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Autore: LadySaiyan    29/09/2011    9 recensioni
Scappare era l'unica cosa da fare.
Il pianeta era stato attaccato e nessuno avrebbe potuto salvarsi dalla furia omicida di quell'essere.
Un essere così piccolo.
Genere: Drammatico, Mistero, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
- Questa storia fa parte della serie 'Blood and Tears'
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IL BAMBINO DAGLI OCCHI DI TENEBRA



Era un pomeriggio come tanti sul pianeta Krotax, e il piccolo Jamie stava giocando nel giardino della sua casa, quando una scia luminosa comparve nel cielo.
Inizialmente sembrava una stella cadente, ma poi quella cosa cadde al suolo provocando una grossa esplosione in una zona dove sorgeva una città.
"Accidenti! Ma cosa sarà stato?" si chiese terrorizzato. Non aveva mai visto nulla del genere.
"Cosa è stato?" urlò improvvisamente sua madre uscendo da  casa.
"E' caduto qualcosa dal cielo, in città!" rispose alla sua interlocutrice.
"Un meteorite?"
"Non credo...andiamo a vedere!" incitò, dopodiché salì in auto con la madre, per raggiungere il luogo dello strano atterraggio.
Mentre si avvicinavano alla metropoli assistettero ad un esplosione spaventosa. Stava accadendo sicuramente qualcosa di terribile.
"Mio dio, che cosa starà accadendo?" domandò preoccupata la donna con il cuore in gola. Quando giunsero alle porte della città videro il caos più totale.
Gli automobilisti erano impazziti, guidavano contromano e i passanti correvano disperati in qualunque direzione. Altre esplosioni fecero crollare interi palazzi e grattacieli.
"Mamma, chi starà facendo tutto questo?"
"Non ne ho idea...vado a vedere...resta qui in macchina tu!"
"No! Voglio venire anche io!"
"Non se ne parla proprio, stai qui!" detto questo sua madre scese dall'auto correndo verso l'origine di quella distruzione.
Jamie nel frattempo osservava il paesaggio insolito: gente che urlava terrorizzata, che scappava verso una meta ignota, alcuni piangevano e se ne stavano fermi, altri, come il ragazzino se ne stavano a guardare tutto quello senza sapere che cosa stava accadendo realmente. Furono moltissime le esplosioni successive all'allontanamento di sua madre, tanto che cominciava a pensare che fosse accaduto il peggio. Il suo cuoricino batteva all'impazzata, non aveva mai visto nulla di simile nel suo pianeta. La paura lo portò a scendere, e a cercar di trovare colei che era sparita. "Mamma! Mamma!" gridò con tutta la sua voce, notando che altri bambini cercavano la loro mamma. Però nulla, c'era solo una grande mandria di gente che scappava da ogni parte, come se fossero topi in trappola.
Jamie si allontanò dall'auto cerncando di individuare sua mamma in mezzo a quel disastro.
Come una  luce in mezzo al buio, sua madre comparì in mezzo alla confusione. Correva a perdifiato, e aveva un'espressione malformata dal terrore.
"JAMIE SCAPPA!!!!!" gridò la donna in preda alla disperazione, prima di cadere sulle ginocchia colpita da qualcosa di luminoso che le perforò la schiena.
 Un fiotto di sangue le colò dalle labbra. Il bimbo trattenne il respiro e un nodo nella gola quasi gli impediva di respirare.
Corse verso la madre che giaceva a terra in una pozza rossa come le fiamme che regnavano incontrastate nella città. Disperato, il piccolo Jamie si chinò su di lei, cercando in tutti i modi di rianimarla, invano. Ormai la sua mamma non c'era più. Le lacrime iniziarono a scorrere come un fiume lungo le sue morbide e candide guancie. Il dolore era insopportabile, piangere non bastava al suo sfogo, così iniziò ad urlare, a piantare le nocche per terra fino a farsi male.
 L'aveva persa per sempre. E per colpa di chi? Quella domanda gli saltò alla mente come un fulmine a ciel sereno.
Quando alzò lo sguardo si guardò intorno: nessuno scappava più. Intorno a lui c'era solo un tappeto di cadaveri. Poi, come dal nulla, in mezzo a quella distesa di morte, comparve un bambino. Era certamente più giovane e più basso di lui, ma particolarmente strano. Anzi, strano non era l'aggettivo giusto. Inquietante gli si addiceva a pennello.
Indossava un'armatura bianca, a cui era attaccato un mantello rosso. Portava capelli neri, puntati verso l'alto. Al primo impatto sarebbe sembrato un bambino normalissimo, ma gli occhi, neri come le tenebre, e impregnati di malvagità facevano di quel bimbo un individuo inquietante.
A quel punto Jamie ricordò: sayan. La razza sterminatrice, quella che distruggeva pianeti per conquistare la galassia. Se ne sentiva parlare spesso, ma lui non aveva mai pensato che sarebbero potuti arrivare anche nel suo mondo. Quasi non poteva credere che un bambino avesse potuto causare tanta distruzione. E soprattutto non riusciva a credere che un bambino potesse essere così malvagio. Quegli occhi, brucianti di collera, non si staccavano dai suoi, mentre avanzava lentamente tra i corpi senza vita dei suoi simili.
Il terrore lo aveva ghiacciato da capo a piedi. Ma doveva fare qualcosa. Rivolse un ultima occhiata verso la madre defunta. La baciò su una guancia prima di alzarsi. 
Scappare era l'unica cosa da fare. Il pianeta era stato attaccato e nessuno avrebbe potuto salvarsi dalla furia omicida di quell'essere. Un essere così piccolo.
Sentiva le gambe pensanti,come se stesse portando avanti dei massi, nonostante ciò correva più che poteva, cercando di non calpestare i corpi della sua gente.
Inciampò varie volte, ma l'istinto continuava a digli di correre, correre e correre. Non si guardava alle spalle, non voleva, non poteva.
Era una corsa senza meta, senza speranza. Ormai sapeva che sarebbe morto anche lui. Era chiaro come l'acqua.
Quando cadde per l'ennesima volta, non si rialzò più. Non ne valeva la pena. Si voltò verso il bambino dagli occhi di tenebra che oramai era a pochi passi di distanza.
Tra le lacrime ebbe solo la forza di chiedere una cosa.
"Chi sei tu? Perchè fai tutto questo?" chiese con un fil di voce.
"A te che importa? Tanto ora morirai" fu la replica fredda del sayan.
"Chi sei?" domandò di nuovo.
"Il Principe dei sayan" fu la risposta, accompagnata da un luminoso ki-blast che disintegrò l'innocente Jamie, ponendo fine alla sua sofferenza.  


Nota dell'autrice: Lo so, è una sciocchezza questa shot, ma era da tanto tempo che le avevo dato vita, così ho deciso di darle una correzione e una ripulita.
Quindi spero che sia venuta abbastanza decente...
Grazie comunque per aver letto^^


 
   
 
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