Caroline’s
POV
Nelle settimane seguenti la
situazione si rivelò più complicata del
previsto… io e Tyler avevamo deciso che
la scelta migliore sarebbe stata far finta di non stare assieme quando
eravamo
in pubblico.
Così facile a dirsi ma
così
terribilmente complicato a farsi; poiché a stento riuscivamo
a toglierci gli
occhi di dosso…
Quando tornai a casa, era
sera ormai; l’ingresso, come ogni altra stanza
dell’ abitazione, ero vuoto e
silenzioso… senza accendere la luce salii le scale e varcai
la soglia della mia
camera, gettando sbadatamente la borsa sul letto e abbassandomi per
togliermi
le scarpe.
Ero concentrata a
canticchiare una stupida canzone sentita alla tv quando udii qualcosa
d’insolito. Sembravano dei passi, come se qualcuno camminasse
piano per non
farsi sentire e…si stava avvicinando, sentivo più
distintamente anche il suo
respiro regolare. Senza emettere il minimo rumore feci scivolare fuori
i canini e piegai
le ginocchia; mettendomi in
posizione d’attacco e attesi che l’intruso si
facesse avanti… Solo pochi
secondi e fu dentro la mia camera, ero pronta a balzargli addosso e
scaraventarlo a terra senza il minimo sforzo ma quell’odore
così familiare e
rassicurante m’invase istantaneamente facendomi sentire
realmente a casa.
Tyler.
Mi bastò allungare il
braccio per accendere la luce e poter finalmente osservarlo come si
deve.
L’espressione sorpresa che aveva assunto inizialmente
lasciò il posto al
sorrisetto sghembo che tanto adoravo guardare…
-Ehi tesoro, pensavo che a
casa non ci fosse nessuno- affermò con
tranquillità senza staccare gli occhi
dai miei, fermo con le spalle ben dritte e coperte da un giubbotto di
pelle
nera.
Gli sorrisi a mia volta
mentre portavo una ciocca di capelli dietro l’orecchio
sinistro –In effetti
sono appena rientrata-spiegai per poi iniziare a camminare verso di lui
lentamente –e tu come mai t’infili in casa mia
passando da chissà quale
finestra, proprio come i ladri?- gli chiesi ridendo quando ormai solo
pochi
centimetri di distanza ci separavano.
Ogni volta che gli ero
così
vicina, provavo lo stesso turbine di emozioni, quello strano formicolio
quasi
elettrico che correva su tutta la pelle e quel calore così
innaturale per un
vampiro che mi partiva dal centro del petto per poi diramarsi in tutto
il
corpo.
Tyler si avvicinò di
mezzo
passo e portò la sua mano alla base del mio collo,
accarezzando delicatamente
con il pollice la mia clavicola –Mi mancavi, così
ero passato per stare con te,
ho visto che non c’eri e ho deciso di entrare e
aspettarti…ma l’unica finestra
aperta era quella della camera di tua madre!- mi rispose sorridendo.
Mi era mancato anche lui,
davvero tanto, per tutto il pomeriggio non avevo fatto altro che
pensarlo; se
non fosse stato per la presenza di Elena, l’avrei tempestato
di messaggi!
Senza smettere di perdermi
nei suoi occhi scuri come la notte, cosa che tra l’altro mi
riusciva
impossibile da fare anche con tutta la buona volontà di
questo mondo, gli
accarezzai con le dita il dorso della mano che teneva lungo il fianco,
per poi
prenderla e stringerla forte. –Ero da Elena… in
effetti, ho fatto più tardi del
previsto…- conclusi in fretta, eravamo lì almeno
da tre minuti a guardarci e
ormai il tutto era diventato insostenibile; così poggiai
finalmente le mie
labbra gelate sulle sue, così calde e morbide.
Sapevo che quel bacio era
desiderato da lui tanto quanto il mio, lo sentivo dal modo di attrarmi
al suo
corpo cingendomi la vita con il braccio e da quanta passione mista a
dolcezza
usava nel far muovere le sue labbra sulle mie, nel far danzare assieme
le
nostre lingue.
