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Autore: SolitaryShell    02/10/2011    3 recensioni
E se quella notte nel bagno non ci fosse stata alcuna battaglia tra Potter e Malfoy? Se quella notte Harry fosse andato da Draco con un intento completamente diverso e inaspettato, come salvarlo da un destino segnato sulla sue pelle?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Disclaimer: i personaggi non sono di mia proprietà, ma sono di mamma Row.

Nel mezzo di tutte le sue preoccupazioni, Harry non aveva dimenticato l’altra sua ambizione: scoprire cosa faceva Malfoy nella Stanza delle Necessità. Continuava a guardare sulla mappa del Malandrino e, dato che spesso non lo trovava, ne dedusse che trascorreva ancora un sacco di tempo dentro la stanza.
[…]

Ma poi scorse il minuscolo punto corrispondente in un bagno dei maschi al piano di sotto, in compagnia non di Tiger o Goyle, ma di Mirtilla Malcontenta.
[…]
Draco Malfoy gli dava le spalle, aggrappato con le mani ai lati del lavandino, la testa quasi bianca china in avanti.
«No» gemette la voce di Mirtilla Malcontenta da uno dei cubicoli. «No…dimmi che cosa c’è che non va…io posso aiutarti…»
«Nessuno può aiutami» rispose Malfoy. Stava tremando. «Non posso farlo…non posso…non funzionerà…e se non lo faccio presto…dice che mi ucciderà…»
Harry rimase come fulminato. Malfoy stava piangendo: le lacrime scorrevano sul volto pallido e dentro il lavandino sudicio. Malfoy singhiozzò e deglutì; poi, con un gran brivido, guardò lo specchio incrinato e vide Harry che lo fissava al di sopra della sua spalla.*


Si voltò e d’istinto sfoderò la bacchetta. «Metti giù quella bacchetta Malfoy. Non sono qui per farti del male»
Con fare pacato, Harry si avvicinò al Serpeverde, che non voleva mostrarsi debole davanti agli occhi della sua nemesi. Tentò di ricomporsi, sfoderando uno dei suoi soliti ghigni senza abbassare la bacchetta, tremante.
«E cosa saresti venuto a fare qui? Non dirmi che avevi bisogno di un bagno…» gli uscì un debole risolino sarcastico, che cessò all’istante, non appena il Golden Boy gli tese la mano. «Sono qui per aiutarti»
«Per favore Potter, non essere ridicolo...nessuno può aiutarmi…» prese fiato prima di urlare. «NESSUNO!»
La foga con cui urlò, portò Mirtilla a sparire nel cubicolo da cui era venuta con un acuto stridulo. Fece cadere la bacchetta a terra, lontano dal lavandino e si rivolse nuovamente allo specchio. Sul suo volto non c’era alcuna traccia del ragazzo altezzoso che si aggirava per i corridoi di Hogwarts. C’era solo un ragazzo sofferente e fragile, sul punto di rompersi. In quel momento c’era Draco, non Malfoy e ad Harry gli si strinse il cuore. Quello era il ragazzo di cui era innamorato, non il burattino nelle mani del padre. Voleva salvarlo, proteggerlo, quant’era vero che lo amava più di se stesso. Il biondo, dal canto suo, doveva e voleva essere salvato da un mondo a cui non apparteneva, nonostante non lo volesse ammettere ad alta voce. Si sentiva smarrito come non mai e improvvisamente si accorse di essere nel bel mezzo di una crisi d’identità.

