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Autore: lulumoon5    29/09/2011    5 recensioni
Sono passati dodici anni e a Camelot sembra non esser cambiato nulla. In realtà tutto è cambiato.
Merlin e Arthur hanno vissuto vite diverse, percorrendo strade opposte. E il corso del loro destino può portare ad un'unico risultato.
"La libertà non esiste, Morgana, perché c’è sempre qualcuno che detiene il controllo sulla nostra vita che sia una singola persona o il destino stesso. Possiamo solo provare e riprovare a rompere le catene" ( Capitolo 5 ).
Ma si sà il destino è un circolo vizioso, difficile da interpretare. E niente è quello che sembra.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Merlino, Morgana, Principe Artù, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 7

Dopo poco tempo, considerando la durata di un’intera giornata, Leon uscì facendogli segno di entrare. Merlin si fece forza e fece il primo passo nella sala sotto gli occhi dell’intero consiglio, fatta eccezione del medico di corte.

Davanti a lui l’assassino, il tiranno, il deturpatore lo scrutava con celata sorpresa e sospetto.

Tutto ciò che gli era stato insegnato di distruggere era lì a pochi passi da lui. Avrebbe potuto distruggerlo all’istante, vederlo sbriciolarsi ai suoi piedi, nessuno se ne sarebbe accorto. Sarebbe uscito dalla sala indisturbato lasciandosi alle spalle una grande sala vuota fatta eccezione di insignificanti resti umani.

Ma non sarebbe stato abbastanza. Doveva pazientare, attenersi al piano di Nimueh, al loro piano.

Si portò proprio di fronte a lui e chinò il capo rispettosamente.

< Mi hanno riferito che hai salvato la vita della mia figliastra. > commentò il re con uno sguardo se possibile ancora più dubbioso.

< Ho fatto solo ciò che era giusto, sire. Ho aiutato chi ne aveva bisogno. > rispose senza sollevare lo sguardo dal pavimento.

Umiltà, rispetto e servilità, bastava quello per entrare nelle grazie del re.

< Camelot è in debito con te. > disse severo, poi aggiunse < Ma sai bene che la tua presenza non è di buon auspicio per noi, non è vero, Merlin? >

< Sono venuto a sapere della guerra tra voi e Cenred solo di recente. Perché anche se il nome della mia casata ne è legato, non ne faccio più parte da parecchi anni. > rispose sollevando finalmente lo sguardo.

Il re lo fissò dritto negli occhi grigi per vedere se giaceva la verità in quello sguardo freddo.

< È stata proprio la tua casata a causare il conflitto sebbene le ragioni non siano ancora chiare. I contatti con Cenred si sono interrotti dopo la tua scomparsa…>

Ovviamente quello andava solo a suo vantaggio. Nessuno avrebbe dubitato della sua sincerità.

< Posso chiarirvi alcuni particolari, se desiderate mio signore… > aspettò pazientemente l’assenso del re e continuò < I rapitori che mi presero da bambino, chiesero un riscatto inusuale a mia madre, Lady Charis…Forse di questo non siete a conoscenza. >

Il re abbassò il capo, desolato, mentre ricordava con quale rabbia avesse abbandonato Camelot.

< Tua madre era una cara amica. Ricordo bene quanto fosse distrutta e mi rammarico di non averla aiutata nel momento del bisogno…>

< Non sono venuto qui per incolparvi, sire. > lo interruppe nascondendo le braccia dietro la schiena, stringendo i pugni fino a farsi male.

Il re annuì.< Continua. >

< La richiesta non riguardava oro ma un manufatto magico custodito qui a Camelot: un antico libro di magia. Non so perché presero proprio me, temo appartenessero alla stessa setta che mi rapì in precedenza…> Merlin fece una pausa al ricordo, l’unica dolorosa verità < Ero un bambino allora e non sapevo cosa stesse accadendo. Persino oggi non lo comprendo bene…>

Uther lo interruppe con un gesto della mano.

< La richiesta di Charis era folle e non potevo assecondarla. Ma, forse, avrei cercato di trovare un’altra soluzione se ne avessi conosciuto il motivo… >

< L’uomo che giustiziaste per aver tentato di rubare il libro era stato mandato da lei. Non biasimatela per le sue azioni…Scommetto che possiate immaginare quanto tormento provava all’idea di suo figlio in mano a pericolosi stregoni. >

Il re lo guardò apprensivo e annuì stancamente, era la sua paura più grande.

