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Autore: Beckss_    01/10/2011    3 recensioni
Scivolava fra le vie di New York con un’aria apparentemente tranquilla e pacata, nascondendo sotto gli occhiali da sole gli occhi gonfi dal pianto. La Grande Mela la osservava mentre sfilava sui suoi tacchi alti in una calda giornata primaverile,diretta chissà dove; la città la osservava mentre si districava fra un groviglio di persone. Il vestito nero che indossava lungo fino al ginocchio ricadeva delicato sui fianchi e si muoveva leggermente ogni volta che accelerava il passo.
Un anno dopo, con una nuova vita e una nuova voglia di vivere.
Kate Beckett affronterà il suo viaggio da sola? Riuscirà una sconvolta e triste KB a ritornare quella di prima?
PICCOLI SPOILER
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione, Quarta stagione
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Sproloqui

Capitolo piccolo perchè l'ho scritto di getto dopo alcune mie riflessioni particolari...
Spero vi piaccia comunque, il prossimo capitolo vi chiarirà tutto :D
A quà sotto...



Perchè sei speciale


Beckett si sentiva pronta a fare quel salto nel vuoto che mai avrebbe pensato di poter fare. Si sentiva così spaesata e persa, si sentiva così senza energie, prosciugata da quel nuovo stato, da quella nuova emozione che avrebbe desiderato fermare il tempo e prendere fiato, riuscire ad apprezzare ogni singolo respiro di quell’uomo e poi ripartire.
Seppur di poco, il suo volto si alzava e si abbassava in concomitanza del respiro dell’uomo; si sentiva così bene e così in pace con se stessa.
Non riusciva a capire come un uomo potesse farla ridere e farla sentire bene, non riusciva a capire come mai lui si era preso involontariamente così tanto di lei, donandole altrettante parti di lui. Si erano trovati e lei aveva rinnegato quel sentimento che è quasi scontato per quanto era visibile. E poi lui si era tirato indietro e tu lo avevi fatto indietreggiare del tutto: le cose sembravano essersi rotte definitivamente.
 
Davvero non lo sapevi, perché lui ti facesse stare così bene, ma era così, era così e basta e nella vita non bisogna sempre avere la risposta a tutto; ti aveva conquistata, punto. Non era quello che ti descrivevano tutte, così bambino e così viziato, che pensava solo a possedere una donna, tanto da non far rendere visibile quasi qualche altra parte di lui. Tu l’avevi scoperta.
 
Ora fissavi un punto sul soffitto anche te e ti rendevi conto della differenza fra bianco e panna. Era vero, ottima scelta il color panna.
 
Inspirò, gonfiando il diaframma, poi espirò. Inspirò e poi parlò di nuovo:
 
“Ti sei mai sentito come una piccola foglia trasportata dal vento chissà dove? Vedi Castle, io ora mi sento così. So che da qualche parte sto andando, vado dove mi porta il destino, ma con chi e con quale parte di me stessa? Mi sento in colpa Richard, per tutto il male che vi ho fatto.”
 
L’uomo aggrottò la fronte pensieroso: credeva forse che lei fosse causa di tristezza per lui? Lasciò andare via il pensiero e rimase in silenzio per farla sfogare.
 
“Quando l’ho visto lì in quella bara e prima, lì sdraiato per terra mi sono sentita morire. È come se mi avessero chiuso in faccia la porta di una cella buia e desolata e io urlavo ma nessuno mi sentiva. Nessuno mi sente e io forse sono davvero sola.” Continuò la donna in un sussurro quasi fosse un’idea che non doveva essere detta. In cambio di questo pensiero, assorbito dalla positività dello scrittore ricevette un abbraccio. Era sempre così: lui inghiottiva la sua negatività e lei riceveva amore in cambio.
 
“Non ho più uno scopo, e anche quello di trovare l’assassino di mia madre è uno scopo finto. Senza di lui mi sento vuota.
Ti è mai capitato di sentirti così sperduto e vuoto che l’unica soluzione è doverti aggrappare a qualcuno per poterti far riportare su?”
 
Richard era quasi commosso, quasi le lacrime scendevano sulle sue guancie. Non sapeva perché stesse reagendo così, però stava succedendo.
La strinse ancora di più a se e le disse di si.
 
“Lo sai, Kate, che sei stata te quella forza che mi ha fatto risalire?”
“Tu avevi tutto.”
“Io non avevo nulla. Avevo l’amore di mia figlia non riuscivo a sopportarlo. Dentro ero vuoto, non avevo nulla eppure apparentemente avevo tutto.”
“Perché ti ho salvato Rick?” chiese alzandosi di poco senza interrompere il contatto
“Perché sei speciale. Ma tu, perché mi hai allontanato?”
 
Era ora di rispolverare i vecchi fantasmi del, seppur prossimo, passato.

Sproloqui...

...Eccomi! Spero vi sia piaciuto comunque.
Rinnovo le mie scuse per la presenza saltuaria però la scuola è quella che è :'(

Peace Love and Hug Panda
Beckss
  
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