Ero
contento di non essere
innamorato,
di non
essere in pace col
mondo.
A me piace
avercela con
tutto e con tutti.
Charles
Bukowski
Erano passati cinque giorni da
quando Ronnie aveva ricevuto quell’sms
che l’aveva letteralmente sconvolta. Cinque giorni di
tormento, chiedendosi
cosa doveva fare, al cui termine aveva capito che non era in grado di
pensare
lucidamente o essere così obbiettiva da riuscire a prendere
una qualsiasi
decisione, allora aveva chiamato Jamie –che
a sua volta aveva chiamato Lexus-, pregandola di vedersi al
più presto per
parlare di una questione di vita o di
morte.
Erano le sette, lei era appena
uscita dal suo ufficio, quando tutte e
tre si ritrovarono sedute al tavolino di un vecchio bar in centro.
-Kate è ancora a New
York?- chiese Ronnie prendendo tra le mani il menù
plastificato.
Jamie annuì –e
non sappiamo quando torna-
-non la sento da ieri- aggiunse
Lexus – non ha un minuto nemmeno per
respirare-
Ronnie annuì alle due.
Era contenta che Kate fosse riuscita a
realizzare il suo sogno dopo tanti sforzi e sacrifici ed era contenta
che ora sedesse
a quel tavolo con Jamie e Lexus così naturalmente, questo le
faceva sperare che
pian piano le cose si stessero aggiustando.
-la tua situazione con Kate invece,
come va?-
Ronnie alzò le spalle
–l’ultima volta che le ho parlato non mi
è
saltata addosso, ma non credo le cose si siano risolte del tutto-
Entrambe le sue amiche annuirono
distogliendo lo sguardo, chiaro segno
che entrambe avevano avuto modo di parlare con Kate di Ronnie e della
loro
situazione.
Diedero le loro ordinazioni e solo
quando la cameriera le portò loro e
si allontanò con un sorriso, Jamie parlò
–allora- cominciò girando tra le mani
la tazza calda contenente il suo cappuccino –qual era quella
questione così importante
di cui volevi parlarci con tanta urgenza?-
Ronnie si mordicchiò il
labbro inferiore fissando intensamente la tazza
piena di cioccolato sotto i suoi occhi. Allungò la punta
delle dita ghiacciate
verso l’oggetto bollente provando un istantaneo conforto a
contatto col calore.
-sapete che, circa una settimana
fa, sono andata a cena con Nick- disse
e non era una domanda. Loro stesse l’avevano chiamata la
mattina dopo –trattenendola per
più di mezz’ora al
telefono- per farsi raccontare tutto nei minimi dettagli, ma
allora Ronnie
non aveva ancora ricevuto l’sms.
Jamie e Lexus annuirono
contemporaneamente sporgendosi inconsciamente
di più verso l’amica, ansiose che lei proseguisse.
-il giorno dopo mi ha inviato un
sms…- entrambe spalancarono la bocca
in attesa che l’amica continuasse e gli dicesse cosa ci fosse
scritto.
-allora?- la incalzò
Lexus dopo un interminabile silenzio
Ronnie prese un respiro profondo
–ha detto che la sera prima si era
divertito tanto, che gli era piaciuto ricordare i vecchi tempi con me
e…- si
interruppe cercando di ricordare le parole esatte del messaggio.
-e…?- ripetè
con tono strozzato Jamie stringendo convulsivamente la
tazza tra le mani.
- e mi ha chiesto se mi andrebbe di
rifarlo, qualche giorno-
La bocca di Jamie rimase
spalancata, mentre anche i suoi occhi facevano
lo stesso, restando fissi su Ronnie; Le labbra di Lexus invece si
chiusero di
botto mentre un sopracciglio si alzava con aria sconcertata.
