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Autore: JustALittleLie    30/09/2011    11 recensioni
Li avevamo lasciati lì.
Lui era tornato a Los Angeles, lei era su un aereo per Madrid.
Lontani per sempre, divisi da un destino che li ha fatti incontrare, li ha fatti innamorare e poi, li ha separati.
E se ora il destino volesse ripagarli di tutto questo?
Ronnie verrà ricatapultata improvvisamente nella sua vecchia vita a Los Angeles, dove la aspettano le sue amiche e lui, dove potrebbe riavere la sua vita.
Ma, si sa, nella vita nulla è così semplice.
Sequel "Let me under your skin"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'There's a fine line between love and hate'
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Ero contento di non essere innamorato,

di non essere in pace col mondo.

A me piace avercela con tutto e con tutti.

Charles Bukowski

 

 

Erano passati cinque giorni da quando Ronnie aveva ricevuto quell’sms che l’aveva letteralmente sconvolta. Cinque giorni di tormento, chiedendosi cosa doveva fare, al cui termine aveva capito che non era in grado di pensare lucidamente o essere così obbiettiva da riuscire a prendere una qualsiasi decisione, allora aveva chiamato Jamie –che a sua volta aveva chiamato Lexus-, pregandola di vedersi al più presto per parlare di una questione di vita o di morte.

Erano le sette, lei era appena uscita dal suo ufficio, quando tutte e tre si ritrovarono sedute al tavolino di un vecchio bar in centro.

-Kate è ancora a New York?- chiese Ronnie prendendo tra le mani il menù plastificato.

Jamie annuì –e non sappiamo quando torna-

-non la sento da ieri- aggiunse Lexus – non ha un minuto nemmeno per respirare-

Ronnie annuì alle due. Era contenta che Kate fosse riuscita a realizzare il suo sogno dopo tanti sforzi e sacrifici ed era contenta che ora sedesse a quel tavolo con Jamie e Lexus così naturalmente, questo le faceva sperare che pian piano le cose si stessero aggiustando.

-la tua situazione con Kate invece, come va?-

Ronnie alzò le spalle –l’ultima volta che le ho parlato non mi è saltata addosso, ma non credo le cose si siano risolte del tutto-

Entrambe le sue amiche annuirono distogliendo lo sguardo, chiaro segno che entrambe avevano avuto modo di parlare con Kate di Ronnie e della loro situazione.

Diedero le loro ordinazioni e solo quando la cameriera le portò loro e si allontanò con un sorriso, Jamie parlò –allora- cominciò girando tra le mani la tazza calda contenente il suo cappuccino –qual era quella questione così importante di cui volevi parlarci con tanta urgenza?-

Ronnie si mordicchiò il labbro inferiore fissando intensamente la tazza piena di cioccolato sotto i suoi occhi. Allungò la punta delle dita ghiacciate verso l’oggetto bollente provando un istantaneo conforto a contatto col calore.

-sapete che, circa una settimana fa, sono andata a cena con Nick- disse e non era una domanda. Loro stesse l’avevano chiamata la mattina dopo –trattenendola per più di mezz’ora al telefono- per farsi raccontare tutto nei minimi dettagli, ma allora Ronnie non aveva ancora ricevuto l’sms.

Jamie e Lexus annuirono contemporaneamente sporgendosi inconsciamente di più verso l’amica, ansiose che lei proseguisse.

-il giorno dopo mi ha inviato un sms…- entrambe spalancarono la bocca in attesa che l’amica continuasse e gli dicesse cosa ci fosse scritto.

-allora?- la incalzò Lexus dopo un interminabile silenzio

Ronnie prese un respiro profondo –ha detto che la sera prima si era divertito tanto, che gli era piaciuto ricordare i vecchi tempi con me e…- si interruppe cercando di ricordare le parole esatte del messaggio.

-e…?- ripetè con tono strozzato Jamie stringendo convulsivamente la tazza tra le mani.

- e mi ha chiesto se mi andrebbe di rifarlo, qualche giorno-

La bocca di Jamie rimase spalancata, mentre anche i suoi occhi facevano lo stesso, restando fissi su Ronnie; Le labbra di Lexus invece si chiusero di botto mentre un sopracciglio si alzava con aria sconcertata.

