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Autore: Medea Astra    02/10/2011    5 recensioni
Dopo una notte passata al capezzale del figlio Alessandra si trova a fare i conti con il significato di essere madre e moglie di un impero ormai decaduto.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
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 Una mano esile faceva capolino sul cuscino di seta bianca. Si potevano vedere i nervi talmente la pelle era lisa e compromessa dalla malattia. Brevi tremiti la pervasero quasi a volerle conferire l’ultimo alito di forze che ancora risiedeva in quel corpo magro. Quasi totalmente celato dalle coperte stava il viso di quello che ad un primo esame sembrava essere un bambino. Le palpebre chiuse come a non voler vedere il mondo, le labbra serrate in una morsa di dolore e un sottile rivolo di sangue che scendeva inesorabile dalla narice fino ad arrivare ad alimentare una macchia cremisi già esistente poco distante da lì. Se nel sangue risiede la vera nobiltà, allora lui doveva averne avuta fin troppa in sono dalla sorte, perché le sue vene stentavano a trattenerlo e ne spargevano in continuazione la linfa vitale. Solo in quel grande letto, combatteva l’ennesima battaglia della sua personale guerra. Poco distante dal letto vi era una donna, il capo chino a fissare un punto vago della stanza, i capelli scompigliati e le vesti spiegazzate rendevano la sua bellezza più soffusa ma non certo meno evidente. Ad un tratto il rumore dei cardini della porta la fece voltare di scatto. Una figura maschile avanzò incerta verso di lei e le pose una mano sulla spalla, quasi a volerne mitigare il dolore, quasi a chiederle di sopportare anche il suo. Lei volse gli occhi cerulei verso quelli dell’uomo che le aveva rubato il cuore anni prima. Lo vide lì, fermo ed impassibile nella sua uniforme da colonnello. Sentiva il calore del suo corpo ma nei suoi tratti non vedeva alcunché di rassicurante.
“Come sta?” chiese l’uomo ad un certo punto.
La donna sospirò e poi rispose “ E’ stata in assoluto la notte peggiore di tutta la sua vita eppure sembra che dall’alba stia un po’ meglio.”
“ Che San Michele ci aiuti amore mio…”
Lei non rispose, silenziosamente cercò la sua mano e la strinse tra le sue. Nonostante il primo contatto sentiva il bisogno di averlo più vicino a sé, così si gettò a capofitto tra le sue braccia, certa che lui l’avrebbe presa, certa che mai e poi mai, finchè si fosse trovata al suo fianco, le potesse succedere qualcosa. Nicola la strinse contro il suo petto e sentì le braccia della moglie cingergli il collo e saggiarne i muscoli. In un primo momento non capì, poi tutto gli fu chiaro: la sua bella Alessandra era impegnata in uno dei tanti confronti che ultimamente la tenevano impegnata.
“A cosa pensi Alix?” chiese quasi per sviare il discorso.
“ Penso che nostro figlio non sarà mai come te, lui sarà sempre costretto a dover dipendere da qualcun altro e non troverà mai conforto in braccia amiche come è stato tra noi.” Questa era la risposta che lui non voleva, questa era la verità che troppo a lungo lei aveva celato a se stessa e al mondo intero.
“Ho paura amore mio… ho paura che Aliosha possa lasciarci da un momento all’altro. Se solo ci fosse qui il nostro amico, lui si che saprebbe come aiutarci.”
“Smettila di dire sciocchezze, Grigorj non avrebbe potuto fare nulla di più di ciò che hai fatto tu. Quale magia, quale pozione, quale assurdo filtro ha più potere delle preghiere di una madre sul letto del figlio morente? Dimmi Alessandra, forse che credi che lui amasse più Aliosha di quanto non lo amiano noi?”
Una coltre di silenzio calò all’istante tra i due, non importava in quel momento quanti anni avessero trascorso insieme, non ricordavano più le notti passate l’uno tra le braccia dell’altra, era troppo dura da sopportare quella situazione, nessuno dei due era preparato ad avere un figlio malato, entrambi avevano riposto in lui le loro speranze e sapere che proprio lui fosse l’anello debole della catena li faceva sentire inermi.
Gli occhi di lei si puntarono sul terreno e iniziarono a lacrimare senza sosta, il suo petto era scosso da una moltitudine esasperata di singhiozzi a cui nessuno sarebbe riuscito a porre fine. Nicola si rese conto di aver esagerato, in fondo sua moglie non aveva fatto nulla di male, ne era certo, era stata mossa solo dal dolore e dalla disperazione. Lentamente mosse la sua mano verso il volto di lei e le asciugò le lacrime, impacciato, intimidito e nervoso come un adolescente alla prima cotta.
“Perdonami amore, perdonami, non ho riflettuto prima di parlare, sei una madre splendida e premurosa, è stato il dolore a farmi parlare in questo modo, ti prego di scusarmi” biascicò lui tentando di reprimere anche le proprie lacrime che spingevano per uscire.
“Non fa nulla, siamo tutti molto stanchi piuttosto caro, tu vai a riposarti, io ti raggiungerò tra qualche ora” lo rassicurò lei con un sorriso stanco.
“No, non vado da nessuna parte senza di te, il dottor Botkin ha detto che il tuo cuore ha bisogno di riposo tanto quanto quello del piccolo Aleksej quindi adesso tu mia adorata verrai a letto con me e le ragazze verranno qui a far compagnia a loro fratello. Ti scongiuro di far come ti ho detto Alix…”
“Va bene, verrò con te in fondo le ragazze sono grandi abbastanza e poi Olga e Tatiana hanno fatto pure esperienza come crocerossine, si, credo proprio che ce la possano fare da sole.” Disse lei avvicinandosi al letto del figlio per rimboccargli le coperte.
 


 Angolo dell'autrice sclerata xD:
Buongiorno Cari, queste poche righe sono nate così per caso, in un pomeriggio di pioggia. Non ho molto da dirvi, come avrete già capito è uno spaccato di vita quotidiana della mia amatissima coppia reale, una piccola discussione nata dai pensieri di un momento. Spero che vi sia piaciuta.
Per quanti seguissero la mia raccolta storica Ekaterimburg ci tengo ad avvisarvi che entro fine settimana arriverà il tanto agognato ultimo capitolo!!!
Un abbraccio a tutti e buona domenica!
   
 
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