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Autore: PrincesMonica    30/09/2011    10 recensioni
Jared e Shannon devono presenziare, assieme alla madre, ad una riunione di Famiglia in Luisiana. Ma Costance li obbliga a trovarsi delle fidanzate che li accompagnino. Cosa succederà?
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13
 
La collina sovrastava la città. Era buio, l’unica luce proveniva solo dai fari dell’auto, visto che non c’era la luna. Monica guardò il cielo e si stupì di tutte le stelle che si riuscivano a vedere solo poche miglia lontani dalla città. Città che si estendeva sotto di loro brulicante di vita, mai addormentata.
Jared l’aiutò a scendere: con i tacchi Monica non ci sapeva camminare e sotto di loro c’era lo sterrato.
“Devo mettermi a lanciare un sasso urlando?*”
“Se vuoi. Potrebbe aiutarti, non mi sembri molto in te ultimamente.”
“Sto benissimo, sono solo in crisi con il libro.” Con attenzione si sedette sul cofano del SUV e guardò l’orizzonte. Le luci sapevano essere decisamente ipnotiche.
“Perchè?”
“Non so cosa vuole scegliere Camilla.” 
Jared si appoggiò alla macchina, in modo da esserle vicina. “Vuoi che ti do una mano?”
“Ti intendi di donne?”
“So qualche cosa. Allora, iniziamo.” Monica lo guardò perplessa. “Beh che c’è, ho una mente piuttosto portata a trovare idee. Dunque, la tua perplessità nasce da cosa?”
“Ok, va bene. Vediamo se l’amico Jared può aiutare. Allora, abbiamo lasciato, nello scorso libro, Camilla davanti ad una scelta da compiere. Ha ricevuto un’offerta di lavoro che la porterebbe da Los Angeles a Boston. Un lavoro come giornalista per una rivista musicale molto conosciuta, quindi, rispetto al suo lavoro di corretrice di bozze, un salto di qualità. E quindi lei vuole andare, ma il suo ragazzo le chiede, proprio all’ultima pagina, di sposarla, quando lei, invece, voleva lasciarlo.”
“A causa dell’ex bello e ribelle, giusto?” Lei sorrise.
“Ma allora li hai letti sul serio!”, e rise: “Il suo grande amore, l’uomo che l’ha cambiata. L’ha fatta uscire dal suo guscio di brava ragazza e le ha fatto conoscere i brividi della vita, soprattutto sessuale.” Monica ripensò quasi con nostalgia alla sua iniziazione sessuale tramite un bellissimo ragazzo che l’aveva adeguatamente usata e gettata via, come nelle migliori storie. E da notare che non era stato Jared: lui era arrivato poco dopo e forse era stata una fortuna. Se avesse conosciuto Jared prima di quei fatti, non ne sarebbe uscita viva, probabilmente si sarebbe innamorata senza possibilità di redenzione e sarebbe stata distrutta.
Un po’ come le stava capitando in quei giorni. Scosse il capo.
“Ehy, tutto ok?”
“Sì, stavo pensando a... Camilla.”
“E quindi?”
“E quindi Camilla non vuole incanalarsi in una vita piatta e senza prospettive se non quella di diventare una brava moglie e madre. Vuole sentirla in sè, la vita, non vederla che le passa accanto.”
“I will live my life.” Canticchiò Jared.
“Esatto, direi che ci calza a pennello. Quasi quasi la inserisco nel libro... ovviamente metto i crediti.”
“Minimo minimo voglio un pagamento in natura.”
“Imbecille.”
“Se la smettessi di insultarmi sarebbe fantastico, lo sai? Cristo, sembra che tu abbia il ciclo da quanto sei irritabile oggi.”
Monica non disse nulla, si limitò ad osservare le stelle. Altro che ciclo perenne, era lui che faceva uscire la parte peggiore di lei. Stava cercando in tutti i modi di tenerlo a distanza, con il risultato di essere una patetica stronza. Aveva una incredibile voglia di piangere per la frustrazione.