-oh porca merda- sbottò poi Lex rompendo il silenzio

-è esattamente quello che ho pensato io- sorrise sarcastica Ronnie

-e tu cos’hai risposto?- chiese Jamie

Ronnie abbassò di nuovo lo sguardo per poi rialzarlo lentamente –niente-

Jamie inclinò la testa verso destra –in che senso?- chiese

-quanti sensi ci sono?- ribatté Ronnie –nulla, non ho risposto-

La ragazza aprì la bocca con espressione sconvolta facendo per rispondere, ma Lexus la precedette urlando –cosa? Perché non hai risposto?-

-è per questo che vi ho chiamato- sospirò Ronnie –non lo so, cosa dovrei rispondere?-

Lexus si abbandonò all’indietro, poggiandosi allo schienale della sedia e abbassando lo sguardo, pensierosa.

-tu cosa vorresti fare?- sussurrò Jamie infine

Ronnie sospirò pesantemente –io…non lo so-

Jamie annuì silenziosa passando l’indice sul bordo della tazza, capiva l’indecisione di Ronnie ed anche lei al suo posto non avrebbe saputo cosa fare.

-cos’è che ti preoccupa?- chiese Lexus

Ronnie si accigliò guardando intensamente la sua cioccolata calda, come se questa dovesse dargli una risposta. Cos’è che ti preoccupa? Da dove poteva cominciare?

-quando l’altra sera sono stata con lui- cominciò cercando di trasformare in parole l’enorme magma caotico che le ribolliva dentro –sono stata davvero bene e addirittura per un attimo mi è sembrato di sentire…- sospirò –mi è sembrato di provare quello che non provavo da anni-

Jamie si morse un labbro –quindi, pensi di essere inn…-

-no- la interruppe bruscamente lei, terrorizzata al solo suono di quella parola –sarebbe stupido pensare che dopo anni io sia ancora…provi ancora le stesse cose per lui, ma l’altra sera quelle emozioni sembravano talmente reali che…-

-che hai paura si possano trasformare in realtà se passi altro tempo con lui- concluse Lexus per lei

Ronnie sorrise, dimenticando per un attimo quello di cui stavano parlando e scambiandosi uno sguardo d’intesa con Lexus. Nonostante non si parlassero da anni riuscivano ancora a leggersi nel pensiero, a completare le frasi dell’altra. Erano ancora sulla stessa lunghezza d’onda, forse era vero che il loro legame era qualcosa di unico e speciale.

-e sarebbe tanto male?- chiese Jamie facendola tornare con la mente al discorso che stavano affrontando.

-cosa?- chiese confusa

-Se tu provassi ancora quelle emozioni, se tu fossi ancora innamorata- disse senza dare tempo a Ronnie di interromperla –sarebbe un male?-

Ronnie si porto una ciocca dietro l’orecchio –si, sarebbe un male visto che sta insieme ad Allie- rispose tra i denti

-oh, andiamo!- sbotto Lexus alzando gli occhi al cielo –tutti sanno che ha cominciato a frequentare Allie solo per dimenticarti-

Il cuore di Ronnie perse un battito al pensiero che lui l’avesse fatto solo per dimenticare lei, che in realtà lui non provasse per Allie quello che aveva provato per lei, ma poi si riprese, scuotendo la testa con fermezza –tutti a parte lui a quanto pare, visto che sono insieme da un anno-

-un anno- la riprese Jamie –nella quale tu eri dispersa chissà dove…-

-e appena tu torni- continuò Lexus –guarda caso, lui decide di voler passare del tempo con te-

Ronnie abbassò lo sguardo verso il tavolo grattando qualcosa di immaginario su di esso con l’unghia del pollice –che sciocchezze- sbottò –Nick vuole vedermi solo per passare un po’ di tempo tra amici-

La risata di Lexus la colpì forte, era più acuta di come la ricordava, e Ronnie alzò lo sguardo confusa mentre vedeva Lexus quasi piangere dal ridere, mentre Jamie scuoteva la testa sorridendo furba.

-quando mai siete stati amici tu e Nick?!- rispose Lexus una volta calmata –ma per favore!-

-Ronnie, non puoi essere davvero così ingenua- disse a sua volte Jamie guardandola con espressione sconcertata.

Ronnie si imbronciò di fronte alla reazione delle amiche –perché vorrebbe vedermi, allora?- borbottò incrociando le braccia al petto, sfidandole a darle una motivazione migliore della sua.

Lexus sospirò –perché forse, come te, si è accorto che prova ancora qualcosa per te e vuole vederti per constatare se è così o è stata solo l’emozione di rivederti dopo anni, magari?-

-esatto- l’appoggiò Jamie annuendo con vigore –magari è ancora innamorato di te- disse affezionandosi particolarmente a quella parola che Ronnie invece non sopportava.

-perché entrambe sembrate non considerare minimamente il fatto che sta insieme ad un’altra persona?-

Lexus alzò gli occhi al cielo –perché questa è una cosa del tutto irrilevante- sminuì sventolando una mano di fronte al viso.

