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Autore: Marauders    10/06/2006    19 recensioni
Pop. Lily sparì da davanti i suoi occhi. James sospirò. Aveva tanto desiderato quel pic-nic, approfittando di un giorno di ferie che si era preso…e invece…la cara suocera aveva chiamato con urgenza chiedendo alla figlia di accompagnarla a fare compere. E addio pic-nic… E neanche Sirius, Remus o Peter erano liberi giusto quel giorno…però che sfiga! Bhè...questo voleva dire passare finalmente un po’ di tempo solo con il suo marmocchietto! Padfoot
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, James Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Padre e figlio

 

 

 

Pop.

 

Lily sparì da davanti i suoi occhi.

 

James sospirò.

 

Aveva tanto desiderato quel pic-nic, approfittando di un giorno di ferie che si era preso…e invece…la cara suocera aveva chiamato con urgenza chiedendo alla figlia di accompagnarla a fare compere.

 

E addio pic-nic…

 

E neanche Sirius, Remus o Peter erano liberi giusto quel giorno…però che sfiga!

 

Bhè...questo voleva dire passare finalmente un po’ di tempo solo con il suo marmocchietto!

 

Un idea che lo rendeva particolarmente felice quando non si trattava di cambiargli i pannolini o di addormentarlo alle quattro del mattino dopo una giornataccia al dipartimento Auror…

 

Ma alle 8 di quel caldo sabato di settembre il piccolo Harry di poco più di un anno dormiva ancora della grossa!

 

Che fare…svegliarlo?

 

Oddio no…magari cominciava a piangere come un disperato…e calmarlo non era proprio il pezzo forte di James…avrebbe aspettato, ovvio.

 

Guardò sbuffante la zuccheriera sul tavolo ancora apparecchiato della colazione.

 

Un piccolo alone.

 

Un’impronta della sua Lily.

 

Quanto odiava in quel momento la suocera non lo potete neanche immaginare!

 

Si sentiva tremendamente solo…ma quanto ci metteva Harry a svegliarsi?!

 

Tutto suo padre, ripeteva sempre Lily sorridendo.

 

Questa frase riempiva d’orgoglio il giovane genitore.

 

Aveva sempre desiderato un pupetto come lui con la fissa per il Quidditch, con la mente furba e malandrina come la sua…proprio un James Potter in miniatura!!

 

Già James pregustava le domeniche estive nei parchi a volare sulle scope insegnando e perfezionando la tecnica giusta al figlio.

 

Una sensazione che gli piaceva da impazzire.

 

Ma anche così piccolino era davvero un gioiellino agli occhi del giovane ragazzo seduto a quel tavolo.

 

Lo adorava davvero il suo piccolo Harry!!

 

Aprì svogliatamente la Gazzetta del Profeta.

 

Niente di veramente interessante come il pic-nic che pregustava da più di una settimana.

 

Chiuse il giornale e guardò il cestino che lui e Lily avevano cominciato a riempire la sera prima di piatti, tovaglioli, posate e bicchieri.

 

Si alzò e aprì il frigo.

 

Strapieno di roba ottima come sempre.

 

Lily era andata a fare la spesa il pomeriggio prima in vista dell’annullato pic-nic.

 

Dio, come si sentiva distrutto…quello doveva essere una giornata indimenticabile…James si trovò a desiderare un sciopero generale dei commercianti…Lily e sua madre però non uscivano insieme da un sacco di tempo…si erano visti poco nel mese di agosto tra lo studio della moglie e il figlio da accudire e la cena da preparare al marito...

 

Lily era davvero una perfetta donna di casa e madre di famiglia!!

 

Quanto si sentiva fortunato…

 

Si convinse così che la colpa non era della suocera, ne di Lily che aveva acconsentito ad uscire con la madre…ma sorrise pensando che il pic-nic ci sarebbe stato la settimana successiva, sicuramente di domenica: giorno libero sia per lei che per lui.

 

Sperando in una giornata di sole come quella si vedeva dalle lucide finestre della cucina.