Quasi nessuno si era accorto della presenza del principe, che ascoltava silenzioso in fondo alla sala.

< Alla fine organizzò una spedizione con l’aiuto del re, dopo averlo informato del vostro rifiuto. Purtroppo la spedizione andò male, tra i rapitori c’erano stregoni potenti e spietati. Sono morti da entrambe le parti, solo pochi cavalieri tornarono a Cenred a mani vuote. Gli ultimi stregoni, al limite della disperazione, mi abbandonarono nei pressi di un lago lasciandomi al mio destino. Non ero più di alcuna utilità. Ero gravemente ferito e sarei morto se due contadini non mi avessero trovato e accolto con sé. Quando mi ristabilì era troppo tardi. Seppi dalle guardie di Cenred che mia madre si era uccisa con un potente veleno, allora tornai dai due che mi avevano trovato e crebbi in campagna il tempo necessario per imparare a vivere da solo. >

< E non sei più tornato a Cenred? >

< Ho viaggiato da quando ho compiuto quindici anni per tutti i regni, ma no, non sono più tornato a Cenred. >

Uther annuì guardandolo con una scintilla di compassione, che disgustò Merlin.

< Mi dispiace per le sofferenze che hai patito e ti devo la vita della mia figliastra. Se resti a Camelot verrai accolto come un ospite d’onore. >

Merlin accennò un sorriso.

< È da tempo che non dormo in un letto. >

< Fermati finché lo riterrai necessario…Spero che una di queste sere ti unirai con me a cena. Magari potremmo approfondire la questione, ci sono molte altre cose che vorrei chiarire. >

< Certo, mio signore. > disse Merlin chinando il capo.

Leon gli fece cenno di seguirlo e lo accompagnò fuori. Prima di uscire Merlin scambiò uno sguardo con Arthur. Sapeva che era lì dietro. Non era mai stato troppo delicato nel chiudere le porte.

Arthur era confuso. C’erano tante cose che non lo convincevano in quella storia. Forse perché tra le tante cose che poteva immaginare essergli successe quella non l’aveva neanche lontanamente sfiorato. Era quasi impossibile credere che dopo essere fuggito fosse stato rapito dallo stesso gruppo.

Certo, la storia coincideva perfettamente con le poche informazioni a loro disposizione ma c’era una domanda che non poteva evitare di porsi: perché non era tornato prima? E cosa lo portava lì a Camelot adesso?


******


Merlin venne guidato da una serva nelle stanze che gli erano state assegnate. Era una ragazza cordiale dalla insolita carnagione scura, insolita almeno in quella ragione. Con un sorriso lo scortò in un corridoio che non conosceva, pieno di stanze destinato agli ospiti, allo stesso piano delle stanze di Arthur.

< Io mi chiamo Guenivere, sono la serva personale di Lady Morgana. Finché non vi verrà assegnato un servitore potete chiedere a me per qualsiasi cosa. > disse aprendo le finestre, un po’ troppo piccole per illuminare l’intera stanza.

< C’è qualcosa che puoi fare ora. > la interruppe Merlin con un sorriso< Sai dove si trova la tua padrona al momento? >

Guenivere esitò confusa dalla domanda.

< Conoscete Lady Morgana? >

Merlin sorrise.

< Diciamo che ci siamo conosciuti durante il suo ultimo viaggio. >

Gwen si diede della stupida. Ma certo…Era lui il cavaliere che l’aveva soccorsa. Non l’avrebbe mai detto dal suo aspetto.

< È dal medico di corte. Gaius ci tiene a tenere i suoi pazienti sotto osservazione…>

Un lampo di furia passò negli occhi del ragazzo ma Gwen non se ne accorse, troppo imbarazzata per guardarlo negli occhi.

< È molto…professionale, da parte sua. > commentò a bassa voce, come se stesse parlando con se stesso.

Seguì un momento di silenzio nel quale la serva non seppe che fare a parte attendere ordini.