-oh porca merda- sbottò
poi Lex rompendo il silenzio
-è esattamente quello
che ho pensato io- sorrise sarcastica Ronnie
-e tu cos’hai risposto?-
chiese Jamie
Ronnie abbassò di nuovo
lo sguardo per poi rialzarlo lentamente
–niente-
Jamie inclinò la testa
verso destra –in che senso?- chiese
-quanti sensi ci sono?-
ribatté Ronnie –nulla, non ho risposto-
La ragazza aprì la bocca
con espressione sconvolta facendo per
rispondere, ma Lexus la precedette urlando –cosa?
Perché non hai risposto?-
-è per questo che vi ho
chiamato- sospirò Ronnie –non lo so, cosa
dovrei rispondere?-
Lexus si abbandonò
all’indietro, poggiandosi allo schienale della sedia
e abbassando lo sguardo, pensierosa.
-tu cosa vorresti fare?-
sussurrò Jamie infine
Ronnie sospirò
pesantemente –io…non lo so-
Jamie annuì silenziosa
passando l’indice sul bordo della tazza, capiva
l’indecisione di Ronnie ed anche lei al suo posto non avrebbe
saputo cosa fare.
-cos’è che ti
preoccupa?- chiese Lexus
Ronnie si accigliò
guardando intensamente la sua cioccolata calda, come
se questa dovesse dargli una risposta.
Cos’è che ti preoccupa? Da dove poteva
cominciare?
-quando l’altra sera sono
stata con lui- cominciò cercando di
trasformare in parole l’enorme magma caotico che le ribolliva
dentro –sono
stata davvero bene e addirittura per un attimo mi è sembrato
di sentire…-
sospirò –mi è sembrato di provare
quello che non provavo da anni-
Jamie si morse un labbro
–quindi, pensi di essere inn…-
-no-
la interruppe
bruscamente lei, terrorizzata al solo suono di quella parola
–sarebbe stupido
pensare che dopo anni io sia ancora…provi
ancora le stesse cose per lui, ma l’altra sera quelle
emozioni sembravano
talmente reali che…-
-che hai paura si possano
trasformare in realtà se passi altro tempo
con lui- concluse Lexus per lei
Ronnie sorrise, dimenticando per un
attimo quello di cui stavano
parlando e scambiandosi uno sguardo d’intesa con Lexus.
Nonostante non si
parlassero da anni riuscivano ancora a leggersi nel pensiero, a
completare le
frasi dell’altra. Erano ancora sulla stessa lunghezza
d’onda, forse era vero
che il loro legame era qualcosa di unico e speciale.
-e sarebbe tanto male?- chiese
Jamie facendola tornare con la mente al
discorso che stavano affrontando.
-cosa?- chiese confusa
-Se tu provassi ancora quelle
emozioni, se tu fossi ancora innamorata-
disse senza dare tempo a
Ronnie di interromperla –sarebbe un male?-
Ronnie si porto una ciocca dietro
l’orecchio –si, sarebbe un male visto
che sta insieme ad Allie- rispose tra i denti
-oh, andiamo!- sbotto Lexus alzando
gli occhi al cielo –tutti sanno che
ha cominciato a frequentare Allie solo per dimenticarti-
Il cuore di Ronnie perse un battito
al pensiero che lui l’avesse fatto
solo per dimenticare lei, che in realtà lui non provasse per
Allie quello che
aveva provato per lei, ma poi si riprese, scuotendo la testa con
fermezza
–tutti a parte lui a quanto pare, visto che sono insieme da un anno-
-un anno- la riprese Jamie
–nella quale tu eri dispersa chissà
dove…-
-e appena tu torni-
continuò Lexus –guarda caso, lui decide di voler
passare del tempo con te-
Ronnie abbassò lo
sguardo verso il tavolo grattando qualcosa di
immaginario su di esso con l’unghia del pollice
–che sciocchezze- sbottò –Nick
vuole vedermi solo per passare un po’ di tempo tra amici-
La risata di Lexus la
colpì forte, era più acuta di come la ricordava,
e Ronnie alzò lo sguardo confusa mentre vedeva Lexus quasi
piangere dal ridere,
mentre Jamie scuoteva la testa sorridendo furba.