 

Dal frigo prese qualche formaggio…i suoi salumi preferiti…una salsina piccante scoperta di recente che dava un tocco di classe agli spuntini notturni nelle notti di insonnia sua o di Harry…

 

Di certo tutte quelle cose andavano consumate, no?

 

Si preparò così un panino che non andava sicuramente bene per una colazione leggera e salutare come quelle che era costretto a fare tutti i giorni per sostenere il duro allenamento da Auror…

 

Stava per addentare quel panino colossale, quando un lieve rumore proveniente dal piano superiore.

 

Harry era sveglio?

 

Saltellando tutto contento James salì a due a due i gradini ed entrò nella cameretta del figlio…che ancora dormiva.

 

Era invece caduto un sonaglino che il bambino si divertiva ad agitare per l’allegro tintinnare delle palline al suo interno.

 

Non lo trovavano da un paio di giorni e adesso James scopriva che era sempre stato sul mobile vicino alla culletta.

 

Detergo.

 

Sempre meglio disinfettare qualunque cosa che il bambino potrebbe mettere in bocca.

 

Harry emise un forte sospiro.

 

James lo guardò sorridendo e gli carezzò un po’ la schiena.

 

Era meglio lasciarlo dormire.

 

E così, un po’ amareggiato, James uscì.

 

Giocare con Harry era tra i suoi passatempi preferiti!

 

In quel momento si stava annoiando a morte.

 

Entrò nella stanza da letto sua e di sua moglie e si sedette sul grande matrimoniale.

 

Quanti bei ricordi su quel letto…ancora volta dovette resistere all’impulso di andare a prendere di forza Lily e di convincerla a passare quel sabato con lui.

 

Aprì l’armadio e uscì un paio di jeans piuttosto larghi e una maglietta rossa e oro.

 

La sua preferita, come si può bene intendere…la maglietta che usava nell’allenamento del Quidditch a scuola.

 

Quanti anni erano passati?

 

Quasi dieci?

 

E ancora quella maglietta gli calzava a pennello.

 

Sospirò anche lui, come il figlio, e passandosi una mano tra i capelli si infilò i vestiti.

 

Poi andò in bagno a lavarsi i denti e a darsi una rinfrescata.

 

Se quella calda temperatura continuava per una settimana avrebbe portato Lily ed Harry al lago a fare un bagno.

 

Ecco…un bel pic-nic al lago…James alzò lo sguardo e vide il suo riflesso gocciolante d’acqua sul vetro offuscato dalla sua miopia.

 

Basta pensare a come sarebbe stato bello!

 

Non sarebbe stata quella la giornata per il pic-nic.

 

O si?

 

Tornò da Harry dopo essersi asciugato il viso con il morbido asciugamano.

 

E se…ma si…si sarebbero divertiti un sacco padre e figlio…che grande idea!!

 

James scese le scale e raggiunta la cucina avvolse in un tovagliolo il mega-panino che si era preparato e ne preparò un altro molto simile ma con qualche foglia di lattuga in più.

 

Gettò nel cesto di vimini un po’ di omogeneizzati presi a caso dalla credenza, ricordandosi di quelli alla frutta per la merendina, biscotti per i bambini in fase di crescita che in un primo momento confuse con la confezione di biscotti per gufi e che per fortuna sostituì con il prodotto giusto prima che fosse troppo tardi, due biberon già pieni di latte, una bottiglia d’acqua…c’era tutto, no?

 

Si…mancava solo che Harry…un pianto!

 

Questa volta non era certo un sonaglino caduto per terra!

 

Era suo figlio che a pieni polmoni invocava l’affetto di un genitore.

 

E James con un sorriso che andava da un orecchio ad un altro era assolutamente disponibile e pronto a svolgere l’arduo compito di genitore anche quel giorno senza l’aiuto di Lily.

 

Si precipitò dal figlio che lo attendeva in piedi nella culletta e che, con un lacrimone che gli scendeva sulla guancia e la mano protesa verso la porta, si calmò appena riconobbe il papà.