Quando ci decidemmo a
riprendere fiato riaprimmo gli occhi e ci fissammo per qualche
istante… Dio
quanto avrei voluto bloccare il tempo e rendere quel momento eterno!
Senza rompere il contatto
visivo, fece scivolare le sue dita tra le mie e strinse forte. Saremmo
rimasti
a contemplare l’uno il viso dell’altra
chissà per quanto tempo, ma decisi di
rompere quel silenzio:-Ti va di cenare da me stasera? Mia madre inoltre
arriverà intorno alle ventidue- dissi sorridendogli.
Prima di rispondermi mi
guardò per qualche altro
secondo alzando
un sopracciglio –Secondo te sarei mai in grado di rifiutare
un’offerta del
genere?! Ah però una sola condizione… devo
ordinare la mia pizza preferita!-.
Alle sue parole mi fu
inevitabile dar vita a una delle mie solite risatine, così
scuotendo la testa
col sorriso sulle labbra, scesi al piano di sotto ed ordinai la sua
amata pizza
strapiena di ogni sorta di condimento.
Quando tornai di nuovo nella
mia camera, lo trovai stirato sul letto, con le braccia incrociate
dietro la
nuca, assorto in chissà quali pensieri.
Era proprio in quei momenti
che Tyler abbandonava ogni sua barriera, ogni sorta di protezione, non
apparendo più come un figlio di papà forte e
indistruttibile… usciva fuori il
vero Tyler, quello di cui mi ero follemente innamorata senza
accorgermene,
quello che avrebbe fatto di tutto per tenermi al sicuro, quello che
lasciava
intravedere la sua fragilità senza vergogna e che si
lasciava curare le ferite…
Dolcemente andai a stirarmi
accanto a lui, poggiando la testa sul suo petto così da
lasciarmi invadere dal
calore della sua pelle, assaporando secondo dopo secondo il suo
profumo; eppure
la paura, o per meglio dire, il terrore non mi abbandonava mai. Klaus
sarebbe
potuto essere dappertutto, molto probabilmente era a conoscenza del
fatto che
io e Tyler ci vedessimo clandestinamente e di certo non
l’avremmo passata
liscia…e poi c’era tutta la questione della
profezia, nemmeno noi diretti
interessati avevamo un quadro chiaro della situazione.
Involontariamente
sospirai e mi strinsi più forte al torace di Tyler, il quale
arrestò le carezze
lente e quiete che faceva sui miei capelli e piegò un
po’ il volto di lato per
potermi guardare meglio.
-C’è qualcosa
che non va?-
ovviamente non potevo nascondergli nulla…così
decisi che in fretta gli avrei
detto tutto quello che al momento mi passava per la mente.
-Non hai paura tu?- chiesi
piano, senza alzare lo sguardo. Lo sentii sospirare e poi mi strinse
più forte
a sé.
-Si, ho paura… ma non
voglio
lasciarti. Io… non voglio una vita lunga e tranquilla se tu
non ne fai parte, e
poi troveremo una soluzione… perciò argomento
chiuso. Non voglio vedere i
nostri momenti rovinati per colpa di quel bastardo.-
Ecco con lui era sempre
così. Se diceva che il discorso era chiuso, lo era
realmente, quindi decisi di
rimanere qualche altro secondo in silenzio per poi cambiare totalmente
argomento nonostante avevo una voglia matta di piangere per tutta
l’ansia che
si accumulava in me giorno dopo giorno.
-Domani sarà il
compleanno
di Elena, te lo ricordi vero?- chiesi con tono
“tranquillo” mentre iniziavo ad
accarezzargli piano il collo.
-Si certo che lo
ricordo…ci
vedremo direttamente lì vero?- chiese riprendendo ad
accarezzare i miei
capelli.
