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Autore: Skeypunch    30/09/2011    1 recensioni
Vent'anni nel futuro, pianeta terra.
In una sola notte, nei cieli di tutto il mondo si verificano cadute di oggetti sferici e molto piccoli.
Una nuova era sta per attendere l'umanità.
Con i suoi pro e contro.
Genere: Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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#5 Ricordi Cancellati



Il fastidioso trillo della sveglia mi fece trasalire nel dormiveglia. Allungai il braccio verso il rumore ma la mano mi cadde nel vuoto.
Ah, già.
Non ero a casa mia, ma in un collegio speciale per domatori di pokemon.
Aprii gli occhi e riflettei su come ci ero arrivato, in quella camera.
Frammenti confusi si sovrapposero nella mia mente, causando un po' di confusione.
La misteriosa voce... la luce della luna... il fenomeno scintillante e alieno della runa... i passi lenti e la luce fioca dei nostri iDex che ci guidavano verso le camere...
La prima a trovarla fu Sara, la camera numero 17, poi fu la volta di Demetrio (33) e infine la mia, la camera 51.
Forse era l'ultimo piano, perchè dalla mia finestra che si affacciava sul bosco silenzioso non riuscivo a vederci sopra nient'altro.
Mi stropicciai gli occhi, stiracchiai le braccia e finalmente mi alzai dal letto ad una piazza e mezza con riluttanza, la sveglia nell'iDex ormai era solo un fastidioso eccheggiare nella testa.
I piedi nudi incontrarono con piacere il soffice parquet blu.
Scostai le pesanti tende azzurre e il bagliore del sole mi accecò pee un attimo gli occhi. Poi, avvicinandomi, toccai con cautela Igglypuff, gli occhioni chiusi e una zampetta posteriore che si muoveva da sola nel sonno.
Vicino a quella specie di culla dove avevo riposto l'alieno, c'erano dei residui di cibo (carboidrati e zuccheri miscelati con aroma di caramelle... il cibo indicato per i pokemon cuccioli) che avevo messo lì appena eravamo entrati nella stanza.
Naturalmente, vista la mia sfiga, il pokemon rimase nel mondo dei sogni.
< Massì, continua a dormire, con tutto quello che hai ingurgitato! > risi da solo, cristallizzando igglypuff in un flash nella capsula.
La camera aveva due stanze: una per il letto con una piccola scrivania adeagiata vicino alla finestra e un'altra (più grande e illuminata) provvista di televisione, poltrona ultracomoda e un minubar.
Mi domandai perchè non avessero fatto i bagni privati, già che c'erano...
Mi vestii comodo e mi diressi all'uscita.
Sulla porta erano stati messe le regole generali che vigevano nell'accademia (cose del tipo" E' severamente vietato lottare in corridoio, nella mensa e SOPRATTUTTO nelle aule vuote ecc ecc"), gli orari della giornata, oltre ai momenti di ristoro e le ore buche, che dovevano essere impegnate per studiare e allenare i pokemon.
< Dunque... oggi che è il primo giorno c'è solamente "Strategia e Tattica"... non so cosa sia, "Educazione fisica con pokemon" e qui ci posso arrivare e... "Matematica?! >
Rilessi quell'oscura parola ad alta voce, tanto per essere sicuro.
< Cioè: io me ne vado dalle superiori per non fare le solite pallose materie e che cosa mettono qui? Matematica?! >
Quando chiusi dietro di me la porta, notai che stava uscendo anche il mio vicino di stanza.
Hei! Era la ragazza con il dilatatore all'orecchio, quella simpaticona!
< Buongiorno! > la salutai raggiante, mentre lei si stava già dirigendo verso le scale.
< Mhfp... > grugnì quella, senza un minimo di ritegno.

