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Autore: yachan    10/06/2006    1 recensioni
Eccomi con una nuova fiction su Doremì. Un sogno e una premonizione, che sia l'inizio di una nuova minaccia? Nuove avventure e nuovi guai attendono i protagonisti di Ojamajo Doremi (che trailer è? U_U')
Genere: Avventura, Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TRUST YOU

TRUST YOU

 

Cap.17

 

 

Il ragazzino era sdraiato sul letto. Aveva gli occhi coperti dalle bende.

Stupendo, era da pochi giorni lì e già aveva perso la vista.

Stupendo.

Ma come era potuto succedere?

Stava giocando e per poco avrebbe fatto gol, finché una follata d’aria improvvisa lo colpì in pieno.

Non capì come questo l’avesse potuto far cadere. Si sentì prudere gli occhi ed iniziò a sfregarseli, con una strana e fastidiosa sensazione. Pensava si trattasse solo di sabbia che gli era entrata negli occhi e quando sentì dei ragazzini esultare, capì che la sua squadra aveva perso.

Stupendo, oltre al danno, la beffa.

Era confuso e amareggiato.

Il dottore aveva detto che forse c’era una buona probabilità che recuperasse la vista, ma il suo tono non gli era sembrato convincente.

Non avrebbe più visto il sole del mattino? Non sarebbe potuto più entrare in una famosa squadra di calcio? Non avrebbe più visto gli altri…non avrebbe più visto lei.

A questo punto, iniziava a credere davvero che qualcuno gliele stava iettando.

I suoi amici avevano cercato di risollevargli il morale, ma era difficile, visto l’entità del problema.

Non voleva sentirsi più compatito dalle persone, quindi aveva chiesto di essere lasciato in pace, fino al momento del ritorno a casa.

Si sentiva strano in quella stanza vuota. Da lontano si sentivano le voci dei ragazzi che si divertivano e avrebbe voluto sprofondare all’idea che le cose sarebbero cambiato da lì in poi.

Era così dura.

E poi…non aveva sentito la sua voce, tra le persone che lo avevano fatto visita. Incuriosito, aveva chiesto a Masaru dove fosse lei.

Lui si limitò a dire che al momento non se la sentiva di vederlo, tralasciando i dettagli.

Allora, non era preoccupata per lui?

Poi sentì la voce di Moyra dirgli che sarebbe sicuramente venuta a vederlo. Akatsuki era andata a cercarla.

Akatsuki…ricordava ancora quella sfida. Era davvero una sfortuna che gli fosse capitato quell’incidente in quel momento.

…ne sono ancora innamorato. E anche se sarà più difficile, riuscirò a farla innamorare di nuovo di me

Cosa poteva ora lui fare in quelle condizioni?

Continuerai a guardarla da lontano, senza fare niente?

Se già c’erano delle incomprensioni tra i due, adesso sarebbe stato peggio.

Se pensi che questo mi crei qualche problema, ti sbagli. Non ho bisogno di sapere tutto di lei, per farmi voler bene…

Perché aveva detto quello? In fondo lui…lei…

Sospirò.

Ormai doveva essere già sera. A questo punto…non sperava più nell’arrivo di Doremì. Chissà, forse era arrabbiata con lui per quella loro piccola discussione. Che poi, non capiva perché le sue buone intenzioni venivano sempre ritorte contro.

In qualsiasi caso, quando si avvicinava alla ragazzina per poterla aiutare, finiva con il litigare e per fare la parte del ragazzo cattivo. Ma non voleva questo.

Voleva solo…dimostrarle che lui era accanto a lei…in ogni momento.

Sdraiò la schiena sul letto e cercò di non pensarci.

Il giorno dopo sarebbero tornati a casa.

 

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-         James, ti sbagli…per questa ricetta serve questo ingrediente- disse una ragazzina dai capelli biondi.

-         No, ti dico che ha bisogno di quest’altro ingrediente- disse il ragazzino.

-         Ne so più io di te, delle ricette di questo libro.

-         E io ti dico che sbagli!

