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Autore: Rina07tz    30/09/2011    1 recensioni
Questa è la storia di Rose, non prima del Dottore ma nemmeno dopo il Dottore, di come dalla giovane viaggiatrice del tempo/assistente del Dottore sia diventata la giovane donna che in Turn left guida Donna. Perchè non solo il Dottore ha vissuto nuove avventure, anche lei.
Genere: Generale, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Rose Tyler
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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***






L’asfalto nero, bagnato per l’ennesimo temporale Londinese, rispecchia sinistramente la luce dei lampioni, il quartiere non è uno di quelli più sicuri. I pochi lumi si accendono a scatti , durano un paio di secondi e poi muoiono nuovamente in un ciclo che sembra eterno.
Una ragazza bionda sui vent’anni, sicura in un elegante vestito verde acido, attraversa la strada; un paio di loschi individui si muovono dai loro nascondigli avvicinandola, ma quando un lampione  le illumina per un istante il volto, tutti indietreggiano atterriti. L osserva ritirarsi impauriti con un sorriso compiaciuto dipinto sulle labbra rosse scarlatte. Arriva davanti ad un portone di ferro con una guardiola, alza la mano destra lentamente e batte le nocche quattro volte, la guardiola si apre: Un uomo dalla carnagione scura con occhiali neri la scruta un attimo prima di aprirle la porta.
Salta i convenevoli e le comunica la cosa più importante.
_Max ti aspetta nella sala “rossa”
La ragazza ravviva l’abito, scuote i capelli, arricciati appositamente per la serata e si incammina verso il suo appuntamento, prima di imboccare uno dei squallidi corridoi fa l’occhiolino al “portiere” suscitandone una risata rauca.
La sala Rossa si presenta…rossa, tutto è del colore rosso: le poltrone, la tappezzeria e pure la tovaglia di pizzo era stata tinta, tutto per rendere felice la donna del Capo.
_Scarlet, non c’è niente più bello di te! Era ora bando ai convenevoli signori, potete anche parlare di cosa dovrei comprare da voi…convincetemi!
La ragazza si siede sul bracciolo accanto al fidanzato e ascolta; lei è la vera imprenditrice, lei lo ha reso il padrone del mercato nero da quando i cyber uomini hanno fatto la loro comparsa sulla Terra. Gli emissari parlano di questa arma venuta dal cielo e del suo potenziale distruttivo.
Sicuramente sarà l’ennesimo giocattolino alieno mezzo distrutto da riparare, una spesa che verrà largamente ripagata con l’impiego del giocattolo nell’adeguato modo e lei lo sa bene.
Proseguendo con le trattative le aspettative di Scarlet si rivelano giuste.
_c’è un solo piccolo dettaglio che potrebbe farle cambiare idea sull’acquisto, l’arma presenta degli accumuli di energia che la resettano ogni volta..non siamo in grado di dirle come appianare questa difficoltà
Max,alza la testa e li guarda oltraggiato, blatera parole sulla lealtà basata sulla qualità della merce, si alza pronto a scacciarli in malo modo ma Scarlet gli sfiora un braccio pregandolo di sedersi.
_signori, trovare un sistema per risolvere questo piccolo difetto è affare nostro, non per niente siamo a capo della compravendita di manufatti alieni di questo Stato…però dovete rendervi conto che noi dovremmo comprare e addirittura aggiustare quello che volete venderci a un prezzo tale- Si alza indica con l’unghia colorata di rosso la somma segnata in blu sul foglio, ticchettando l’unghia sul numero sfila dal taschino del venditore più vicino una biro-…vedete, tutto diventa più semplice se fosse questo il numero- scarabocchia velocemente una cifra eliminando tre dei sei numeri scritti in precedenza-…accettate la mia offerta?
Dei tre venditori, il più corpulento si alza col respiro affaticato è scosso mentre le dice che non venderanno niente per quella cifra.
La ragazza lo guarda dispiaciuta mentre si posiziona dietro la poltrona del fidanzato
_vedete signori questo mi rende molto triste, davvero mi piaceva il vostro giocattolino…-si china sull’amante -…mi dispiace anche per voi..
L’uomo corpulento estrae un fazzoletto col quale si asciuga la fronte, il peggio sembra essere passato, uno dei suoi compagni ha la forza di mormorare un flebile
_perché?
Le carnose labbra rosse si distendono in un sorriso.
_perché io ottengo sempre quello che voglio- rapida estrae la pistola dalla fondina posta sotto la giacca del compagno e spara a sangue freddo in fronte ai tre-…in qualsiasi modo…
 

