Ronnie alzò a sua volta gli occhi al cielo, sta volta sorridendo.

Che le ragazze avessero ragione? Che avessero visto qualcosa che lei stessa non era stata capace di vedere com’era occupata a studiare le sue di sensazioni?

-quindi, cosa dovrei fare?- chiese infine

-quello che ti senti- rispose con un’alzata di spalle Lexus

-se vuoi vederlo, mandagli un sms e dì di si- chiarì, Jamie –se non vuoi rivederlo, non rispondere affatto-

Ronnie sbuffò.

E se invece le sue amiche avessero torto? Anche ammettendo che Nick pensasse di provare ancora qualcosa per lei e volesse accertarsene continuando a vederla, cos’avrebbe fatto se alla fine lui si fosse reso conto che non era così? Se lei vedendolo ancora si fosse innamorata –ancora- di lui e lui, alla fine, avrebbe deciso che non amava lei, ma Allie? Lei si sarebbe scottata, di nuovo. Nonostante la sua parte razionale, abituata all’arte del sopravvivere, le stesse urlando di scappare il più lontano possibile da quel ragazzo che le stava facendo provare –ancora- quelle strane emozioni, una parte di lei, la più grande, fastidiosa e testarda, le diceva che aveva bisogno di rivederlo.

Cosa doveva fare?

Quello che ti senti.

Ronnie sospirò, sporgendosi verso le amiche –cosa devo scrivere nel sms?- chiese, vedendo dipingersi sui volti delle amiche un’espressione soddisfatta.

 

Well I'm so tired baby

(walking away – Craig David)

 

Erano passati cinque giorni anche da quando Joe e Kate si erano salutati in quell’aeroporto.

In quei cinque giorni i due si erano sentiti praticamente solo di sfuggita a causa del fuso. Kate chiamava tutte le sere prima di andare a dormire, siccome erano gli unici cinque minuti che aveva a disposizione per parlare, e non erano mai più di cinque, visto che proprio a quell’ora, tutti i giorni, Joe era sul set per le riprese del suo film.

Kate era superindaffarata, correva da un angolo all’altro per aggiustare quel vestito o quell’altra rifinitura, per esaminare le stoffe da usare, per organizzare la scaletta della la sfilata, era talmente occupata che a volte dimenticava persino le cose più essenziali, come mangiare o andare in bagno. Nonostante Holly, la sua assistente, le desse una mano con il lavoro da fare, Kate pareva non avere nemmeno un minuto per respirare.

Ma se Kate era super occupata, Joe non era da meno, con le riprese del film da girare, le interviste e i programmi tv a cui era obbligato a presenziare per pubblicizzare il film.

Entrambi erano esausti, per questo Kate tirò un’enorme sospiro di sollievo quando, alla fine della quinta stremante giornata, riuscì finalmente a tuffarsi sul letto, che pareva non vedere da mesi.

Nulla l’avrebbe smossa da quel letto fino al mattino dopo, nulla a parte una rilassante –per quanto potesse rilassarsi in quel momento- doccia.

Riuscì a voltare la testa di lato, guardando la sveglia sul suo comodino che segnava le undici di sera.

Storse il naso e prese il cellulare dalla tasca, facendo la sua solita chiamata di routine, sperando che non fosse troppo tardi.

Per fortuna, al terzo squillo, Joe rispose.

-Kate!- disse la voce felice del ragazzo dall’altro lato, che per un momento fece dimenticare a Kate tutta la stanchezza che si portava dietro da giorni.

-Hei! Come va?- sussurrò

-va…- rispose semplicemente lui –temevo non mi avessi chiamato stasera, è tardi da te?-

-si, sono le undici, stasera abbiamo finito più tardi del solito- spiegò Kate cercando di non sbadigliare –almeno ci siamo portati avanti col lavoro, il che significa che potrei tornare presto! Come vanno le riprese?-

-bene- rispose Joe seduto alla sedia riservata per lui –mi manchi, tanto- sussurrò poi e a Kate le si strinse il cuore.

-anche tu mi manchi Joe, davvero tanto- rispose la ragazza raggomitolandosi su se stessa.

Uno sbadiglio uscì dalle labbra di Kate nello stesso istante in cui l’aiuto regista faceva segno a Joe che i cinque minuti di pausa erano terminati.

–sarai stanca- sospirò Joe

Kate si diede mentalmente della stupida per essersi lasciata sfuggire quello sbadiglio, il tempo a disposizione per parlare con Joe era poco, non voleva dargli l’impressione di essere annoiata o che, ma era davvero stanchissima.

