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Autore: Faddo    29/09/2011    1 recensioni
Un viaggio per il mondo senza meta, che porterà il nostro protagonista, soprannominato, "Eagle" a far scoprire cosa vuol dire viaggiare per davvero.
Il tutto partirà da Londra, città dove si ritrova per ascoltare un gruppo Rock che ama, da lì si ritroverà a vivere una delle serate più folli che abbia mai vissuto in un anno di Viaggio.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1: Suona e Scappa

Abbandonare tutto per non esser stretti dalla cinghia della schiavitù e poter vedere il mondo oltre i muri immaginari che l'uomo ha posto e si pone quotidianamente, questo è il mio credo se mai qualcuno me lo venisse a chiedere.
Se ho un nome? Certo che ce l'ho son pur sempre nato e vissuto fino ad una certa età come voi, mi chiamo  Elmore Temley ma preferisco farmi chiamare per soprannome, Eagle.
Quello che faccio nella mia vita è viaggiare, da quando ho abbandonato l'università prima di laurearmi fino a oggi, è passato un solo anno per ora,  e credetemi, io sto vedendo cose che nessun'uomo vedrà mai mentre starà leggendo queste mie parole.
Per viaggiare sfrutto un pulmino della Wolkswagen, di sicuro ne avrete visti a miliardi in film, telefilm o cartoni, perciò non credo vi serva descriverlo o dirvi di che marca è, però, un paio di cose magari potrei dirvele: è verde scuro, il retro è arredato per viverci con quasi tutto il necessario, ha visto le stesse cose che ho visto io del mondo e sulla fiancata destra e sinistra ci sta scritto la parola:
"Yuma".

Ora come ora mi ritrovo nella gigantesca Londra a girovagare tra le miliardi di strade che riempiono il centro in una notte particolare, questo perchè uno dei miei gruppi preferiti suona in città proprio mentre io ero di passaggio per l'Inghilterra, ho colto al volo l'occasione come ogni buon fan della musica rock avrebbe fatto.
Adoravo il rock, quella musica mi ha accompagnato fin da piccolo, questo perchè mio padre suonava la chitarra elettrica per hobby; stavo ore ed ore a sentirlo mentre muoveva le dita sul manico di quella vecchia Fender Stratocaster Gialla sempre mal accordata, nonostante fosse un rottame suonava meglio di qualunque altra chitarra.
Non saprei dire se mio padre era un genio alla chitarra, ne tanto meno la cosa è importante, però posso dirvi che la sua musica che suonava e mi faceva sentire, come ho detto prima, mi ha accompagnato sin dalla nascita; sempre con la musica rock son cresciuto quando ho cominciato a suonare pure io la chitarra, mi ha pure seguito mentre studiavo, quando ero in macchina, l'unico momento nella quale non era con me, era forse dentro le aule della scuola. Si sa che però come ogni studente avevo i miei metodi per non farmela mancare pure in quel momento.

Tornando a quella serata cercando di non divagare troppo sul mio passato.
Ero quasi arrivato all'entrata del "The Hawley Arms" uno tra i locali migliori di Londra per ascoltare del buon rock, ci ero stato una volta nel passato, ma era quando andai in gita con la scuola che in una sera, quando ci lasciarono liberi di gironzolare tra le vie non sempre raccomandabili di Londra ci siamo ritrovati a sentire un concerto dei Pink Floyd; anche se un tempo L'Hawley Arms non era così, a dire il vero quando entrai lo trovai molto diverso, scoprì solo in un futuro non molto prossimo che ebbe subito tanti cambiamenti dall'ultimo decennio.
Quella sera all'Hawley Arms ci sarebbe stato il concerto della mia band preferita, proprio i Pink Floyd, o almeno speravo fossero loro, credevo fosse un Reuniting, ovvero un ritrovo, ma invece si dimostrò solo una tribute band.

Entrare nell'edificio non mi fu molto difficile, presi la chitarra che mi portavo dietro prima del concerto ed entrai dal retro superando il backstage dicendo che ero uno dei gruppi spalla della serata, una signora davvero molto carina, bionda mi disse in inglese:

"Oh, tu devi essere il sostituto chitarrista dei Carries, vai pure sul retro se hai bisogno di cambiarti il primo concerto sta per cominciare tra poco"

Io posando la mia chitarra a terra feci un enorme sorriso alla signora che mi era parsa così tanto gentile rispondendo:
"Ma no, si figuri, non ho bisogno, son pronto così, anche se quasi quasi una doccia me la sarei dovuta fare prima di venire, tanto alla fine del concerto puzzerò come una capra; comunque io di solito prima di un concerto vado tra il pubblico, mi aiuta a rilassarmi, sa, è come se mi connettessi con il pubblico per aver meno stress durante la serata".