-Già, dovremo stare
attenti…non vorrei che Klaus si facesse vivo…-
finii la frase con un filo di
voce, sentendo per l’ennesima volta la paura crescere in me.
-Non m’interessa. Andremo
a
quella dannata festa e ce la godremo, come ogni adolescente normale su
questo
pianeta.-
**********
-Era buona la pizza?- gli
chiesi mentre lo guardavo stiracchiarsi sul divano del mio salotto con
la
pancia piena.
-Ottima!- mi rispose con un
sorriso mentre si passava una mano tra i capelli scuri e scompigliati.
Ero seduta sulla poltrona
davanti a lui e magari mi stava prendendo per scema dato che stavo
lì,
imbambolata ad osservare ogni suo movimento e giuro che sarei rimasta
in quel modo
per ore intere se solo non fossi stata interrotta dal rombo
dell’auto di mia
madre che parcheggiava nel vialetto.
-Ma non doveva tornare per
le dieci?- Disse, mettendosi in piedi con aria confusa.
-Deve aver finito prima!- mi
stavo facendo prendere dall’agitazione…farmi
trovare in casa con lui non
sarebbe stata una bella cosa –Ty devi andare! Se mia madre ti
trova qui succede
un casino! Vai in camera mia e non fare rumore mi raccomando!- conclusi
alla
svelta spingendolo verso le scale.
Mezzo secondo dopo sentivo
le chiavi entrare nella serratura per poi aprirla con
facilità.
Come al solito mia madre
aveva un aspetto stremato e terribilmente stanco, la sorpresa nel
trovarmi
ferma davanti alle scale era evidente, così decisi di
sorridere nel modo più
naturale possibile e la salutai: -Ciao mamma! Tutto bene a lavoro?- Dio fa’ che non noti il cartone della
pizza,
Dio ti prego non far succedere un casino!
-Ciao tesoro, si è
andato
tutto bene…ma che ci fai davanti alle scale?- chiese facendo
qualche passo
verso di me e guardandomi negli occhi come se dentro c’avesse
trovato la
risposta.
-Niente… ero in camera
mia
ma ho sentito la macchina così sono scesa per salutarti!- Oddio certe scuse posso inventarmele solo
io…
-Ah capisco, beh mi sa che
puoi ritornare su allora… io non ho nemmeno fame quindi-
iniziò a dire mentre
mi superava ed iniziava a dirigersi al piano di sopra –vado
subito a letto!
Oggi è stata una giornata davvero impegnativa! Buonanotte
tesoro- concluse con
un sorriso stanco.
Annuii con la testa e le
sorrisi di rimando vedendola salire le scale –Buonanotte
anche a te mamma!-
aspettai di sentire la porta della sua stanza chiudersi e correndo
senza fare
il minimo rumore, mi precipitai nella mia camera.
-Amore?- lo chiamai piano,
sicura che potesse sentirmi ed improvvisamente avvertii le sue braccia
forti e
calde cingermi la vita da dietro.
Rimasi in silenzio con gli
occhi chiusi mentre mi godevo il calore delle sue labbra che mi
lasciavano una
scia di baci sulla guancia, per poi scendere sul collo, fino ad
arrivare alla
spalla.
-Giuro che non vorrei
andarmene…- mi disse in un sussurro, vicinissimo al mio
orecchio, causandomi
qualche piacevole brivido.
-Lo so… ma se mia madre
ci
scopre?- gli chiesi mentre mi voltavo verso di lui ed iniziavo a
ricambiare i
suoi baci, coprendo ogni centimetro del suo volto…
-Beh se tua mamma ci
scopre…succede un casino- asserì sbuffando.
Lo sentii attirarmi
maggiormente al suo corpo, sentivo ogni mia curva aderire perfettamente
al
fisico di lui, la sua pelle bruciare ancor di più a contatto
con la mia;
immerse il viso tra i miei capelli e ne respirò il
profumo…doveva piacergli
parecchio il mio shampoo all’albicocca…
dopodiché mi guardò dritta negli occhi
per qualche istante e poggiò le sue labbra sulle mie.