*

Draco Malfoy aveva sempre vissuto all’ombra del padre. Lucius Malfoy faceva tutto per suo figlio: pensava, rispondeva, era la sua coscienza. Secondo la sua ovvia considerazione - se consideriamo la natura di mangiamorte insita nei Malfoy -, Harry Potter era il nemico e come tale doveva trattarlo il figlio. Non un complimento, non un saluto: solo offese e sguardi degni dell’odio più vero che si potesse provare per un ragazzo. La stretta di mano mancata al primo anno sull’Espresso poi, si aggiunse come ulteriore motivo per dare retta alla nenia apparentemente benevola di Lucius. Ma Harry Potter non si poteva odiare. Sebbene avesse sempre risposto con altrettanto astio alle offese, c’era sempre stato qualcosa di misterioso ed intrigante in lui.
Più passava il tempo, più Draco si sentiva derubato di ogni pezzo del suo cuore da quel ragazzo dalla pelle ambrata. Il suo essere così dannatamente Grifondoro, così magnanimo e bonario, il sorriso contornato da quei due smeraldi luccicanti incastonati nelle iridi, i capelli corvini così scompigliati che imploravano di essere accarezzati, l’aria spensierata, ma al contempo paterna, che a Draco era sempre mancata. L’amore cresceva e prima che lo divorasse interamente, lo soffocò, per non rischiare di essere diseredato dal padre. Era talmente succube di quell’uomo da non trovare nemmeno il coraggio di ribellarsi: fino a quel momento.
Chiuse gli occhi, cercando di non pensare al segno nero come la pece, che pulsava sul suo braccio, provocandogli dolore. Inspirò profondamente e li riaprì, sorpreso nel vedere la mano di Harry ancora tesa verso di lui e i suoi meravigliosi occhi fissarlo al di sopra della sua spalla.
«Draco, ti prego…»
Il suo nome pronunciato da quella voce di miele risultò alla serpe più dolce di un’ape frizzola. Si voltò ed esitando, afferrò la sua mano: era calda. Harry coi polpastrelli dell’altra, tirò su la manica della camicia e si fermò ad osservare il marchio. Lo percorse riga per riga, soffermandosi sul teschio.
«Tu non sei un assassino, Draco. Non lo sei mai stato, né tantomeno lo diventerai»
Draco strizzò gli occhi e la voce cominciò di nuovo a tremare. «Tu non capisci Potter…non puoi capire…devo farlo…devo, o morirò…»
«No, non devi se non lo vuoi e so che tu non lo vuoi: te lo leggo negli occhi» disse risoluto. «Non ti ucciderà, se sarò al tuo fianco a proteggerti» Malfoy, stizzito, ritrasse la mano più velocemente del boccino.
«A che gioco stai giocando, Potter? Non ho voglia di giocare a “Lasciati salvare dal bambino sopravvissuto”…»
Il vecchio Malfoy parve non abbandonarlo neanche in quel momento, dove la sincerità trapelava dagli occhi del Grifone, insieme a qualcos’altro che sembrò sfuggire agli occhi metallici dell'altro. Incatenò il suo sguardo a quello tempestoso del rivale.
«Ah, così per te sarebbe un gioco…» un sorriso amaro comparve sulle sue labbra.
Draco non riuscì a distogliere lo sguardo da quello magnetico del Grifone.
«Se non è un gioco allora cos’è? La pena, la pietà, la compassione per un povero reietto?» era sul punto di scoppiare a piangere ancora una volta.
«Mai pensato all’amore…?» glielo chiese in un soffio, senza staccare gli sguardi. Draco fu come colpito da un pietrificus totalus. Non se l’aspettava. Si sarebbe aspettato tutto nella vita, dichiarazione d’amore del Signore Oscuro compresa. Tutto, meno un amore corrisposto da parte della suo acerrimo nemico.
Harry gli prese il volto fra le mani e si avvicinò il giusto da unire le loro labbra in un bacio, pregno di un amore proibito e desiderato con tutte le sue membra. Draco, nella sua incredulità più totale, infilò la sua mano in quel cespuglio di morbidi capelli e chiuse gli occhi. Prese a tracciare il contorno di quelle labbra piene con la lingua, finché non le sentì schiudersi sotto le sue, lasciandola entrare. Assaporò ogni millimetro di quella bocca a lungo immaginata sotto la sua, fino a memorizzarne il suo assuefacente sapore. Seguì la linea dei suoi denti, tornando poi ad abbracciare la lingua dell’altro. Il moro prese una ciocca setosa di capelli biondi e cominciò a giocarci con le dita di una mano, mentre la sua gemella scendeva lungo la linea perfetta della schiena, inarcandosi sotto il maglione della Serpe.
Mirtilla sbucò da un gabinetto, incuriosita dal silenzio piombato improvvisamente nel bagno: le si mozzò il fiato per quello che videro i suoi occhi. I due ragazzi, intenti a scambiarsi un bacio sempre più profondo, creavano un contrasto straordinario, reso ancora più magico dalla luce lunare che filtrava dalla finestra del bagno. La pelle e i capelli biondo perla di Draco riflettevano il loro bagliore sulla pelle bronzea e ai capelli scuri di Harry, che si confondevano con l'oscurità. Quest’ultimo si staccò da quella bocca così rossa e sensuale per tutti i baci ed i morsi ricevuti e lo strinse a sé teneramente. Sentì Malfoy sciogliersi nel pianto, bagnando di lacrime il colletto della sua camicia.
«Shh…»
«Harry…. » la voce rotta dalle lacrime arrivò flebile all’orecchio del grifone, che in tutta risposta lo strinse ancor più al suo petto, accarezzandogli quei capelli lisci e biondi come la luna. Le sue ginocchia cedettero per l'enorme vortice di emozioni e l’altro si ritrovò a seguirlo sul pavimento del bagno. Si accoccolò al suo petto, che dal maglione risultava essere scolpito alla perfezione e cominciò a percorrerlo con le dita affusolate, fino ad aggrapparsi con quanto più forza gli concedessero. Il suo respiro affannoso si infrangeva sulle fibre di lana, facendo compagnia ai suoni lamentosi di Mirtilla. Sembrava un bambino spaventato dal buio, alla ricerca di un posto sicuro dove ripararsi ed in fin dei conti, lo era.
Il moro tornò ad accarezzargli delicatamente il viso, cercando di calmare i suoi demoni, sempre più lontani.
«Promettimi che non mi abbandonerai mai, Harry»
«Non potrei mai farlo, ora che sei parte di me» Harry era lì, a stringere le sue gambe attorno al corpo dell'altro, rassicurandolo ancor di più.
Draco accostò la sua mano al petto, sentendo il battito impazzito del cuore di Harry. Alzò la testa e a fior di labbra gli sussurrò quelle due parole che non avevano più motivo di stare imprigionate in quella gabbia dorata nella sua anima.
«Ti amo, Sfregiato» sorrise, tirando su col naso.
«Ti amo, Furetto» con le mani gli asciugò le ultime lacrime che sgorgarono da sotto i suoi occhi e gli diede un ultimo dolce bacio, cullandolo e portandolo con sé nel mondo di Morfeo.



Angolo dell'autrice:

* La citazione inizale è presa dal ventiquattresimo capitolo de "Il principe mezzosangue"

Prima Drarry, nonchè prima storia su EFP. Chiedo venia per qualunque tipo di erorre al suo interno: non scrivevo da moltissimo tempo, quindi di ruggine ne ho palate.
Abbiate pietà di me.

 

   
 
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