La biondina si mise a ridere, un po' per un paio di errori in inglese, che mi fece passare per un dislessico, inoltre rise anche per la mia strana abitudine e rispose:

"Ok, ti capisco, vai pure"

Per mia enorme fortuna sembrava che ci fossero veramente dei gruppi spalla e che uno di loro aspettava un sostituto, quello doveva esser il mio giorno fortunato, non c'era altra spiegazione.
Arrivato tra il pubblico notai che c'era un grande brusio tutti parlavano di moltissime cose: c'è chi parlava dei gruppi che avrebbero suonato, alcuni esprimendo le loro canzoni cover e originali che più amavano, altri parlandone della loro biografia; poi c'era chi invece parlava di fatti loro aspettando che arrivasse il pranzo o un loro amico; tutti sproliloqui inutili.
Se vi state chiedendo perchè abbia organizzato tutto questo casino solo per entrare ad un concerto era per due motivi: il primo era perchè adoro le entrate in grande stile, il secondo è perchè l'entrata costava parecchio per me, essendo un uomo senza patria non ho un lavoro e ho pochissimi soldi tra quelli che guadagno grazie a dei lavoretti e che raccimolo suonando per le strade.

Dopo qualche minuti ecco che finalmente entro il primo gruppo, non ricordo come si chiamavano, tanto meno i pezzi, che suonarono quella sera, l'unica cosa che ricordo era che il loro stile era davvero mediocre, però tra tutti spiccava di sicuro il tastierista, bisognava ammettere che quello non aveva delle dita normali, avrà avuto le migliori dita che un pianista possa avere, tutto dovuto di sicuro ad un allenamento e ad una pratica con il suo strumento che lo avrà portato allo sfinimento.
Il secondo gruppo che entrò erano questi Carries, sembravano dei ragazzoti sbandati a prima vista; tra tutte le cose che si potevano notare, spiccò il fatto che salirono sul palco senza strumenti, il bassista e cantante si avvicinò al microfono e con un tono molto triste disse al pubblico:

"Ci spiace annunciare che il chitarrista sostiuto non si è presentato, questa sera non potremmo suonare, perciò lasciamo spazio alla band della serata"

Tutti e tre i componenti della band se ne andarono lasciando il palco, tra tutto il brusio che si formò spiccò la mia voce che urlò:

"Aspettate, ci sono io!"

Il brusio cessò e tutti gli occhi furono puntati su di me, io corsì con la chitarra verso il palco e dissi parlando al bassista faccia a faccia:

"Potrebbe esser, il tuo giorno fortunato, dimmi la vostra scaletta, conosco un milione di pezzi, forse conosco tutti quelli che suonerete stasera"

Il ragazzo mi guardò e mi disse:

"No, preferisco rinunciare che affidarmi alla fortuna e al caso, ormai la serata è rovinata"

Stava per andarsene quando io lo afferrai per la spalla tirandogli la camica e guardandolo bene negli occhi dissi con un tono da maestro:

"Ma che razza di Leader sei? Rinunciare ad un live solo perchè vi manca il chitarrista per la serata, ormai che sei qui, devi provarci, come speri di andare avanti nella tua band se appena accade qualcosa butti tutto in aria? Ora dimmi questa cazzo di scaletta e io te la suonerò, magari da tutto questo trambusto potrebbe nascere qualcosa di incredibile o di migliore, più di quanto possiate immaginarvi"

Il bassista scrollò la mia presa e rimettendosi a posto la camica mi disse quasi offeso:

"Ok, vada per il chitarrista barbone di fortuna, tieni questo foglio, è la scaletta"

Diedi una rapida occhiata al foglio, lo lessi in maniera talmente veloce che il bassista non ebbe tempo per pensare a cosa fare che io accettassi o meno; però i loro brani per loro fortuna li conoscevo tutti e fu a quel punto che dissi:

"Ragazzi, stasera si sfonda il locale, ora ditemi dove posso collegare la mia Stratocaster"

Il volto dei ragazzi dei Carries, si accese come un lampione nuovo in una strada buia.
Salito sul palco, il bassista fece le presentazioni come si deve e subito senza esitar troppo, il batterista diede il tempo e partì il brano.

