"Ah, fantastico" commentai. "Be'?"
"Pensavo di cominciare con Nightmare e poi passare alle hits più importanti" cominciò il cantante. "Potremmo aggiungerci anche qualcosa che non abbiamo suonato da tanto" propose.
"Tipo?" chiesi.
"Non lo so, qualcosa di vecchio" mormorò.
"Dancing Dead come la vedi?" domandai.
"Io ci sto" approvò lui. "Bella idea. Per il resto, facciamo come al solito" concluse. Annuii e dissi che per me andava più che bene, quindi andai a prendermi una birra. Certo che quel coglione di Zacky ce l'aveva proprio con me. Decisi di non dargli soddisfazione e tornai al divanetto a cercare Arin. Come temevo, lui non c'era più. Imprecai, sedendomi e dando un sorso alla lattina. Avevo voglia di coccole, di tranquillità, ma l'unica cosa che stavo ottenendo era imbarazzo, seguito da rabbia e solitudine. Diedi un altro sorso alla birra. Stavo anche per ubriacarmi, poco ma sicuro. Scattai in piedi ed andai a cercare Zacky, trovandolo sul palco a bere. Gli diedi una spinta e lui finì disteso per terra.
"Che cazzo ti prende?!" mi sbraitò contro, rialzandosi.
"Che cazzo prende a me, Zack? Che cazzo prende a te, semmai! Non fai altro che darmi fastidio, stasera! Si può sapere che cazzo c'è?! Sei geloso, per caso?!"
"Geloso io? Perché tu preferisci un nuovo ragazzo a me, il tuo migliore amico da chissà quanti anni? Ma figurati! Che cazzo vuoi che me ne freghi!"
"Ma che merda dici, Baker. Sai benissimo che ci tengo tantissimo a te! Sei un coglione!"
"Ah, io sarei il coglione?! Io?!" ringhiò il chitarrista.
"Sì!" sbraitai. "Come altro chiameresti uno che si paragona a un fidanzato?! Sai benissimo che ti voglio un sacco di bene, quindi non rompermi le palle in questo modo, cazzo! Sei un cazzo d'idiota! Ce l'hai pure tu una ragazza di merda, quindi scopatela e lasciami in pace!" gridai.
"Chissela incula, la mia merda di ragazza, Brian! Non è questo il punto!"
"E allora qual'è il punto? Cazzo, Vee!"
"Non mi dai più retta, stai sempre con lui!" sbraitò.
"Vaffanculo, Zacky" mi limitai a dire. "Sai quante volte l'hai fatto, tu" gli rinfacciai, voltandogli le spalle.
"Smettila di comportarti come una cazzo di donnetta isterica, Baker, perché così peggiori solo le cose" conclusi, andandomene incazzato. Forse avevo fatto una cazzata, ad andarmene così, ma avevo bisogno di sfogarmi. Se quel cretino di Zacky non capiva come mi sentivo, chissene frega. Non era la prima volta che litigavamo, e non sarebbe stata l'ultima. Mi infastidiva il fatto che mi considerasse come di sua proprietà, però. Era un cazzo di ipocrita, certe volte. Scossi la testa, cercando di scacciare quei pensieri, e tornai a sedermi sul divano. Chiusi gli occhi e mi rilassai qualche istante, lasciando andare via la mia negatività. Sentii il divano abbassarsi accanto a me e aprii gli occhi, voltandomi.
"Be'? Che vuoi ancora?" sbottai.
"Vaffanculo, va bene? Volevo chiederti scusa, idiota" replicò Zacky. "Sono un coglione, d'accordo?"
"Decisamente" borbottai.
"Il fatto è che mi sento come se mi stessi abbandonando" mormorò.
"Ma io non ti sto abbandonando, Vee. Ho semplicemente trovato qualcuno che mi fa felice davvero, senza che ci sia l'alcol di mezzo. Sono felice, Zacky, cerca di capirlo" risposi.
"Lo so, ed è giusto che tu lo sia. Non so cosa mi è preso... Devo solo abituarmi all'idea che non sei più solo mio, ma anche di Arin. Forse hai ragione tu, forse mi manca solo Tyler e sono arrabbiato con te perché tu puoi vedere il tuo ragazzo quando ti pare, mentre io posso solo chiamare la mia fidanzata attraverso il telefono. Dev'essere quello. Scusa" sorrise lui. Tacqui qualche secondo, poi lo abbracciai a lungo, e lui fece lo stesso.
"Sei un coglione, Vengeance" lo sfottei.
"Anche tu, Haner" ribatté il mio amico. Annuii e gli diedi una pacca sulla spalla, poi mi alzai e andai a cercare Arin.
Lo trovai dopo un po', seduto sui ponteggi per disabili, a guardare le stelle. Non si accorse della mia presenza, quindi scivolai accanto a lui e lo osservai.
"Stai sempre a guardare il cielo, eh?" scherzai sottovoce. Lui sobbalzò e si girò verso di me, cercando i miei occhi.
"Non ti ho sentito arrivare" farfugliò.
"Sono stato silenzioso, una volta tanto" sorrisi. "Che diavolo ci fai qui?" gli domandai, alzando lo sguardo verso la Luna.
"Non lo so... Guardo le stelle... credo" mormorò lui, portandosi una mano alla tempia.
"Sei così ubriaco?" ridacchiai.
"Forse" rispose il ricciolino, appoggiandosi a me. "Quand'è che tutto si calma?" mi chiese, strizzando gli occhi.
"Non lo so, tesoro" replicai. "Ti fa male la testa?"
"Un po' " ammise. Annuii e lo abbracciai, accarezzandogli il viso.
"Come ci sei arrivato qui?" sussurrai, con voce più soffice possibile.
"Non lo so. Mi ci sono svegliato" rispose lui, posando la testa sulle mie ginocchia. Annuii nuovamente, aggiungendo un 'capisco'.
"Che ore sono?" mi domandò lui quindi.
"L'una e qualcosa, credo" buttai lì. Rimanemmo in silenzio un paio di secondi, poi Arin si alzò e saltò giù dal palchetto. Mi aspettavo un gemito di dolore o qualcosa del genere, ma il ragazzo atterrò sui piedi e non sulla faccia, come avevo temuto. Lo raggiunsi piuttosto velocemente, visto che lui barcollava ancora al posto di camminare, e ci avviammò insieme verso l'entrata. Impedii al ricciolino di prendere altra birra e lo feci sedere in un posto tranquillo, trovandogli poi qualcosa da mangiare.