Erano sempre dolci i suoi
baci quando dovevamo separarci, ma nonostante ciò riuscivo
ad avvertire
completamente quanto appagante e desirato gli risultava il contatto
fisico tra
noi due.
Con un semplice bacio
riusciva a farmi perdere la percezione del tempo e dello spazio,
sentivo solo
un gran silenzio e la voglia di non staccarmi da lui crescere a
dismisura.
Quando allontanammo il viso
di uno da quello dell’altra giusto lo spazio necessario per
riprendere fiato,
mi trovai davanti un Tyler decisamente accaldato: le guance un
po’ rosse, così
come quelle magnifiche labbra, e lo scuro dei suoi occhi più
liquido ed
ipnotizzante.
Quanto avrei voluto
trascorrere l’intera notte con lui!
**************
Erano le sette di sera, la
festa sarebbe iniziata a momenti ed io ero ancora in casa a rigirarmi
davanti
allo specchio. Ero entrata letteralmente nel panico, tutti gli abiti
che avevo
mi sembravano inadeguati o troppo vecchi, così alla fine
avevo optato per abito
nero aderente e corto fin sopra al ginocchio. Ravvivai i capelli
un’ultima volta
e presi velocemente la pochette nera per poi fiondarmi in
auto…dannazione non
potevo arrivare tardi al compleanno della mia migliore amica!
Mi aprì la porta Damon,
ovviamente sempre mozzafiato nei suoi stretti pantaloni scuri e nelle
sue
adorate camicie!
-Ehi Barbie! Sei un po’
in
ritardo…- mi disse sorridendo, mentre si faceva da parte per
permettermi di entrare.
-Non me ne parlare ti prego!
Elena dov’è?- mi affrettai a chiedere, volevo
finalmente farle gli auguri di
presenza e soprattutto volevo assicurarmi che stesse
bene…conoscendola questa
non era la tipica situazione in cui si sentiva a proprio agio.
-E’ in salotto-
affermò con
un cenno del capo- ah biondina è già arrivato il
tuo ex cagnolino…e non è
solo…- concluse con un sorrisetto divertito che mi fece
venire una voglia matta
di prenderlo a sberle.
Senza dire una parola mi
affrettai ad andare in salotto, stavo già andando in
confusione…con chi poteva
essere Tyler? Con un’altra donna magari?
Quando varcai la soglia di
quell’enorme stanza addobbata per l’occorrenza, i
miei occhi individuarono
immediatamente un’Elena terribilmente sconsolata seduta in un
angolo. Oddio non è
così che dovrebbe andare la
festa per i suoi diciotto anni!
Mi precipitai da lei con un
enorme sorriso stampato il volto, facendo tutto il possibile per
mettere a
tacere l’odiosa e alquanto assillante vocina che nei meandri
del mio cervello
non faceva altro che ripetere “chissà
con
chi se la sta spassando il tuo adorato Tyler”;
velocemente l’abbracciai e
le feci gli auguri con tutta l’euforia possibile.
-Elena ma mi spieghi una
cosa? Perché te ne stai impalata qui! È la tua
festa…goditela!-
-Caroline sai che non mi
piace stare al centro dell’attenzione…e poi, come
dire, ti stavo aspettando- il
mondo in cui disse quella frase mi fece sentire ansiosa in un modo
terrificante, c’era di mezzo Ty, me lo sentivo!
-Cosa vorresti dire?- mi
affrettai a chiederle, mentre voltavo leggermente il capo per poterla
fissare
negli occhi.
-Tyler…- cazzo
lo sapevo! –ecco lui…-
cavolo Elena muoviti!!!! –è venuto con
un’altra ragazza- cosa? Oddio calma
Caroline, fai un bel resp... chi cazzo sarebbe questa qui?! Giuro che
se osa
sfiorarlo le strappo i capelli uno per uno e poi li riduco in un cumulo di cenere
davanti ai suoi occhi!