 

Una volta preso in braccio James gli asciugò le lacrime e lo coccolò un po’ carezzandogli la schiena e dando qualche bacetto sulla folta testolina ricca di capelli ribelli e neri proprio come i suoi.

 

Si sedette al tavolo della cucina e tenne il biberon con il latte ad Harry che intanto guardava con aria tra l’interessato e il divertito suo padre.

 

James si distrasse solo un attimo da quella soave visione per leggere le ultime del Quidditch sul Profeta.

 

Questo argomento interessò anche Harry che, senza smettere di ciucciare il golosissimo biberon, seduto sulle gambe del padre allungò un po’ la testolina come per leggere anche lui.

 

Poi, ridacchiando, picchiettò con la manina il foglio di giornale sulle figure dei giocatori che si muovevano a cavallo delle loro scope nei riquadri delle foto.

 

James si ridestò dalla lettura e sorrise anche lui al figlio che lo guardava ridendo con il ciuccio del biberon ancora tra i piccoli dentini che cominciavano a comparire.

 

Un po’ di solletico e il bambino cominciò a dimenarsi ridendo come un pazzo mentre il biberon quasi vuoto rotolava sotto il tavolo, ma James sembrò non farci caso.

 

Harry rideva.

 

James rideva.

 

Una piccola guerra era scoppiata tra i due.

 

Una guerra le cui armi sono le risate, il solletico e tante tantissime coccole.

 

Gli ingredienti fondamentali grazie ai quali può crescere un bambino.

 

Poi la tregua.

 

Harry si avvicinava lentamente a James, che stava in ginocchio per terra, e gli gettava le braccia al collo sussurrando un emozionatissimo… “Pa-pà!” .

 

James guardò sorpreso, o terrorizzato, il figlio.

 

A-aveva…parlato!

 

Harry parla!

 

Lily ci aveva provato diverse volte, ma con scarsi risultati …e adesso…Harry guardò preoccupato James.

 

Forse suo padre stava male…gli mise una manina sulla bocca leggermente schiusa e chiese… “Pa-pà…?”.

 

Allora James balzò in piedi elettrizzato come su una scopa e abbracciò Harry.

 

Decisamente quello era un giorno da festeggiare!

 

Salì insieme al figlio di sopra e gli fece il bagnetto.

 

Lily glielo faceva ogni mattina, ma James la trovò una cosa estremamente complicata, poiché Harry non gli facilitava certo la situazione agitandosi, ridendo e schizzandolo da capo a piedi d’acqua e schiuma.

 

La paperella di gomma volò addirittura fuori dalla finestra del bagno grazie ad un divertito lancio del pupo schiamazzante!

 

James guardò Harry un po’ esausto, ma il bambino si limitò a fargli un gran bel sorriso, nascosto dietro le manine, e a ridacchiargli in faccia.

 

Così il giovane sospirò e tentò ancora una volta di insaponare meglio i ribelli e bagnati capelli del figlio, che invece scosse il capo a destra e sinistra borbottando un seccato… “Gnò!”.

 

Ma quei capelli andavano certamente insaponati meglio!

 

James poggiò solo un attimo una mano su quella ribelle testolina, ma Harry scosse ancora il capo a destra e sinistra, ma più velocemente, come un cagnolino che si asciuga, strillando un lungo “Gnòòòòòòòòòò…..!!!” bagnando ancora di più il genitore.

 

James, allarmato si scusò con il figlio e lo sciacquò.

 

Un tocco di bacchetta e i ricciolini di Harry erano perfettamente asciutti.

 

Quanto è pratica la magia, eh?

 

Tornati in camera di Harry, James mise nel box tra i giochi il figlio, così da potere avere entrambe le mani libere per cercare più rapidamente gli abiti adatti per quella giornata.

 

Scelse una salopette jeans, una maglietta rossa e dei calzini celesti.

 

Uscì anche una felpa da portare nel caso che il tempo rinfrescasse.

 

A settembre può succedere di tutto…

 

Harry, intanto, mordeva il naso del grosso orso di peluches con cui condivideva il box, con un naturale intento di affilarsi i dentini recentemente spuntati.

