Volevo ringraziarvi per tutti i commenti! ^///^
Comunque visto che me lo chiedete la mia fanfic parte dall'ultimo libro delle Cronache di Narnia. Ho solo deciso di cambiare la fine, anche perché non mi piace ç_ç
Comunque Buona lettura!
13.
Qualcosa d’oscuro
Passarono
un paio di settimane, settembre era alle porte e Eustachio non si era fatto
sentire. Susan non aveva più tempo da stare con me, il suo nuovo lavoro non le
lasciava un attimo di respiro.
Peter
da canto suo si era rinchiuso in se, e stava tutto il giorno a pensare. Io
iniziai a preoccuparmi per lui.
Anche
Edmund non lo perdeva di vista.
Ma
qualcosa, non andava nemmeno in Ed.
Sembrava
quasi che qualcosa d’oscuro stesse avvolgendo la mia famiglia. Qualcosa che
esprimeva tristezza e paura.
Si
potrebbe descrivere come un buco nero...
Fatto
sta, che Edmund una sera di fine agosto volle fare una passeggiata nel bosco con
me.
Non
capivo cosa volesse, io in quei giorni non mi ero comportata male, e tentavo di
aiutare tutti come il mio solito, ma quando arrivammo al solito sentiero la sua
voce inespressiva iniziò colmare i miei dubbi.
“Ho
paura che E.C. non tornerà più il ragazzo di prima. E ho paura che ne io, ne
tu lo potremo rivedere. Perdere qualcuno che si ama, è qualcosa che ti toglie
il respiro, la felicità... È qualcosa che io non posso capire.” S’accese
una sigaretta, “Ti ho portato qui, perché volevo darti qualcosa che
Eustacchio mi ha mandato qualche giorno fa. Non credo di essere il più adatto a
tenere qualcosa di così prezioso.”
Mi
sorrise. “Lo sai anche tu che sono molto distratto.”
Io
non definivo mio fratello distratto, ma ben si disordinato, ma non obbiettai.
“Il
fatto che l’abbia mandato a me, è un mistero.” I capelli neri che si
muovevano al contatto con la fresca aria.
“Sei
sicuro che io sia la più adatta Ed?” lui si fermò a guardarmi negli occhi,
“Lucy...Tu sei l’unica. I nostri fratelli maggiori non hanno tempo e
io...” si fermò un attimo mordicchiandosi le labbra, gli occhi lucidi.
La
sigaretta cascò dalle fine labbra cadendo su un mucchio di foglie bagnate. Le
mani che si portarono velocemente al petto.
Cascò.
Io
urlai.
“ED!”
lo chiamai, ma mio fratello non si muoveva.
Il
suo viso sprofondava in una pozzanghera di fango.
Ora
sarete d’accordo con me, che in una situazione del genere il terrore di poter
perdere qualcuno t’invade e non sai cosa fare.
Lo
scossi, e ricevetti un gemito come risposta.
Non
so come è successo, so solo che presi, faticosamente, Edmund sulle mie esili
spalle. I suoi piedi strisciavano sul terreno.
Piangevo
e inciampavo.
Il
vestito rosso con cui era andata a fare la passeggiata era di un orrendo color
marrone e ormai era pieno di strappi.
Quando
vidi una luce proveniente dalla cucina di casa nostra iniziai a urlare con tutto
il fiato che avevo in gola.
“PAPA’!”
era l’unica parole che riuscivo a dire.
M’avvicinai
ancora, e vidi la porta d’entrata aprirsi, mio padre uscì velocemente con un
fucile in mano.
Cascai
sotto il peso di mio fratello. “PAPA’!” urlai ancora e lui correndo mi
raggiunse.
Dietro
di lui Peter e nostra madre.
“Vai
in casa Lucy!” Peter mi strattonò dal corpo di Edmund e mia madre
abbracciandomi mi portò via.
Vi
sembrerà sciocco, ma mia madre mi portò nel bagno e mi preparò la vasca piena
d’acqua bollente.
Mi
svestì lei e mi depositò nell’acqua.
Ma
le calde mani che mi lavavano i capelli non erano quelle di mamma, Susan si era
svegliata alle mie urla e ora si prendeva cura di me.
Ero
stanca e preoccupata.
“Ed
starà meglio, Lucy. Papà e Peter l’hanno portato nella sua stanza, il medico
è arrivato lo sta visitando ora.”
Prese
l’asciugamano e io m’avvolsi in quel morbido tessuto.
“Si
è risvegliato comunque, perciò non preoccuparti.”