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Autore: JaneA    30/09/2011    5 recensioni
"Malfoy aveva una nuova sfida. Catturare la sua preda dai caldi occhi castani."
One-shot su Draco ed Hermione.
Buona lettura!
JaneA
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Impugnava ancora la piuma, cercando di portare a termine, o meglio incominciare il suo tema sulla rivolta delle streghe nel Cinquecento, eppure la sua mente era altrove, al furetto per la precisione. L’aveva baciata, lei aveva risposto, e con molto entusiasmo anche. No, no. Era tutto una menzogna. Lui non l’aveva baciata e lei non aveva ricambiato. Si ripeteva ormai da ore questa frase Hermione Granger, lo sguardo fisso sulla pergamena nitida.

“Hermione?”

Sollevò lo sguardo, scrollandosi di dosso quei pensieri. Ron e Harry la osservavano preoccupati.

“Hermione? Sicura di stare bene? Il tuo foglio di pergamena è ancora vuoto!”

“Oh, sì. Sì, sto bene.”

“Non si direbbe..” sentenziò Ron avvicinandosi alla sua compagna di Casa.

“Sto bene Ron. Ora scusatemi ma devo andare a fare la ronda.” Disse cercando di sgattaiolare via dalle preoccupazioni dei due migliori amici.

“Ma mancano ancora venti minuti Hermione! E poi ci tocca farla assieme questa notte, non ricordi?”

Si fermò dinanzi al ritratto della Signora Grassa. Sospirò e poi con un finto sorriso si voltò verso il rosso.

“Ci vediamo direttamente lì!”

Li lasciò spaesati e preoccupati. Uno che tornava ad occuparsi delle sue gelatine, l’altro si grattava il capo osservando ancora il punto dove la sua migliore amica era scomparsa.

“Ma cosa le è successo?” chiese il ragazzo sopravvissuto.

“Oh, sarà solo lo stress per gli esami. Lasciala stare, le passerà!” rispose il rosso non perdendo la  concentrazione dalle sue gelatine.

 

 

 

Contava i passi sperando di distrarsi. Le mani come sempre conservate nelle tasche, in quella che era la sua posa più elegante.  Piano scivolavano i suoi piedi sul pavimento buio delle segrete. Aveva la ronda notturna  con Pansy, quella sera, che aveva prontamente lasciato riposare, non aveva voglia dei suoi pettegolezzi, delle sue smancerie. Avrebbe visto la Granger, con il rosso Weasley. Strinse i pugni sotto il tessuto nero della divisa. Solo poche ore prima aveva fatto sue le labbra della mezzosangue, sentiva ancora il suo dolce sapore sulle sue di labbra, la sua morbidezza, le mani della Grifondoro perse nei suoi biondi capelli. Scosse la testa, non sapeva nemmeno il motivo di quel gesto, sapeva solo che l’aveva desiderato intensamente, e anche lei, dato il coinvolgimento. Ghignò, aveva sedotto la Granger.

Una sagoma attirò la sua attenzione. Capelli vaporosi, un segno di riconoscimento, la mezzosangue. Procedeva verso di lui, il volto alto, fiero. Una vera Grifondoro.

“Mezzosangue, non è proibito girovagare per i corridoi di notte?”

“Si.”

Si erano fermati. Pochi metri a separarli. Lei aveva portato le braccia sotto il petto incrociandole, lui manteneva la sua elegante posa, le labbra composte nel solito ghigno.

“Allora cosa ci fai qui? Non sei la so-tutto-io-non-faccio-mai-niente-di-sbagliato?”

“Taci Malfoy.”

Lo scrutava, le labbra assottigliate dall’ira che le cresceva dentro.

La vide accostarsi ad un’aula in disuso. La aprì e vi entrò. La seguì, quell’incontro lo divertiva. Lei lo divertiva. Era la sua preda, lui il predatore, e per ora avrebbero giocato.

La trovò seduta su un banco, le braccia ancora incrociate sotto il seno. Un piede si muoveva a mezz’aria, ad indicare la sua ansia.

“Non succederà di nuovo.” Pronunciò fiera, bellissima, Grifondoro.

“Chi ti ha detto che succederà ancora?” il suo ghigno sul volto, una contrazione nel viso di lei, riprese, stuzzicandola “Posso baciarti ancora, Granger?”

“No, assolutamente no. Sei Malfoy, il furetto.” Il volto paonazzo, ma ugualmente determinata.

Lo divertiva, quell’aria da so-tutto-io non l’abbandonava mai.

“Oh, sì. Sono Malfoy, il Purosangue. Tu Granger, la secchiona mezzosangue. Sono superiore rispetto a te. Molto.”

“Sei Malfoy.” Continuò a ripetere lei, come se solo aver sfiorato il corpo del biondo fosse stato un atto oltraggioso.

“Ti piace ripetere il mio nome, mezzosangue?” le si era avvicinato.

“Senti, Malfoy, sto tracciando una linea di confine, ed è netta, molto.” Enunciò gesticolando, forzandosi di recepire lei in primis il messaggio di quella frase. Distanza.

“Mhm. E sei in grado da sola di costruire questa linea di confine, o hai bisogno di una mano, magari qualche incantesimo di cui non sei a conoscenza?” il ghigno piazzato ancora sul volto. rossore sul viso di lei, stava incamerando le battute e le frecciatine senza esplodere, ammirevole.

Sbagliato Malfoy. In un attimo scese dal banco e si fiondò su di lui, impossessandosi delle sue labbra, dei suoi capelli, le loro lingue si scontravano, ripetutamente. Le mani di lui carezzavano il corpo e le curve di lei. Le mani di lei erano intrappolate ora nei suoi capelli, ora ai lembi della sua camicia. La spinse contro la parete dell’aula impossessandosi e dissetandosi da quelle labbra. Morbide, delicate, sue. La sua preda.

Un rumore fuori riportò la Grifondoro a ricomporsi, lasciando insoddisfatto il Principe delle Serpi. Uscì di corsa dall’aula, seguita dal Serpeverde. Fuori Weasley e la Parkinson stavano discutendo.

“Andiamo Ronald. Lascia perdere queste serpi.” Proferì la riccia spingendo l’amico.

“Mezzosangue..” la chiamò, lei si fermò senza voltarsi, riprese “Riprenderemo il discorso da dove l’abbiamo interrotto. Stanne certa.”

Malfoy aveva una nuova sfida. Catturare la sua preda dai caldi occhi castani.

  
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