-         Ehi, voi due- disse la ragazzina dai capelli viola e carnagione scura che stava di fronte a loro due- Abbiamo deciso di riprendere il vecchio libro di ricette, scritto dalla proprietaria della pasticceria, per poterli fare assaggiare alla gente. Però se continuiamo così, o meglio, se continuate così, anche oggi non concluderemo niente.

-         Non è colpa mia Bessy…James è un testardo.

-         E tu una cocciuta, Momoko. Per ogni ricetta bisogna fare qualche modifica.

-         Le sue ricette sono perfette così come sono. Non hanno bisogno di modifiche!

-         Insomma, voi due!- disse Bessy esasperata- Non sapete cosa sia il lavoro di squadra, eh?

-         Perché scaldarsi così tanto per delle semplici ricette?- disse un’altra ragazzina dai capelli biondi, seduta tranquillamente su una sedia.

-         Non è una semplice ricetta!- dissero insieme James e Momoko.

-         Oh, beh, almeno in qualcosa siete d’accordo- disse Bessy ironicamente.

I due ragazzini si guardarono a vicenda stupiti, poi con una smorfia si voltarono le spalle.

-         E siamo da capo…- disse disperata la ragazzina di fronte a loro.

 

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-         Doremì, che ci fai tu qui?- chiese sorpresa Moyra, vedendo la ragazzina seduta insieme agli altri a mensa.

-         Mangio, non vedi?- disse Doremì tranquilla, facendole vedere la ciotola.

-         Non dico questo- disse Moyra irritata- Non lo sai che Kotake ti sta aspettando?

-         Ah, sì…?- disse lei quasi disinteressata.

-         Come, ah sì?- Moyra si inginocchiò vicino a lei- Te ne sei andata via all’improvviso e adesso te ne stai tranquilla qui a mangiare e…

-         Te l’ha detto lui?- chiese Doremì senza scomporsi e interrompendo Moyra.

-         Come?

-         Ti ha chiesto Kotake, che dovevo andargli a far visita?

-         N- no…- disse incerta- non esplicitamente, però…

-         Allora, non te l’ha detto- affermò, continuando a mangiare.

-         Doremì, non ti capisco proprio…- disse arrabbiata Moyra- Lo sai cosa intendo. Kotake ci è rimasto male, quando si è accorto che non c’eri e che te n’eri andata con Akatsuki.

-         Perché ti scaldi così tanto?- chiese Doremì tranquilla.

-         Io…!- si bloccò e abbassò lo sguardo- Beh, siete miei amici e…

-         Capisco…- Doremì appoggiò la ciotola vuota sul tavolo e si alzò in piedi.

Moyra guardò la ragazzina girarsi tranquillamente verso l’uscita. Solo quando le passò vicino, notò gli occhi di lei. Erano rossi. Doveva aver pianto molto, nonostante si dimostrasse tranquilla.

-         Dove vai adesso?- chiese Moyra.

-         In camera. Sono stanca e voglio riposarmi.

-         Non puoi!

-         Perché?- disse Doremì, mentre usciva dalla stanza.

-         Non pensi a Kotake?

-         A volte…- disse Doremì rimanendo di spalle a Moyra- mi capita di pensare, che per Kotake la persona più giusta…saresti tu.

-         M- ma…- Moyra arrossì di colpo.

-         Non posso fare a meno di pensarci. Io non faccio che combinare disastri, litigare con lui e non comprenderlo. Mentre in realtà, vorrei essere spontanea come lo sei tu con lui. Però è tutto inutile.

-         Doremì…

La ragazzina dai capelli color rosso magenta si allontanò con calma.

-         Prima che te ne vai, volevo dirti una cosa, Doremì…- disse Moyra seria- Sta attenta a come ti comporti…non voglio che Kotake soffra ulteriormente- abbassò la testa triste.

-         …va bene- e se ne andò.

 

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-         Hazuki…dove stai andando?- chiese un ragazzino dai capelli color arancio, che guardava la ragazzina.

-         Io…- non sapeva cosa dire. Non si aspettava che Fujio l’avrebbe scoperta.

Il ragazzino sospirò guardando lo sguardo timoroso e incerto della ragazzina.

