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Autore: Feel Good Inc    30/09/2011    0 recensioni
[ Vol. VII, The Patchwork Girl of Oz ]
In quei pochi passi che seguirono lo Spaventapasseri considerò tante altre differenze: le dita di Scraps erano morbide, ma quelle di Dorothy erano calde; Scraps danzava e correva, ma Dorothy lo teneva per mano. Non si meravigliò del sentire allargarsi il proprio sorriso, proprio come era successo al giovane Ojo, magari seguendo il corso degli stessi pensieri.
[ Spaventapasseri/Scraps - Ojo/Dorothy - Spaventapasseri/Dorothy ]
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dorothy Gale, Ojo, Scraps, Spaventapasseri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Un arcobaleno e un sentiero dorato'
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What makes you different

{  m a k e s   y o u   b e a u t i f u l   }

 

 

 

 

 

 

 

 

When I look at you I see something rare, a rose that can grow anywhere.

 

 

 

« Oh che bel posto, oh che bel posto! Se un cane mastica scarpe, di chi sono le scarpe che sceglie? »

Scraps volteggiava gioiosa, ridendo la sua risata forte, e i colori che erano la sua pelle si mescolavano in un turbine al verde dei giardini reali. Lo Spaventapasseri non riusciva a smettere di guardarla rapito. Ojo aveva detto che il cervello di Scraps ogni tanto funzionava male, formulando storielle e canzoncine senza alcun senso logico, ma a lui tutto quel cantare e ridere piaceva moltissimo. C’era qualcosa di confortante nell’aver incontrato una creatura così incantevole – e che gli somigliava tanto, così morbida sotto i suoi guanti morbidi, così allegra sotto il suo sguardo allegro. Evidentemente Ojo non sapeva apprezzare le cose belle, non come tanti altri Mastichini, non come Dorothy...

« Guglielmo coglie ghiaia dagli scogli scagliandola oltre gli scogli tra mille gorgogli. Oh che bel posto! »

Scraps correva davanti a lui, non accorgendosi che lo Spaventapasseri era rimasto indietro, perché si era giusto voltato verso quella parte del giardino in cui Ojo sedeva con Dorothy e l’Uomo Peloso. E la voce gioiosa della ragazza di patchwork si fece lontana, sempre più lontana, mentre sempre più vicine parevano le risate di Ojo e di Dorothy, anche se lo Spaventapasseri non si muoveva più. L’Uomo Peloso doveva avere appena detto qualcosa di molto buffo, forse più buffo dei versi di Scraps. Non era del tutto sicuro del perché, ma si sentì un po’ a disagio quando vide Dorothy posare la piccola mano sul braccio di Ojo, quando il sorriso di lui si fece più ampio – forse Ojo sapeva apprezzare le cose belle, in fondo...

« Stiamo bocconi cogliendo cotoni, stiamo sedendo cotoni cogliendo. Spaventapasseri? »

Scraps era tornata indietro di corsa a strattonargli il braccio, e fu una sorpresa, perché si era quasi dimenticato di lei. Che strano.

« Cosa c’è? Non vuoi più accompagnarmi ad ammirare i giardini? »

Lo Spaventapasseri s’inchinò profondamente alla ragazza dai mille colori; la confusione non gli avrebbe mai permesso di scordare le buone maniere.

« Chiedo scusa, splendida miss Patchwork, se vi sono parso distratto. Un pensiero improvviso mi ha colpito. »

« Possibile? Il mio saggio Spaventapasseri che si distrae? »

Per la seconda volta lo Spaventapasseri sussultò, perché non era stata Scraps a rispondergli, ma la voce sorridente di Dorothy. Aveva lasciato Ojo a discutere con l’Uomo Peloso e si era avvicinata silenziosa – in modo così diverso: sì, lei era proprio diversa da Scraps. Curioso che gli venisse in mente una cosa simile, vero?

La mano che Dorothy aveva posato sul braccio di Ojo si posò adesso sul suo, interrompendo di nuovo le sue riflessioni.

« Possiamo parlare? »

Lo Spaventapasseri la guardò. Guardò Scraps. « Miss Patchwork, spero non me ne vogliate se... »

« Oh, va benissimo » rise Scraps, e si stava già allontanando in una danza nuova quando lo Spaventapasseri la sentì ripetere felice un motivetto che suonava come ‘splendida, splendida, splendida’.