-Caroline ti prego non
andare su tutte le furie, ci sarà sicuramente una
spiegazione e poi… tu e lui
non state più assieme ricordi? È giusto che
iniziate a rifarvi una vita l’uno
indipendentemente dall’altra…-
no
tesoro…stiamo insieme eccome se stiamo insieme!
Feci un mezzo sorriso per
cercare di mascherare la furia omicida che in mezzo secondo mi aveva
posseduta
–Giusto, beh cavoli suoi- chiusi il discorso alzando le
spalle.
Dove
cavolo sono… devo necessariamente vedere con i miei occhi di
chi
si tratta!
Strinsi i pugni e benché
il
mio istinto non facesse altro che indurmi a comportarmi come una
ragazzetta con
molti problemi a gestire la gelosia; decisi di prendere sottobraccio
Elena e
dirigerci verso il banco degli alcolici.
-Tesoro…segui il mio
consiglio: prendi un qualunque drink e rilassati! Non può
essere così
fastidioso festeggiare il tuo compleanno.- nonostante il maremoto
emotivo che
c’era dentro di me, ero totalmente convinta di quello che
dicevo, era la mia
migliore amica e non mi andava di vederla giù in questo modo!
-Lo so… hai ragione
Care, ma
mi sento così fuori posto! E poi senza… Stefan
non mi sento la stessa persona
di sempre.- odiavo vedere i suoi occhi divenire sempre più
tristi quando si
arrivava all’argomento “Stefan e la sua missione
oscura” (*)
Sospirare mi fu inevitabile,
ma non sapevo cosa altro dirle, gli ultimi mesi li avevo passati a
consolarla e
soprattutto a farla uscire da una specie di depressione…le
avevo già detto
tutto, cos’altro potevo aggiungere? Nulla. Così mi
limitai a stringerla forte,
più come una sorella che come amica.
Dopo qualche secondo
sciogliemmo quell’abbraccio fraterno e ci sorridemmo.
-Caroline grazie pe..-
-Ehi
ragazze perché quelle facce da funerale?
Forse non ve ne siete rese conto ma è una festa! Dobbiamo
divertirci!- ed
eccolo… il solito Damon che s’intrometteva per
dire la sua.. alzai gli occhi al
cielo, sorridendo decisi di prendere un po’ d’aria
e così uscii fuori.
Si
è quello che mi serve, devo schiarirmi un attimo le idee e
poi
cercare Tyler per farmi dare qualche spiegazione. Perché
deve esserci una
spiegazione plaus..ma cosa cacchio?
Dire che rimasi sconvolta
era un eufemismo, non potevo crederci… non poteva essere
reale! Attenta a
controllare i miei istinti, decisi di nascondermi dietro il tronco del
grande
pino che padroneggiava nell’angolo di quel giardino ben
curato…dopotutto prima
di agire era meglio sondare il terreno, dovevo evitare di passare dalla
parte
del torto per la mia solita fretta…
Mentre stavo lì ferma a
guardare, sentivo gli occhi bruciare per le lacrime che cercavano di
uscire, lo
stomaco stringersi in una morsa dolorosa e la rabbia straripare. La
stava
abbracciando. Tutti e due erano stretti sotto un gelsomino
dell’enorme giardino
dei Salvatore.
Non sapevo cosa pensare,
affondai le unghie nel tronco dell’albero che mi stava
davanti e feci un
respiro profondo.
Stavo combattendo contro la
parte peggiore di me stessa pur di non balzare addosso a quella
ragazzetta, più
nuda che vestita, e non strapparle la testa a morsi davanti a tutti gli
invitati. Basta non resisto più!
Stringendo i denti, con camminata
decisa e schiena dritta, mi avvicinai ai due
“piccioncini”, i miei passi erano
intenzionalmente rumorosi ed il mio sguardo puntava dritto al volto di
Tyler;
morivo dalla voglia di vedere il suo sguardo non appena avesse sentito
il mio
odore o avvertito la mia presenza.