-         D’accordo…puoi andare Hazuki…non sarò io a trattenerti.

-         Fujio, io…

-         Non c’è bisogno che tu aggiunga altro…conosco i tuoi sentimenti.

-         …grazie- sorrise sollevata e voltandosi, se ne andò di fretta.

Fujio guardò triste Hazuki che si allontanava. Era dura ammetterlo…ma non aveva alcuna possibilità contro Masaru. L’aveva sfidato più volte, anche in sfide assurde, solo con l’intento di conquistarsi l’attenzione di Hazuki. Ma non era servito. Sperava allora che la lontananza cambiasse il loro rapporto…e invece, si era sbagliato. Lei voleva veramente bene a Masaru. Ed un sentimento così forte, non sarebbe riuscito mai a spezzarlo.

Sospirò di nuovo e guardò lì dove si era diretta Hazuki. 

-         …a presto, piccola Hazuki…- sorrise e scomparve per magia. 

-         Hazuki?- disse un ragazzino dai capelli color verdi, sentendo dei passi nel buio.

-         Masaru…- comparve Hazuki rallentando la sua corsa. Una volta arrivata vicino a lui, si fermò e sorrise timidamente.

Masaru ricambiò il sorriso.

I due rimasero a guardarsi dolcemente in quella notte di luna piena.

 

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La porta della stanza si aprì leggermente ed entrò una figura nascosta dal buio della notte.

Indossava degli indumenti originali di color rosa e un capello a punta.

Camminò sicura, ma con cautela per non fare rumore.

Si avvicinò al letto e guardò il ragazzino dai capelli color blu.

Per anni era scappata di fronte a quei sentimenti che stavano crescendo in lei, cercando di rinchiuderli in un cassetto lontano, lontano. Però non era servito e più passava il tempo, con più il cassetto si apriva, facendo apparire la verità.

I suoi veri sentimenti, così fragili e sensibili avevano paura di accettare la realtà.

Però ora non era il momento di incertezze.

Lei doveva mettere fine a quella lunga tortura che la stava portando sul baratro della disperazione, insieme alla persona che poteva dire ora con sicurezza, contava davvero molto per lei.

Era la persona che nel bene e nel male, c’era. Nonostante i litigi e le brutte parole che si scambiavano in un momento di rabbia, loro rimanevano uno accanto all’altro. Quasi temendo di lasciare la mano dell’altra persona, per poi perdersi nell’oscurità.

Erano uno il sostegno dell’altro e fino ad allora, nessuno dei due se n’era accorto.

Poi un giorno finalmente, quei sentimenti celati davanti a tutti ed a se stessa, erano usciti da quel polveroso cassetto e le avevano chiarito tutti i suoi dubbi. Non del tutto, almeno. Era ancora troppo presto, per fare spazio a quei sentimenti nel suo cuore.

Ma sapeva già, che non c’è n’era bisogno…perché essi albergavano nel suo cuore, da un infinità di tempo.

Ora era il momento di prendere una decisione. Rimanere lì e guardare impotente la perdita della persona che più voleva bene o…mettere fine a quella tortura. Ma per farlo, doveva affrontare lei il problema. Sapeva che una volta affrontato, molti misteri si sarebbero svelati.

Ma quello che non sapeva…e se avrebbe rivisto il sorriso di lui.

Non era certa di questo, perché sentiva che si stava buttando alla cieca.

Era per quello, che ora più che mai, desiderava poter fare uscire quei sentimenti dalla sua bocca, per mettere a tacere la sua interminabile angoscia.

Però ora, lui stava dormendo così beatamente…a quanto pare non era proprio destino che i due si riconciliassero, non era nel destino di Doremì poter esaudire un sogno d’amore.

Chinò la testa e avvicinò le sue labbra al viso di lui, baciandolo delicatamente sulle guance del ragazzino.

Era così magico quel momento, desiderato da lei da tempo. Però, come nelle favole…la magia scompare in pochi minuti e si ritorna nella dura realtà.

Era ora di andare. Era ora di salutarlo…forse per l’ultima volta.