Dorothy lo guidò verso le file di rose in cui una volta la vecchia Mombi si era nascosta dall’esercito della buona Glinda. In quei pochi passi che seguirono lo Spaventapasseri considerò tante altre differenze: le dita di Scraps erano morbide, ma quelle di Dorothy erano calde; Scraps danzava e correva, ma Dorothy lo teneva per mano. Non si meravigliò del sentire allargarsi il proprio sorriso, proprio come era successo al giovane Ojo, magari seguendo il corso degli stessi pensieri.

« Spaventapasseri, devi dirmi la verità. » Dorothy si fermò a guardare le rose, senza lasciarlo mai. « Tu lo sai che non ho paura di partire. Non è per proteggermi che vuoi venire con me e con Ojo... Per cosa, allora? Pensavo saresti stato felice di restare al castello con Scraps. »

Lo Spaventapasseri la guardò ancora. Stavolta non si sarebbe distratto.

« Per cosa? Be’, tu sei la mia Dorothy. »

Qualcosa gli diceva che Dorothy conosceva già la risposta, ma aveva voluto semplicemente sentirselo dire. E lo stesso qualcosa gli diceva anche che quelle poche parole le sarebbero bastate: il suo sorriso gli parve più ampio e felice del proprio e di quello di Ojo messi insieme.

Il profumo delle rose circondò la figurina di Dorothy che si voltava a guardarlo e si sollevava sulle punte dei piedi; e da qualche parte in quel giardino la voce ridente di Scraps era ancora melodiosa, ma già molto lontana.

« Chi ama chiama chi ama, chiamami tu che chi ami chiami. Oh che bel posto... Oh che bel posto in cui vivere! »

 

 

 

And there’s no one I know that can compare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

 

No, ok, questa cosa non era prevista. La verità è che, dopo aver riletto le mie due precedenti Scraps/Spaventapasseri/Dorothy, mi sono resa conto che avrei potuto collegarle in una serie – ma ci voleva una sorta di conclusione, di vero e proprio ricongiungimento tra lo Spaventapasseri e Dorothy. Così è nata questa shot.

Ci troviamo nel capitolo XVIII di The Patchwork Girl of Oz, quando il gruppetto si prepara a lasciare il castello di Ozma per partire alla ricerca dei famosi ingredienti che servono a Ojo. Nel libro viene detto espressamente che Dorothy trascorre questo pomeriggio a conoscere meglio Ojo e ad ascoltare i consigli dell’Uomo Peloso su quale percorso seguire. Ho pensato che, in modo analogo, lo Spaventapasseri si dedicasse a conoscere meglio Scraps; ma ricordate quanto ho già detto: da questo punto in poi il suo interesse per lei scema sensibilmente nel corso delle vicende, è un dato di fatto.

Nel romanzo Scraps ha la mania di inventare filastrocche assurde, a volte costruite sui giochi di parole; reputandomi totalmente indegna di tentare di ricreare il genio di Baum in questo senso, ho preferito inserire in questa fanfic dei comunissimi scioglilingua nostrani, il primo dei quali è la traduzione di un classico inglese (If a dog chews shoes, whose shoes does he choose?) scelto appositamente per non distanziarmi troppo dall’idea originale. Il fatto che continui a definire la Città di Smeraldo un bel posto è dovuto al fatto che, stando alle sue parole nel testo, quello è l’unico posto del Paese di Oz in cui valga la pena vivere. Gli accenni Ojo/Dorothy incasinano ancora di più la situazione, lo so, ma le numerose analogie tra i due mi fanno pensare che a Ojo Dorothy piaccia un bel po’. Il riferimento alla vecchia Mombi è collegato alla trama del volume II, The Marvelous Land of Oz. Infine, Dorothy dice Pensavo saresti stato felice di restare al castello con Scraps perché inizialmente non era previsto che Scraps partisse; è stata lei a offrirsi volontaria di aiutare Ojo, ma solo dopo aver sentito che lo Spaventapasseri avrebbe seguito Dorothy per prendersi cura di lei.

Tanto il titolo quanto le citazioni sono tratti dalla canzone What makes you different dei Backstreet Boys.

... D’oh, spero di non avervi annoiato troppo xD

Aya ~

   
 
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