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Autore: historygirl93    02/10/2011    8 recensioni
"C'era una volta" e "vissero per sempre felici e contenti" sono i pezzi classici di ogni favola che si rispetti. Ma se nel mezzo un'autrice pazza di Hetalia sfrutta le nostre povere Nazioni a impersonare personaggi a dir poco strampalati, beh ... le favole in questione diventano veramente hetare!
Genere: Comico, Demenziale, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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La sirenetta d'Orleans

 

C'era una volta, nelle profondità del Canale della Manica, la città sottomarina di Orleans, abitata da sirene e tritoni, governata dal re Federico II, meglio noto come Vecchio Fritz, che deteneva il potere del tridente magico.

Il re aveva una figlia, Jeanne, che da quando era entrata nei 19 anni si era sentita sempre più attratta dal mondo degli esseri umani, così strano e diverso dal suo.

Visto che la figlia era sempre più distratta, il Vecchio Fritz decise di chiamare il fidato granchio Sebilbert.

Vecchio Fritz: Sebilbert, devi sorvegliera la mia bambina, ho paura che possa succederle qualcosa.

Sebilbert: Certo maestà, solo mi dia cinque minuti, il tempo di aggiornare il blog.

Sebilbert si mise a seguire Jeanne fino ad arrivare ad una caverna dove la sirenetta conteneva i vari oggetti che aveva recuperato dalle navi, soprattutto uno strano tubo di stoffa che si divideva in due e che, a quanto pareve, gli umani usassero per ricoprirsi le gambe.

Sebilbert: Jeanne, per i miei cinque metri, cosa fai qui? Se tuo padre lo scopre *tira fuori un'immagine del re e la guarda con ammirazione* se lo scopre ti fa finire a lavorare nelle miniere della Slesia.

Jeanne: Non mi interessa Sebilbert. Io voglio … una nave!

Sebilbert: Se è per quelle, ne abbiamo i fondali pieni di rottami, ma se ci tieni posso ottenerne una ancora in buono stato da quel damerino da strapazzo dell'antiquario.

Jeanne: No, io ho visto una nave *gioco di sguardi con il granchio* vado a vederla!

Quando raggiunse la superficie, vide che sul ponte della nave c'era un giovane principe biondo con gli occhi azzurri: il classico clichè delle fiabe.

Proprio in quel momento scoppiò una terribile tempesta e il principe venne sbalzato giù dalla nave. (Piccolo quiz: è appena apparso in scena e già lo voglio eliminare, chi è?)

Jeanne lo salvò e lo portò, svenuto, ad una spiaggia deserta poco distante da un castello, e rimase lì ad osservarlo, incantata dalla bellezza del volto del giovane (sono stata pagata per scriverlo): se ne era innamorata!

Incurante delle proteste di Sebilbert, Jeanne rimase al fianco del giovane, per immergersi giusto un minuto prima che arrivasse il servo del principe, proveniente dalla regione della Piccardia.

Piccardia: Mio signore, state bene? Temevamo fosse finito in bocca ai pescecani, ero già pronto a immolarmi per salvarvi.

Principe Francis (perchè si era capito che era lui, no?): Ma che mi importa dei pesci. Ho visto una ragazza che mi salvava e intendo sposarla! *pioggia di petali di rose mentre parla*

Jeanne tornò alla sua vita sottomarina, ma non riusciva a fare a meno di pensare al principe Francis, pur sapendo che umani e sirene non possono sposarsi.

Decise di rivolgersi all'unica persona in tutto il mare che potesse aiutarla: il terribile mago Ursulterra (terribile non tanto per la magia, quanto per il fatto che non riusciva a scagliare manco una maledizione).

Quando Sebilbert lo scoprì, andò a scrivere la sua lettera di dimissioni e il blog: dopo quella, il Vecchio Fritz lo avrebbe cacciato, ne era certo.

Jeanne si recò dal mago, che stava cercando di maledire il suo ex-apprendista attraverso un giubbotto di pelle di balena bianca.

Dopo aver ascoltato la storia della sirenetta, Ursulterra prese una bottiglietta contenente un liquido dalla strana fosforescenza verde.

