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Autore: Distorted Soul    30/09/2011    9 recensioni
Più scorreva gli occhi sul foglio più il suo sguardo si spalancava, mentre le mani stringevano la carta bianca. Rilesse più volte, per essere sicuro di non aver capito male.
« Non è possibile... » esalò con un fil di voce.
« Allora? Cosa dice? »
« I miei genitori... vogliono che torni per qualche giorno a casa perché... – ingoiò un flotto di saliva – vogliono presentarmi la mia fidanzata! » esclamò tutto d’un fiato, incredulo.
Maka lo fissò, attonita. Fidanzata?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maka Albarn, Soul Eater Evans | Coppie: Soul/Maka
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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4. He’s mine, give him back!

 

 

 

 

 

Lei e Soul stavano passeggiando nell’enorme giardino, dopo che Maka aveva espresso il desiderio di poterlo ammirare più da vicino; dato che più tempo la buki passava fuori da quella casa e meglio era per lui, non esitò nell’accettare.

La ragazza osservava affascinata ogni angolo e ogni fiore, e ancora si sorprese del fatto che il suo partner prima di incontrarla vivesse in un luogo come quello. In qualche modo non lo vedeva così adatto per uno come lui, sempre così pigro e cinico. Ma forse era proprio quell’ambiente che l’aveva portato a comportarsi in una certa maniera. O meglio, le persone che vi abitavano.

« Ohi, Maka. »

« Mh? » si voltò a guardarlo. Aveva le mani in tasca e il volto annoiato.

« Domani mattina andiamo via. »

La ragazza si fermò: « Sei sicuro che per domani sarai riuscito a convincere i tuoi? »

« Non lo so, ma andiamo via comunque. Questo posto mi dà fastidio. »

Il tono con cui l’aveva detto era sprezzante e non ammetteva repliche. Ma effettivamente anche lei non vedeva l’ora di tornare a casa a leggere un buon libro.

« D’accordo. »

Raggiunsero il gazebo che Maka aveva intravisto quando erano arrivati e si sedettero. Da lì si poteva ammirare gran parte del giardino ed il profilo dell’abitazione imponente.

« Stamattina stavo per sbirciare nell’anima di tua madre. » ammise d’improvviso. Soul la guardò curioso: « Perché mai? »

« Beh… quella donna è impenetrabile, e poi mi guardava in quel modo che... – tirò un sospiro – per Shinigami-sama, Soul, tua mamma mi fa quasi paura! » confessò alla fine. Il ragazzo scoppiò a ridere, e lei sbuffò.

« Fa’ questa impressione a tutti. Ma se vuoi saperlo credo che tu le stia simpatica, dopo ieri sera. »

« Eh? Io invece penso che mi odi! Insomma… ho parlato a quel modo a tuo padre. »

« Forse proprio per questo. In fondo conosco mia madre, e penso sia rimasta sorpresa dalla tua tenacia e dal tuo ardore nel difendermi. E poi non hai visto il suo sguardo quando hai nominato la mia cicatrice. » le disse guardandola chinando il capo all’indietro e poggiando le braccia sullo schienale della panca. Maka non parlò, attese solo che il ragazzo aggiungesse qualcos’altro.

« Sai, credo fosse preoccupazione, è pur sempre mia madre, ma anche dell’altro. Stupore, suppongo. Di come io… di quanto mi sia legato a te. »

Non la stava più guardando, il suo sguardo era rivolto verso l’alto. Maka si sporse per toccargli una spalla ma qualcosa, o meglio qualcuno, irruppe d’improvviso urlando il nome di Soul e scaraventandosi addosso a lui.

« Soul, ti ho cercato ovunque! » disse stringendogli il collo tanto da non farlo respirare.

Maka riconobbe la chioma scura e la voce melliflua appartenenti all’aspirante futura moglie di Soul – si, poteva chiamarla così.

« Marianne! Staccati, mi stai strangolando! »

La giovane si allontanò immediatamente e, con un gesto secco della mano, portò i capelli dietro la nuca. Indossava un abito con le spalline sottili, di un viola spento, lungo fin sotto alle ginocchia che dietro alla vita chiudeva in un buffo fiocco.

« Cosa vuoi? » domandò Soul con un tono piuttosto seccato.

« Come cosa voglio? Devi venire con me, dobbiamo provare per stasera quando dovremo danzare insieme! »

Maka alzò un sopracciglio nel momento in cui pronunciò la parola danzare.