"Non metterti a parlare pure con questa, perfavore" lo presi in giro passandogli una mela. Lui sorrise e l'addentò, fermandosi ogni tanto a guardarmi. Una volta constatato che non me n'ero andato via mentre lui era distratto, ritornò a mangiare, tranquillo.
"A proposito, Arin, di che parlavi col panino?" domandai, cercando di non sembrare troppo invadente. Lui rimase in silenzio, lo sguardo perso nel nulla.
"Arin?" lo chiamai, toccandogli delicatamente la spalla. "Mi hai sentito?" ritentai.
"Questo posto è veramente grande" mormorò il castano, ignorando completamente la mia domanda.
"Già" acconsentii con un sospiro. Lui sorrise, contento che non avessi insistito, e posò la testa sul mio grembo. Gliela carezzai, soprappensiero, e lui mi baciò la mano.
"Forza, andiamo a cercare i ragazzi" dissi poi, dopo qualche minuto di silenzio. Non sentendo risposta, abbassai lo sguardo sulle mie ginocchia. Arin si era addormentato di nuovo. Sorrisi intenerito e lo spostai lentamente da me, posandogli la testa su un cuscino. Quindi mi alzai e mi allontanai, andando a cercare gli altri. Il primo che trovai fu Johnny. Lo chiamai e lui mi raggiunse.
"Ehy, Syn!" mi salutò allegramente. "Bel concerto, eh?"
"Già, proprio fantastico" annuii. "Piuttosto, sai a che ora è il coprifuoco?" domandai.
"Uhm, vediamo... Tra quindici minuti" mormorò, controllando l'orologio.
"Grazie, nanetto" scherzai.
"Prego, capelli elettrici" ribatté lui. "Hai parlato con Zacky?" mi chiese quindi.
"Sì, e abbiamo litigato. Poi abbiamo fatto pace e abbiamo litigato di nuovo, finché lui non mi ha chiesto scusa per la sua dannata gelosia" risposi.
"Vedrai che appena vede la sua morosa gli passa. Quel coglione è fin troppo prevedibile" sorrise il biondo.
"A me lo dici? Ho le stesse abitudini dai tempi del liceo" replicai.
"Ah, è vero, cazzo. Ho toppato di brutto" ridacchiò lui. "Vabbè, fa niente" si scusò.
"Siamo tutti dei dannati abitudinari, nel bene e nel male" constatai io, alzando gli occhi al cielo.
"Già... Quanto scommetti che l'autista verrà a cercarci anche oggi?" disse lui, scuotendo la testa divertito.
"Non scommetto niente, vinceresti di sicuro" mi arresi. Quel poveraccio se la guadagnava davvero la sua paga.
"Sai, Matt ha chiamato la tipa, stasera. Le ha chiesto se le andava di venire a vedere un concerto 'fottutamente divino', per usare le sue parole, e lei ha accettato. È quasi fatta, dammi retta" mi disse quindi, accennando al frontman con il capo.
"Ecco perché è tutto felice" commentai. "Che cosa bella, cazzo" sorrisi.
"Già" annuì il biondo. "È tutto fomentato ora" scherzò. Poi si girò a guardarmi, allegro.
"Tu che mi dici?"
"Be', Arin è ubriaco fradicio ed è collassato sul palco per disabili là fuori, quindi l'ho portato dentro. Diciamo che tutte le volte che ho cercato di ottenere delle coccole da lui è arrivato qualcuno a rompere i coglioni" commentai. "Una volta fatta pace con Zacky non è venuto più nessuno" aggiunsi, alzando gli occhi al cielo con un gesto teatrale.
"Quel cretino... Gliel'avevo detto di pensarci un attimo su, prima di fare scenate inutili, ma niente" sospirò Johnny. "È proprio un coglione" ripeté, con un sospiro esasperato.
"Ehilà, ho sentito la parola coglione, e quindi sono arrivato. Che si dice di me?" scherzò Zacky.
"Che sei un gran coglione, Baker" sorrisi, dandogli una pacca sulla spalla.
"Oh, ma quello si sapeva già" replicò lui. "Niente di più piccante?"
"Ma va via, va'!" ridacchiò il biondo, spingendolo. "Non hai niente di piccante, Vee, arrenditi" lo prese in giro.
"Si può sempre sperare" commentò l'altro, stringendosi nelle spalle. Alzai gli occhi al cielo, divertito, e Zacky rise. Stavamo per berci qualcos'altro, quando Matt arrivò tra noi.
"Hey!" esclamò Vee, salutandolo col capo.
"Heeey. L'autista vuole che portiate il culo nel suo gioiellino, e alla svelta" riferì il frontman. "Avanti, ubriaconi, tutti in viaggio" scherzò, indicando l'uscita. "Muovetevi, o ci chiederanno una mano per pulire" ci avvertì, agguantando qualcosa da mangiare e da bere e incamminandosi. Zacky lo seguì scuotendo la testa e tracannando una coca, mentre Johnny li rincorreva tranquillo. Io tornai indietro e mi misi Arin sulle spalle, portandolo al pullman.
"Bene, ora siamo proprio tutti" commentò Vee, andando ad occupare il suo posto.
"Daje!" ribatté il biondo, sedendosi per terra.
"Vuoi una mano?" mi chiese Matt, guardando il castano dormire beato sulla mia schiena.
"Non ti preoccupare" sorrisi. "Pesa ancora meno di quanto sembri" gli spiegai, posando il ragazzo sulla sua cuccetta. Matt annuì e tornò dagli altri, sbadigliando. Lo seguii, sedendomi accanto a Johnny. Rimanemmo a scherzare un'altra mezz'oretta, poi li abbandonai ed andai a dormire, nel letto sopra quello del castano. Mi sfilai i pantaloni e li accatastai ai piedi della cuccetta, togliendomi la maglietta e infilandomi sotto le lenzuola. Mi addormentai quasi subito, in un sonno tranquillo e ristoratore.