 

Ancora qualche mese sarebbero saltati fuori anche i canini!

 

Vestire Harry fu più semplice di quello che James si era aspettato, anche se la scarpetta di tela rischiò di volare fuori dalla finestra.

 

Harry era già pronto a lanciare quando James se ne accorse e gli tolse rapidamente dalle mani la scarpina.

 

Scesero le scale e James fece camminare Harry tenendogli  le mani nel tragitto che và dalle scale alla cucina.

 

Riempì un nuovo biberon di latte e lo consegnò alle febbrili manine del bimbo che aveva tentato di portarsi alla bocca quello caduto a terra, in un momento di distrazione di James che stava verificando che ci fosse tutto il necessario per la giornata.

 

Che tipetto!!

 

Proprio un malandrino!

 

James ridacchiò mentre tornava ad aggiungere qualche mela al cesto.

 

Sparecchiò la tavola dalle cose della colazione e con un tocco di bacchetta fece si che i piatti e le tazze si lavassero da soli.

 

Cavolo che comodità…meglio di quegli affari che usano i babbani per lavare i piatti…le lavastoviglie…

 

Harry si era disteso a pancia in su sul pavimento e guardava il soffitto con interesse facendo qualche gorgoriglio ormai giocando con il ciuccio del secondo biberon di latte svuotato dalla sua foga e dal suo vorace appetito!!

 

James lo fece alzare e cercò di togliergli il biberon dalla bocca.

 

Le intenzioni del genitore furono accolte con scarso entusiasmo da Harry che invece strinse di più i denti sul biberon.

 

Ancora una piccola lotta: James che tira da un lato, Harry dall’altro…ovviamente è il secondo ad uscirne vincitore…!

 

Tenendo il biberon con una mano e succhiando il ciuccetto senza una vera ragione, il pupo si lasciò prendere in braccio e con il bambino da un lato, la borsa con i ricambi di Harry sull’altra spalla, il cestino nell’altra mano e in bocca un lembo della giacca che si era ricordato a prendere solo all’ingresso, James uscì di casa.

 

E adesso sorsero i dubbi.

 

Come arrivare al parco?

 

Non era certo una passeggiata…si trovava piuttosto lontano…ed erano sconsigliate le smaterializzazioni combinate con un bambino così piccolo…ok…si torna dentro e si decide il da farsi.

 

Lily avrebbe trovato sicuramente una soluzione…ma Lily in quel momento non c’era!

 

Gettata una manciata di polvere nel camino, che dovette magicamente accendere per emergenza, James chiese in prestito ad un collega una delle auto in dotazione del ministero, la quale comparve sul retro della casa pochi istanti dopo aver spento il fuoco.

 

Maledicendo il caldo e l’enorme quantità di roba da portare, padre e figlio salirono in macchina.

 

L’assenza del seggiolino da viaggio fu compensata da una barricata fatta di borse intorno ad Harry legato come un salame con due delle cinture di sicurezza presenti tra i sedili posteriori.

 

E anche Harry era a posto…se la godeva più del padre visti i risolini e gli urletti felici che faceva mordendo un pupazzo di gomma che solitamente stà in bagno.

 

James, dal canto suo era piuttosto nervoso: guidare non era mai stato il suo forte…dategli una scopa e fa le più belle e pazze acrobazie…ma mettetelo al volante e…

 

…addio paperella di gomma volata precedentemente giù dalla finestra ora pestata da una ruota…

 

…e giù i bidoni della spazzatura con tutto il loro contenuto che si riversa per il vialetto…

 

…e tanti cari saluti anche all’aiuola personale di Lily che sicuramente, vedendo lo scempio di oleandri e orchidee, appunterà in agenda di uccidere James entro e non oltre le successive 24 ore.

 

Una volta risalito in macchina, dopo aver tentato alla bell’e meglio di rimediare al danno, James salutò con un cenno un alquanto preoccupato vicino che lo guardava attonito con l’annaffiatoio in mano e, dopo un altro urletto gioioso di Harry, partì in quarta verso il parco.