Non voglio raccontarvi troppo del mio concerto di fortuna, posso solo dirvi che gli errori e le stecche furono molto limitate, credevo potesse finire peggio nonostante la mia spavaldaggine faceva sembrare che la serata potesse finire in gloria, diciamo che si concluse con un lieto fine.
Appena pure l'ultimo gruppo suonò me ne andai dal locale.
Dei Carries non ne seppì più niente, l'unica cosa che posso dirvi e che quella sera gli salvai il culo come nessun'altro avrebbe mai fatto nella loro carriera e di questo il bassista me ne fu molto riconoscente, dandomi parte dell'incasso della serata, anche se in realtà era la parte che sarebbe spettata al sostituto chitarrista che non si è mai presentato.
Prima di andarmene il ragazzo mi pose una domanda, che sotto sotto mi sarei aspettato di ricevere:

"Senti, che ne diresti di unirti al nostro gruppo? Sai questa sera hai suonato di fortuna e mi sei sembrato quasi migliore del nostro chitarrista infortunato"

Io mi accesi una sigaretta prima di andarmene con la chitarra in spalla, quella domanda aveva una risposta che a dire il vero mi ero già preparato mentre ero sul palco.

"Volentieri, ma, mi spiace, non fa per me fermarmi in una città, io giro il mondo, però, se un giorno ricapiterò a Londra e saprò che c'è un vostro concerto non esiterò a venire per vedervi, buona fortuna, sento che i Carries potrebbero far strada, il segreto non sta solo nella musica, serve anche forza psicologica e un etica retta cari ragazzi"

Il bassista non mi lasciò ancora andare via, e mi chiese un ulteriore domanda:

"Aspetta, come ti chiami?"

"Il mio nome non lo sa quasi nessuno, per tutti io sono Eagle, e volo in questo mondo in libertà"

Risposi in tutta serenità.

Me ne andai sparendo nell'ombra, non vidi i volti di quei ragazzi, ma di sicuro le opzioni erano due: o erano tristi o erano sorridenti, in entrambi i casi ad esser onesto non me ne fregava più di molto.
Penso che alla fine, sia giusto che sia finita così, mi son intruffolato in una serata a pagamento, ho imbrogliato una band, e alla fine ho dovuto suonar per loro; potrebbe darsi che il chitarrista sostituto sia veramente apparso ma sia stato scambiato per un intruso e quindi offeso se ne fosse andato via, ma son tutte supposizioni, quindi è meglio non farsi troppi problemi.

Arrivato dove avevo parcheggiato il pulmino, misi sul retro la chitarra e mi misi a guidare verso Nord, volevo raggiungere la Scozia, volevo vedere con i miei occhi quella regione che mi ha sempre affascinato.
Misi in moto il motore ed ecco che mi aspettavano diverse ore di viaggio per cercare un luogo fuori dal centro per parcheggiare il pulmino e dormire la notte.
Londra mi piaceva, di sicuro era tra le città dove mi sarei stabilito se mai avrei deciso di cambiare idea sul mio viaggio e fare una vita normale in un posto normale con un lavoro normale e tutto ciò che ne consegue, ma il mio soprannome è Eagle e come un'aquila preferisco girovagare in libertà senza impegni.

Ero ancora in pieno centro, mi ero fermato in un parcheggio libero per accendermi un'altra sigraetta prima di ripartire, odiavo dover fare le cose con fretta, quindi non volevo compiere il processo d'accensione di una banale stecca di tabacco tutto agitato perchè dovevo anche guardare la strada e star attento.
Così una volta accesa stavo per ripartire, quando da un appartamento vicino a me schizzò fuori a razzo una ragazza, sembrava davvero di fretta.
Decisi di osservare la scena in quanto curioso, ma per mia sfortuna lei incrociò il mio sguardo e vide in me una salvezza, così subito si fiondò sulla porta del mio pulmino, entrò, sbattè la porta per chiuderla e senza aggiungere altro disse:

"Parti presto!"

Subito ingranai la prima e accelerai per andare, non sapevo dove, ma di sicuro dovevo andare lontano visto che dallo specchietto retrovisore vidi dei ragazzi poco raccomandabili che avevano notato la ragazza scappare nel pulmino.
In tutto quel caos dissi mentre mi era caduta la sigaretta sotto i sedili:

"Tu chi diavolo sei?"

Lei rispose agitata:

"Non è il momento adatto! Pensa a scappare da quelli, ci stanno inseguendo"

Era proprio vero che ci stavano inseguendo quei delinquenti, sembravano degli Hoolingans incazzati perchè il Liverpool aveva perso il derby contro il Manchester.
Di sicuro la giornata ha avuto alti e bassi, ma questo è ancora più basso di quanto ci si possa immaginare.

 

  
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