-         Non ti dimenticare di me…- sussurrò all’orecchio.

Fece per alzare la testa, quando a sorpresa, si sentì afferrata per la mano.

Guardò stupita il ragazzino che inclinava leggermente la testa, con gli occhi coperti dalle bende.

-         …chi è?- chiese.

La ragazzina rimase di pietra, sentendosi prigioniera dalla sua stretta di mano. Che fare?

Il ragazzino sdraiato sul letto, non vedeva chi aveva di fronte, ma aveva la certezza che ci fosse qualcuno.

La persona non rispose e rimase immobile.

Kotake provò ad alzare la testa per avvicinarsi all’individuo.

-         Non avvicinarti!- disse Doremì d’istinto, per poi portarsi la mano sulla bocca, quasi pentita.

Kotake si bloccò e guardò sorpreso quella figura.

Quella voce…non l’aveva sentita bene…ma gli era famigliare…

-         Chi sei?- ripeté.

Non c’è la faceva più. Doveva andarsene, altrimenti…altrimenti…

Staccò bruscamente la sua mano con quella di lui e salì velocemente sulla sua scopa, per poi uscire volando dalla finestra.

Non prima di essersi voltata verso di lui, un ultima volta.

-         No, aspetta, non andartene!

Il ragazzino si guardò smarrito nella stanza, con la mano ancora in aria, movendosi quasi cercando la persona. Ma era scomparso.

Si toccò la guancia con la mano. Quella sensazione provata, era così particolare, così speciale che vari dubbi gli vennero alla mente.

 

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-         C’è mancato poco- disse Doremì in sella alla sua scopa- Se mi avesse scoperto…se avesse visto che ero io…avrebbe scoperto che sono…- chinò la testa triste.

Non si era neanche accorta che era sveglio. E se avesse capito chi era? No, impossibile, era bendato e non poteva vederla.

E se l’avesse intuito dalla sua voce?

Scosse la testa.

No, non era il momento. Ci avrebbe pensato più tardi, una volta terminata la sua missione.

Si doveva recare nel mondo della magia e questa volta da sola. Non voleva coinvolgere le sue amiche. Non se lo sarebbe perdonata se sarebbe successo qualcosa a loro.

Strinse forte la scopa e accelerò l’andatura del volo.

 

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-         Aiko? Aiko!

Una ragazzina dai capelli blu aprì con lentezza gli occhi, per vedersi davanti Maria che la scuoteva preoccupata.

-         M- Maria…? Cosa…come…?- chiese confusa.

-         Meno male…sei sveglia- disse sollevata Maria e si sedette sul letto.

Aiko alzò la testa e vide che era sdraiata sul letto.

-         Ma cosa ci faccio qui?

-         Era quello che volevo chiederti…eri andata a cercare Leon e poi non ti sei fatta più sentire. Quando vengo qui, ti trovo sdraiata sul letto e non c’era verso di svegliarti. Non sai che paura mi sono presa.

-         Paura…Leon…- ripeté come frastornata, poi si ricordò- Leon!- si alzò di scatto- Dov’è?- si guardò in giro.

-         E’ in stanza…ma non ci hai parlato?

Aiko scese dal letto ed uscì di corsa dalla stanza, mentre Maria la seguiva con preoccupazione.

-         Leon!- spalancò la porta, ritrovandosi dei ragazzini seduti per terra, intenti a giocare a carte.

Tutti la guardarono con gli occhi spalancati dalla sorpresa.

-         Dov’è Leon?- chiese subito Aiko con il fiato corto.

-         Ehm…è qui, non lo vedi?- un ragazzino indicò la persona che stava seduto con loro.

Aiko guardò con occhi sorpresi quella persona.

I ragazzini non capirono perché aveva quell’espressione sul suo volto, quasi di incredulità.

-         Tutto bene Aiko?- chiese uno dei ragazzini.

-         Aiko…cosa ti prende?- giunse Maria.

La ragazzina non rispose e se ne andò di fretta.

-         Aiko!- Maria che si era appena fermata la chiamò e poi guardò i ragazzini che la guardavano storta- S-scusate…è solo stanca…- disse Maria imbarazzata e riprese a seguire Aiko.