 

Primo Caso per Rose Tyler



Nuovo giorno, stessa sveglia. h 7:30
Un giorno la getterò fuori dalla finestra quella maledetta, lo giuro, comunque quel giorno non sarà oggi ne tantomeno domani.
Devo sbrigarmi, questo è il mio primo giorno come agente operativo attivo. Addio scartoffie!
Lo specchio del bagno non mi aiuta, ho due occhiaie allucinanti e il naso rosso. Maledetta influenza.
Infilo nella borsa le medicine e i pacchetti di fazzoletti necessari a tenermi in piedi almeno per mezza giornata, afferrò le chiavi mentre ingoio a forza una brioche, ormai rinsecchita.
Scrivo su un post il promemoria:
aggiungere alla lista della spesa brioches, the,  latte, pasta…meglio finire dopo, il cellulare mi sta vibrando nella borsa e ritrovarlo è una caccia al tesoro in una stanza buia.
Quando lo trovo è tardi, quello che chiamava si è giustamente rotto le scatole di aspettare.
Il display dice che mi ha chiamata…Mickey.
L’orologio del cellulare mi avvisa che manca mezz’ora alle 8 e 15; devo ancora passare a prendere Mickey.
Stavolta mi uccide.
 
Parcheggi Sede Torchwood. h 8:15
Dopo aver recuperato Mickey e attraversato tre incroci ai 110 km/h con i semafori rossi, non mi sorprenderei di trovare all’entrata un paio di agenti della polizia stradale.
Speriamo in bene, fino ad oggi non ho mai superato i 70 in città.
Un’ora dopo mi viene depositata sulla scrivania una multa di 100 sterline, immensamente ridotta grazie all’influenza dell’organizzazione; da domani verrà una macchina a prendermi.
Che assurdità! Dovrebbero vedere guidare mia madre, lei si che è un pericolo pubblico.
Se il buon giorno si vede dal mattino, questo sarà sicuramente splendido.
 
Ufficio sig.na Tyler.10:15
Anche oggi, nonostante la mia “promozione”, sembra non esserci nulla di pericoloso per la Terra, almeno non così poco pericoloso da essere affidato ad una ragazza.
Che noia. Nemmeno  il canestro per il cestino regalatomi da Mickey mi entusiasma più.
 
h10:25
Ho deciso di impilare in ordine di tempo tutti i fascicoli che mi sono stati consegnati, sono appena arrivata a sistemare quelli di due settimane fa, che bussano alla porta. Chiunque sia non mi da il tempo di arrivare alla porta, entra e dopo un breve convenevole  mi consegna un altro fascicolo. L’ennesimo di lunghe pile sparse per il mio ufficio.
Prendendolo in mano mi rendo conto che qualcosa non torna: è troppo leggero, dove sono i rapporti medici e personali del gruppo che se n’è occupato?
Normalmente non sono autorizzata a leggerli, senza tener conto di questo un paio di quelli vecchi gli ho leggiucchiati, ma l’assenza del sigillo e la mia naturale curiosità mi portano a guardarne il contenuto.
 
 
Caso 12533SRTE886LK6754
 
Assegnato agli agenti:
Jane Adams
Wolf Black
Mickey Smith
Rose Marion Tyler
Helena  Wytt
 
Descrizione:
Sparizione di bambini, n’ 5,  al di sotto dei sei anni dal reparto di malattie infantili nell’ultimo mese, al San Patrick. Si richiede indagine a sostegno delle istituzioni locali .
 
Indicazioni:
Ritrovo per l’organizzazione della squadra e assegnazione ruoli, nella sala 2-Y alle 11:00 del corrente giorno.
 