La mensa era già piena di gente: come avevo previsto i ragazzi avevano preso gli stessi posti della sera precedente e io ne fui contento, almeno dal nostro tavolo potevamo vedere tutti!
C'era solo Sara ad aspettarmi, che giochicciava con un cucchiaino in una tazza fumante.
< 'Giorno! > mi salutò, sorridendo.
< Buondì! Demetrio? >
< Starà arrivando, credo... hai visto le materie, c'è anche... >
Sentìì una pacca dietro la mia schiena, mi girai e vidi in piedi il ragazzone che alla sera della premiazione (due giorni fa, ma sembravano passati dei mesi) aveva ricevuto shyter annuire e dire: < Matematica! Non è possibile! >
Poi si presentò, dicendo di chiamarsi Nemo Ghiorlini. Strano nome!
"Ah perchè il tuo no?" esclamò una vocina nella mia testa.
Poi Nemo ci indicò i suoi compagni di tavolo: alla sua destra c'era un ragazzo con il pizzetto nero (finto? Assolutamente no. Idiota? Senza ombra di dubbio) di nome Marco Celessa, alla sua sinistra un tipo dall'aria sveglia che si chiamava Brando Evangelone, più avanti una ragazza bionda (Alice Greco) che riconobbi come quella che aveva urlato nel pullman di chiudere le finestre per l'incolumità del suo abra e infine un ragazzo metal con la musica sparata nelle orecchie che si chiamava Angelo del Toro.
Io e Sara parlammo molto sulle materie e su che cosa ci aspettava con Nemo quando le cameriere sexy in short bianchi (ma non ce l'avevano un nome? Nessuna targhetta?) ci portarono via le briciole di cornetti, tazze di caffè vuote e vasetti di yogurt avanzati.
< Buongiorno cari, dormito bene? >
Io e Nemo annuimmo come due babbuini mentre Sara le fissò con espressione torva.
Vidi Angelo e Brando pulirsi il naso dal sangue che era schizzato nel momento esatto in cui la cameriera mora si era abbassata per prendere un cucchiaino caduto. (Grazie Francix94 per il consiglio!! XD)
Alla fine della colazione ci dirigemmo tutti nell'aula di Strategia e Tattica, chiedendo a Sara dove si fosse cacciato Demetrio.
La'aula aveva il soffito più basso della mensa (o dell'infermeria, mi venne da pensare più tardi) e aveva per ogni banco un libro molto spesso dall'inequivocabile titolo " Il tipo Ittico batte quello Termico, cento e uno cose da sapere sui pokemon."
Due finestroni al lato destro davano un bel panorama del mare in lontananza, il cielo splendidamente azzurro.
Dopo aver preso i posti (ci fu un po' di casino per l'appropriazione dei banchi in fondo) apparve come dal nulla la donna che avevamo visto il giorno prima, quella che litigava con il tizio dalla faccia poco intelligente.
L'insegnante si appostò alla lavagna e incominciò a scrivere a grandi lettere il suo nome e che cosa faceva mentre parlava con noi di spalle.
I capelli a nuvola neri ondeggiavano ad ogni sua parola... poteva far venire il mal di mare.
< Io mi chiamo Serena Zonner e sarò la vostra insegnante di
Strategia e Tattica, il che vuol dire che studieremo le diverse combinazioni di attacchi e i diversi tipi di... >
La porta si spalancò di scatto ed entrò Demetrio, tutto ansimante e sudato.
Dalla faccia livida sembrava che avesse fatto a pugni con qualcuno... o qualcosa.
Invece la testa a nuvola della Zonner poteva sembrare un grosso punto di domanda che fissava l'ultimo arrivato.
< Mi scu-scusi > balbettò lui, rivolto all'insegnante, < Quando mi sono svegliato ho aperto la finestra ed è volato dentro la camera un beedrill. >
La donna si girò dalla lavagna e posò il gessetto, fissando meglio il ragazzo, che stava immobile senza sapere bene che fare.
< Non ti ha punto vero? Dovremmo avere degli antidoti in... > ma poi l'insegnante di Strategia e Tattica si fermò, e io ero sicuro anche del perchè: stava per dire "infermeria". Ma l'uomo che se ne preoccupava era sparito.
Non sapevo però se quella donna volesse nascondere il fatto a noi solo per non spaventarci o per coprire qualche oscuro segreto all'interno dell'Accademia.
Demetrio, in piedi e fermo come uno stoccafisso, alzò la mano e chiarì alla donna: < Professoressa? No, non mi ha punto, ma ha usato contro di me "furia" credo e... cercava di tirarmi dei cazzotti... >
La classe riversò le risate addosso a Demetrio, tranne io e Sara che lo guardavamo penosamente. A quanto pare la sfiga del nostro amico era in netto vantaggio con la mia.
< Oh, povero caro! Vai a sederti, così possiamo cominciare la lezione. >
Uau che tatto che aveva la nostra cara prof!
Serena Zonner ritornò dopo pochi secondi alla lavagna, come se niente fosse e finì di scrivere "Tattica" (come se qualcuno in classe avesse avuto un ictus e non si ricordasse più che materia stessimo facendo... ma dico io!) per poi accomodarsi alla cattedra.
< Il nostro amico ci ha dato uno spunto per iniziare la lezione > cantilenò la professoressa, rivolta alla classe, < Oggi, quindi, studieremo gli attacchi base dei pokemon di tipo Insetto e debolezze e forze paragonati agli altri tipi. Aprite tutti il libro a pagina ottantasei. >
La lezione si rivelò abbastanza noiosa sotto molti aspetti.
Aveva fatto leggere a turno come alle medie delle frasi sul librone che riguardavano i pokemon Insetto e poi aveva tracciato dei diagrammi riguardanti gli altri tipi con i gessetti colorati sulla lavagna in modo da evidenziare i pro e i contro di avere un alieno Insetto.
Peccato che a metà lezione le linee blu, rosse, gialle, verdi e di molti altri colori ci aveva confusi tutti, facendo diventare la lavagna una specie di esplosione di coriandoli arrandom.
E dopo due interminabili ore, la campanella ci comunicò che la lezione di "Strategia e Tattica" si era conclusa per quel giorno.
Le sedie si spostarono, i libri vennero riposti nel sottobanco e le menti si svuotarono dai concetti appena spiegati.
< Non dimenticatevi di prendere appunti la prossima volta! Non ho visto nessuno farlo! > gridò la professoressa Zonner alle nostre schiene.

