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Autore: Medea__    28/09/2011    2 recensioni
Da premettere che sono una Tylorine sfegatata...ho in mente di scrivere una FF da parecchio tempo e finalmente mi sono decisa a farlo. Vi annuncio che sono una romantica,anche se un po' pessimista,perciò l'amore tra Tyler e Caroline lo vedrete costruirsi pian piano,con gli sguardi pieni di dolcezza,le farfalle nello stomaco o le mani sudate per l'imbarazzo. Spero davvero di poter trasmettere le emozioni che io stessa provo quando scrivo :) buona lettura!
Morgana
Genere: Malinconico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Nuovo personaggio, Tyler Lockwood | Coppie: Caroline/Tyler
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caroline’s POV

 

Nelle settimane seguenti la situazione si rivelò più complicata del previsto… io e Tyler avevamo deciso che la scelta migliore sarebbe stata far finta di non stare assieme quando eravamo in pubblico.

Così facile a dirsi ma così terribilmente complicato a farsi; poiché a stento riuscivamo a toglierci gli occhi di dosso…

Quando tornai a casa, era sera ormai; l’ingresso, come ogni altra stanza dell’ abitazione, ero vuoto e silenzioso… senza accendere la luce salii le scale e varcai la soglia della mia camera, gettando sbadatamente la borsa sul letto e abbassandomi per togliermi le scarpe.

Ero concentrata a canticchiare una stupida canzone sentita alla tv quando udii qualcosa d’insolito. Sembravano dei passi, come se qualcuno camminasse piano per non farsi sentire e…si stava avvicinando, sentivo più distintamente anche il suo respiro regolare. Senza emettere il minimo rumore feci scivolare fuori i canini  e piegai le ginocchia; mettendomi in posizione d’attacco e attesi che l’intruso si facesse avanti… Solo pochi secondi e fu dentro la mia camera, ero pronta a balzargli addosso e scaraventarlo a terra senza il minimo sforzo ma quell’odore così familiare e rassicurante m’invase istantaneamente facendomi sentire realmente a casa.

Tyler.

 

Mi bastò allungare il braccio per accendere la luce e poter finalmente osservarlo come si deve. L’espressione sorpresa che aveva assunto inizialmente lasciò il posto al sorrisetto sghembo che tanto adoravo guardare…

-Ehi tesoro, pensavo che a casa non ci fosse nessuno- affermò con tranquillità senza staccare gli occhi dai miei, fermo con le spalle ben dritte e coperte da un giubbotto di pelle nera.

Gli sorrisi a mia volta mentre portavo una ciocca di capelli dietro l’orecchio sinistro –In effetti sono appena rientrata-spiegai per poi iniziare a camminare verso di lui lentamente –e tu come mai t’infili in casa mia passando da chissà quale finestra, proprio come i ladri?- gli chiesi ridendo quando ormai solo pochi centimetri di distanza ci separavano.

Ogni volta che gli ero così vicina, provavo lo stesso turbine di emozioni, quello strano formicolio quasi elettrico che correva su tutta la pelle e quel calore così innaturale per un vampiro che mi partiva dal centro del petto per poi diramarsi in tutto il corpo.

Tyler si avvicinò di mezzo passo e portò la sua mano alla base del mio collo, accarezzando delicatamente con il pollice la mia clavicola –Mi mancavi, così ero passato per stare con te, ho visto che non c’eri e ho deciso di entrare e aspettarti…ma l’unica finestra aperta era quella della camera di tua madre!- mi rispose sorridendo.

 

Mi era mancato anche lui, davvero tanto, per tutto il pomeriggio non avevo fatto altro che pensarlo; se non fosse stato per la presenza di Elena, l’avrei tempestato di messaggi!

Senza smettere di perdermi nei suoi occhi scuri come la notte, cosa che tra l’altro mi riusciva impossibile da fare anche con tutta la buona volontà di questo mondo, gli accarezzai con le dita il dorso della mano che teneva lungo il fianco, per poi prenderla e stringerla forte. –Ero da Elena… in effetti, ho fatto più tardi del previsto…- conclusi in fretta, eravamo lì almeno da tre minuti a guardarci e ormai il tutto era diventato insostenibile; così poggiai finalmente le mie labbra gelate sulle sue, così calde e morbide.

Sapevo che quel bacio era desiderato da lui tanto quanto il mio, lo sentivo dal modo di attrarmi al suo corpo cingendomi la vita con il braccio e da quanta passione mista a dolcezza usava nel far muovere le sue labbra sulle mie, nel far danzare assieme le nostre lingue.