 

Ovviamente doveva girare a destra…non a sinistra…

 

Dopo aver litigato per un quarto d’ora con il conducente dell’auto che aveva preso di petto sbagliando senso di marcia e dopo aver prima aggiustato l’auto e poi obliviato il conducente e i passanti curiosi, James salì in macchina e maledicendo il dannato trabiccolo prese, finalmente, la giusta strada per il parco.

 

Meno male che il traffico era minimo, così che arrivarono alla meta senza ulteriori incidenti o contrattempi e smorzando un po’ il nervosismo del papà.

 

Il parco era davvero enorme e James mentalmente sperò di avere la possibilità di insegnare qualche magia al piccolo senza essere visto da occhi indiscreti: non è mai troppo presto per imparare…soprattutto se si punta a diventare un malandrino doc!

 

Solo che di occhi indiscreti ce ne erano a sufficienza e così i due Potter furono costretti a giocare a batti mani sotto il grande albero sotto il quale avevano steso la grossa tovaglia a scacchi rossi e bianchi.

 

Ma anche dopo i cinque minuti scarsi di “Bubu…settetè!” i due si guardarono con aria annoiata.

 

Se solo si fosse portato la sua scopa, pensò James mentre il piccolo Harry intraprendeva una faticosa e sofferta scalata della sua spalla…

 

Ok…analizziamo il punto della situazione: sono in un parco, sono intorno a tanta gente, c’è un caldo allucinante…l’unica cosa fattibile è anticipare il pranzo!

 

Chiesto un parere a Harry e dopo aver ricevuto in risposta una risata che fu interpretata per un si, James, malgrado fossero ancora le 11 e mezza, uscì il pranzo.

 

Insomma…un malandrino che si rispetti fa così!

 

Mangia quando vuole!

 

Chiedete a Sirius che ne pensa!

 

Ha istituito lui questa regola…

 

L’unico problema fu quello di mettere in mano ad Harry il barattolo dell’omogeneizzato che, non capendo l’utilità di quel bell’oggetto chiuso così ermeticamente decise di verificare se emettesse qualche suono particolare shakerandolo sopra la testa come una maracas!

 

James, pazientemente aprì la confezione e porse anche un cucchiaino!

 

E il gioco diventa sempre più divertente!

 

Ora non solo Harry ha la possibilità di constatare se fa più rumore se aperto, ma può anche tamburellargli sul lato con il mitico cucchiaino!

 

Il risultato fu che l’omogeneizzato si spalmò per bene sulla salopette del pupo e sul genitore che tentava in tutti i modi di requisire l’oggetto…ma una volta che questo fu tra le sicure mani del papà, Harry scoppiò a piangere.

 

Dopo averlo pulito alla bell’e  meglio – non poteva uscire la bacchetta davanti a tutti quei babbani…erano troppi e troppo sparsi! – James si cimentò  nel disperato tentativo di calmare il piccolo e la soluzione gli giunse quando Harry si soffermò a guardare estasiato il suo bel panino farcito che teneva in mano e si calmò miracolosamente; fu così costretto ad offrirgli il suo pranzo, badando bene a non lasciarlo incustodito troppo a lungo… ma addentarlo non risultò poi così semplice.

 

Dopo essersi buttato a volo d’angelo sul padre e sul panino, Harry diede un morso all’ambito tesoro, ma i pochi e piccoli dentini non gli permettevano di staccare un pezzo anche piccolo.

 

Il giovane genitore cominciò ad imboccarlo staccando per lui con le mani dei pezzi adatti per la bocca del bambino che chiedeva sempre di più.

 

Ogni volta che ingoiava un boccone riapriva la bocca desideroso di riceverne un altro che James non mancava a dargli.

 

E meno male che si era portato anche il secondo panino…se no restava davvero a digiuno visto la mastodontica fame di Harry!

 

Bel malandrino di papà!!

 

Giocarono ancora un bel po’ a batti mani e a “Tappete tippete e un biscotto”... e il tempo volò con una velocità impressionante.