“Se fossi tu al posto di Camilla, che cosa faresti?” Fu Jared a spezzare il silenzio. C’era qualcosa che non andava in lei. Perchè si comportava così con lui? Forse era arrabbiata perchè non l’aveva chiamata prima?
“Non saprei.” Un sussurro. Jared provò a prenderle una mano, ma lei non collaborò. Sembrava avesse la mente lontana. “Io non sono una ragazza da matrimonio, ma Camilla ha sempre ripetuto di volersi sposare un giorno. Però, d’altra parte, sa che Peter non è quello giusto per lei.”
“E allora fai in modo che dica di no al matrimonio.”
“Già, è il momento per la mia bambina di crescere e di smettere di aver paura di essere sola. Volerà a Boston a farsi una vita.” Chiuse gli occhi. “Lontano dai casini.”
“Era questo il tuo problema?”
“Sì. Camilla ha sempre vissuto una vita relativamente standard. Studi buoni, lavori decenti, fidanzato carino e accomodante. Non è abituata all’idea di cambiare la sua vita. Andare in un’altra città abbandonando quello che c’è dietro è qualcosa... di destabilizzante, capisci?”
“Onestamente no, ma forse è dovuto al fatto che io fin da piccolo sono stato abituato a viaggiare e cambiare casa, vita, persone. Anche adesso, stare fermo per troppo mi manda in tilt. È fuori dal mio ordine naturale delle cose.”
Arrivò un’altra macchina, ma come si accorsero di loro, fecero una inversione ad U e cercarono un’altra piazzola.
“Coppietta in cerca di intimità.”
“Probabile. Qui ci sono molti posti dove poter scopare in tranquillità.”
“Immagino li conoscerai tutti. Ci avrai lasciato le bandierine, come a Risiko, come se fossero tuoi possedimenti.”
“Hai un’idea troppo libertina di me.” L’occhiata che lei gli lanciò gli fece roteare gli occhi “Ok, hai ragione, mi so divertire, ma non capisco perchè devo venire a pungermi il culo tra la sterpaglia quando ho casa mia che è tanto comoda e pulita.” La sentì finalmente ridacchiare. “Però ammetto che quando sono arrivato qui, con i pochi dollari che avevo non potevo permettermi stanze da hotel e allora o me le portavo qui o in spiaggia, a seconda di cos’era più vicino. Ero giovane, bei tempi.”  
“Ormai sei vecchio e decrepito, non ce la fai più eh?”, lo prese in giro.
“Guarda che sono capace di alzarlo ancora, non darmi per spacciato.”
“Mi ricordo come lo tiri su, tranquillo.” Jared scese dal cofano si mise davanti a lei, facendole allargare le cosce. Monica se lo trovò praticamente disteso sopra di lei, con le mani sui fianchi. “Jared, cosa stai facendo?”
“Mi hai dato un’ottima mano a tirarlo su.” 
Monica rise, leggermente. “Ci stai provando?”
“Sì. Ci sto riuscendo?” Era stupido dirgli che ci era da sempre riuscito? Probabilmente sì, quindi gli rispose con una carezza e alzandosi a sedere sul cofano.
“É bello qui, molto meglio di quella orribile festa.”, disse Monica per cercare di stemperare la situazione. Era incredibile come più lei cercasse di mantenere le distanze, lui si avvicinasse.
“Una scrittrice glamour come te dovrebbe imparare ad apprezzare quei momenti mondani, lo sai?”
“Ma quale glamour? Io sono quella che gira per casa con una maglietta stinta e pantaloni della tuta larghi, figuriamoci se posso essere inserita nella categorie delle scrittrici fashion e di tendenza.”, rispose quasi stizzita.
“Ma sei una delle più quotate dalle ragazze. In fondo ti guardano come ad un modello, anzi, vedono Camilla come un modello.”
“Ma tu tutte queste cose come le sai?”