Nel girovagare tranquillamente per la prossima aula, Sara mi disse: < Hai sentito la prof? L'infermiere è sparito dalla circolazione e non vuole farci sapere niente! >
Io annuii, mentre Demetrio alla mia destra fissava il soffitto con aria assente.
Chissà che cosa mangiava a casa sua, magari era carente di proteine.
< Lo so... > incominciai, fissando gli occhi verdi di Sara. Potevo perdermi in quella foresta così ipnotica.
Sara distolse lo sguardo dal mio, forse un po' imbarazzata, e si diede una manata in fronte.
< Che ore sono? >
Vidi che il gruppo di ragazzi stava svoltando verso un corridoio pieno di trofei e medaglie.
Tirai fuori l'iDex e controllai l'ora sullo schermo: le dieci e tre minuti.
< Cavolo, sulla scheda di feebas c'è scritto che deve mangiare la mattina tardi e al crepuscolo! >
Sara quindi fece uscire il suo pokemon di tipo Ittico dalla capsula e lo accarezzò.
Ma come poteva una ragazza così carina provare simpatia per un pesce grande come un gatto obeso e il muso dall'espressione idiota?
Le squaglie dell'alieno rilucevano di blu e verde scuro al bagliore dei neon fissati al soffitto e un leggero odore di pesce e bolle di sapone si levava da esso.
Demetrio fissò con intensità il grosso pesce e disse: < Ma non muore senza l'acqua? >
Sara svitò con fatica un barattolo contenente della polverina violetta e si chinò per lasciar cadere quella sostanza in bocca al pokemon boccheggiante. I capelli castano chiaro della ragazza nascosero l'azione.
< Ho letto che i pokemon Ittici non muoiono senza l'acqua, rallenta solo le loro azioni. Per questo se si vuole far lottare un Ittico contro qualsiasi altro tipo di alieno è indicato che ci sia una fonte d'acqua, così da bilanciare le due parti... ecco fatto tesorino! >
La ragazza riavvitò il tappo sul barattolo e lo rimise nelle tasche della sua felpa a quadretti, quindi cristallizzò feebas nella capsula.
< Nella mia stanza ho anche trovato una vasca gigante, così posso far stare feeb comodo! >
Io sorrisi e dissi di affrettare il passo, altrimenti non saremmo riusciti a trovare subito la palestra per Educazione Fisica.