Ursulterra: Ecco, prendi questa pozione e tutti i tuoi problemi svaniranno.

Jeanne: Guardi che io non intendo suicidarmi.

Ursulterra *depresso, capita spesso che le sue pozioni venissero fraintese*:Non è un veleno, ti permetterà di diventere una donna per un anno. Entro quella data devi sposarti con il tuo principe, altrimenti diventerai schiuma di mare. È tutto, fanno 25 sterline.

Jeanne tornò alla spiaggia dove aveva lasciato Francis e bevve la pozione, trasformandosi in una giovane donna.

Appena venne trovata da Francis, provò a parlargli, ma si scoprì senza voce, un piccolo sebbene cruciale effetto collaterale della pozione.

Maledicendo quel mago di bassa lega, Jeanne iniziò a vivere al castello di Francis, dove venne trattata come una principessa.

Sebilbert, pur di tenerla d'occhio (aveva dato la sua parola d'onore di crostaceo), era salito in superficie e le stava continuamente accanto, in parte per proteggerla, in parte per proteggersi dalla cuoca ungherese che si era messa in testa di cucinarlo.

Col passare del tempo, Jeanne si accorse di una cosa che non si sarebbe mai aspettata: ogni volta che incontrava delle belle ragazze, Francis si metteva a corteggiarle spudoratamente. Segretamente, il ragazzo sperava di trovare la fanciulla che lo aveva salvato, senza sapere che era proprio al suo fianco.

Jeanne:[Aspetta un'attimo, ho rinunciato alla mia coda, e alla mia voce, per uno che ci prova con altre ragazze? A saperlo, lo avrei lasciato affogare.]

Intanto il tempo a disposizione sulla terra stava per finire, e Jeanne temeva che non sarebbe mai riuscita a realizzare il suo sogno finchè, una sera, Francis venne a cercarla in camera sua.

Francis: L'ho trovata! La ragazza che mi ha salvato, sono riuscita a trovarla, e domani ci sposeremo! Naturamente tu sarai presente alla cerimonia, vero?

Jeanne fece una fatica immane a non lanciargli dietro un vaso di rose, limitandosi ad annuire.

Sebilbert: Non posso permettere che la principessa diventi schiuma di mare, il Vecchio Fritz mi ucciderebbe.

Mentre la sirenetta si apprestava a passare la sua ultima notte, Sebilbert si diresse al palazzo del Vecchio Fritz, dove raccontò quanto era successo.

L'anziano sovrano si recò da Ursulterra che, sotto la minaccia del tridente magico, trovò il controincantesimo giusto. Sempre usando il suddetto tridente, ed evitando di trasformare la figlia in uno spiedino di pesce (non sia mai che gli parta di mano il tridente), Jeanne avrebbe riottenuto la voce, restando umana per tutta la vita.

Così avvenne, e per giunta davanti agli occhi di Francis (la stava cercando perchè mancavano pochi minuti alla cerimonia), che non trovò di meglio da fare se non svenire.

Quando si risvegliò trovò Jeanne nella medesima situazione del loro primo incontro, e le chiese di sposarlo, ricevendo risposta positiva.

Si sposarono e vissero per sempre felici e contenti, con Sebilbert che aggiornava il blog e scappava dalla cuoca ungherese.

 

Eccomi qui con la storia che vi avevo promesso. Ci ho messo un sacco di tempo a trovare la storia giusta, poi mi è venuta in mente la storia che umani e sirene non possono sposarsi e, a quanto mi è sembrato di capire, non possono neanche umani e Nazioni.

Detto questo, dedico questa storia a tutte le fan che, come me, si sono fatte rubare il cuore da uno dei personaggio di Hetalia (nel mio caso, anche se ormai lo avrete capito, è Arthur).

Sperando di non avervi annoiato con questa spiegazione, vi do appuntamento alla prossima storia.

Baci, hg93.

 

PS: siate clementi durante le recensioni, dite pure che ho toccato il fondo e che in fatto di ragazzi ho pessimi gusti, ma siate clementi.

  
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