Aiko si diresse di fretta verso la sua stanza. Nessuno sembrava essersene accorto. Era l’unica che aveva visto la realtà…quella persona che giocava lì non era Leon, bensì un ologramma magico. Quindi, significava che Leon se n’era andato. Chissà da quanto.

Entrò in stanza, si chinò per terra e frugò nella sua borsa.

Rimani in stanza e non muoverti…Cercheremo di risolvere la situazione…vedrai, non succederà niente alle tue amiche. 

Le parole di Leon le tornarono in mente. Le parole che gli disse prima di farla addormentare.

Mi dispiace Aiko…ma non voglio che corri rischi…

-         Quell’idiota…- tirò fuori il suo medaglione e lo strinse tra le mani- ma questa me la paga!

-         Aiko…con chi stai parlando?- disse Maria comparendo all’ingresso della stanza.

-         Maria- Aiko si girò per guardarla.

-         Che stai facendo? Perché hai preso il tuo zaino?- chiese Maria in ansia.

-         Maria…- si alzò in piedi e appoggiò una mano sulla sua spalla- Ti fidi di me?

Maria la guardò confusa, poi notando lo sguardo serio di Aiko fece cenno di sì.

-         Bene…allora non chiedermi niente…sarebbe troppo difficile spiegarti quello che sto per fare…devi solo non farmi scoprire dall’insegnante.

-         D- dov’è che vai?- chiese Maria, vedendo Aiko avvicinarsi alla finestra.

-         Lontano…- disse senza girarsi.

Maria sospirò, capendo che non avrebbe ottenuto altre informazioni.

-         Torna presto…Aiko- disse sorridendole.

Aiko si girò e sfoggiò il suo caratteristico sorriso. Con la mano, fece il gesto dell’okey.

-         Certo!- disse Aiko- Tu aspettami- e saltò giù dalla finestra.

-         Aiko!- Maria corse alla finestra spaventata e guardò giù. Non c’era nessuno- …stai attenta.

  

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Era sdraiato sul letto, con il viso rivolto al soffitto.

Nella sua mente continua a domandarsi dell’identità del visitatore notturno.

Se non fosse assurdo, avrebbe potuto pensare ad uno scherzo dei suoi amici.

Si toccò la guancia. Però questo non spiegherebbe quel dolce tocco sulla guancia, simile ad un bacio e quelle parole sussurrate.

Non ti dimenticare di me…

No, non si trattava dei suoi amici.

Sospirò amareggiato. Questo non sarebbe successo se avesse avuto ancora la sua vista.

Fece per riaddormentarsi, ma non poté. Sentì che qualcosa era entrato in stanza.

Di nuovo quella sensazione…non come quella provata in camera. No, era distinta.

Si mise seduto.

-         Chi sei?- chiese di nuovo.

-         …ciao Kotake- disse una voce- Sono venuta a prenderti…

 

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-         Regina…gli F4 e Alexander sono arrivati al castello…- disse una donna dagli occhi fini, inchinandosi davanti alla regina.

-         Mh…sì, va bene. Falli entrare.

-         Subito- la donna si alzò e se ne andò.

La regina guardò la signora che era con lei.

-         Majorika…il tempo stringe.

-         Lo so- fece cenno di sì- Ma sono più che sicura che non si faranno attendere- si avvicinò al balcone- Vorrei solo non esserne così sicura, per risparmiarle questa tortura- aggiunse triste.

La signora volse il suo sguardo al cielo.

-         Al di là della dimensione, al di là del portale, alberga la parte di noi stessi più nascosta. La nostra oscurità.

 

Continua…

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E’ cortina, lo so…però mi sembrava adatto interromperlo qui (^-^)…okey (U_U)’, lo ammetto, ero rimasta parecchio indietro con questa fan fiction e quindi sto cercando di abbreviarla.

Ringrazio di nuovo chi sta seguendo la fan fiction. Presto questa fiction finirà, quindi tenete duro, okey? (^-^)

By Ya-chan

   
 
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