Quando ci decidemmo a riprendere fiato riaprimmo gli occhi e ci fissammo per qualche istante… Dio quanto avrei voluto bloccare il tempo e rendere quel momento eterno!

Senza rompere il contatto visivo, fece scivolare le sue dita tra le mie e strinse forte. Saremmo rimasti a contemplare l’uno il viso dell’altra chissà per quanto tempo, ma decisi di rompere quel silenzio:-Ti va di cenare da me stasera? Mia madre inoltre arriverà intorno alle ventidue- dissi sorridendogli.

Prima di rispondermi mi guardò per qualche  altro secondo alzando un sopracciglio –Secondo te sarei mai in grado di rifiutare un’offerta del genere?! Ah però una sola condizione… devo ordinare la mia pizza preferita!-.

Alle sue parole mi fu inevitabile dar vita a una delle mie solite risatine, così scuotendo la testa col sorriso sulle labbra, scesi al piano di sotto ed ordinai la sua amata pizza strapiena di ogni sorta di condimento.

 

Quando tornai di nuovo nella mia camera, lo trovai stirato sul letto, con le braccia incrociate dietro la nuca, assorto in chissà quali pensieri.

Era proprio in quei momenti che Tyler abbandonava ogni sua barriera, ogni sorta di protezione, non apparendo più come un figlio di papà forte e indistruttibile… usciva fuori il vero Tyler, quello di cui mi ero follemente innamorata senza accorgermene, quello che avrebbe fatto di tutto per tenermi al sicuro, quello che lasciava intravedere la sua fragilità senza vergogna e che si lasciava curare le ferite…

Dolcemente andai a stirarmi accanto a lui, poggiando la testa sul suo petto così da lasciarmi invadere dal calore della sua pelle, assaporando secondo dopo secondo il suo profumo; eppure la paura, o per meglio dire, il terrore non mi abbandonava mai. Klaus sarebbe potuto essere dappertutto, molto probabilmente era a conoscenza del fatto che io e Tyler ci vedessimo clandestinamente e di certo non l’avremmo passata liscia…e poi c’era tutta la questione della profezia, nemmeno noi diretti interessati avevamo un quadro chiaro della situazione. Involontariamente sospirai e mi strinsi più forte al torace di Tyler, il quale arrestò le carezze lente e quiete che faceva sui miei capelli e piegò un po’ il volto di lato per potermi guardare meglio.

-C’è qualcosa che non va?- ovviamente non potevo nascondergli nulla…così decisi che in fretta gli avrei detto tutto quello che al momento mi passava per la mente.

-Non hai paura tu?- chiesi piano, senza alzare lo sguardo. Lo sentii sospirare e poi mi strinse più forte a sé.

-Si, ho paura… ma non voglio lasciarti. Io… non voglio una vita lunga e tranquilla se tu non ne fai parte, e poi troveremo una soluzione… perciò argomento chiuso. Non voglio vedere i nostri momenti rovinati per colpa di quel bastardo.-

Ecco con lui era sempre così. Se diceva che il discorso era chiuso, lo era realmente, quindi decisi di rimanere qualche altro secondo in silenzio per poi cambiare totalmente argomento nonostante avevo una voglia matta di piangere per tutta l’ansia che si accumulava in me giorno dopo giorno.

-Domani sarà il compleanno di Elena, te lo ricordi vero?- chiesi con tono “tranquillo” mentre iniziavo ad accarezzargli piano il collo.

-Si certo che lo ricordo…ci vedremo direttamente lì vero?- chiese riprendendo ad accarezzare i miei capelli.

-Già, dovremo stare attenti…non vorrei che Klaus si facesse vivo…- finii la frase con un filo di voce, sentendo per l’ennesima volta la paura crescere in me.

-Non m’interessa. Andremo a quella dannata festa e ce la godremo, come ogni adolescente normale su questo pianeta.-

 

                                                     **********

-Era buona la pizza?- gli chiesi mentre lo guardavo stiracchiarsi sul divano del mio salotto con la pancia piena.

-Ottima!- mi rispose con un sorriso mentre si passava una mano tra i capelli scuri e scompigliati.

Ero seduta sulla poltrona davanti a lui e magari mi stava prendendo per scema dato che stavo lì, imbambolata ad osservare ogni suo movimento e giuro che sarei rimasta in quel modo per ore intere se solo non fossi stata interrotta dal rombo dell’auto di mia madre che parcheggiava nel vialetto.

