01/10/2011
2 recensioniCapitolo 8: Enigmi
-Sai darmi la risposta, Batman?!- disse l’Enigmista abbassandosi il cappello.
L’uomo pipistrello armò lentamente il Batarang, con l’intento di colpirlo in pieno volto. Ne aveva abbastanza.
-Se fossi in te non lo farei- disse ridendo Edward –A meno che tu non voglia finire ucciso-
Col bastone indicò il soffitto, e Batman vide che vi si trovava una gigantesca “pressa” a forma di punto interrogativo.
Harley gli bussò leggermente sulla spalla, e quando lui si voltò a guardarla...
Due energumeni con due mitra a tracolla la tenevano per le braccia, e l’avevano appena legata a una sedia. Aveva la bocca imbavagliata.
Si erano messi a circa 10-11 metri di distanza, cioè ai due capi della stanza in senso di larghezza, e imbracciarono i mitra.
-Mettiamola così, Bat-Man...- disse l’Enigmista mettendosi davanti alla porta dalla quale era entrato Bruce, cosìcchè lui fosse al centro, da una parte l’Enigmista dall’altra gli energumeni e Harley.
-Voglio fare un gioco...un simpaticissimo giochetto!-
-Cos’hai in mente?- disse Bruce avvicinandosi.
-Ah tatatatatata...- Agitò il dito indicando l’uomo -Se provi a toccare me, Harley o i miei due amici, ammazziamo prima lei e poi te. Non sono intelligenti, ma in compenso hanno una buona mira-
Per dimostrare che aveva ragione, uno dei due scagnozzi sparò su Batman, facendogli saltare una delle orecchie da pipistrello finte del cappuccio.
L’Enigmista non scherzava, ma perché lo aveva bloccato lì? La risposta arrivò poco dopo.
-Ti dicevo che voglio fare un gioco...vedi la mia simpatica Mannaia dei Rebus?- E indicò la pressa a forma di punto interrogativo- Io ti farò degli indovinelli...quanti ne voglio io. Se li indovini tutti, lascerò andare sia te che Harley. Se ne sbagli uno, calerà la mannaia, e morirai sia tu che lei. Tutto ti sarà più chiaro avanti...te la senti di giocare?-
Batman strinse i pugni ed inspirò profondamente.
-Va bene- disse a denti stretti.
L’Enigmista fece girare il suo bastone e si appoggiò a braccia conserte, una gamba piegata, il bastone fra le braccia sulla porta d’ingresso.
Come poteva fregare il Cavaliere Oscuro? Avrebbe tirato fuori il suo miglior repertorio di indovinelli, si sarebbe spremuto il cervello, ma non ce l’avrebbe fatta. E quella sarebbe stata la fine di Batman, e lui, Edward Nygma, l’Enigmista, sarebbe diventato la più astuta, intelligente, forma di vita basata sul carbonio, come amava dire.
-Primo indovinello! Quando arriva la vecchia con i capelli bianchi, vanno tutti a cercare il vecchio dai capelli rossi!-
Batman sgranò leggermente gli occhi e piegò la testa in avanti.
Doveva pensare in fretta...allora. Sapeva che gli indovinelli dell’Enigmista non erano normali quiz, bensì giochi di parole, lui usava delle parole, a volte più di una, per intenderne un’altra...cosa poteva essere la vecchia dai capelli bianchi?
L’enigmista imitava con la lingua il suono del tempo che scorreva, e col bastone imitava le lancette. Non aveva più tempo...
Cosa era il vecchio dai capelli rossi? Volse lo sguardo verso la finestra e vide una grande nuvola che oscurava il cielo albeggiante.
L’alba era rossa...rossa come il fuoco. E quella nuvola era bianca latte...se non fossero stati in primavera avrebbe detto che si preparava una bella nevicata.
SI bloccò ad analizzare ciò che aveva appena detto. Fuoco...e Neve.
-La soluzione è il fuoco e la neve, Nygma- disse avvicinandosi di un passo.
Il sorriso beffardo dell’Enigmista si congelò sulle labbra.
-Va bene- disse, le narici che si dilatavano –Hai avuto fortuna! Preparati per il round due! Una casa ha tutti i quattro lati rivolti verso nord. dietro alla casa passa un orso. Di che colore è l'orso?-
Batman non si perse in ragionamenti inutili...quell’indovinello era impossibile!
