Che Monkey D Rufy fosse un incosciente sempliciotto lo sapeva da un bel pezzo.
Ma quando si erano ritrovati lì nel Nuovo Mondo e lui l’aveva salutato scodinzolando come un cagnolino, come se nulla fosse mai accaduto, Crocodile aveva avuto la certezza istantanea del fatto che fosse un emerito imbecille.
-Sei così contento di rivedere un nemico?- gli chiese sorridendo, assorto nel fumo del suo sigaro.
-Per nulla.- rispose quello –Però devo ringraziarti per aver salvato me ed Ace due anni fa.-
Crocodile si alzò allora in piedi, lentamente e compì qualche passo avanti verso Cappello di Paglia e la sua ciurma.
Mentre i suoi uomini erano guardinghi e pronti a reagire ad un qualsiasi gesto sospetto, il piccolo capitano se ne stava lì, davanti a lui, con la schiena piegata in un riconoscente inchino.
-Vediamo di chiarirci.- disse l’ex flottaro, conscio che tutto il suo essere crudele, costruito con fatica e sudore nel corso degli anni, fu smontato da una sola frase in poco più di due secondi.
–A Marineford mi sono semplicemente opposto alla Marina. In un’altra occasione ti avrei sepolto vivo sotto kilometri di sabbia.-
Rufy si grattò la testa.
-Non credo di poterti perdonare per ciò che hai fatto a Bibi.- disse serio –Però sono in debito con te, perciò, prima o poi mi sdebiterò.-
E se ne andò, voltandogli le spalle.
Camminava verso il sole calante, fiero e deciso.
Si era ripreso dal dolore che l’aveva calpestato durante la guerra. Senza pietà alcuna.
Proprio come lui, quando…
Crocodile sorrise.
“Il passato è passato…” pensò sorridendo e fece cenno a Das Bornes di seguirlo –Salpiamo anche noi.-
Sì, era guarito completamente dalle ferite infertegli dal suo passato.
Rufy si fermò ad un certo punto e si voltò verso l’uomo in soprabito che lasciava la cittadina portuale dalla parte opposta alla sua.
-Ehiii!- urlò per attirare la sua attenzione.
Crocodile si voltò appena.
-Ivachan mi ha detto cosa ti è successo!- esclamò agitando la mano in segno di saluto –Va bene se per saldare il debito, non lo dico a nessuno?-
L’ex flottaro inorridì ed ebbe un mancamento, ma si trattenne bene dallo svenire.
E così il suo più prezioso segreto era in mano non di uno ma di ben due perfetti idioti.
“Io… quasi quasi torno ad Impel Down…”