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Autore: ehidreww    01/10/2011    6 recensioni
Bene, questa è la mia prima storia ed è solo il primo capitolo.
Spero che sia di vostro gradimento. Buona lettura (:
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- vi dico solo siamo giunte all'ultimo capitolo, buona lettura :')






- hai intenzione di dormire ancora per molto?
Una voce squillante interruppe il mio dolce sonno.
Quando aprii gli occhi mi ritrovai il suo viso davanti, come primo risveglio pensai che non fosse affatto male.
Feci una sottospecie di sorriso - da quando entri a casa mia quando ti pare e piace?
la mia voce era orrenda, rauca per la precisione.
- da quando tua madre mi ha dato il permesso, cioè da circa dieci minuti mi accarezzò lievemente la guancia- dai alzati
- ma io ho sonno dissi rigirandomi dall’altro lato con lafaccia contro il cuscino.
- allora non mi lasci altra scelta

Ad un tratto mi sentii prendere da dietro la schiena, per poi essere afferrata dalle gambe. Mi ritrovai tra le sue braccia.
Assaporai il suo profumo con ogni respiro che emettevo, sapeva di sogni.
Allacciai le mani attorno il suo collo - dobbiamo rimanere così fino a domani? dissi sarcastica.
Mi lasciò scivolare e con i piedi toccai il freddo pavimento di parquet.
- hai dimenticato che oggi c’è la festa? disse con un sorrisino sul viso.
- ma no, non l’ho dimenticato invece sì, lo avevo completamente rimosso dalla testa.
- farò finta di crederti disse con quella bellissima faccia da schiaffi - ora preparati, ti aspetto giù continuò.
Stava per uscire dalla stanza quando mi venne un dubbio.
- aspetta, come ci si veste ad una festa del genere?
Fece una risata - non sono gli Oscar Ronnie, vestiti come vuoi
Feci spallucce e aprii l’armadio per scegliere qualcosa da indossare. Trovai un vestito bianco, che subito mi sembrò perfetto, non lo avevo mai indossato, l’avevo capito dal cartellino che ancora penzolava dal vestito.
Mi sbrigai a farmi la doccia e a sistemare i capelli che come al solito non volevano stare al loro posto, un po’ di trucco e via.
Scesi di corsa le scale e vidi Justin seduto al tavolo mentre parlava con i miei. Sentendo i grandi tonfi che emettevo sulle scale di legno si girarono tutti.
Justin mi guardò dalla testa ai piedi e alzandosi dalla sedia salutò mio padre e mia madre.
- sei bellissima disse dopo essere saliti in macchina.
Arrossii, era imbarazzante sentirselo dire dal proprio migliore amico, ma era anche allo stesso tempo stupendo.
Per tutta la durata del viaggio pensai a quanto mi era mancato stare in sua compagnia, mi sentivo così confortata a sentirlo vicino.

- bene spense la macchina - siamo arrivati
Mi girai e alla mia destra vidi una casa, o meglio, una villa enorme, e dall’altra parte della strada c’era il Lago Ontario.
Iniziai ad agitarmi, erano tutti tipi importanti, cosa ci facevo io là?! Mi avrebbero subito squadrata dalla testa ai piedi dicendo chissà cosa.
Scesi lentamente dal veicolo e mi incamminai vicino a Justin.
Appena mi posizionai vicino a lui, mi afferrò la mano e sorrise.
Sentii un leggero, ma allo stesso tempo rintronante, sfarfallio nello stomaco, mi stava davvero facendo quello strano effetto?!
Ricambiai la stretta.
Arrivati davanti a quel grande portone rosso, Justin suonò il campanello
- hey un uomo di colore ci aprii e ci fece accomodare.
- hey Kenny disse Justin, e subito dopo si scambiarono uno di quei saluti strani che si fanno con le mani, quelle cose da ragazzi insomma.
L’uomo, o Kenny, mi guardò e sorrise.
- tu devi essere Ronnie mi porse la grande mano - piacere, io sono Kenny, la guardia del corpo di Justin
- il piacere è mio
risposi afferrando la sua mano con un grande sorriso sulle labbra.
Pian piano ci avviammo nel grande salone dove c’era non so quanta gente. Justin mi teneva ancora la mano, e la presa era più stretta di prima.
Dopo una mezz’ora eravamo riusciti a salutare tutti. Devo ammettere che non era come pensavo io, nessuno mi aveva squadrata, tutti erano stati cortesi, infondo erano tutti proprio come me, semplici persone normali che festeggiavano un compleanno, tutto qui.
Mi trovai subito a mio agio, e devo dire che è strano, visto che di solito ero chiusa con le persone che non conoscevo. Ma con loro mi sentivo come a casa.