Le indicazioni della cartina di condussero fuori dalla scuola, nel cortile circolare.
La palestra era accezionale: una grande cupola dietro la struttura dell'Accademia a mezzaluna spiccava verde nel cielo azzurro.
< Sembra un campo da tennis chiuso > commentò a bocca aperta Nemo, nello stesso momento in cui arrivò l'insegnante di Ed. Fisica.
Quest'ultimo era un uomo alto e con i capelli ricci neri abbastanza corti, con una cartellina in mano e un fischietto scintillante appeso al collo.
< Ci siamo tutti? Bene! > a quella voce potente noi ragazzi ci mettemmo in riga, con un po' di timore reverenziale che ci era avanzato dal primo giorno con la direttrice della scuola.
< Io sono Arturo Forti e sarò il vostro professore di "Educazione Fisica con pokemon" per l'intero corso che proseguirete all'Accademia. Se volete seguirmi nella palestra... >
La fila di ventisei persone si scompose, facendo passare l'uomo in testa, poi quando arrivò alla porta si girò verso di noi e disse: < Ora entreremo nella palestra. La garvità è leggermente più bassa della norma, quindi non esaltatevi se riuscite a fare grandi balzi... >
A quella rivelazione ci asaltammo eccome!
< Come sulla luna! > sussurrò una ragazza.
In effetti all'interno della palestra avvertivo un cambiamento d'aria particolare, ma i miei compagni non ci facevano caso perchè stavano ascoltando il prof.
Mi girava la testa e avevo molto caldo.
All'improvviso ebbi un cedimento e... svenni per la seconda volta.



La neve cadeva silenziosamente, i raggi d'argento delle sette lune davano un atmosfera ancora più surreale di quanto non lo era.
C'erano molti esseri dall'aria spaventata che non sapevano dove andare.
FLASH! FLASH!
L'intero pianeta s'illuminò per qualche secondo.
Tutto fu bianco e accecante.
Poi la luce si ritirò velocemente e al suo posto, sopra la soffice neve, c'erano milioni di piccole sfere bianche e rosse.
Un attimo dopo, o forse qualche secolo più avanti, alcune sfere si alzarono dal suolo spaccato dalla siccità e sparirono nel cielo violetto.
...
Una bagliore bluetto mi fece aprire gli occhi.
Ero in piedi davanti ad un contenitore di vetro alto fino al soffitto e pieno di una sostanza liquida.
All'interno stava qualcosa di lungo e blu.
Due grandi occhi pieni di sofferenza si aprirono lentamente.
Era dratini.
< Sto sognando? > chiesi, appoggiando le mani al vetro. Il mio riflesso si mescolava con il corpo del pokemon.
"Si. Hai appena visto la fine del nostro mondo. In qualche modo i miei sogni hanno trovato una relazione con i tuoi."
< E io cosa devo fare? >
"Stanno succedendo delle cose strane nel vostro mondo. Io non so dove mi trovo. Ho paura.."
La voce che mi parlava nella mente tremolò, come se stesse per piangere.
" Qualcuno... qualcosa... ci sta minacciando..."
Il mio naso toccò la parete trasparente.
L'espressione triste del pokemon ondeggiò, poi il mondo dei sogni incominciò a sgretolarsi, la voce insistente di dratini che cercava di comunicarmi qualcosa...

Aprì gli occhi e mi ritrovai sdraiato.
Era di nuovo tutto bianco e asettico.
Misi a fuoco l'ambiente e capii che ero in infermeria.
< Si è svegliato! > la familiare voce di Demetrio mi fece voltare in direzione del suono.
C'erano lui e Sara in piedi al mio lettino.
< Vincenza l'aveva detto che ti saresti svegliato dopo qualche ora! > esclamò entusiasta la mia amica.
< Qualche ora? Che cos..? >
Vincenza???
A quella domanda apparve una donna con dei capelli lunghi rosso fuoco.
< Sei svenuto nella palestra alle dieci e dieci, poi ti i tuoi amici mi hanno chiamato e io ti ho trasportato qui. Ora sono le due di pomeriggio, caro. >
< E' la nuova infermiera? >
Sara alzò un sopracciglio curato: < Nuova? Come? C'è sempre stata lei qui. Non ti ricordi ieri? >
< Ho curato il tuo igglypuff dopo la leccata di dusknoir no? > fece la donna, sorridendomi.
Mi girò la testa.
Dov'era andato a finire Gualtiero Masser, l'unico infermiere dell'Accademia?
   
 
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