 
 
 
 
 
 
Dietro al foglio ufficiale c’è un post giallo a forma di orso.
“Tesoro, buona fortuna! Papà e mamma”



h 10:45
Stava preparando le ultime cose per la missione quando la porta della stanza si aprì cigolando rumorosamente, come al solito sua madre Jackie l’era comparsa nel suo ufficio con una scusa e fino all’ultimo non sembrava propensa a lasciarla andare. Si era riempita la bocca di parole come pericolo, immaturità, arroganza; tutto d’un tratto sua figlia era diventata l’espressione massima di tutti lati negativi che una persona possa avere, l’aveva definita persino folle nell’ostinarsi a cercare pericoli, proprio ora che poteva vivere una vita normale, come una comune ragazza di ventun’anni.
Rose l’aveva lasciata parlare, aspettando che quella tempesta finisse sapeva che non poteva placare a parole l’ansia di sua madre, non dopo aver rischiato di essere separate per sempre. Essendo però figlia di sua madre, certi aspetti del suo carattere gli aveva anche lei.
Appena Jackie in preda allo sfogo nervoso si dichiarò felice della “dipartita” del Dottore, Rose scoppiò e riversò su di lei la sua frustrazione.
Il Dottore.
 L’unico argomento che Jackie Tyler avrebbe dovuto prendere con le pinze parlando con Rose; avrebbe potuto darle della perdente, della fallita, della stupida, ma non poteva toccare l’uomo che l’aveva fatta sentire importante, che le aveva mostrato un nuovo modo di vivere la vita: non più come spettatore, ma come attore principale. Rose che sino a quel momento fissava il pavimento accondiscendente alzò lo sguardo, in un primo momento incredula, poi lo sgomento lasciò posto alla rabbia, che si riversò come un secchio d’acqua fredda sulla madre. Questa volta le parole dominanti furono ingratitudine, sfacciataggine, egoismo, ignoranza.
_non ti permetto di parlarmi così!
Rose la guardò un attimo, vide l’ora, si morse il labbro inferiore.
_Mamma! Accetta di aver torto per una volta!- afferrò la giacca ed uscì dalla stanza, lasciando una Jackie ammutolita che fissava il vuoto.
 
 
 
Arrivò spossata davanti alla porta della sala riunioni, la discussione appena fatta non l’aveva certamente aiutata a prendere fiato e a calmarsi per la sua prima missione. Chiuse gli occhi e tirò un profondo respiro, sentiva rispuntare un’emozione nostalgica.
Era l’emozione che le chiudeva la bocca dello stomaco, nasceva dall’agitazione e dalla curiosità che provava ogni volta che apriva la porta del Tardis, era il secondo di attesa in cui assaporava l’avventura.
 
 

H 11.00

Rose spalancò la porta e si ritrovò in una sala vuota.
Delusa si aggirò tra tavoli sfiorando ogni tanto gli oggetti che osservava:fascicoli, cartelle, portabiro.
Fù proprio mentre osservava un anonimo porta biro in metallo, che dalla porta fece capolino un uomo.
Dal suo abbigliamento poteva essere scambiato per una nuova giovane comparsa di Buffy, praticamente era un incrocio tra Angel e Spike.
Un cappotto lungo nero allacciato dal basso sino a metà petto, lasciava vedere la camicia nera, ed un pacchiano pendete d’oro a croce gli copriva la giugulare.
Rose lo guardò un attimo si voltò incapace di trattenere una ristata
_Vai ad una festa in maschera?…bastanodei canini e sarai il vampiro della serata…
L’uomo si accigliò, stava per controbattere, ma venne interrotto da Mickey e da Jaick che entrarono rumorosamente scherzando tra di loro, dopo un veloce scambio di convenevoli l’uomo in cappotto sfoderando un sorriso finto e gesticolando indicò Rose, domandando ai due
_..questa biondina …è la nuova recluta?...
 Mickey prontamente gli rispose di si battendo una mano sulla spalla della “biondina” e alla vista del disappunto che gli vedeva stampato sulla faccia aggiunse
 _ehi non è poi così male come può sembrare! Dagli una possibilità capo..
Rose che stava guardando infastidita Mickey fino a quel momento, alla parola capo sbiancò e pensò che avrebbe fatto bene ad imparare a chiudere quella bioccaccia ogni tanto.
L’uomo, il cui nome Rose avrebbe scoperto a breve era Wolf, era a capo della squadra di cui avrebbe fatto parte. Se non la cacciava prima.
_una sola possibilità…biondina..
Decretò puntandole in faccia un’ indice pieno di anelli; afferrò un fascicolo e fece segno ai tre di seguirlo.
_...siamo in ritardo..per la festa…
 
