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Autore: Ziggie    29/09/2011    1 recensioni
- Perché vuoi imbarcarti, bambina? –
- Per rendere omaggio, al mare e ai suoi uomini, con le mie storie -.
- Un’oratrice, dunque? –
- Una scribacchina -.
Eh si, non mi smentisco mai, l'argomento sono sempre i pirati e l'irlanda, ma che ci volete fare, li amo entrambi. Spero che questa piccola storiella vi solletichi gli animi, buona lettura quindi e recensite in tanti ;)
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti readers! So che questo capitolo è parecchio corto, ma il prossimo sarà l'ultimo e questa è una piccola finestrella sulla fine. Spero vi piaccia, chiedo venia per il madornale ritardo, ma ho poco tempo per scrivere ultimamente. Buona lettura.
 

          3. Orizzonte, luogo di incontri
 

“Il fasciame vibrava sotto il vento che soffiava da est; le sartie erano scosse e le vele accoglievano quella brezza in loro, come se il signore dell’aria volesse penetrarle, più volte, mai stanco. Il pennone di prua sembrava trafiggere il sole, ormai prossimo all’orizzonte e, il suo rosso acceso, incrociava i colori caldi a quelli freddi dello specchio marino, creando un gioco di tinte.”
 
- Nave in vista! – avvertì la vedetta, distogliendomi dal mio scritto – tre quarti a babordo -.

- Che bandiera? – chiesi a gran voce, mettendo mano al cannocchiale.

- E’ la Compagnia delle Indie, milady – esclamò allarmato.

E così mi avevano raggiunto. Richiusi il quaderno rilegato in pelle e me lo misi nella tasca della giacca.

- Milady, ordini? –

- Caricate i cannoni, ma non sparate. Se quanto Louis mi aveva riferito è vero, lo scopriremo in questo momento – dettai pacata, senza che la preoccupazione mi sovrastasse.

- Ma ci cattureranno! – brontolò il mio primo ufficiale.

- Abbiate fiducia nelle capacità del vostro capitano, mastro Skun -.

“Le vele bianche si avvicinavano sempre di più, illuminate dal sole come fossero angeli che si presentavano, in visita, ai demoni. Gli sguardi intimoriti e gli animi agitati dei miei attendevano ordini: ordini che io sapevo non avrei mai dato. Alzarono bandiera bianca e allungarono una passerella, mentre i miei occhi osservavano il tutto con la massima discrezione: il mondo della nobiltà faceva visita ai pendagli da forca.”

- La stella del mare, dico bene? – chiese, con un inchino galante, un ragazzo, che ad occhio e croce doveva avere la mia stessa età: il famoso lord.

- Conoscete il gaelico? Me ne compiaccio – commentai con un sorriso sardonico.

- Giusto l’essenziale -.

“ I suoi occhi scuri incontrarono i miei.
Il contrasto era evidente: Libertà nei miei, ebbrezza di potere nei suoi.”


- Suppongo che vogliate discutere in privato, dico bene? – chiesi in tono ovvio, scendendo le scalette del cassero di poppa e avviandomi in cabina.

- Molto perspicace, milady -.

“ Mi seguì. I suoi occhi fissi sul mio fondoschiena ancheggiante nell’oscurità. Era un libro aperto e il suo sguardo mi consentiva di conoscere le sue mosse, ancor prima che le sue labbra emettessero un suono.
Voleva i miei scritti, voleva me. Affondare la mia nave non era nei suoi interessi e il gioco valeva la candela: era una questione tra me e lui; tra un pendaglio da forca e un cacciatore di pirati; tra una scribacchina e un lord. Due antipodi che forse non avrebbero potuto coesistere.” 

  
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