-Ma non doveva tornare per le dieci?- Disse, mettendosi in piedi con aria confusa.

-Deve aver finito prima!- mi stavo facendo prendere dall’agitazione…farmi trovare in casa con lui non sarebbe stata una bella cosa –Ty devi andare! Se mia madre ti trova qui succede un casino! Vai in camera mia e non fare rumore mi raccomando!- conclusi alla svelta spingendolo verso le scale.

Mezzo secondo dopo sentivo le chiavi entrare nella serratura per poi aprirla con facilità.

Come al solito mia madre aveva un aspetto stremato e terribilmente stanco, la sorpresa nel trovarmi ferma davanti alle scale era evidente, così decisi di sorridere nel modo più naturale possibile e la salutai: -Ciao mamma! Tutto bene a lavoro?- Dio fa’ che non noti il cartone della pizza, Dio ti prego non far succedere un casino!

-Ciao tesoro, si è andato tutto bene…ma che ci fai davanti alle scale?- chiese facendo qualche passo verso di me e guardandomi negli occhi come se dentro c’avesse trovato la risposta.

-Niente… ero in camera mia ma ho sentito la macchina così sono scesa per salutarti!- Oddio certe scuse posso inventarmele solo io…

-Ah capisco, beh mi sa che puoi ritornare su allora… io non ho nemmeno fame quindi- iniziò a dire mentre mi superava ed iniziava a dirigersi al piano di sopra –vado subito a letto! Oggi è stata una giornata davvero impegnativa! Buonanotte tesoro- concluse con un sorriso stanco.

Annuii con la testa e le sorrisi di rimando vedendola salire le scale –Buonanotte anche a te mamma!- aspettai di sentire la porta della sua stanza chiudersi e correndo senza fare il minimo rumore, mi precipitai nella mia camera.

-Amore?- lo chiamai piano, sicura che potesse sentirmi ed improvvisamente avvertii le sue braccia forti e calde cingermi la vita da dietro.

Rimasi in silenzio con gli occhi chiusi mentre mi godevo il calore delle sue labbra che mi lasciavano una scia di baci sulla guancia, per poi scendere sul collo, fino ad arrivare alla spalla.

-Giuro che non vorrei andarmene…- mi disse in un sussurro, vicinissimo al mio orecchio, causandomi qualche piacevole brivido.

-Lo so… ma se mia madre ci scopre?- gli chiesi mentre mi voltavo verso di lui ed iniziavo a ricambiare i suoi baci, coprendo ogni centimetro del suo volto…

-Beh se tua mamma ci scopre…succede un casino- asserì sbuffando.

 

Lo sentii attirarmi maggiormente al suo corpo, sentivo ogni mia curva aderire perfettamente al fisico di lui, la sua pelle bruciare ancor di più a contatto con la mia; immerse il viso tra i miei capelli e ne respirò il profumo…doveva piacergli parecchio il mio shampoo all’albicocca… dopodiché mi guardò dritta negli occhi per qualche istante e poggiò le sue labbra sulle mie.

Erano sempre dolci i suoi baci quando dovevamo separarci, ma nonostante ciò riuscivo ad avvertire completamente quanto appagante e desirato gli risultava il contatto fisico tra noi due.

Con un semplice bacio riusciva a farmi perdere la percezione del tempo e dello spazio, sentivo solo un gran silenzio e la voglia di non staccarmi da lui crescere a dismisura.

Quando allontanammo il viso di uno da quello dell’altra giusto lo spazio necessario per riprendere fiato, mi trovai davanti un Tyler decisamente accaldato: le guance un po’ rosse, così come quelle magnifiche labbra, e lo scuro dei suoi occhi più liquido ed ipnotizzante.

Quanto avrei voluto trascorrere l’intera notte con lui!

 

                                                   **************

 

Erano le sette di sera, la festa sarebbe iniziata a momenti ed io ero ancora in casa a rigirarmi davanti allo specchio. Ero entrata letteralmente nel panico, tutti gli abiti che avevo mi sembravano inadeguati o troppo vecchi, così alla fine avevo optato per abito nero aderente e corto fin sopra al ginocchio. Ravvivai i capelli un’ultima volta e presi velocemente la pochette nera per poi fiondarmi in auto…dannazione non potevo arrivare tardi al compleanno della mia migliore amica!

Mi aprì la porta Damon, ovviamente sempre mozzafiato nei suoi stretti pantaloni scuri e nelle sue adorate camicie!