< Grazie, Guenivere, per adesso è tutto. > disse all’improvviso, ricordandosi della sua presenza.

Dopo ciò Gwen fece un profondo inchino e uscì lasciando il ragazzo solo ad esplorare le sue stanze.


******


Morgana era seduta sul letto nella camera sopra lo studio di Gaius, irrequieta. Stava bene, non aveva bisogno di altro riposo. Se l’avesse saputo si sarebbe sforzata di restare sveglia a cavallo.

Sollevò la veste sino a scoprire la ferita: era quasi del tutto guarita, non sentiva neanche più fastidio. Sbuffò incrociando le braccia. Avrebbe voluto tornare a castello per spiegarsi, temeva che Merlin potesse avere problemi. Non potevano lasciarla lì, isolata, come se non c’entrasse nulla con tutta la faccenda.

Dopo mezz’oretta entrò Gaius accompagnato da Gwen, che non appena la vide corse subito ad abbracciarla.

< State bene? > chiese apprensiva.

< Sto benissimo! > disse imbronciata.

Gwen sorrise, confusa alla sua espressione.

< Gaius non vuole lasciarmi andare…> spiegò.

< Un po’ di riposo può solo farvi bene, mia cara. > s’intromise il medico < Stasera vi toglierò i punti e domani mattina sarete libera, ve lo prometto. >

< Ma come, così presto? > chiese Gwen allarmata.

Non ne sapeva molto di medicina ma aveva una certa esperienza in fatto di punti di sutura. Suo padre si feriva sul lavoro praticamente ogni settimana. Morgana in risposta scoprì il polpaccio fissando indispettita il medico. Gwen sgranò gli occhi.

< È stato Merlin a curarmi. > dichiarò orgogliosa.

< Sapete se ha usato qualche erba? > chiese il medico impassibile.

Morgana esitò imbarazzata.

< Veramente ero incosciente mentre…> Gwen si morse il labbro per non ridacchiare ma Morgana continuò cercando di nascondere il rossore < Non lo so, ma potete chiederlo direttamente a lui. È a palazzo, vero? > chiese speranzosa.

< L’ho appena accompagnato nelle sue stanze. > rispose Gwen.

Il medico intanto prese a esaminare la ferita, silenzioso.

< Non ha avuto problemi con Uther? >

< Non saprei, perché? >

< In realtà non lo so, non so nulla di lui…> commentò pensierosa Morgana.

< Certo è stata una fortuna incontrarlo, ma non ho capito bene come vi siete ferita…>

Morgana esitò, abbassando di poco lo sguardo, non ci aveva più pensato, preoccupata com’era per le sorti di Merlin.

< Sono stata attaccata da otto soldati…Lui mi ha salvata e riaccompagnata qui. >

Gwen era senza parole.

< Otto? Tutto solo? Neanche Arthur è tanto abile! >

Morgana sorrise ricordando le parole di Merlin al riguardo. A parer suo non era affatto capace di duellare. Che ironia.

Gaius, intanto, guardava fuori dalla finestra pensieroso e…malinconico, in un certo senso. Morgana l’aveva appena notato quando Gwen riprese, distraendola.

< Ah, quasi dimenticavo! Ha chiesto di voi…Credo volesse passare per sapere delle vostre condizioni. >

Morgana provò un’improvvisa voglia di rivederlo.

< Passerà? >

< È meglio di no, lady Morgana. > intervenne il medico < Dovete riposare. >

Prima che potesse ribattere aggiunse:

< Non mancheranno le occasioni di parlargli, non è vero Gwen? >

< Oh sì, mia signora! Sono sicura che si fermerà a Camelot per parecchio tempo, o almeno è quello che ho sentito in giro…>

Morgana si rassegnò, sperando fosse davvero così.

< Portagli i miei saluti. >

< Lo farò, non temete. > disse Gwen con un sorrisetto che la infastidì non poco.


******


Merlin fece entrare il corvo dalla finestra e gli tese la mano. Quello zampettò sul davanzale fino ad aggrapparsi al suo avambraccio pulendosi l’ala col becco.

Legò il messaggio alla zampa dandogli un pezzo di frutta per ringraziarlo. Poi lo fissò negli occhi e gli diede tutte le istruzioni necessarie per recapitarlo. Quando vide il bagliore dorato riflettersi in quelle pozze nere, capì che aveva funzionato.