 
 
 
San Patrick
 
Durante il tragitto, nella Jeep nera, Rose aveva avuto il tempo per scambiare un paio di chiacchiere con Mickey, gli aveva chiesto cosa avrebbero dovuto fare e delle informazioni sul “capo”.
Tutto ciò sussurrando, per la paura di farsi sentire da Mr Black, e con continue interruzioni dovute al suo raffreddore, che la stava uccidendo;
raccontò a Mickey dell’infelice battuta fatta a Wolf e questi sogghignò rinfacciandole che lei i guai se li cercava da sola.
_comunque ne so poco anch’io di lui, cioè, fa parte del Torchwood da molto tempo, prima ancora che il Governo lo chiudesse per poi riaprirlo sotto la supervisione di Peter Tyler...Non ho mai capito se fosse un agente del vecchio ordinamento, o se invece fosse un esperimento segreto come i cyberman.
Rose osservò il riflesso dell’uomo in questione dallo specchietto retrovisore, stava fissando il vuoto con un’espressione annoiata.
 
 
 
H 11:43
 
Quando la Jeep si fermò davanti all’entrata scesero tutti e si diressero nella sala d’attesa dell’ala di pediatria; tutti tranne Jaick, che durante il tragitto aveva fermato una povera infermiera ed ora era impegnato a flirtare con lei. Aveva rassicurato il capo che gli avrebbe raggiunti a breve, ed ebbe la sua benedizione con un cenno della mano.
Nella sala d’attesa due donne vestite in colori scuri stavano aspettando: Jane Adams e Helena Wytt.
Le due si presentarono affabilmente alla novella aggiunta, scherzarono assieme ringraziando la direzione che il nuovo membro avesse del sale in zucca a differenza dei loro colleghi.
Wolf fece le presentazioni, e spiegò a Rose i ruoli delle due donne nella squadra.
Jane Adams si presentava come una modella: alta dai lineamenti raffinati, grandi occhi azzurri ed i capelli castani raccolti in un severo chignon. Era l’addetta alle relazioni pubbliche, ovvero si occupava di tutto ciò che sarebbe trapelato dalle loro missioni, ogni singola eclatante manifestazione aliena si tramutava nelle sue mani in insoliti malfunzionamenti delle reti elettriche Nazionali, cause delle allucinazioni nella popolazione con relativi studi scinetifici che confermavano tutto ciò. Oltre ciò era un’ottima spia brittanica.
Helena Wytt era una donna dall’aria vissuta: un paio di occhiali dalla montatura spessa oscuravano gli occhi color miele cerchiati dalla stanchezza, i capelli rame ricci e ribelli le incorniciavano il viso e le nascondevano gran parte delle spalle. Nella squadra il suo ruolo era basilare, poteva essere tranquillamente chiamata la mente del gruppo; era lei che si occupava delle ricerche, sia quelle scientifiche da laboratorio che quelle culturali su leggende e storie che potessero aiutare a decifrare gli indizi. Se non avesse deciso di lavorare per una sezione talmente segreta sarebbe stata sicuramente riconosciuta dal mondo come una delle menti più brillanti del secolo.
Quando Wolf finì di elencare le loro capacità e i loro titoli, Jane chiese senza nessuna intenzione ostile a Rose quale fosse il suo ruolo.
La giovane Tyler fissò l’ex fidanzato
_qual è il mio ruolo?
Mr Black sfoderò un sorriso, non a trentadue denti, bensì a quaranta denti
_cosa c’è Tyler? Non ti sei preparata l’abito per la festa in maschera?