-Non c’è soluzione!- disse quasi urlando, e per tutta risposta l’Enigmista scoppiò a ridere.
-Oh, sì invece! Ti basta uscire fuori per vedere il colore dell’orso! Credo proprio che tu abbia....sbagliato!- tuonò trionfante, e premette un pulsante sopra al bastone, e quella specie di enorme pressa a forma di ? per poco non schiacciò il Cavaliere Oscuro, che ebbe la prontezza di riflessi di evitare il colpo.
Così non andava, non andava per niente...se faceva altri suoi indovinelli impossibili, Harley sarebbe morta, e anche lui.
-Round numero...3! C'è una vecchia con un solo dente che quando canta fa venire tutta la gente! Pronti...via col tempo per il nostro concorrente numero uno!-
L’Enigmista stava mostrando tutto il suo lato folle...Batman era pronto a contrastarlo.
Una vecchia con un dente e quando cantava faceva venire la gente. Chi era? Quando cantava...faceva venire tutta la gente...cosa era? L’unica cosa che quando cantava faceva venire tutta la gente era quella ragazza in chiesa che sentiva quando ci andava da bambino. Aveva una voce splendida e cristallina, che in contrasto con la campana diventava semplicemente divina.
Però, adesso che ci pensava...l’enigma non si riferiva a una persona! A un oggetto...e quell’oggetto era la campana. Di solito le campane sono molto vecchie e hanno il pendolo, inteso come un dente.
-Hai perso, Nygma. E’ la campana-
Edward ringhiò di rabbia e prima che potesse premere il pulsante, Batman gli si avventò contro, stendendolo con un pugno.
Il rumore del pugno distraè per un istante gli scagnozzi, e questo bastò perché Batman scagliasse con precisione impeccabile due Batarang, spedendoli al suolo con un tonfo sordo.
Corse da Harley, liberandole immediatamente la bocca e la liberò dalla sedia.
-G-grazie Batman...grazie...-
Non lo avrebbe mai ammesso, ma Joker non l’avrebbe mai fatto: l’avrebbe lasciata lì, in attesa che si liberasse. Adesso, mentre si trovava con Batman, d’istinto lo abbracciò forte. Quelle braccia la facevano sentire sicura, cosa che col Joker non accadeva.
Batman era stupito nel vedere quella dimostrazione d’affetto, ma non potè fare altro che ricambiare l’abbraccio.
-Oh, ma che carini!- disse la voce dell’Enigmista, impastata dal sangue –Sono commosso, penso proprio che potrei anche darti un bacio!-
Edward si era rialzato, appoggiandosi alla porta e aprendola.
-Voi due, fuori!- gridò ai suoi scagnozzi, e quelli si dileguarono dall’altra porta –Addio, Batman! E’ stato un piacere conoscerti!-
E detto questo sparì oltre la porta.
Ciò che accadde negli istanti successivi accadde così in fretta che tutto sembrò durare un’eternità.
Il soffitto cominciò a crollare, alcune cariche esplosive si innescarono attorno a loro, lasciandoli sospesi in un angolino di pavimento. Il resto era praticamente andato.
Mentre il soffitto continuava a cadere, Batman ebbe un’idea: diede un respiro profondo e puntò il Batrampino su un gargoyle sospeso sopra una finestra. Era l’unico rimasto ancora intero.
-TI fidi di me?- gridò sopra il rumore ad Harley, che annuì tremante.
La strinse a sé per la vita e sparò il gadget sul gargoyle.
-Reggiti!- tuonò, la coprì col mantello e si lanciò verso la finestra.
Tese in avanti i piedi e la ruppe con un secco rumore, condito dal tintinnio di vetri che si infrangevano sul muro e poi per terra.
Lasciò andare Harley, che scosse la testa leggermente intontita.
-Wow! Rifacciamolo!- disse tenendosi la testa.
-Ho bisogno di una vacanza...- disse con un leggero sorriso Batman, poi aprì un piccolo schermo dalla copertura in kevlar del braccio –Batmobile, richiamo-
Si voltò verso Harley.
-Andiamo alla Batcaverna...è il momento di sapere cosa vuole fare veramente Joker-
Si sentì un rombo di auto che si avvicinava.