Avevo sul volto un
sorrisetto disgustato che si distese, rendendo meglio l’idea
di “IRA FUNESTA”,
quando gli occhi di lui, prima rivolti verso il basso, incontrarono i
miei.
L’avevo colto di
sorpresa,
glielo si leggeva in volto… con un gesto goffo seppur veloce
si liberò
dall’abbraccio e quella ragazza protestò anche! Deficiente che ti lamenti? Ora te lo do io un
motivo per lagnarti!
-Ehm Eve (**) forse è il
caso che tu vada a prendere qualcosa da bere!- le disse Tyler con
evidente
imbarazzo… sembrava quasi spaventato… wow
la mia mimica facciale deve esprimere davvero bene quello che sto
provando al
momento!
-Ma non fare il maleducato!
Non mi presenti la tua nuova… amica? Oddio non so come
definirla… magari ci sei
già stato a letto, beh in tal caso non possiamo definirla
tale!- il mio tono di
voce era così tagliente da sembrare innaturale, vidi gli
occhi di lui
spalancarsi per poi prendere fiato ed intervenire, ma non gliene diedi
il
tempo. Mi voltai verso la ragazza, che era rossa di vergogna, a bocca
aperta, e
continuai- non so tesoro… aiutami a trovarti un soprannome!
Magari prima ti
consiglio un negozio, dove non vendono abiti da battona e soprattutto
un po’
più lunghi!- affermai con un sorrisetto compiaciuto che
scomparve nell’istante
in cui sentii la presa salda e decisa di Tyler sul mio polso.
-Eve, non sai quanto mi
dispiace… vai dentro, sistemo la situazione con lei e ti
raggiungo- intervenne
lui.
Mio Dio… questa si
vestiva
come una puttanella e poi non riusciva a difendersi con le parole!
Proprio un
bell’acquisto!
Velocemente la ragazza si
portò una ciocca di capelli scuri dietro
l’orecchio ed in silenzio si precipitò
dentro… ecco brava! Vai a
rimorchiare
qualcun altro!
-Caroline ma ti sembra il
caso?!- adesso era lui quello arrabbiato? Ok… ora col cavolo
che mi sarei
trattenuta!
-Ti permetti di riprendermi?
Sai cosa stiamo passando, sono distrutta, perennemente terrorizzata,
vengo qua
e ti trovo abbracciato a quella sottospecie di ragazza? Ma
va’ a quel paese
Tyler Lockwood!!!- scossi decisa il braccio e mi liberai dalla sua mano
che
ancora stringeva il mio polso, la rabbia si trasformò in
delusione facendo
scendere la prima lacrima… ci mancava solo farmi vedere da
lui mentre piangevo!
Mi voltai senza dire nulla e velocemente entrai.
Puntai dritto verso la
camera di Stefan, era sicuramente l’unico posto tranquillo al
momento… e così
si dimostrò non appena aprì la porta.
Mi sedetti sul letto e mi
liberai da quel macigno che mi opprimeva all’altezza del
petto.
Piansi ininterrottamente,
senza pensare a
nulla di logico, per non
so quanto tempo e finalmente, quando mi ero decisa a smettere, mi
asciugai le
lacrime e poggiai la schiena sulla testiera del letto.
Solo altri due minuti e poi
sarei scappata via da lì.
Sentii aprire la porta ed,
ancora con gli occhi chiusi e la testa dolorante, urlai che la stanza
era
occupata.
-Care...- lo sentii
sospirare ed avvicinarsi; aprii gli occhi di scatto e mi voltai a
guardarlo.
-Tyler va’ via, non ti
voglio vedere! Tornatene da quella!- dissi veloce mentre mi spostavo
sul letto
in modo da stare il più lontano possibile da lui.
-Non ci penso nemmeno!