-quando mai siete stati amici tu e
Nick?!- rispose Lexus una volta
calmata –ma per favore!-
-Ronnie, non puoi essere davvero
così ingenua- disse a sua volte Jamie
guardandola con espressione sconcertata.
Ronnie si imbronciò di
fronte alla reazione delle amiche –perché
vorrebbe vedermi, allora?- borbottò incrociando le braccia
al petto, sfidandole
a darle una motivazione migliore della sua.
Lexus sospirò
–perché forse, come te, si è accorto
che prova ancora
qualcosa per te e vuole vederti per constatare se è
così o è stata solo
l’emozione di rivederti dopo anni, magari?-
-esatto-
l’appoggiò Jamie annuendo con vigore
–magari è ancora
innamorato di te- disse affezionandosi particolarmente a quella parola
che
Ronnie invece non sopportava.
-perché entrambe
sembrate non considerare minimamente il fatto che sta
insieme ad un’altra persona?-
Lexus alzò gli occhi al
cielo –perché questa è una cosa del
tutto
irrilevante- sminuì sventolando una mano di fronte al viso.
Ronnie alzò a sua volta
gli occhi al cielo, sta volta sorridendo.
Che le ragazze avessero ragione?
Che avessero visto qualcosa che lei
stessa non era stata capace di vedere com’era occupata a
studiare le sue di sensazioni?
-quindi, cosa dovrei fare?- chiese
infine
-quello che ti senti- rispose con
un’alzata di spalle Lexus
-se vuoi vederlo, mandagli un sms e
dì di si- chiarì, Jamie –se non
vuoi rivederlo, non rispondere affatto-
Ronnie sbuffò.
E se invece le sue amiche avessero
torto? Anche ammettendo che Nick
pensasse di provare ancora qualcosa per lei e volesse accertarsene
continuando
a vederla, cos’avrebbe fatto se alla fine lui si fosse reso
conto che non era
così? Se lei vedendolo ancora si fosse innamorata –ancora- di lui e lui,
alla fine, avrebbe deciso che non amava lei, ma Allie? Lei si sarebbe
scottata,
di nuovo. Nonostante la sua parte razionale, abituata
all’arte del sopravvivere,
le stesse urlando di scappare il più lontano possibile da
quel ragazzo che le
stava facendo provare –ancora-
quelle
strane emozioni, una parte di lei, la più grande, fastidiosa
e testarda, le
diceva che aveva bisogno di rivederlo.
Cosa doveva fare?
Quello
che ti senti.
Ronnie sospirò,
sporgendosi verso le amiche –cosa devo scrivere nel
sms?- chiese, vedendo dipingersi sui volti delle amiche
un’espressione
soddisfatta.
Well
I'm so tired baby
(walking
away – Craig David)
Erano passati cinque giorni anche
da quando Joe e Kate si erano
salutati in quell’aeroporto.
In quei cinque giorni i due si
erano sentiti praticamente solo di
sfuggita a causa del fuso. Kate chiamava tutte le sere prima di andare
a
dormire, siccome erano gli unici cinque minuti che aveva a disposizione
per
parlare, e non erano mai più di cinque, visto che proprio a
quell’ora, tutti i
giorni, Joe era sul set per le riprese del suo film.
Kate era superindaffarata, correva
da un angolo all’altro per aggiustare
quel vestito o quell’altra rifinitura, per esaminare le
stoffe da usare, per
organizzare la scaletta della la sfilata, era talmente occupata che a
volte
dimenticava persino le cose più essenziali, come mangiare o
andare in bagno.
Nonostante Holly, la sua assistente, le desse una mano con il lavoro da
fare,
Kate pareva non avere nemmeno un minuto per respirare.