Arin's POV.

Da quel concerto è passato ormai un mese o qualcosa del genere, se non sbaglio.
 Io e Syn stiamo ancora insieme, siamo anzi più uniti che mai. Matt si è messo con Val e l'ha convinta a venirlo a trovare almeno una volta a settimana, con grande gioia di Zacky, che pare averla presa molto in simpatia. Quest'ultimo ha invece rotto con Tyler ed ha cominciato a uscire con la sorella di Val, Gena, la quale dev'essere davvero una santa, perché sopporta sia le sue battutine sia le sue 'grandi' idee senza batter ciglio. Probabilmente si metteranno presto insieme, oppure diventeranno migliori amici. Propendo di più per la prima opzione, visti gli sguardi che si lanciano quando s'incontrano. Insomma, va tutto alla grande. Sono felice che le cose siano andate così, nonostante la gelosia costante di Zacky sia stata alquanto opprimente i primi tempi. Amo Syn con tutto il mio cuore, e ogni volta che lo guardo mi dico che è lui quello con cui voglio passare tutta la mia vita. Evidentemente anche lui pensa lo stesso, perché è di una carineria assurda. Mi viene voglia di mangiarlo, per quanto sa essere dolce. Certo, io sono decisamente più diabetico di lui, però boh, anche lui non scherza, certe volte. Alla fine tutto è andato anche meglio di quanto avevo sperato quando mi sono reso conto dei miei sentimenti per il bel chitarrista, e sono contento di tutto quello che ho fatto e che sono diventato. Direi che il mio racconto finisce qui, anche se la mia storia con Syn continua. Forse tornerò a parlarne a qualcuno, prima o poi, ma ancora non ne sono certo. Nel raccontare tutto questo, mi sono tolto un gran peso dal cuore, e devo dire che ora mi sento benissimo. Credo che mi farò un sandwich e ne porterò uno pure ai ragazzi, tanto per. Be', direi che questo è un addio... o forse un arrivederci? Non saprei. Facciamo che è un ciao e morta lì.
Be', Syn sta amorevolmente mandando a fanculo quel cretino di Zacky un'altra volta, quindi farei meglio ad andare a controllare che i due tengano a freno le mani.
Quei due mi tireranno matto!
CRISSHHTO!