Lasciami parlare un attimo.- sembrava in allerta, come se anche ogni
suo
piccolo movimento fosse controllato…
-Che c’è? Hai
paura che mi
lasci andare e le vada a staccare la testa? È per questo che
stai
sull’attenti?- chiesi con tono acido… non avrei
sopportato tutta quella
situazione ancora per molto…
-Non lo faresti, e comunque
sono sull’attenti perché non voglio farti
scappare… ti prego stammi a sentire
almeno un attimo.- continuava a fissarmi, con le braccia distese lungo
i
fianchi.
Forse avrei dovuto mandarlo
via ma ero troppo curiosa, volevo sapere chi era lei e cosa era
successo… -Hai
tre minuti.- dissi decisa, mentre la tensione mi lacerava viva.
-Eve è la figlia di
un’amica
di mia madre, è qui da un paio di giorni e mia mamma mi ha
praticamente
supplicato di portarla con me, per fare conoscenza e… mi
stava ringraziando
mentre eravamo lì fuori e poi non so… lei mi ha
abbracciato ed io ho
ricambiato, ma non l’ho fatto perché mi sento
attratto da lei! Non mi passa
nemmeno per l’anticamera del cervello, pensavo solo che...-
Lo interruppi disgustata,
mentre mi alzavo dal letto e puntavo gli occhi nei suoi –Che
cosa pensavi?! Ti
è piaciuto, lo so che ti è piaciuto
quell’abbraccio! Vi guardati per un po’, se
non vi avessi interrotti magari sareste ancora uno stretto
nell’altra!-
Sospirai
stremata e tolsi i capelli che mi si
erano appicciati alle guance a causa delle lacrime –Sai che
ti dico? Fa’ quel
che vuoi, sei uno stupido immaturo, sai quanto rischiamo, sai cosa
c’è in ballo
tra me e te ma forse la miglior cosa è questa! Starcene
ognuno per i cavoli
propri!-
-Cosa? No! No Care! Quello
che hai visto non era niente, non puoi mandare tutto all’aria
per uno stupido
abbraccio!- sentivo che gli dispiaceva, i suoi occhi in quel momento
erano
sinceri ma non potevo fargliela passare liscia, io non potevo
continuare a
vivere nell’ombra, nella paura, senza spontaneità,
senza libertà per un ragazzo
che non faceva corrispondere i fatti alle parole.
Klaus era una minaccia vera.
Klaus non era un gioco.
-Non sono io a mandare tutto
all’aria.-
Dio quanto bruciava la gola
a pronunciare quelle parole, nemmeno fossero di fuoco.
–Sei stato tu.-
Lo guardavo, non potevo non
farlo, anche se la sua espressione mi avrebbe fatto sentire un milione
di volte
più triste.
-Tyler per me è finita
qui.-
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Come ben sapete ho iniziato
a scrivere questa storia prima della terza stagione, cambiando
ovviamente il
corso degli eventi :) così ecco delle delucidazioni a
riguardo!
(*) Stefan: ho deciso di
farlo “uscire di scena” sottintendendo una ricaduta
col suo problema con il
sangue; così, divenuto pericoloso per la stessa Elena, ha
deciso di andare via
e lasciarsi andare.
(**) Eve è un
personaggio
inventato (ho preso spunto da una ruolata fantastica e per questo
ringrazio la
mia Francesca M. <3) non mi andava di riprendere la figura di
Sofie della
3x01 poiché questa “donna di troppo” la
immagino con tutt'altra psicologia.
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NOTE
DELL’AUTRICE:Allooooooora! Se volete lapidarmi fate
pure… me lo merito
ahahahhahahah! Lo so, sono un disastro! Vi ho fatto aspettare troppo
tempo ma
credetemi è stato difficile anche per me… non mi
piaceva nulla di ciò che
scrivevo, volevo rendere al meglio questo capitolo! Spero vi piaccia,
anche se
sono sicura che avrei potuto fare di più!
Tanti baci e un grazie
enorme per il vostro sostegno!
Morgana.