-ti dispiace se attacchiamo? Credo davvero che potrei addormentarmi a telefono-

Il ragazzo rimase un po’ deluso dal fatto che la ragazza volesse già riagganciare, ma capiva che Kate doveva essere distrutta ed aveva bisogno di riposo.

-tranquilla- la rassicurò –tanto mi hanno appena chiamato per ricominciare-

-oh- disse semplicemente Kate, un po’ delusa

-torna presto- sussurrò Joe –mi sembra di impazzire qui senza di te-

Il cuore di Kate si fermò per l’ennesima volta mentre cercava di riprendere fiato –farò del mio meglio- sospirò infine prima di terminare la chiamata.

Si lasciò scivolare sullo scomodo materasso di quella triste stanza d’albergo, rimanendo a pancia in su, mentre fissava il soffitto con aria vaga.

Quella era una chiamata tipo, che ormai faceva tutte le sere con Joe. Mai più di cinque minuti, anzi, forse quella appena terminata era stata una delle telefonate più lunghe. Era davvero triste.

Con uno sforzo disumano, Kate riuscì ad alzarsi dal suo letto e dirigersi verso il bagno, dove una confortevole doccia l’attendeva.

Sentire l’acqua calda scorrerle sul corpo la fece inaspettatamente rilassare e sentire di colpo meno stanca, come se fosse rinata. Con i capelli ancora bagnati intrappolati in un asciugamano, Kate si diresse verso il suo letto, sulla quale ad attenderla c’era il suo intimo, dopo di che avrebbe finalmente potuto stendersi tra le lenzuola e svenire, su quello scomodissimo letto.

Si tolse l’asciugamano dalla testa e, proprio mentre stava per buttarsi sul letto, qualcuno busso freneticamente alla sua porta.

Kate sbuffò, guardò il suo corpo coperto solo dall’intimo, indossò frettolosamente l’accappatoio ancora bagnato e sbuffo, di nuovo, prima di aprire la porta.

La figura esile e sottile di Holly venne illuminata dalla luce che proveniva dall’interno della stanza, la ragazza alzò i grandi occhi verdi a Kate, sorridendole.

-oh, meno male che sei ancora sveglia! Posso entrare?- chiese facendosi spazio ed entrando nella stanza.

-già che ci sei- rispose sarcastica Kate richiudendo la porta

-allora- cominciò Holly voltandosi verso di lei –hai circa venti minuti per prepararti- sorrise la biondina

-prepararmi?- chiese Kate sconcertata –per fare cosa?-

-per andare al party organizzato dai ragazzi- rispose ovvia Holly – te ne sei dimenticata?-

-quali ragazzi?!- sbottò Kate, vedendo mentalmente quell’enorme letto a due piazze sempre più lontano, nonostante fosse a pochi passi da lei

Holly la guardò dubbiosa –quelli che lavorano per te, hai presente? Hanno organizzato una festa in un locale per stasera, è venerdì!-

Kate si concesse una lunga occhiata verso la ragazza che, in leggins glitterati e maglietta super aderente, la guardava con un sorriso.

-voi siete matti- sbottò in fine distruggendo il sorriso dalle labbra della ragazza –divertitevi, io resto qui a riposare-

Fece per avviarsi verso il letto ma, ancora una volta, Holly la fermò con la sua voce squillante –non puoi non venire! I ragazzi hanno organizzato la serata in tuo onore, per la tua presenza a New York- quasi pestava i piedi per terra –te l’abbiamo detto due giorni fa, ricordi?-

Kate sbuffò, non ricordava nemmeno quando aveva mangiato l’ultima volta, figurarsi una cosa detta due giorni prima!

-ti preeeeego- cantilenò Holly unendo le mani e sporgendo il labbro inferiore, cogliendo l’indecisione sul volto della ragazza.

-e va bene, va bene!- urlò quasi Kate alzando gli occhi al cielo –ma domattina dovrai portarmi dieci caffè per farmi stare in piedi!-

Holly fece un gridolino annuendo e saltellando sul posto mentre batteva le mani eccitata. Come faceva ad avere tutte quelle forze dopo cinque giorni come quelli che erano appena trascorsi?

-ti droghi, per caso?- disse acida Kate avviandosi verso la sua valigia, per cercare qualcosa da indossare

Holly piegò la testa di lato, con espressione innocente –no-

Kate fece uscire un lamento dalle sue labbra, voltandosi poi verso la ragazza, con i vestiti in una mano –sarò pronta tra dieci minuti, ci vediamo giù- la liquidò velocemente con un gesto della mano.