< Fai un buon volo. > gli sussurrò prima di lanciarlo fuori dalla finestra.

Era il modo più elementare per comunicare con lei. Certo, era lento ma lui non aveva alcuna fretta. Gliel’aveva detto lei stessa: prenditela comoda, usa la magia solo quando sei certo di non essere visto da occhi indiscreti.

< Qui non si tratta di uccidere una persona, > aveva detto Nimueh pochi anni prima < ma di distruggere un regime, di togliere il marcio a Camelot… >

Merlin aveva fatto una smorfia di dolore, mentre si risollevava lentamente da terra dopo un esercizio particolarmente complesso: contenere in un piccolo spazio una scarica di energia.

< Non capisco come! >

Nimueh aveva sorriso ponendogli le mani sulle spalle.

< Tu puoi fare ciò che vuoi. Col tuo potere potresti cambiare il mondo in un battito di ciglia. Ma devi ancora imparare a dominare le tue emozioni! Sono quelle l’ostacolo che devi superare. >

< Non hai ancora risposto. >

Il suo sorriso si era allargato ancora di più.

< Una volta che sarai pronto per tornare a Camelot, sonda il terreno, cerca di introdurti tra gli affari di corte, guadagnati la fiducia di Uther…Dobbiamo colpire dove c’è debolezza per avere successo! >

Merlin aveva annuito abbassando lo sguardo sul cortile pietroso.

< Ora riprendiamo…> aveva detto allontanandosi e puntando il palmo aperto contro di lui < Ricorda, non cercare di evitarla, fermala e contienila. >

Aveva pronunciato un breve incantesimo e una scarica improvvisa l’aveva accecato, cogliendolo impreparato.

Guardando fuori vide Arthur, con solo una tunica leggera e una spada, marciare verso il campo d’allenamento. Era chiaro che non aveva nulla da fare lì, dato che non indossava l’armatura, ma allora dove stava andando? Avanzava spedito con lo sguardo fisso al suolo, pestando i piedi come solo un soldato sa fare. Avrebbe tanto voluto parlargli per spiegare, per sapere…

Chiuse di scatto le ante appoggiando la fronte al vetro gelido. Niente errori…Quello che doveva fare era sistemare le sue cose nella stanza, come se fosse tutto normale, e prepararsi all’incontro di quella notte.

Non importava ciò che gli aveva detto Nimueh, sarebbe andato comunque. Era inevitabile.


******


Quando Gwen uscì dopo avergli portato la cena, Merlin prese il mantello e uscì. Non c’era motivo di aspettare notte fonda, non l’avrebbe visto nessuno e poi non riusciva più a pazientare.

Seguì l’evidente traccia magica, che lo condusse ad un’entrata nascosta dei sotterranei, dove c’erano due guardie che scolavano grossi boccali di birra. Passò indisturbato rendendoli momentaneamente ciechi ai suoi movimenti e corse giù per le scale che sembravano non finire mai.

In fondo all’ultima rampa si ritrovò al margine di una grotta enorme, così profonda che non riusciva a scorgerne il fondo.

< So che sei qui! > gridò < Fatti vedere! >

Un ruggito ruppe improvvisamente il silenzio e una bestia poderosa atterrò davanti al lui, su una roccia abbastanza grande da contenerlo, e chiuse le ali lungo i fianchi. Merlin si avvicinò alla bestia, curioso, l’unico drago che aveva visto era rozzamente disegnato su un libro.

Quello piegò la testa di lato studiandolo, anche lui sembrava altrettanto curioso.

< Finalmente ci incontriamo, giovane mago! > disse infine con voce tonante.

Sebbene il suo tono non avesse inflessioni particolari, sembrava dubbioso. Lo vedeva nei suoi grossi occhi, che seppure appartenevano a un drago parevano molto “umani”.

< Sorpreso? > chiese Merlin allargando le braccia.

< È incredibile che un tale potere risieda in un corpo così piccolo. >

Merlin non seppe se sentirsi lusingato o offeso ma non disse niente pensando a quale domanda porgli per prima. Un rumore echeggiante attirò la sua attenzione e notò una robusta catena legata alla zampa posteriore del drago, che lo teneva prigioniero in quella caverna.