-Ehi Barbie! Sei un po’ in ritardo…- mi disse sorridendo, mentre si faceva da parte per permettermi di entrare.

-Non me ne parlare ti prego! Elena dov’è?- mi affrettai a chiedere, volevo finalmente farle gli auguri di presenza e soprattutto volevo assicurarmi che stesse bene…conoscendola questa non era la tipica situazione in cui si sentiva a proprio agio.

-E’ in salotto- affermò con un cenno del capo- ah biondina è già arrivato il tuo ex cagnolino…e non è solo…- concluse con un sorrisetto divertito che mi fece venire una voglia matta di prenderlo a sberle.

Senza dire una parola mi affrettai ad andare in salotto, stavo già andando in confusione…con chi poteva essere Tyler? Con un’altra donna magari?

Quando varcai la soglia di quell’enorme stanza addobbata per l’occorrenza, i miei occhi individuarono immediatamente un’Elena terribilmente sconsolata seduta in un angolo. Oddio non è così che dovrebbe andare la festa per i suoi diciotto anni!

Mi precipitai da lei con un enorme sorriso stampato il volto, facendo tutto il possibile per mettere a tacere l’odiosa e alquanto assillante vocina che nei meandri del mio cervello non faceva altro che ripetere “chissà con chi se la sta spassando il tuo adorato Tyler”; velocemente l’abbracciai e le feci gli auguri con tutta l’euforia possibile.

-Elena ma mi spieghi una cosa? Perché te ne stai impalata qui! È la tua festa…goditela!-

-Caroline sai che non mi piace stare al centro dell’attenzione…e poi, come dire, ti stavo aspettando- il mondo in cui disse quella frase mi fece sentire ansiosa in un modo terrificante, c’era di mezzo Ty, me lo sentivo!

-Cosa vorresti dire?- mi affrettai a chiederle, mentre voltavo leggermente il capo per poterla fissare negli occhi.

-Tyler…- cazzo lo sapevo! –ecco lui…- cavolo Elena muoviti!!!! –è venuto con un’altra ragazza- cosa? Oddio calma Caroline, fai un bel resp... chi cazzo sarebbe questa qui?! Giuro che se osa sfiorarlo le strappo i capelli uno per uno e poi li riduco  in un cumulo di cenere davanti ai suoi occhi!

-Caroline ti prego non andare su tutte le furie, ci sarà sicuramente una spiegazione e poi… tu e lui non state più assieme ricordi? È giusto che iniziate a rifarvi una vita l’uno indipendentemente dall’altra…- no tesoro…stiamo insieme eccome se stiamo insieme!

Feci un mezzo sorriso per cercare di mascherare la furia omicida che in mezzo secondo mi aveva posseduta –Giusto, beh cavoli suoi- chiusi il discorso alzando le spalle.

Dove cavolo sono… devo necessariamente vedere con i miei occhi di chi si tratta!

Strinsi i pugni e benché il mio istinto non facesse altro che indurmi a comportarmi come una ragazzetta con molti problemi a gestire la gelosia; decisi di prendere sottobraccio Elena e dirigerci verso il banco degli alcolici.

-Tesoro…segui il mio consiglio: prendi un qualunque drink e rilassati! Non può essere così fastidioso festeggiare il tuo compleanno.- nonostante il maremoto emotivo che c’era dentro di me, ero totalmente convinta di quello che dicevo, era la mia migliore amica e non mi andava di vederla giù in questo modo!

-Lo so… hai ragione Care, ma mi sento così fuori posto! E poi senza… Stefan non mi sento la stessa persona di sempre.- odiavo vedere i suoi occhi divenire sempre più tristi quando si arrivava all’argomento “Stefan e la sua missione oscura” (*)

Sospirare mi fu inevitabile, ma non sapevo cosa altro dirle, gli ultimi mesi li avevo passati a consolarla e soprattutto a farla uscire da una specie di depressione…le avevo già detto tutto, cos’altro potevo aggiungere? Nulla. Così mi limitai a stringerla forte, più come una sorella che come amica.

Dopo qualche secondo sciogliemmo quell’abbraccio fraterno e ci sorridemmo.

-Caroline grazie pe..-

-Ehi  ragazze perché quelle facce da funerale? Forse non ve ne siete rese conto ma è una festa! Dobbiamo divertirci!- ed eccolo… il solito Damon che s’intrometteva per dire la sua.. alzai gli occhi al cielo, sorridendo decisi di prendere un po’ d’aria e così uscii fuori.