Dopo sì e no due orette arrivò il momento della torta.
Io e Justin eravamo seduti su un divano nero di pelle a scherzare e ridere come nostro solito. Ci portarono un piattino con la torta e Justin alzandosi mi porse la mano.
- andiamo fuori disse sorridendo.
Ci dirigemmo verso il Lago e ogni tanto prendevo con la forchetta un pezzo di torta. Dopo averla finita poggiai il piattino a terra e mi sedetti sulla sabbia. Facevo scorrere quei piccoli granelli color oro tra le mie dita, era rilassante.
Lui era seduto accanto a me, in silenzio.
D’un tratto sentii un qualcosa di freddo a contatto con il viso, Justin rideva. Mi toccai con il dito e notai che c’era della panna.
- sei morto dissi ridendo.
Iniziammo a correre, sì, come dei bambini. Credo che fosse la nostra natura, eravamo rimasti bambini, e quando eravamo insieme era inevitabile non esserlo.
Lo sbloccai dal braccio - per la prima volta ti ho preso dissi col fiatone.
- ho solo rallentato la corsa rise.
Mi stesi a terra, e respirando lentamente mi gustai tutto il vento che mi accarezzava il viso. Un ombra poi, mi oscurò il sole.
Aprii gli occhi e incontrai i suoi.
- scusi signorina, lei è sporca di panna sorrise appena e socchiuse la bocca.
Si poggiò sopra di me, sempre tenendosi per non pesarmi addosso.
Vedevo il suo viso, quegli occhi, quelle labbra, sempre più vicini.
- sì sussurrò - proprio qui 
Le nostre labbra trovarono il contatto e si muovevano insieme.
Sentivo i nostri cuori battere insieme, era un suono piacevole, un suono che andava all’unisono.
Il vento continuava a scompigliarci i capelli a venirci sul viso, ma cosa importava? Quel momento era perfetto così.
Sollevò dolcemente il viso dal mio in modo da guardarmi dritta negli occhi.
- sei sempre stata come una sorella minore, però non so, ora è diverso..
Si soffermò per pensare.
Nel frattempo ammiravo quel viso angelico, riuscivo a trovarci la perfezione.
- ti amo Ronnie
Sì, lo aveva detto, e stavolta non erano parole pronunciate solo attraverso uno stupido telefono, stavolta era realtà pura, stavolta lui c’era.
Sentivo come se tutto ciò che ero, con lui diventava ancora più forte. Proprio così, con lui ero più forte.
- per sempre? sussurrai a malapena. Aveva bisogno di certezze.
- per sempre ribatté con uno dei suoi sorrisi.  
Le nostre labbra si incontrarono di nuovo, c’era ancora più magia di prima.
In quel preciso istante nulla era imperfetto. Io ero con lui, nulla aveva più alcun senso, nulla importava più, la cosa più essenziale era la sua vicinanza, il suo amore.


 

 The End








my words:
eh care mie, 
siamo arrivate alla fine.
Devo ammettere che cliccare su: 
'Completo' mi ha fatto venire 
le lacrime agli occhi :')
Spero vivamente che la storia,
in generale, vi sia piaciuta.
Tornerò sicuramente con una nuova storia,
questo è poco ma sicuro.
Ne ho già una in mente,
e spero solo che voi ci sarete ancora :D
#MUCHLOVE E..GRAZIE DAVVERO :')

 

 

  
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