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Autore: JackieDaniels    01/10/2011    3 recensioni
"Il primo giorno di scuola non era mai facile.
Era scientificamente provato che l'ingresso a scuola, spesso tranquillo, serviva solo a far abbassare la guardia all'ignaro studente, che, sentendosi al sicuro, si sarebbe mostrato per chi era, rovinandosi miseramente.
Questo Sunshine Reeves lo sapeva bene.
Sapeva tante cose, in realtà, ma questo non era bastato a far filare il primo giorno al McKinley High liscio come l’olio."
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Santana Lopez non era il tipo che si faceva abbattere facilmente, eppure c’era qualcosa che le faceva male, c’era qualcosa che la logorava dentro e non le lasciava la possibilità di essere la persona forte che era sempre stata.

Quel qualcosa, o forse sarebbe meglio dire qualcuno, in quel momento si stava scatenando al centro dell’immensa sala del Duvals Experience, ballando a ritmo di una canzone da discoteca, incurante di tutto e di tutti.

Brittany Pierce era così, viveva in un mondo tutto suo, fatto di arcobaleni, unicorni e musica.

Un mondo di cui Santana era il centro fino a pochi mesi prima.

Volgendo lo sguardo altrove, cercando di ricacciare indietro tutti i ricordi che aveva di Brittany, Santana iniziò a sorseggiare la sua coca-cola, sperando che il tasso alcolico inesistente di essa potesse, in qualche modo, cancellarle dalla mente tutti i bellissimi e, ahimè, dolorosi ricordi.

«Sai che la coca-cola viene prodotta dagli Snasi? Vengono schiavizzati dalle macchinette, è per questo che io non la bevo.» il corpo di Santana si irrigidì automaticamente, lei conosceva quella voce, la conosceva benissimo, e anche se non lo avesse fatto, avrebbe riconosciuto i discorsi alla Luna Lovegood di Brittany ovunque.

Si girò, facendo attenzione a non far esplodere la lattina di coca-cola che era nella sua mano, e prese un respiro profondo, incrociando gli occhi blu di Brittany.

«Che ci fai qui?» chiese, seguendo con lo sguardo la bionda che, intanto, si stava sedendo accanto a lei.

«Ti ho visto da sola e volevo parlare un po’ con te, è dalla fine della scuola che non ci siamo sentite.» Santana accennò un sorriso, non riusciva a mantenere un’aria distaccata con Brittany, per quanto fosse ferita,  non riusciva ad odiarla.

«Già, non mi hai chiamato.» sospirò Santana, bevendo un altro po’ di Coca-Cola.

«Volevo, ma Lord Tubbington mi ha mangiato il cellulare!» ammise Brittany e Santana alzò un sopracciglio, indecisa se credere o no a quella affermazione.

«Quel gatto mangia davvero di tutto, eh?» la mora decise di dare quella cavolata colossale per buona, pensando che quel gatto mangiava davvero di tutto.

«Già. Mi manchi, Santana.» le parole di Brittany la spiazzarono completamente, come faceva a passare da un discorso all’altro con così tanta nonchalance?

Come?

«Non.. non sono andata via.» si ritrovò a balbettare Santana e Brittany sorrise, prendendole la mano.

«Sei sempre la mia migliore amica, lo sai, si?» si assicurò Brittany e Santana sorrise «Sei gelosa di Sunshine per caso?» Brittany impallidì, per poi scuotere la testa «No, scherzi?» la mora ridacchiò maliziosamente, stringendole la mano.

«Sei tu la mia migliore amica, Britt, lo sei sempre stata.»

*

Kurt Hummel era incazzato nero.

Non solo era stato costretto dalla maggioranza dei Warblers a salire sulle montagne russe del Duvals Experience -che non solo lo avrebbero spettinato, il che già era un dramma, ma lo avrebbero spettinato alla più grande velocità dello Stato- ma doveva anche sedere accanto a Trent Nixon, perché Blaine, il suo ragazzo Blaine, voleva sedere vicino alla sua amichetta di infanzia Sunshine.

Era geloso, dannatamente geloso, anche se senza un motivo valido: Blaine amava lui, no?