 

Si è quello che mi serve, devo schiarirmi un attimo le idee e poi cercare Tyler per farmi dare qualche spiegazione. Perché deve esserci una spiegazione plaus..ma cosa cacchio?

Dire che rimasi sconvolta era un eufemismo, non potevo crederci… non poteva essere reale! Attenta a controllare i miei istinti, decisi di nascondermi dietro il tronco del grande pino che padroneggiava nell’angolo di quel giardino ben curato…dopotutto prima di agire era meglio sondare il terreno, dovevo evitare di passare dalla parte del torto per la mia solita fretta…

 

Mentre stavo lì ferma a guardare, sentivo gli occhi bruciare per le lacrime che cercavano di uscire, lo stomaco stringersi in una morsa dolorosa e la rabbia straripare. La stava abbracciando. Tutti e due erano stretti sotto un gelsomino dell’enorme giardino dei Salvatore.

Non sapevo cosa pensare, affondai le unghie nel tronco dell’albero che mi stava davanti e feci un respiro profondo.

Stavo combattendo contro la parte peggiore di me stessa pur di non balzare addosso a quella ragazzetta, più nuda che vestita, e non strapparle la testa a morsi davanti a tutti gli invitati. Basta non resisto più!

Stringendo i denti, con camminata decisa e schiena dritta, mi avvicinai ai due “piccioncini”, i miei passi erano intenzionalmente rumorosi ed il mio sguardo puntava dritto al volto di Tyler; morivo dalla voglia di vedere il suo sguardo non appena avesse sentito il mio odore o avvertito la mia presenza.

 

Avevo sul volto un sorrisetto disgustato che si distese, rendendo meglio l’idea di “IRA FUNESTA”, quando gli occhi di lui, prima rivolti verso il basso, incontrarono i miei.

L’avevo colto di sorpresa, glielo si leggeva in volto… con un gesto goffo seppur veloce si liberò dall’abbraccio e quella ragazza protestò anche! Deficiente che ti lamenti? Ora te lo do io un motivo per lagnarti!

-Ehm Eve (**) forse è il caso che tu vada a prendere qualcosa da bere!- le disse Tyler con evidente imbarazzo… sembrava quasi spaventato… wow la mia mimica facciale deve esprimere davvero bene quello che sto provando al momento!

-Ma non fare il maleducato! Non mi presenti la tua nuova… amica? Oddio non so come definirla… magari ci sei già stato a letto, beh in tal caso non possiamo definirla tale!- il mio tono di voce era così tagliente da sembrare innaturale, vidi gli occhi di lui spalancarsi per poi prendere fiato ed intervenire, ma non gliene diedi il tempo. Mi voltai verso la ragazza, che era rossa di vergogna, a bocca aperta, e continuai- non so tesoro… aiutami a trovarti un soprannome! Magari prima ti consiglio un negozio, dove non vendono abiti da battona e soprattutto un po’ più lunghi!- affermai con un sorrisetto compiaciuto che scomparve nell’istante in cui sentii la presa salda e decisa di Tyler sul mio polso.

-Eve, non sai quanto mi dispiace… vai dentro, sistemo la situazione con lei e ti raggiungo- intervenne lui.

 

Mio Dio… questa si vestiva come una puttanella e poi non riusciva a difendersi con le parole! Proprio un bell’acquisto!

 

Velocemente la ragazza si portò una ciocca di capelli scuri dietro l’orecchio ed in silenzio si precipitò dentro… ecco brava! Vai a rimorchiare qualcun altro!

 

-Caroline ma ti sembra il caso?!- adesso era lui quello arrabbiato? Ok… ora col cavolo che mi sarei trattenuta!

-Ti permetti di riprendermi? Sai cosa stiamo passando, sono distrutta, perennemente terrorizzata, vengo qua e ti trovo abbracciato a quella sottospecie di ragazza? Ma va’ a quel paese Tyler Lockwood!!!- scossi decisa il braccio e mi liberai dalla sua mano che ancora stringeva il mio polso, la rabbia si trasformò in delusione facendo scendere la prima lacrima… ci mancava solo farmi vedere da lui mentre piangevo! Mi voltai senza dire nulla e velocemente entrai.

 

Puntai dritto verso la camera di Stefan, era sicuramente l’unico posto tranquillo al momento… e così si dimostrò non appena aprì la porta.

Mi sedetti sul letto e mi liberai da quel macigno che mi opprimeva all’altezza del petto.