San Patrick


_Rose è un elemento valido per la squadra! È coraggiosa, non si tira indietro davanti al pericolo e ha conosciuto un paio di razze aliene..
Mickey intervenne con veemenza alla battuta di Wolf.
Jane prese le redini della situazione sventolando, davanti alle loro facce, il fascicolo con i dati della missione, mentre Helena poggiava una mano sulla spalla di Rose confortandola
_Molti scoprono col tempo il proprio ruolo nel Torchwood…
Wolf si ricompose, si tolse la collana e la ripose nella tasca interna del cappotto, tirando fuori al suo posto una cravatta grigia, e un fermacravatta in argento che si affrettò a indossare.
_va bene, ora riacquisterò la mia naturale calma, metterò a tacere l’adolescente offeso da quella bambina-guardò Rose- e mi rimetterò a fare quello che so fare meglio: dirigere questa squadra.
Helena gli porse un distintivo e una biro d’argento, che sistemò nel taschino esterno del capotto.
_Jane, fammi il favore di recuperare il nostro don Giovanni..-la donna annuì incamminandosi verso il corridoio-Raggiungici nell’ufficio del caporeparto…e dagli una bella lavata di capo da parte mia-
Si voltò a guardare i rimanenti e sbuffò: Rose cercava di soffiarsi silenziosamente il naso, senza risultati.
_vi prego…datele qualcosa, altrimenti non ci faranno entrare con Germi Tyler-
Helena aprì la capiente borsa e ne tirò fuor una mascherina, gliela porse con un sorriso.
Rose capì che le opzioni erano due: o la metteva o la metteva. 
Nessuna scelta. 
Appena la mise Wolf riprese a parlare
_Smith vai alla Jeep e recupera le mappe dell’ospedale, e qualche giocattolo.Non si sa mai.
Nell’uscire dalla sala fece un segno confortante a Rose, rimasta sola con Helena e Wolf.
La ragazza guardò la porta a vetri richiudersi alle spalle dell’amico.






H10:48
Scarlet,seduta davanti allo specchio, spazzolava i lunghi capelli biondi appena lavati e asciugati con gran cura; dalla porta alle sue spalle, fece ingresso Max, che si fermò sulla soglia ad osservarla in silenzio.
La ragazza presa com’era in quel suo rito quotidiano non si accorse subito della sua presenza, lo vide qualche minuto dopo riflesso nello specchio.
Posò la spazzola e si voltò sorridendo.
_cos’hai dietro la schiena?
Max ricambiando il sorriso e le si avvicinò.
_Chi? Io? 
Gli occhi le brillarono nel momento in cui le tese un mazzo di rose. Rose rosso scarlatto.
Il suo viso dolce, in quel momento emanava un chiarore proprio,ma poi, improvvisamente, tutto di lei si raggelò, lo sguardo diventò tagliente e acuto ed il sorriso mutò in una smorfia.
_abbiamo un nuovo lavoro?
Max annuì.
_potrebbero essere nuovi pezzi per il tuo regalo di nozze..
Il sorriso di Scarlet riemerse, e l’atmosfera si fece assolutamente più lieve.




H 11:58


Mentre Wolf parlava con il caporeparto ed Helena era concentrata sulle delle rilevazioni chimiche che stava preparando, Rose si era trovata con le mani in mano. Seduta su una scomodissima sedia nera di plastica, osservava Helena e pensava. Pensava che ,dopo tutto quel tempo trascorso col Dottore, avrebbe dovuto imparare a non giudicare dall'aspetto , eppure c’era cascata con Black. Quell’uomo trasandato, che sembrava un personaggio di un libro rosa su vampiri e licantropi, si era trasformato nel giro di poche mosse in un piacente agente con il dono della loquacità.
Si era illusa di essere qualcosa in più di una ragazza?
Il Dottore aveva certamente torto,lei non era niente senza lui.
Come poteva essere d’aiuto? Non aveva nemmeno finito le scuole. Presa com’era dai suoi pensieri, non si accorse che Helena l’aveva chiamata.
Appena riuscì ad ottenere un briciolo di attenzione, le chiese se poteva darle una mano. 
_mi dispiace, non so niente di chimica-
Helena le porse la mano e l’aiutò ad alzarsi
_Allora?




H 12:00

Scarlet, dopo aver messo un velo di rossetto, ricontrollò i capelli raccolti nella coda nello specchietto della macchina, successivamente si voltò a guardare il suo compagno
_mi devi una cena e una giornata in un centro benessere! 
Max ridacchiò porgendole un cartellino con la sua identità di copertura
_amore, non vorrai che quelli del Torchwood si prendano il nuovo giocattolino!
La ragazza arricciò il naso e aprì la portiera
_ certo che no…quegli idioti non sanno nemmeno cosa stia succedendo, e poi quel gingillo ci serve per far funzionare il nuovo giocattolo.
Max si sporse dal finestrino del guidatore.
_mi raccomando,devi essere silenziosa, cerca di passare inosservata..