“Io so leggere sai? E mi informo sulle cose che mi interessano. Ho letto molti blog letterari che parlano dei tuoi libri e sono in attesa di vedere se continuerai su questa strada. E poi è ovvio che sei tu sotto i riflettori, per questo sei tu che da Victoria’s Secrets dovresti sorridere ai fotografi e farti buone un paio di persone.”
Il discorso non faceva una grinza, ma Monica non ne era fisicamente capace. “Lo faccio nei miei salotti buoni, non in mezzo a modelle scosciate che mostrano la biancheria intima. Pur di qualità ottima, non è l’accessorio che accosterei ai miei libri. O a me.”
“Io credo che tu abbia la brutta tendenza a sminuirti troppo. Quelle modelle sono bellissime, inutile mentire, ma sono anche preconfezionate. Fanno una vita che porta in quella direzione: mangiare poco, allenarsi, vivere in relazione a tutto ciò.” Jared era serio, parlava con voce pacata e tranquilla. Di tanto in tanto le accarezzava le gambe.
“Sì e sono perfette.”
“Dici? Credi a me che ho una lunga esperienza di queste donne. Sono belle, ma sono vuote. Cioè, alcune di loro, magari quelle più vecchie, hanno un cervello che funziona bene, ma quelle che entrano nello star system sono... poca cosa. Durano il tempo di respiro e vengono rimpiazziate con ragazze giovani.” La luce era scarsa, ma Monica rimase inchiodata a guardare gli occhi grigi di Jared che si erano piantati su di lei. “Tu e tutte le donne come te, siete perfette proprio perchè siete donne, esulate dai soliti clichè.”
“E proprio perchè esuliamo che siamo sole. Guardami, ho trent’anni e nessuno mi vuole.”
“Io ti voglio, qui, ora.”
“Tu mi vuoi solo per scopare. Io vorrei un uomo, un compagno. Qualcuno su cui contare e per cui io conti. Sai, una coppia.”
 Jared scosse la testa: “L’amore è un sentimento sopravvalutato.”
“No, semmai è sottostimato da chi non vuole crederci. L’amore non è certo quel sentimento rosa e a cuoricini colorati. È qualcosa di doloroso, spesso, di soverchiante alla razionalità. E proprio per questo che spaventa: l’idea che ci possa essere qualcosa di più forte della ragione fa paura, perchè ti lascia senza difese e soprattutto in balia di qualcun’altro. É per questo che hai tanta paura, no? Perdere il controllo.”
“Non psicanalizzarmi.” Arrabbiato, deluso forse. Sicuramente non gli faceva piacere.
“Scusami, hai ragione. Non sono nessuno per giudicarti. Quando e se avrai voglia di innamorarti, lo farai.”
Passò un’altra macchina, ma stavolta senza fermarsi neppure e ripiombarono al buio.
“E tu quando ti innamorerai?”
“Io credo di essere già innamorata, Jared.”
“E di chi?”
“Dell’unico uomo che non potrò mai avere, come sempre. Lui... è un’utopia, un sogno. Qualcosa di troppo in alto per arrivarci.” Era inutile dirgli tutto, avrebbe rovinato anche quel poco di buono che c’era tra loro.
“Secondo me non ci metterai un niente per farlo innamorare di te.”
Le venne una voglia incredibile di prenderlo a schiaffi. Poi sospirò: era inutile, non l’avrebbe mai capita. “Mi porti a casa?”
“Sicura?”
“Sì. Domani provo a prendere in mano il libro.” Jared l’aiutò a farla scendere dal cofano. Quando fu in piedi davanti a lui, le prese una ciocca di capelli e se la rigirò sul dito. “La smetti?”
“No. Mi piace giocare con i tuoi capelli. Mi piacciono così lunghi.” Provò a sorriderle, ma lei sembrava immune alla sua espressione maliziosa. “Ok, andiamo.”, fece accomodante.
In macchina accesero la radio e Jared si divertì parecchio a sentirla canticchiare. Sembrava più tranquilla, controllava il BlackBerry e guardava fuori dal finestrino.