Glielo ripeteva in continuazione, dopotutto, glielo aveva ripetuto anche prima di salire su quel marchingegno infernale, glielo ripeteva ogni secondo di ogni minuto di ogni ora di ogni giorno, in realtà, eppure lui, Kurt Elizabeth Hummel, era geloso.

Uno scricchiolio sinistro avvertì Kurt che il suo vagone stava per partire e che quindi, di conseguenza, il viaggio che sembrava prospettarsi il più lungo della sua vita stava per iniziare.

Con ogni curva che veniva girata ed ogni salita che veniva intrapresa dal suo vagone –per non parlare della presa mortale di Trent sul suo braccio- Kurt si sentiva sempre più vicino alla sua inesorabile fine.

Una fine senza Blaine che, ignaro –al suo solito- dei drammi interiori del suo ragazzo, sembrava divertirsi molto a farsi sballottare in giro con Sunshine al lato.

Kurt l’avrebbe ammazzata in quel momento: così ignara, così felice accanto al suo ragazzo, così dannatamente bella..

Di sicuro era una minaccia più grande di quella che era stata Rachel l’anno prima: erano entrambe belle, ma Sunshine a quanto pareva già conosceva Blaine, e chissà come lo conosceva.

Oh, dannazione a tutto!

Blaine amava lui, solo lui..

Ma eliminare la concorrenza non sarebbe stato male, no?

La curva che seguì questo infido pensiero sembrava proprio adatta alla situazione: alta, ad altissima velocità, pericolosa al punto giusto..

Sarebbe bastato un leggero tocco e con un po’ di fortuna..

«NO!»

..Sunshine sarebbe caduta sempre più giù.

 

Una leggera folata di vento ridestò Kurt dai suoi assurdi pensieri.

Come aveva potuto solo pensare una cosa del genere?

Lui non era così, dannata gelosia!

In più, si era perso tutto il viaggio preso com’era a fantasticare, e quindi si era spettinato per niente.

«Kurt, tutto bene? Ti sei divertito? Il prossimo giro possiamo farlo insieme!» un contentissimo Blaine gli si parò davanti, offrendogli la mano destra come appiglio per uscire dalla giostra.

Kurt incontrò lo sguardo felice di Blaine, e sperò di riuscire a mascherare la sua gelosia, ma non ci riuscì.

«Dov’è Sunshine?» chiese, guardandosi intorno spaesato, seguito da Blaine che intanto accennò un’alzata di spalle.

«Non lo so, l’ho lasciata andare, volevo passare un po’ di tempo con il mio ragazzo.»

Kurt sorrise ed arrossì allo stesso tempo: Blaine aveva marcato appositamente la parola mio perché sapeva che Kurt era geloso, lo sapeva, aveva capito tutto.

Ed aveva ragione: lui, Kurt Elizabeth Hummel, era suo.

«Al prossimo giro, però, vedi di non chiamarmi Sunshine!» minacciò Kurt afferrando la mano del suo ragazzo ed uscendo finalmente da quel vagone.

«Perché no, Raggio di Sole?» scherzò Blaine e Kurt gli diede un buffetto sulla guancia, mormorando uno: ‘scemo’.

«Perché sennò la furia di Ninja Hummel si abbatterà su di te!» gridò con tono minaccioso, scoppiando poi a ridere seguito da Blaine.

*

Chiunque era l’inventore degli Hot – Dog meritava di morire sotto i dolori più atroci del mondo, e magari Sunshine Reeves poteva unirsi a lui.

Non sapeva come le era saltato in mente, non sapeva quale arcana visione aveva avuto che l’aveva spinta a fare una cosa del genere, ma aveva mangiato un Hot – Dog in compagnia di un certo Jeff Sterling e poi, presa da un’assurda euforia, era andata a farsi un giro sulle montagne russe.

Se lei era ‘sana’ non voleva sapere come erano i matti.

Barcollando tra un’attrazione e un’altra, si ritrovò persa nell’immenso luna park.

Doveva solo trovare un bagno, uno solo, non le sembrava di chiedere molto!

«Hey Sunshine, hai bisogno di aiuto?» una voce profonda richiamò l’attenzione di Sunshine che, cercando di non vomitare proprio in quel momento, si voltò lentamente.