Ma se Kate era super occupata, Joe
non era da meno, con le riprese del
film da girare, le interviste e i programmi tv a cui era obbligato a
presenziare
per pubblicizzare il film.
Entrambi erano esausti, per questo
Kate tirò un’enorme sospiro di
sollievo quando, alla fine della quinta stremante giornata,
riuscì finalmente a
tuffarsi sul letto, che pareva non vedere da mesi.
Nulla l’avrebbe smossa da
quel letto fino al mattino dopo, nulla a
parte una rilassante –per quanto
potesse
rilassarsi in quel momento- doccia.
Riuscì a voltare la
testa di lato, guardando la sveglia sul suo
comodino che segnava le undici di sera.
Storse il naso e prese il cellulare
dalla tasca, facendo la sua solita
chiamata di routine, sperando che non fosse troppo tardi.
Per fortuna, al terzo squillo, Joe
rispose.
-Kate!- disse la voce felice del
ragazzo dall’altro lato, che per un
momento fece dimenticare a Kate tutta la stanchezza che si portava
dietro da
giorni.
-Hei! Come va?- sussurrò
-va…- rispose
semplicemente lui –temevo non mi avessi chiamato stasera,
è tardi da te?-
-si, sono le undici, stasera
abbiamo finito più tardi del solito-
spiegò Kate cercando di non sbadigliare –almeno ci
siamo portati avanti col
lavoro, il che significa che potrei tornare presto! Come vanno le
riprese?-
-bene- rispose Joe seduto alla
sedia riservata per lui –mi manchi,
tanto- sussurrò poi e a Kate le si strinse il cuore.
-anche tu mi manchi Joe, davvero
tanto- rispose la ragazza
raggomitolandosi su se stessa.
Uno sbadiglio uscì dalle
labbra di Kate nello stesso istante in cui
l’aiuto regista faceva segno a Joe che i cinque minuti di
pausa erano
terminati.
–sarai stanca-
sospirò Joe
Kate si diede mentalmente della
stupida per essersi lasciata sfuggire
quello sbadiglio, il tempo a disposizione per parlare con Joe era poco,
non
voleva dargli l’impressione di essere annoiata o che, ma era
davvero
stanchissima.
-ti dispiace se attacchiamo? Credo
davvero che potrei addormentarmi a
telefono-
Il ragazzo rimase un po’
deluso dal fatto che la ragazza volesse già
riagganciare, ma capiva che Kate doveva essere distrutta ed aveva
bisogno di
riposo.
-tranquilla- la
rassicurò –tanto mi hanno appena chiamato per
ricominciare-
-oh- disse semplicemente Kate, un
po’ delusa
-torna presto- sussurrò
Joe –mi sembra di impazzire qui senza di te-
Il cuore di Kate si
fermò per l’ennesima volta mentre cercava di
riprendere fiato –farò del mio meglio-
sospirò infine prima di terminare la
chiamata.
Si lasciò scivolare
sullo scomodo materasso di quella triste stanza
d’albergo, rimanendo a pancia in su, mentre fissava il
soffitto con aria vaga.
Quella era una chiamata tipo, che
ormai faceva tutte le sere con Joe.
Mai più di cinque minuti, anzi, forse quella appena
terminata era stata una
delle telefonate più lunghe. Era davvero triste.
Con uno sforzo disumano, Kate
riuscì ad alzarsi dal suo letto e
dirigersi verso il bagno, dove una confortevole doccia
l’attendeva.
Sentire l’acqua calda
scorrerle sul corpo la fece inaspettatamente
rilassare e sentire di colpo meno stanca, come se fosse rinata. Con i
capelli
ancora bagnati intrappolati in un asciugamano, Kate si diresse verso il
suo
letto, sulla quale ad attenderla c’era il suo intimo, dopo di
che avrebbe
finalmente potuto stendersi tra le lenzuola e svenire,
su quello scomodissimo letto.
