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Autore: M e g a m i    29/09/2011    1 recensioni
« Hai paura di me, donna? »
« Non ho paura… »
Dovresti.
Mi basterebbe sfiorarti per porre fine alla tua vita.
Sì...
Mi basterebbe… sfiorarti.
Il calore della tua mano brucia.
Sto morendo, divorato dalle fiamme.
Divento cenere, sotto il tuo tocco rovente.
Ma questo fuoco che sento dentro, non fa male.
Non sento dolore.
Non sento più… niente.
Sono cenere, nient’altro che cenere.
Eppure, una parte di me continua a vivere.
Il mio... cuore.
Al caldo… dentro di te.
[Ulquiorra x Orihime]
-
« Ciao, Rukia. »
Le tue labbra si schiudono in un sorriso.
Pronunciano parole che non vorrei sentire.
Parole che non mi merito.
Parole che finiranno perse nel vento.
« Grazie. »
Perché mi ringrazi, stolto?
Non dovresti.
No, non dovrebbe essere così.
Provo l’impulso di avvicinarmi, di sfiorarti il viso.
Sentiresti il calore della mia mano, della mia anima, anche se non puoi vedermi?
[Ichigo x Rukia]
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inoue Orihime, Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo, Schiffer Ulquiorra
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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NDA:  questa previssima flashfic/dialogo/chiamatelo come volete, mi è stata ispirata da quest'immagine. -> http://imageshack.us/photo/my-images/12/uo37.jpg/


Orihime: « La vedi quella luna? Non ti sembra che si stia quasi prendendo gioco di noi? Sta lì, ci guarda e sorride soddisfatta. Mi chiedo cosa ci trovi di tanto divertente. Forse perché lei sa cose che noi non sappiamo. Forse perché dopo aver guardato per tanto tempo gli uomini, li trova stupidi. »
Ulquiorra: « Gli uomini sono stupidi.  »
Orihime: « Forse allora anche tu se un po’ stupido. Infondo, una volta sei stato un uomo anche tu. Una cosa del genere non si dimentica e basta.  E’ per questo che piangi, Ulquiorra? E’ per questo che i tuoi occhi sono così tristi? Tu soffri, come tutti gli uomini. E scommetto che sai anche ridere… e amare. Sbaglio? Tanto non mi risponderai mai, lo so. In questo momento starai sicuramente pensando: “Questa donna è davvero strana. Dice cose senza senso.”, non è vero? »
Ulquiorra: « No. Penso sul serio che tu sia strana, donna. Ma le cose che dici non sono tutte senza senso. »
Orihime: « Ah, lo sapevo. »
Ulquiorra: « Cosa? »
Orihime: « Che io te non siamo poi così diversi. »
Ulquiorra: « Ecco, questa è una cosa senza senso. »
Orihime: « Perché dici così, adesso? »
Ulquiorra: « Perché io e te non potremmo essere più diversi, donna. Io sono il dolore, l’oscurità. E tu sei… sei il mio opposto. »
Orihime: « Questa è una cosa senza senso. »
Ulquiorra: « No, non lo è. »
Orihime: « Invece sì, che lo è. Perché vedi, proprio adesso, mentre parliamo… i tuoi occhi sembrano già più felici. Come i miei. Guardami. Non lo vedi anche tu? I nostri occhi sono gli stessi. Cosa c’è di così diverso tra me e te, allora? »
Ulquiorra: « Non puoi capire. »
Orihime: « Allora spiegamelo. »
Ulquiorra: « Non capiresti lo stesso. »
Orihime: « Stai dicendo che sono stupida? »
Ulquiorra: « No, non sto dicendo questo. »
Orihime: « A me sembra di si, invece. Ah, ecco ho capito! E’ questa la differenza che intendi? Che tu sei intelligente e io no? Beh, mi spiace deluderti, ma all’ultimo test di matematica ho perso novantotto. No-van-tot-to. »
Ulquiorra: « Che cos’è un test di matematica? »
Orihime: « E poi sono io, la stupida... »
  
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