Piansi ininterrottamente, senza pensare  a nulla di logico, per non so quanto tempo e finalmente, quando mi ero decisa a smettere, mi asciugai le lacrime e poggiai la schiena sulla testiera del letto.

Solo altri due minuti e poi sarei scappata via da lì.

 

Sentii aprire la porta ed, ancora con gli occhi chiusi e la testa dolorante, urlai che la stanza era occupata.

-Care...- lo sentii sospirare ed avvicinarsi; aprii gli occhi di scatto e mi voltai a guardarlo.

-Tyler va’ via, non ti voglio vedere! Tornatene da quella!- dissi veloce mentre mi spostavo sul letto in modo da stare il più lontano possibile da lui.

-Non ci penso nemmeno! Lasciami parlare un attimo.- sembrava in allerta, come se anche ogni suo piccolo movimento fosse controllato…

-Che c’è? Hai paura che mi lasci andare e le vada a staccare la testa? È per questo che stai sull’attenti?- chiesi con tono acido… non avrei sopportato tutta quella situazione ancora per molto…

-Non lo faresti, e comunque sono sull’attenti perché non voglio farti scappare… ti prego stammi a sentire almeno un attimo.- continuava a fissarmi, con le braccia distese lungo i fianchi.

Forse avrei dovuto mandarlo via ma ero troppo curiosa, volevo sapere chi era lei e cosa era successo… -Hai tre minuti.- dissi decisa, mentre la tensione mi lacerava viva.

-Eve è la figlia di un’amica di mia madre, è qui da un paio di giorni e mia mamma mi ha praticamente supplicato di portarla con me, per fare conoscenza e… mi stava ringraziando mentre eravamo lì fuori e poi non so… lei mi ha abbracciato ed io ho ricambiato, ma non l’ho fatto perché mi sento attratto da lei! Non mi passa nemmeno per l’anticamera del cervello, pensavo solo che...-

Lo interruppi disgustata, mentre mi alzavo dal letto e puntavo gli occhi nei suoi –Che cosa pensavi?! Ti è piaciuto, lo so che ti è piaciuto quell’abbraccio! Vi guardati per un po’, se non vi avessi interrotti magari sareste ancora uno stretto nell’altra!-

 Sospirai stremata e tolsi i capelli che mi si erano appicciati alle guance a causa delle lacrime –Sai che ti dico? Fa’ quel che vuoi, sei uno stupido immaturo, sai quanto rischiamo, sai cosa c’è in ballo tra me e te ma forse la miglior cosa è questa! Starcene ognuno per i cavoli propri!-

-Cosa? No! No Care! Quello che hai visto non era niente, non puoi mandare tutto all’aria per uno stupido abbraccio!- sentivo che gli dispiaceva, i suoi occhi in quel momento erano sinceri ma non potevo fargliela passare liscia, io non potevo continuare a vivere nell’ombra, nella paura, senza spontaneità, senza libertà per un ragazzo che non faceva corrispondere i fatti alle parole.

Klaus era una minaccia vera. Klaus non era un gioco.

 

-Non sono io a mandare tutto all’aria.-

Dio quanto bruciava la gola a pronunciare quelle parole, nemmeno fossero di fuoco.

–Sei stato tu.-

Lo guardavo, non potevo non farlo, anche se la sua espressione mi avrebbe fatto sentire un milione di volte più triste.

-Tyler per me è finita qui.-

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Come ben sapete ho iniziato a scrivere questa storia prima della terza stagione, cambiando ovviamente il corso degli eventi :) così ecco delle delucidazioni a riguardo!

 

(*) Stefan: ho deciso di farlo “uscire di scena” sottintendendo una ricaduta col suo problema con il sangue; così, divenuto pericoloso per la stessa Elena, ha deciso di andare via e lasciarsi andare.

 

(**) Eve è un personaggio inventato (ho preso spunto da una ruolata fantastica e per questo ringrazio la mia Francesca M. <3) non mi andava di riprendere la figura di Sofie della 3x01 poiché questa “donna di troppo” la immagino con tutt'altra psicologia.

 

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NOTE DELL’AUTRICE:Allooooooora! Se volete lapidarmi fate pure… me lo merito ahahahhahahah! Lo so, sono un disastro! Vi ho fatto aspettare troppo tempo ma credetemi è stato difficile anche per me… non mi piaceva nulla di ciò che scrivevo, volevo rendere al meglio questo capitolo! Spero vi piaccia, anche se sono sicura che avrei potuto fare di più!

Tanti baci e un grazie enorme per il vostro sostegno!

Morgana.

   
 
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