« Scordatelo! »

« Ma Soul! È la nostra festa di fidanzamento! »

Sbuffò: « Io non diventerò il tuo fidanzato, Marianne. »

Quella stette zitta per un po’ a fissare il ragazzo di fronte a lei, poi si voltò di scatto verso Maka e le puntò il dito contro: « Tu! È colpa tua! Ti sei presa il mio Soul! » le disse con tono accusatorio.

Il ragazzo in questione sospirò afflitto mentre la shokunin strabuzzò gli occhi: « I-il tuo Soul? »

« Esattamente! Quindi, se tieni alla tua vita, restituiscimelo immediatamente! » le ordinò puntando su la testa, incrociando le braccia e guardandola dall’alto in basso con sguardo assassino.

Maka si portò una mano alla fronte: perché doveva avere a che fare con quella ragazza?

« Ascoltami Marianne... » cominciò a parlare, ma fu immediatamente interrotta.

« Chi ti ha dato tanta confidenza? Per te sono Miss Cooper, chiaro? »

Se pure il tono non fosse affatto alterato, la vocetta naturalmente stridula rimbombò nella sua testa in maniera fastidiosa; in quel momento sentiva la strana mancanza degli urli di Black Star, il che era grave.

Tirò un sospiro per tentare di restare calma e non urlare.

« Dicevo- »

« Non voglio sentire le tue chiacchiere, voglio solo che lasci Soul così che possa sposarmi! »

« Perché continui a interrompermi? »

« Perché non mi interessa ciò che hai da dire. Soul è mio, punto. »

Decisa, risoluta e più che convinta delle sue parole.

La vena sulla tempia della maestra d’armi stava cominciando a pulsare forte, e se il suo partner non l’avesse trattenuta per le spalle le sarebbe saltata al collo e le avrebbe staccato la testa: come poteva una ragazza così – apparentemente – posata, rivelarsi anche così insopportabile? Non poteva parlarle con quel tono insolente, non la conosceva neppure!

« Marianne, potresti smetterla? – s’intromise la buki – Non mi farai cambiare idea costringendo Maka a mollarmi, minacciandola davanti ai miei occhi tra l’altro. » proferì seccato. Tutta quella situazione stava diventando davvero una rottura di palle, solo una grande, gigantesca rottura di palle.

Gli occhi della giovane si posarono su di lui e immediatamente l’espressione mutò, perdendo ogni traccia di ostilità ma rimanendo comunque composta.

« Soul… stai davvero insieme a questa ragazza? » chiese, ancora incredula. Le sopracciglia erano corrugate e le labbra chiuse e all’insù.

« Sì. »

« Perché? »

La buki aggrottò la fronte: « Che razza di domanda è perché? »

« Non mi pare così bella! È magra come uno stecchino, manca di forme, la sua gonna è volgarmente corta e porta i capelli in due stupidi codini. Perché dovresti stare con una come lei? »

Maka tentò di ingoiare le critiche senza ribattere, seppur con enorme fatica. Non voleva Maka-choppare quella ragazza, altrimenti l’avrebbero cacciata da lì e lei doveva aiutare Soul. Inspira, espira, inspira, espira, continuava a ripetersi.

« Cosa c’entra tutto questo con il voler stare con una persona? Era un’osservazione superficiale la tua. » disse con tono annoiato il ragazzo.

La giovane Cooper, in tutta risposta, assunse un’aria indispettita degna di una ragazzina viziata.

« Beh, io non posso credere affatto che voi due stiate veramente insieme, non avete l’aria di due innamorati e per di più… per di più lei non ti merita. » dichiarò piccata col naso all’insù portando ancora una volta i lunghi capelli dietro le spalle con fare altezzoso.

L’ennesimo sospiro fuoriuscì dalla bocca di entrambi e Soul oramai era sul punto di perdere la pazienza, soprattutto quando sentì le forme della giovane Cooper aderire al proprio braccio destro alla quale si era aggrappata come una ventosa.

« Dai, andiamo dentro a provare! » pregò ancora una volta tentando di tirarlo a se, senza veramente riuscirci.

« Marianne, mollami per favore. Ti ho già detto di no. » le disse un po’ a disagio, liberando il proprio braccio dalla stretta. Pinze, sì, ricordava bene.

Ancora una volta i suoi occhi viola si posarono sulla figura di Maka, alla quale riservò un’altra occhiataccia prima di parlare ancora.

« Quindi preferisci stare con lei! » la sua non era una domanda, ma Soul annuì comunque.