 

Ovviamente dopo un pranzo così faticoso è d’obbligo una pennichella!

 

Si…ma ad addormentarsi fu solo James, visto che Harry rimase seduto tra le gambe del padre guardandosi intorno, giocando con le formiche che si fiondavano sulle briciole lasciate dai due – un paio le portò alla bocca giusto per sapere che sapore avevano, ma gli fecero proprio schifo… - e con l’erba del prato – si…quella era davvero buona! -; ma dopo, annoiato e senza un gioco allettante come dividere il pranzo con il papà, Harry si lasciò cullare dal venticello leggero e dall’abbassarsi e alzarsi del petto del padre e si addormentò.

 

Poco più di un’ora e mezza dopo, James si destò lentamente.

 

Harry dormiva profondamente: il ciuccio leggermente caduto da quella piccola boccuccia e completamente abbandonato sul padre.

 

Che strana sensazione…non la provava da quando Harry era nato…era papà!

 

Si, certo che lo sapeva, ovvio…ma in quel momento la trovava una cosa così…diversa!

 

Lui era il mitico malandrino…lui…l’uomo con le donne ai piedi…e aveva sposato la migliore di tutte.

 

Quella con più carattere…quella che sapeva tenergli testa!

 

E…ora avevano un figlio insieme!

 

E che figlio!

 

Un vero portento!

 

Quel tipetto avrebbe fatto clamore ad Hogwarst di lì a 10 anni…

 

Sbadigliando e lamentandosi un po’, anche Harry si svegliò stropicciandosi gli occhi con i pugnetti e James lo strinse un po’ a se baciandogli la testolina.

 

Il parco ormai era diventato monotono…bisognava fare qualcosa di veramente divertente!

 

Ecco!

 

Sarebbero andati in giro per negozi come la mamma e la nonna stavano facendo in quel momento!

 

E chissà se non le avrebbero incontrate…!

 

Dopo aver lasciato a casa i pesi superflui, essersi cambiati gli abiti che puzzavano di omogeneizzato di carne e abbandonata l’auto sul vialetto di casa, i due si diressero verso il cuore dello shopping,

Harry comodamente seduto sul passeggino e James a spingerlo.

 

Uscirono dal centro commerciale vestiti di due camice hawaiane davvero appariscenti e gli occhiali da sole sul naso…acquistarono un pallone di calcio senza sapere l’utilità di questo ma solo perché Harry aveva strillato di gioia quando l’aveva visto in vetrina…andarono al cinema a vedere un cartone animato uscito da poco e uscirono sgranocchiando pop-corn…e per finire un bel gelato al cioccolato!

 

Il bel musetto di Harry era completamente ricoperto da uno strato marrone fin sul naso e sotto il mento…sporcarsi lo divertiva da morire!

 

James intanto cercava di far valere il suo ruolo di genitore rimproverando il piccolo di essersi sporcato senza il suo permesso, ma con scarsi risultati.

 

Decise che la cosa migliore era imboccarlo lui.

 

La scena a cui assistettero i passanti era tra le più dolci che si fossero mai viste a Goldric Hollow: padre e figlio seduti sulla panchina della piazzetta a mangiare il gustoso gelato.

 

Il sole volgeva al tramonto quando tornarono a casa e dopo un paio di passaggi con la palla, presa al volo come una pluffa, tornarono dentro e si lasciarono cadere sul divano dove si addormentarono così…ed erano da poco passate le sette quando Lily rientrò in casa carica di sacchetti.

 

Trovò i suoi due maschietti profondamente addormentati, Harry sulla pancia di James, illuminati dai caldi colori dell’ultimo sole della giornata.

 

Mise su di loro una coperta leggera e sorrise guardandoli dolcemente.

 

“I miei due bei malandrini…” sussurrò la ragazza allontanandosi verso la cucina per preparare la cena.

 

Fine

 

 

Commentino? ^^

 

Padfoot

 

P.S. Se volete vedere il disegno che ho fatto di questa ff basta chiedere via mail!! marauders@hotmail.it

 

 

  
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