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Autore: Comalie in a Reverie    01/10/2011    1 recensioni
Fly, I just want to fly, Life is all mine;
Song-fic su Falling dei Lacuna Coil.
Genere: Drammatico, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E’ una notte d’inverno. Soffia un vento gelido, che mi avvolge come in uno scomodo, indesiderato abbraccio e mi fa rabbrividire.

La mia non è una scelta facile. L’ho presa tra mille dolorosi ripensamenti, facendo i conti con la paura e la disperazione, ma alla fine ho scelto. Niente mi farà tornare sui miei passi. Mai più. O forse no.
Abbasso lo sguardo. Sotto di me vedo un oceano scuro pronto ad inghiottirmi, a farmi sparire per sempre. Del resto è quello che voglio. Metto più a fuoco, sfidando il buio e la paura. Quell’oceano è la strada, deserta, debolmente illuminata dalla luce fioca di qualche vecchio lampione. Deglutisco, poi alzo lo sguardo, sfidando me stessa e i miei inutili timori ancora una volta.

Sopra di me c’è un altro oceano buio. Offuscata da una coltre di nuvole scure spinte con dolcezza da quella brezza fredda, la luna si vede appena, poi improvvisamente sparisce del tutto. Mi manca terribilmente la sua presenza rassicurante. Nonostante tutto, si vede nitidamente lo scintillio delle stelle.

Mi ricordo un gioco che facevo da bambina. Guardavo il cielo notturno, sognante, e a ogni stella davo il nome di una persona amata. Scuoto la testa, mentre le mie labbra si curvano in un sorriso amaro. Da un giorno all’altro, quelle stelle si sono eclissate una per una. E questo soltanto perché ho voluto mostrare al mondo la vera me stessa, sperando in lui la comprensione che non ho avuto. Poi, improvvisamente, i miei occhi trovano una stella più luminosa delle altre, che mi guarda fredda e sfrontata allo stesso tempo. Ho deciso di giocare. Quella stella sei Tu. Il mio cuore si contrae, sanguinando, mentre una lacrima scivola giù timidamente, subito portata via dalla gelida carezza del vento. Un brivido scorre lungo la mia schiena, mentre penso a te.

A te, unica stella del mio cielo, unica persona nel mio cuore, unico sogno nella mia mente ormai disillusa.

Incurante della reazione di tutti gli altri, incurante degli ostacoli che il mio amore avrebbe incontrato lungo il suo tortuoso cammino, sono andata avanti inseguendoti, piccola stella spinta via da un vento più forte del mio sentimento per Te. E ora ne pago le conseguenze, che mi ribevo come lacrime amare.

Tu non sai niente di me. Soprattutto non sai il gesto che mi stai portando a compiere, alla scelta che mi hai portato a fare. Nemmeno io so come ho fatto ad arrivare a questo punto, come una marionetta manovrata da dei fili in mano a una burattinaia ignara e indifferente. L’amore ti fotte, davvero. E quello non corrisposto ancora di più.

Chiudo gli occhi. Decido di concedermi un altro po’ di tempo su questa terra. Pardon, su questo tetto dove adesso mi trovo, pronta a cancellare in un attimo la mia vita così come è sbocciata. Mille dubbi mi tormentano, mille perché.  Guardo il cielo, evitando con cura di incontrare la Tua stella e il suo bagliore maligno, poi guardo le mie mani. Quelle che ieri avrebbero voluto accarezzarti e che oggi vorrebbero ucciderti, e poi uccidere anche me, colpevole di questo sentimento d’amore che lentamente sta cedendo il passo all’odio. Guardo le mie mani, cerco in quelle linee una risposta alle mie dolorose domande, ma non la trovo. Non la trovo, e questa è la cosa che fa più male.

Un lampo, poi un tuono, poi lo scrosciare di una pioggia improvvisa e violenta. Quelle gocce, che cadono sulla mia pelle come tanti aghi, sembrano affrettarmi nella mia decisione. Faccio un passo in avanti, cercando di rompere in mille pezzi tutti i ripensamenti che affiorano nella mia mente, offuscata dal sentimento che provo per Te, che mi sta uccidendo in una lenta agonia senza fine che presto, tuttavia, finirà. Sto per fare un altro passo, ma qualcosa mi blocca.

Il vento, che ha continuato a spirare sotto questa gelida pioggia d’inverno, mi avvolge ancora una volta in un abbraccio. Sento il suo ululare, come un disperato sussurro, una supplica. Cerca di trattenermi qui, cerca di tenermi aggrappata a questa vita che sta per spezzarsi per sempre. E’ l’unico che lo fa.

Vento, amico mio, non ci riuscirai. Non riuscirai a trattenermi. Ma permettimi di esaudire il mio ultimo desiderio, vogli o affidarti la mia ultima volontà.

Vedi quel segreto racchiuso nel profondo del mio cuore infelice? Prendilo, te lo affido. Fanne quello che vuoi. Affondalo in un pozzo, fallo sparire per sempre negli abissi del mare, o custodiscilo, fallo turbinare in questa pioggia di novembre e portalo da Lei, ma solo se tu vorrai. Così, sarete ancora in due a custodire questo segreto dolceamaro. Non più io e te, ma tu e Lei. Io… devo andare. Basta, vento. Ho deciso, me ne andrò. Se davvero mi vuoi bene, rispetta le mie volontà, ma non ostacolarmi ancora in questa decisione.

Guardo di nuovo il cielo, oscuro e immenso, pronto ad accogliermi. Incurante della pioggia che cade sul mio viso ormai senza più lacrime, sussurro piano una preghiera, ma mi blocco subito. Se davvero esiste, questo dio ha fallito.

Mi sfugge un ultimo singhiozzo, ma poi mi tranquillizzo. Il mio segreto è al sicuro, non devo temere. Non devo temere più nulla. Non ho più paura.

Chiudo gli occhi e mi lascio cadere. Ho sempre desiderato volare, nelle mie fantasie, e questo sarà il mio primo e unico volo. Mi sento leggera, finalmente libera. Libera da tutto e da tutti, soprattutto da Te. Chissà se il vento ti confiderà quel segreto che ho per tanto tempo custodito nel mio cuore e che ora vola libero lontano da me, portato via dal fato. Sono libera, mentre scivolo nell’abisso. Vivo ancora, anche se, come una pietra, sto cadendo giù inesorabilmente. Vivo, ma ancora per poco.

Improvvisamente, precipito violentemente su qualcosa di duro, compatto e bagnato. Il dolore che prima era racchiuso nel mio cuore improvvisamente si impadronisce del mio corpo. La pioggia, nera e gelida, amplifica questa sensazione, ma ormai non mi importa più di niente. Nemmeno di Te. O forse sì? Non si può mentire a sé stessi. Ma ora non voglio più cercare la verità. La vita è tutta mia, e io ho deciso di porle fine.

Sento la mia anima abbandonare già il mio corpo. Finalmente libera.

Prima che i miei occhi si chiudano per sempre, vedo il vento turbinare portando via foglie morte e sogni infranti. Soprattutto, portando via il mio segreto. Purtroppo, o forse per fortuna, non vedrò mai la fine che il vento desidera per lui. Finalmente la mia anima, come liberandosi di un abito stretto e scomodo, abbandona il mio corpo, ormai immobile e inerte sotto la pioggia che cade come il pianto sommesso degli angeli della notte. Si unisce al turbinio del vento, baciando il cielo mentre sboccia una nuova aurora.

Anche per me.  

Libera. Senzafine. 
  
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