Rose stava sistemando le varie boccettine di sostanze chimiche nella borsa di Helena quando un’infermiera le passò accanto. Qualcosa la insospettì ed alzò il capo, ma riuscì a vederla di sfuggita mentre varcava una porta. Scarpe da ginnastica bianche e una bionda coda da cavallo.
_Tyler potresti venire un attimo?
Wolf si era affacciato dalla porta e la chiamava, lo raggiunse. Il caporeparto e il capo la fissavano, contraccambiò lo sguardo sino a quando Mr Black spiegò il perché della sua chiamata: si erano accordati in modo che un paio degli “agenti” potessero fermarsi per un paio di giorni nel reparto sotto copertura. Rose Tyler sarebbe stata una di questi agenti, avevano deciso senza consultarla e in pochi minuti fu spedita fuori con un documento, una divisa e degli zoccoli da ospedale. 
Si stava sistemando l’uniforme quando Helena ritornò dai suo giro in cerca di indizi.
_dimmi che è uno scherzo…ti ha messo a fare l’infermiera?
Rose scosse la testa col viso risentito.
_a quanto pare si…
Helena sorrise, almeno fino a quando Wolf non le sbucò alle spalle mettendole tra le braccia un camice e un cartellino.
_buon pomeriggio dottoressa Tosh!- la salutò scombinandole i capelli già ribelli-..oh! scusi infermiera Ivy non l’avevo notata.Vi auguro una buona giornata di lavoro.- finse di sturarsi un orecchio-…come dite? Vi siete offerte anche per il turno di notte?! Ooh!Ma questo vi fa onore, signore!
Finì la frase incamminandosi verso l’uscita, a pochi passi dalla porta alzò una mano in gesto di saluto.
Helena ridacchiò, Rose invece aveva stampato in faccia un’espressione sdegnata
_è il suo modo per augurarci buona fortuna.- afferrò da terra la borsa e si diresse verso l’ufficio del caporeparto per delle informazioni-Tranquilla, qualcuno rmarrà per tutto il tempo nella Jeep in supporto mentre Jane e Jaick si occuperanno delle ricerche.-

Rose fissò Helena sparire nell’ufficio del caporeparto.
“Lavorare sul campo per il Torchwood non è emozionante come viaggiare con il Dottore, anzi, ripensandoci, mi è tornato in mente quella volta che ,grazie a lui, ho lavorato alla mensa di quella scuola per un paio di giorni. che incubo! Avrei preferito essere rincorsa fin da subito dai crilitani! Se non altro sono sicura che ,con questo lavoro, non rimarrò bloccata su un asteroide a poca distanza da un buco nero…”


H 19:30

Dopo un’estenuante pomeriggio passato a rastrellare assieme ad Helena l’ospedale, Rose si lasciò cadere sulla stessa scomoda sedia del pomeriggio; riuscì solo a pensare che non mangiava da colazione e che a breve avrebbe dovuto aiutare le vere infermiere a distribuire la cena. Chiuse gli occhi immaginando un panino e un’aranciata. Lo desiderava così tanto che le sembrava di sentire il profumo del pane caldo nell’aria, e il frizzare delle bollicine nel bicchiere.
_Tyler! Sveglia! È così che lavori?
Rose scattò sulla sedia a quella voce, Wolf le stava porgendo un sacchetto e un bicchiere di coca.
Forse non sarebbe stato così terribile lavorare per lui, e forse non se l’era presa troppo per quella battuta.
_grazie 




Scarlet girovagò per la struttura almeno un paio di ore prima di decidersi a mettere in atto la sua recita. Si precipitò dal primario di cardiologia e gli fece credere che una donna, in un altro reparto, avesse avuto un infarto e che l’avessero mandato a chiamare. Appena fu sola si mise ad adoperare il computer del medico, era alla ricerca del suo prossimo commerciante. Perché lei e Max trattavano non solo con umani, ma anche con alieni, il suo motto era: ognuno ha il suo prezzo, tutto è comprabile. 
Già immaginava il suo giocattolino completo e pronto all’uso.
Era determinata ad arrivare fino in fondo a ciò, niente l’avrebbe ostacolata. 

Niente e nessuno, nemmeno Torchwood.
  
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