Marianne chiuse gli occhi e strinse le braccia sotto al proprio seno, assumendo una posa elegante e austera. Quando li riaprì un ghigno era dipinto sul suo viso.

« Non penso che i tuoi genitori annulleranno così facilmente il fidanzamento... »

« Non m’importa. »

« ... ma potrebbero se anche io mi rifiutassi, e lo sai che non ho intenzione di rinunciare facilmente a te. » dichiarò, ora con voce più bassa tanto da non far trasparire il tono squillante.

« A meno che? » chiese lui. La conosceva abbastanza bene da pensare che avesse qualcosa in mente.

La ragazza allargò il proprio ghigno: « A meno che non mi convincerete della profondità del vostro rapporto, non posso nulla contro il “vero amore”. Ma sai, Soul, conoscendoti potresti aver messo su una bella sceneggiata con la tua shokunin pur di evitare il fidanzamento. »

I due sobbalzarono a quelle parole.

« Cosa ti farebbe pensare un’assurdità simile? » domandò lui tentando di non scomporsi più di tanto per non mandare a monte tutto, mentre Maka evitava di guardare la ragazza negli occhi.

« Puro istinto femminile. »

Lui ridacchiò: « E tu baseresti tutto semplicemente sul tuo istinto? Andiamo Marianne! »

« Beh, provami che mi sbaglio allora. – alzò la voce guardandolo decisa. Assottigliò gli occhi – Dimmi che la ami. »

« C-come? »

« Dimmi che la ami. Sei innamorato di lei, no? Allora dillo. »

Soul deglutì. Ecco, a eventualità come quelle non aveva pensato. Si voltò per un attimo verso Maka che, con gli occhi spalancati e il viso arrossato, lo guardava in attesa che parlasse.

Si sentì arrossire anche lui, per la richiesta imbarazzante – che però l’avrebbe tolto dai casini in cui i suoi genitori l’avevano ficcato senza nemmeno chiedere il suo permesso – e anche per lo sguardo della propria shokunin fisso su di se.

Maka, dal canto suo, si chiedeva cosa aspettasse a parlare. Doveva fingere, era quello che stavano facendo da prima che arrivassero, quindi perché non diceva quello che Marianne voleva sentirsi dire? Non poteva essere così complicato mentire.

Soul inspirò ed espirò per tentare di liberarsi del ridicolo rossore che aveva sulla faccia.

Che cosa disgustosamente poco cool.

Boccheggiò un paio di volte prima e si schiarì la voce prima di parlare: « La amo. – soffiò d’un fiato – Si, sono innamorato di lei. Sto insieme a lei perché la amo, sei contenta? » chiese non sapendo più di che colore fosse la propria faccia e maledicendosi per questo. Certe cose non potevano proprio essere dette a quel modo!

Si voltò ancora una volta verso Maka, che aveva il viso puntato per terra ma riuscì a notare comunque le orecchie arrossate.

« Baciala allora. »

La nuova richiesta della giovane Cooper le fece alzare di scatto la testa e la portò a lamentarsi: « Non ti sembra di esagerare con queste richieste? » domandò in uno stato a metà tra la vergogna e l’irritazione.

« Perché? – chiese fintamente innocente – Se è il tuo ragazzo dovresti essere abituata a farti baciare, no? »

« È soltanto timida – s’intromise Soul – non le piace che la baci in pubblico, né tanto meno sotto richiesta. »

« Stavolta farà un’eccezione allora. – dichiarò concisa, gli occhi ridotti a due fessure ormai. Voleva metterli alla prova fino in fondo. – Sempre se quello che mi state dicendo è la verità. »

Soul non disse nulla: si voltò verso Maka, le si avvicinò, e pose una mano su una delle sue guance. La ragazza si era irrigidita. Si avvicinò prima al suo orecchio: « Ascolta, se non vuoi dillo e ci inventeremo qualcos’altro. » le sussurrò. Lei scosse la testa: « Non importa. – pronunciò non del tutto sicura – Ma se mi ficchi la lingua in bocca giuro che dopo te la strappo! » lo minacciò. Lui rabbrividì al pensiero e annuì.

Si chinò maggiormente verso di lei posandole anche l’altra mano sul viso: « Rilassati. – bisbigliò percependo la sua agitazione. – Chiudi gli occhi. » le ordinò infine.

Ubbidì. Per un attimo Soul si soffermò ad osservare il volto arrossato della sua compagna, accarezzandole la guancia col pollice. Vide le sue labbra tremare e non aspettò altro tempo prima di farle combaciare con le proprie: le trovò morbide e umide. Quel contatto, la sensazione della bocca di Maka sulla propria, gli piaceva. Terribilmente.