Si tolse l’asciugamano
dalla testa e, proprio mentre stava per buttarsi
sul letto, qualcuno busso freneticamente alla sua porta.
Kate sbuffò,
guardò il suo corpo coperto solo dall’intimo,
indossò
frettolosamente l’accappatoio ancora bagnato e sbuffo, di
nuovo, prima di
aprire la porta.
La figura esile e sottile di Holly
venne illuminata dalla luce che proveniva
dall’interno della stanza, la ragazza alzò i
grandi occhi verdi a Kate,
sorridendole.
-oh, meno male che sei ancora
sveglia! Posso entrare?- chiese facendosi
spazio ed entrando nella stanza.
-già che ci sei- rispose
sarcastica Kate richiudendo la porta
-allora- cominciò Holly
voltandosi verso di lei –hai circa venti minuti
per prepararti- sorrise la biondina
-prepararmi?- chiese Kate
sconcertata –per fare cosa?-
-per andare al party organizzato
dai ragazzi- rispose ovvia Holly – te
ne sei dimenticata?-
-quali ragazzi?!- sbottò
Kate, vedendo mentalmente quell’enorme letto a
due piazze sempre più lontano, nonostante fosse a pochi
passi da lei
Holly la guardò dubbiosa
–quelli che lavorano per te, hai presente?
Hanno organizzato una festa in un locale per stasera, è
venerdì!-
Kate si concesse una lunga occhiata
verso la ragazza che, in leggins
glitterati e maglietta super aderente, la guardava con un sorriso.
-voi siete matti- sbottò
in fine distruggendo il sorriso dalle labbra
della ragazza –divertitevi, io resto qui a riposare-
Fece per avviarsi verso il letto
ma, ancora una volta, Holly la fermò
con la sua voce squillante –non puoi non venire! I ragazzi
hanno organizzato la
serata in tuo onore, per la tua presenza a New York- quasi pestava i
piedi per
terra –te l’abbiamo detto due giorni fa, ricordi?-
Kate sbuffò, non
ricordava nemmeno quando aveva mangiato l’ultima
volta, figurarsi una cosa detta due giorni prima!
-ti preeeeego- cantilenò
Holly unendo le mani e sporgendo il labbro
inferiore, cogliendo l’indecisione sul volto della ragazza.
-e va bene, va bene!-
urlò quasi Kate alzando gli occhi al cielo –ma
domattina dovrai portarmi dieci caffè per farmi stare in
piedi!-
Holly fece un gridolino annuendo e
saltellando sul posto mentre batteva
le mani eccitata. Come faceva ad avere tutte quelle forze dopo cinque
giorni
come quelli che erano appena trascorsi?
-ti droghi, per caso?- disse acida
Kate avviandosi verso la sua
valigia, per cercare qualcosa da indossare
Holly piegò la testa di
lato, con espressione innocente –no-
Kate fece uscire un lamento dalle
sue labbra, voltandosi poi verso la
ragazza, con i vestiti in una mano –sarò pronta
tra dieci minuti, ci vediamo
giù- la liquidò velocemente con un gesto della
mano.
Quando Holly si chiuse la porta
alle spalle Kate sospirò sconfitta. Non
aveva alcuna voglia di andare a quella stupidissima festa –sospettava anche si fosse addormentata
in un angolo a causa della
stanchezza-, ma non voleva offendere i ragazzi con cui
lavorava. Avevano
organizzato quella festa appositamente per lei, sarebbe stato scortese
non
andarci. Era così stanca però che sapeva non
sarebbe riuscita a godersela e
sarebbe stata di peso a tutti con la sua faccia pallida e le occhiaie
che le
arrivavano alle ginocchia. Pazienza.
I venti minuti passarono
più veloci del previsto, e dopo mezz’ora Kate
era ancora in bagno a truccarsi, cercando di rimediare –per
quanto le era possibile- a quel disastro che era il suo
viso,
cercando di farlo somigliare più a quello di un essere umano
che a quello di
una busta di latte.