Quando Holly si chiuse la porta alle spalle Kate sospirò sconfitta. Non aveva alcuna voglia di andare a quella stupidissima festa –sospettava anche si fosse addormentata in un angolo a causa della stanchezza-, ma non voleva offendere i ragazzi con cui lavorava. Avevano organizzato quella festa appositamente per lei, sarebbe stato scortese non andarci. Era così stanca però che sapeva non sarebbe riuscita a godersela e sarebbe stata di peso a tutti con la sua faccia pallida e le occhiaie che le arrivavano alle ginocchia. Pazienza.

I venti minuti passarono più veloci del previsto, e dopo mezz’ora Kate era ancora in bagno a truccarsi, cercando di rimediare –per quanto le era possibile- a quel disastro che era il suo viso, cercando di farlo somigliare più a quello di un essere umano che a quello di una busta di latte.

Ancora una volta qualcuno prese a bussare insistentemente alla sua porta, ancora una volta Holly –Kate?- chiamò la ragazza senza ricevere risposta

Kate gettò con un gesto di stizza il correttore per aria –al diavolo la sua stupida faccia sfinita- e corse ad aprire la porta.

-dobbiamo sbrigarci, altrimenti salta la prenotazione- disse Holly senza darle il tempo di parlare.

-ok, prendo la giacca- disse facendo per tornare in dietro

Non c’è tempo –disse Holly afferrandola per un braccio e trascinandola fuori la porta – te ne ho presa io una, dobbiamo sbrigarci- concluse passandole una leggera giacca di pelle nera.

Kate non controbatté, anche perchè non ne aveva la forza, e seguì la ragazza giù alla reception, dove gli altri l’attendevano.

Quando uscì dall’albergo la terribile sensazione di aver dimenticato qualcosa –non solo la giacca- si fece spazio tra i suoi pensieri, ma solo quando arrivarono fuori ad un nuovo locale gremito di gente, ricordò cos’aveva dimenticato.

-ho lasciato la borsa in albergo!- strillò quasi rivolgendosi ad Holly, accanto a lei

-non preoccuparti- la rassicurò la ragazza – in questo locale ci conoscono tutti, non c’è bisogno del documento-

Kate annuì, tornando a guardare di fronte. Non era il documento che la preoccupava, ma il fatto che nella sua borsa avesse dimenticato il cellulare e non aveva avuto il tempo di chiamare Joe per dirgli di quell’improvviso cambio di programma.

Alzò le spalle sospirando, gliel’avrebbe detto la mattina successiva. 

 

 

 

 

 *                     *                       *

 

 

Saaaaaaaaaaaaaalve! Come va mie care?

Oggi sono davvero felice! Il che non capitava da parecchio, ve lo posso assicurare, quiiiiiiiiiindi ho deciso di rallegrare anche voi, postando un altro capitolo *O*

Visto che sono in vena, e sto aspettando che Simona mi faccia il blend(love u), colgo l’occasione per ringraziare tutte voi, come sempre!

Grazie alle 41 che hanno la mia storia tra le preferite, alle 9 che l’hanno messa tra le ricordate, e alle 44 che l’hanno messa tra le seguite! Grazie alle 11 bellissime fanciulle che con pazienza hanno recensito lo scorso capitolo *-*(vi amo), alle 29 folli, totalmente matte, che mi hanno aggiunto tra gli autori preferiti (è un onore)*O*, grazie ad Unbroken per aver segnalato Lover Dearest come storia “scelta”, grazie a tutti quelli che hanno lasciato almeno una recensione, perché grazie a voi questa storia ha 205 recensioni solo al 17esimo capitolo.

Grazie a Simona che mi sta sopportando per le mie crisi dovute alla mancanza di blend e che mi aiuta sempre, e per sopportarmi in generale. (SEXY SHOP *-* HAHAHAHAHA)

Grazie ad Eleonora, che anche involontariamente mi da delle idee fantastiche, che puzza, che non sa dire “nowaday”(e molto altro), e che vorrebbe che andassi con lei a Milano per vedere Joe. No, grazie.

Grazie a Soriana, che non c’è, ma è come se ci fosse(?) e che mi ucciderà quando saprà che ho postato un altro capitolo in sua assenza. Ti amo <3

Oh, ed ovviamente grazie a chi continua a togliere la mia storia dalle seguite/preferite/ciòchesia senza darmi una motivazione, siete forti (Y)

E grazie alle ragazze sulla mia pagina che ci sono sempre e leggono tutti i miei sfoghi!

Vi amo tutte, a presto <3

   
 
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