Noah Puckerman era in piedi di fronte a lei e sembrava abbastanza preoccupato.

«Sai dov’è un bagno?» chiese Sunshine disperata e Puck accennò una risata –anche se, secondo Sunshine, non c’era proprio niente da ridere-.

«E’ a due passi, ti ci accompagno!» suggerì Noah, passandole una mano attorno al fianco e trascinandola verso una piccola costruzione di un blu intenso.

Senza pensarci due volte, Sunshine si liberò dalla presa di Noah e si fiondò nel bagno, pronta a rimettere tutto il possibile.

Non avrebbe più mangiato Hot Dog, basta!

Una volta terminato, uscì dal piccolo bagno e si ritrovò faccia a faccia con Noah, che la guardava divertito.

«Cosa c’è da sorridere?» sbottò infastidita, poggiando le mani sul bordo di un lavandino e dandosi una rapida occhiata allo specchio.

«Non avrai mica mangiato prima di farti un giro sulle montagne russe, vero?» suppose scherzando Puck –azzeccando, per giunta-, appoggiandosi con la schiena ad un altro lavandino.

«Anche se fosse?» biascicò Sunshine, riempiendosi la bocca di mentine «Beh non è mai una buona idea, ci vengo spesso qui, quelle montagne russe sono le più veloci dello Stato, sai?» commentò lui, con un sorriso divertito stampato in volto –Sunshine gli avrebbe volentieri dato un pugno, ma dettagli-.

«E’ per questo che vagavi nel nulla? Perché conosci il posto?» domandò Sunshine, dandosi una sistemata ai capelli –che non erano mai stati più osceni-, sbuffando ogni tanto «Non vagavo nel nulla, ti seguivo.»

Il primo istinto di Sunshine sentite quelle parole fu quello di tirare in faccia a Noah Puckerman tutto il possibile e fuggire verso una zona più popolata, il secondo, quello che fortunatamente per Noah seguì, fu quello di assumere un’espressione confusa e contrariata.

«No, non pensare male, solo ho visto che uscivi in condizioni pietose da quelle montagne russe e non volevo ritrovarti morta!» si giustificò Puck, alzando le mani in segno di innocenza.

Noah Puckerman innocente?

Ma per favore.

Sunshine ne aveva sentite di storie su di lui, sapeva che era il puttanone della scuola e sapeva anche che aveva messo incinta la cara, perfetta e casta Quinn Fabray.

«Primo, sei gentile a ricordarmi che sono in condizioni pietose, e secondo, credi davvero che mi fiderò di ciò che dici? So come pensano i ragazzi come te.» commentò Sunshine, guardando di sottecchi Puck.

«Scusa, non sono il massimo con la delicatezza.. » Si, Sunshine lo aveva capito, prima per sorreggerla le aveva quasi incrinato una costola «.. Ma se avessi avuto intenzione di farmiti, stai tranquilla, lo avrei fatto, anche se sei in condizioni pietose.»

«Certamente, Puckerman, certamente.» sospirò Sunshine, scuotendo la lunga chioma bionda.

«Che succede qui?»

Quinn Fabray fece la sua comparsa dall’ingresso della costruzione, con un’espressione confusa in volto.

«Aiutavo un’amica, Quinn, è un problema per te?» chiese acido Puck, staccando la schiena dal lavandino e assumendo una posizione eretta.

«Da quando sei amico di Sunshine?» domandò Quinn, alzando un sopracciglio «Non lo è, infatti.» commentò Sunshine con un’ alzata di spalle.

Noah la guardò infastidito, per poi tornare a concentrarsi su Quinn.

«Che vuoi, Quinn?» la situazione sarebbe degenerata, Sunshine lo immaginava, ma darsela a gambe non le sembrava il modo migliore di uscire di scena.

«Ho sentito delle voci e mi sono preoccupata..» rispose Quinn, guardando prima Sunshine –che era ancora in condizioni pietose- e poi Puck «..Voi fate cose insieme?»

Sunshine soffocò una risata, e poi scosse la testa, sghignazzando sommessamente.

«No, Quinn.» rispose pacato Puck, che, anche se cercava di nasconderlo, stava perdendo le staffe.