Ancora una volta qualcuno prese a
bussare insistentemente alla sua
porta, ancora una volta Holly –Kate?- chiamò la
ragazza senza ricevere risposta
Kate gettò con un gesto
di stizza il correttore per aria –al
diavolo la sua stupida faccia sfinita-
e corse ad aprire la porta.
-dobbiamo sbrigarci, altrimenti
salta la prenotazione- disse Holly
senza darle il tempo di parlare.
-ok, prendo la giacca- disse
facendo per tornare in dietro
Non c’è tempo
–disse Holly afferrandola per un braccio e trascinandola
fuori la porta – te ne ho presa io una, dobbiamo sbrigarci-
concluse passandole
una leggera giacca di pelle nera.
Kate non controbatté,
anche perchè non ne aveva la forza, e seguì la
ragazza giù alla reception, dove gli altri
l’attendevano.
Quando uscì
dall’albergo la terribile sensazione di aver dimenticato
qualcosa –non solo la giacca- si
fece
spazio tra i suoi pensieri, ma solo quando arrivarono fuori ad un nuovo
locale
gremito di gente, ricordò cos’aveva dimenticato.
-ho lasciato la borsa in albergo!-
strillò quasi rivolgendosi ad Holly,
accanto a lei
-non preoccuparti- la
rassicurò la ragazza – in questo locale ci
conoscono tutti, non c’è bisogno del documento-
Kate annuì, tornando a
guardare di fronte. Non era il documento che la
preoccupava, ma il fatto che nella sua borsa avesse dimenticato il
cellulare e
non aveva avuto il tempo di chiamare Joe per dirgli di
quell’improvviso cambio
di programma.
Alzò le spalle
sospirando, gliel’avrebbe detto la mattina successiva.
* * *
Saaaaaaaaaaaaaalve! Come va mie
care?
Oggi sono davvero felice! Il che
non capitava da parecchio, ve lo posso
assicurare, quiiiiiiiiiindi ho deciso di rallegrare anche voi, postando
un
altro capitolo *O*
Visto che sono in vena, e sto
aspettando che Simona mi faccia il blend(love u),
colgo l’occasione per
ringraziare tutte voi, come sempre!
Grazie alle 41 che hanno la mia storia tra le
preferite, alle 9
che l’hanno messa tra le ricordate, e alle 44 che l’hanno messa tra le
seguite! Grazie alle 11
bellissime fanciulle che con pazienza hanno recensito lo scorso
capitolo *-*(vi
amo), alle 29 folli, totalmente matte, che mi
hanno aggiunto tra
gli autori preferiti (è un onore)*O*, grazie ad Unbroken per aver segnalato Lover Dearest
come storia “scelta”,
grazie a tutti quelli che hanno
lasciato almeno una recensione, perché grazie a voi questa
storia ha 205
recensioni solo al 17esimo capitolo.
Grazie a Simona che mi sta
sopportando per le mie crisi dovute alla
mancanza di blend e che mi aiuta sempre, e per sopportarmi in generale.
(SEXY
SHOP *-* HAHAHAHAHA)
Grazie ad Eleonora, che anche
involontariamente mi da delle idee
fantastiche, che puzza, che non sa dire “nowaday”(e
molto altro), e che
vorrebbe che andassi con lei a Milano per vedere Joe. No, grazie.
Grazie a Soriana, che non
c’è, ma è come se ci fosse(?) e che mi
ucciderà quando saprà che ho postato un altro
capitolo in sua assenza. Ti amo
<3
Oh,
ed ovviamente grazie a chi continua a togliere la mia storia dalle
seguite/preferite/ciòchesia
senza darmi una motivazione, siete forti (Y)
E grazie alle ragazze sulla mia
pagina che ci sono sempre e leggono
tutti i miei sfoghi!
Vi amo tutte, a presto <3