Avrebbe voluto fermarsi, in mezzo alla grande strada fregandosene di tutti e chiederle perchè era così malinconica, perchè così poco 'lei', ma sapeva che Monica non gli avrebbe mai risposto e quindi era inutile mettersi a fare manovre inutili.
“Sai che un po’ mi manca la Louisiana?”, disse Jared per spezzare quel silenzio scomodo.
“Ma dai? Nonostante tutto?”
“Assolutamente. O forse è semplicemente voglia di andarmene via. Vabbè, tanto domani parto, quindi non è un problema troppo grande.” 
Monica si voltò a guardarlo. “E dove vai?”
“A New York. Devo andare a parlare per un forse futuro film di Woody Allen che vuole tornare a girare nella Grande Mela e poi forse Hugo Boss vuole rinnovarmi il contratto: pare che abbia avuto parcchio successo il Just Different.” 
Lei rise. “Ti credo: con tutte le tue fan che ti hanno comprato il profumo, il cartellone, sponsorizzato su internet, era ovvio che avreste venduto l’impensabile. Beh non ti annoierai di certo in quel che resta nel 2012.”
“No, infatti.”
“E poi New York ti piace no?” 
Jared annuì: “La adoro. Credo che sia la mia città, quella in cui mi sento più a mio agio. É piena di stimoli di tutti i generi.”
“La città perfetta per chi non dorme mai, come te.”
“Dormire è inutile, perdi solo tempo.”
“Adesso capisco perchè sei così rincoglionito: dormire fa bene al cervello sai? Ti mette a posto i pensieri e stiva i ricordi. Dormi qualche volta, ti fa solo che bene.”
Risero assieme, un po’ come i vecchi tempi. Mancavano a Jared quei momenti.
“Posso dormire con te, stanotte?”
Monica lo fissò: Jared era concentrato alla guida, guardava la strada e sembrava totalmente rilassato. Eppure la domanda che le aveva fatto non aveva propriamente una risposta semplice. Sembrava le avesse chiesto di bere solo un caffè assieme, non di condividere lo stesso letto. “Perchè?”
“Perchè mi trovo bene.” 
Monicà riconobbe le luci della sua via e non disse nulla. Farlo entrare o no?
Jared parcheggiò con una manovra fluida, il parcheggio davanti casa della ragazza era praticamente vuoto, poi andò ad aprirle la portiera e tenderle la mano.
“Che cavaliere...”
“Io so essere un galantuomo, te lo ricordo. Il truzzo di famiglia è un altro.”
“Parla Mister dico un 'Fuck' in ogni mezza frase.”
Monica prese le chiavi dalla pochette e le infilò nella serratura del portoncino del suo condominio. Si guardò attorno, non c’era praticamente anima viva, non era zona di paparazzi. Sentì l’allarme della macchina scattare, facendole capire che Jared non aveva intenzione di andarsene molto presto. Si appoggiò alla porta.
Jared mise le mani dietro la schiena, si inchinò leggermente e le lasciò un leggero bacio sulle labbra. Era solo un tocco, uno sfiorarsi, ma lei non riuscì ad evitare di chiudere gli occhi. Riaprendoli, lo trovò mentre le chiedeva con gli occhi di essere sua quella notte.
“Hai solo intenzione di dormire, vero? non mi terrai sveglia, no?”, gli domandò facendo nascere sulla bocca dell’uomo il suo classico sorriso malizioso.
“Quando vorrai dormire, basterà che me lo chiedi. Non vorrei che domani fossi troppo stanca per non riuscire neanche a scrivere della nostra Camilla.”
“Va bene, sali, ma solo perchè sei un cuscino molto molto comodo.”
 
 
 
 
*Chi ha visto i 20 Minuti di Artifact non dovrebbe faticare a capire la citazione. Ad un certo punto Jared porta tomo su una collina e gli dice di lanciare un sasso urlando per liberari. Lo fanno entrambi.
   
 
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