Non riuscì a tener a mente la minaccia della ragazza, mentre la propria lingua s’infilava tra i suoi denti facendo diventare il bacio più profondo. E poi lei non aveva opposto la minima resistenza, troppo semplice.

Avvertì un mugolio scappare dalla sua compagna, sorpresa probabilmente per ciò che lui aveva appena fatto. Sorrise contro le sue labbra mentre una delle mani si spostava dietro al suo collo per attirarla maggiormente a se e l’altra le prendeva una mano per portarla tra i propri capelli.

« Può... può bastare! » sentì dire, ma era troppo impegnato a baciare la sua shokunin per cogliere davvero il significato di quelle parole. Forse si stava impegnando fin troppo, ma non gli importava. Nemmeno un po’.

Maka gli tirò i capelli, per incitarlo a fermarsi, ma la sua intenzione in quel momento non era precisamente quella.

« Ho detto che può bastare! » tuonò la voce di Marianne. Solo in quel momento Soul la lasciò andare, permettendole di riprendere fiato; aveva immediatamente abbassato la testa per non guardarlo in viso.

Soul si voltò verso la giovane Cooper che, le guance rosse, lo guardava basita e probabilmente anche un po’ ferita.

« Ora, sei contenta? » le chiese infilando le mani nelle tasche. Non parlò subito: chiaramente non era affatto contenta.

La vide mordersi le labbra e contrarre la fronte, mentre le mani erano strette a pugno.

Si voltò, dandogli le spalle, e soltanto in quel momento proferì, con la voce quanto più atona le fosse possibile in quell’istante: « Il fidanzamento è annullato. » dopodiché, dopo aver spostato per l’ennesima volta i capelli scuri con un gesto secco e orgoglioso, cominciò ad allontanarsi a grandi falcate.

La buki tirò un sospiro, finalmente sollevato. Il gesto l’aveva ferita, ne era conscio, ma d’altronde se non gli avesse chiesto di baciare la sua partner non avrebbe finito per correre a piangere in camera. E lui non poteva permettersi di farsi scoprire per poi essere costretto in un matrimonio di puro interesse.

« A quanto pare ce l’abbiamo fatta Maka. » le disse girandosi per guardarla. Ma ciò che vide non gli piacque per nulla.

« Soul... » il tono con cui aveva pronunciato il suo nome non prometteva nulla di buono. Ed infatti sul suo capo, ancora abbassato, aleggiava un’ombra scura.

« M-Maka. »

« Cosa ti avevo detto? »

Un brivido di terrore gli corse lungo la spina dorsale mentre lei si avvicinava minacciosamente. Quasi come se potesse frenarla pose in avanti le mani sventolandole per difendersi: « A-ascolta, se non avessi fatto in quel modo non ci sarebbe cascata mai! Chi speri di prendere in giro con un innocuo bacio sulle labbra, in fondo? »

Le sue parole non bastarono a placare la sua rabbia, chiaramente dipinta sul suo viso visto il rosso acceso – ma forse era più vergogna.

« Avevo detto che ti avrei strappato la lingua, ed è quello che farò! » esclamò lanciandosi verso di lui, il quale tuttavia riuscì a scansarsi e a correre via. Ma si sarebbe trattato di una questione di minuti: Maka era più veloce e più allenata di lui e presto l’avrebbe raggiunto, e allora sarebbero stati dolori.

Beh, pensò, a me quel bacio non è dispiaciuto. Neppure un po’.

 

 

 

 

 

 

 

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Ah, non mi soddisfa. Per tanti motivi. Il personaggio di Marianne non è riuscito moltissimo, è piuttosto piatto, ma per la sua “utilità” e per la brevità (oddio come suona male) di questa fic non mi sembrava necessario “arrotondarla” molto. Non è una fan-fiction impegnativa questa xD È più un passatempo direi.

Comunque! Non so ancora se il prossimo sarà l’ultimo o il penultimo, dipende da quanto si allungherà e se dividerò o meno il tutto. E devo ancora scrivere la fine. E i finali non li so fare (un altro motivo per cui non amo scrivere long-fic). Ora come ora sento davvero il bisogno di ispirazione per una flash-fic!

Ma la smetto di blaterare! Ringrazio ancora tutti, vi saluto e ci vediamo alla prossima!

Niente “nella prossima puntata”, non saprei che mettere xD

   
 
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