Arin.






NOTA DELL'AUTRICE:
Okay, se la fine fa schifo è perché mentre la scrivevo ero tutta 'Porco dio, non voglio che finisca ;-;'. Spero di non avervi annoiati troppo, perché a me scrivere questa fic è piaciuto molto. Oddio quanto amo Arin xhavabsincjk
Allooora. Ci sono alcune cose che vorrei precisare.
Punto uno) ho cambiato un po' i caratteri e il taglio dei capelli dei personaggi, quindi possono non corrispondere in tutto.
Punto due) i ragazzi non hanno le correnti fidanzate/mogli perché all'inizio della fic non avevo idea dei ruoli che avrebbero avuto, e non volevo farle passare per stronze inutilmente.
Punto tre) il tempo. Ho modificato un po' le cose, nel senso che i ragazzi non sono appunto ancora sposati / fidanzati con le persone giuste e bla bla bla. Diciamo che il racconto si svolge a settembre - ottobre, anche se ho avuto dubbi io stessa sul mese in cui si potesse svolgere.
Punto quattro) no, basta, credo di aver finito. ._.
Ho scelto la coppia Synyster x Arin perché non l'avevo mai vista in giro, e perché ho letto su vari siti che i due si erano presi molto in simpatia, quindi ci ho subito visto l'ammmoreH. Io vedo l'amore dappertutto, se ci sono due musicisti maschi di mezzo <.<
Ad ogni modo. Questa è la prima ff minimamente slash che scrivo, quindi potrebbe sembrare stupida in vari punti. Normalmente sono per il Synacky, e questo si è visto negli scatti di gelosia di Zacky - che io mi ostino a chiamare Zack. Poi boh, credo di aver detto tutto.
Non fucilatemi, vi prego XD

Pwhore.

Ps) un ringraziamento finale a quella figona di LadySynacky, che si è presa la briga di recensira questo gran casino di storia. Gnaa, sei fantastica, davvero. Scusa se non ho risposto spesso alle recensioni, ma avevo poco accesso a Internet e quindi le vedevo tutte insieme çVç
Che dire, grazie mille di aver sprecato anche un solo istante della tua vita per leggere questa fic, anche se non è neanche del tuo pairing preferito. Sei una figa e scrivi da Dio. Tanto ammmore per te, ragazza.
   
 
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