< Perché non ti liberi drago? > chiese Merlin, non riuscendo proprio a capire come delle semplici catene potessero fermarlo.

< Ciò che mi trattiene non è il ferro, Merlin. Un potente incantesimo è stato pronunciato su queste catene…E comunque se non fossi qui, non ci saremmo mai incontrati. >

< Sei stato tu quella notte ad avvertirmi…Perché? >

Il drago rise, ancora una volta dimostrando la sua similarità con gli uomini.

< Noi due siamo destinati a gradi cose insieme. Il tuo destino corre inevitabilmente con il mio. Entrambi vogliamo la stessa cosa. >

Merlin annuì immaginando il rancore che doveva portare al re.

< Mi aiuterai a deporre Uther? >

< No, Merlin…Non è tuo destino, né tuo desiderio farlo. >

Rise ancora mostrando le lunghe zanne ingiallite.

< Sei troppo potente, mago, per sottometterti al volere di una strega invidiosa. Perché Nimueh è assetata di potere e ha visto il tuo…>

A Merlin venne l’amaro in bocca a quelle parole di scherno.

< Che ne vuoi sapere tu, drago? Non sei altro che l’ultimo di una razza svanita nel nulla…Non mi aspetto che condivida la nostra visione. >

< Ti fidi di lei? > chiese ignorando le sue parole.

Merlin deglutì stringendo i pugni.

< Ciecamente! >

< E cosa farai quando ti chiederà di uccidere il principe Arthur? >

A quel nome tutta la sicurezza del ragazzo svanì nel nulla. Merlin non riuscì a reggere lo sguardo penetrante del drago, sembrava conoscerlo meglio di se stesso. Si sentiva spogliato, trasparente di fronte a quella creatura.

< Farò…tutto ciò che mi chiederà > disse lentamente.

< Ti ha ordinato di non parlare con me, eppure…Eccoti qui! >

< Credevo di trovare un alleato! Ma mi sbagliavo! >

Il ghigno del drago si allargò facendo infuriare ancora di più Merlin.

< Sono molto di più che un alleato…Noi due abbiamo lo stesso sangue! >

Percepì un brivido freddo lungo la schiena a quelle parole sibilline. Chiuse gli occhi mentre la sensazione si espandeva in tutto il suo corpo e non appena li riaprì trovò il drago fissarlo, questa volta senza traccia di divertimento. La potenza magica di quelle parole era innegabile.

Merlin gli voltò le spalle raccogliendo la torcia da terra.

< Addio drago! >

< Arrivederci, giovane mago. >

******

Ok ...rieccoci. Sono felicissima di avervi ritrovato a recensire!!! 

Una precisazione: lo so che la dimensione dei caratteri cambia da capitolo a capitolo, ma ancora non ho capito bene  il programma. Un'altra: purtroppo mi sto rendendo conto che questa storia si sta allungando di giorno in giorno...è necessario per arrivare dove voglio. Quindi spero non vi stancherete di me. L'ultima: le frottole dette da Merlin hanno comunque un fondo di verità...verrà tutto approfondto in seguito.

A Chiby Rie_chan: Grazie mille!!! Non mi aspettavo questo entusiasmo! Mi impegnerò seriamente per far si che non succeda più (meglio dimenticare quel vuoto lungo mesi....)

A Miki87: Si bhè, Arthur non poteva accoglierlo a  braccia aperte dopo tutti quegli anni passati nella  convinzione che fosse morto. Ha sofferto molto la sua assenza, ma avranno presto un confronto, lo prometto... Parlando di Morgana , lei è subito attratta  da Merlin, perchè non ha mai conosciuto qualcuno come lui, ne è...affascinata è la parola adatta. 

A elfin emrys: Ah che bello leggere i tuoi commenti! Proprio in questo momento sto ricorreggendo, o almeno provando, a correggere tutti i capitoli, compreso lo scorso. Sono contenta che nonostante gli errori ti sia piaciuto. E posso assicurarti che non dovrai sopportare un altro ritardo simile.

Detto questo vi ringrazio ancora per le recensioni, sono sempre molto gradite... spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto!!!

BaciXD


  
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