«Ah, strano, di solito tu fai cose con tutte le tue ‘amiche’.» ahia.

«HAI UN PROBLEMA CON QUESTO? SE TU NON MI AVESSI LASCIATO MAGARI ADESSO LE COSE LE FAREI CON TE!» ok, Puck non stava più facendo il pacato, la situazione era degenerata.

Quinn rimase ferma, come paralizzata, e prima di poter proferire di nuovo parola si ritrovò senza nessuno con cui discutere.

Puck era uscito, sbattendo terribilmente forte la porta.

«Beh, questo si che è stata un’uscita teatrale!» commentò Sunshine scherzosamente, cercando –senza successo- di spezzare la tensione che si era creata nel momento in cui Quinn aveva messo piede in quel bagno.

«Non mi piace dare spettacolo così.» ammise Quinn, sospirando e appoggiandosi al lavandino su cui era stato poggiato Puck fino a pochi secondi prima.

«Tranquilla, succede.» rispose Sunshine, passandole un fazzolettino «Se vuoi piangere puoi anche farlo, io non sono qui per giudicare nessuno.»

Quinn chinò il capo in segno di ringraziamento e afferrò il fazzolettino che Sunshine le stava porgendo, iniziando a singhiozzare.

«E’ tutto ok, dai..» rassicurò Sunshine, dandole qualche pacca sulla schiena.

Dopo qualche interminabile minuto di singhiozzi, Quinn smise di ‘piangere’ –infatti non aveva propriamente pianto, aveva solo singhiozzato, senza far uscire una singola lacrima. A quanto pareva era troppo orgogliosa per piangere di fronte ad una persona che non conosceva bene-.

«Va meglio ora?» chiese Sunshine, guardando Quinn con apprensione «Si, grazie.» rispose questa, annuendo e buttando via il fazzolettino che Sunshine le aveva passato in precedenza.

«Voglio tornare a casa, puoi accompagnarmi se vuoi.» asserì Quinn, guardandosi con finto interesse le unghie «Vacci.» suggerì Sunshine «Io vorrei anche accompagnarti, ma ho la bicicletta.» continuò, roteando gli occhi.

«Che problema c’è? Andiamo con la mia macchina, tanto la festa è quasi finita!» controbatté Quinn -che effettivamente aveva bisogno di qualcuno con cui parlare se invitava una persona con la quale aveva parlato si e no una volta ad accompagnarla a casa-.

«Un passaggio?» deglutì Sunshine, impallidendo «Si, hai problemi con i passaggi per caso?» ridacchiò Quinn, che giustamente non sapeva nulla del problema di Sunshine «No, ma che, figurati!»

Ecco, si era rovinata per non fare brutta figura, adesso sarebbe stata scortata a casa e rischiava di far incontrare sua madre ubriaca a Quinn Fabray.

Sarebbe finita male.

 

 

 

 

 

 

 

Somewhere only we know.

E lo so, è passato un mese esatto (LOL) da quando ho aggiornato, ma ‘sto diamine di capitolo mi ha fatto penare!

Ho cambiato il finale tipo 21839821390213902 volte prima di tagliarlo (sarà nel prossimo capitolo!), però ok. uù

Devo dire che è la parte di ‘Life is a Rollercoaster’ che preferisco!

Troviamo la Quick, la Brittana, la Klaine! DJASJKDASKJDASJKDKASDKJASD

E NINJA HUMMEL, PER LA GIOIA DELLA MATRIGNA PiU’ FIGA DEL MONDO, ELIS! *-*

E niente, avrete capito che il ragazzo del McKinley è Puckerman e che Quinn è abbastanza gelosa (?) e che ne vedremo delle belle.

Alla prossima, dunque, non voglio spoilerarvi nada!

Grazie a tutti quelli che recensiscono  e chi mette la storia tra le seguite e le preferite (siete tutti voi la mia più grande fonte di ispirazione, beibs).

Al solito, ringrazio chi ha letto fino a qui e lo invito a recensire, se vuole, sennò no, è ok lo stesso! (?)

Sto sclerando, me ne vado.

1, 2, 3!

*lancia fumo e sparisce*

  
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