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Autore: Sybeoil    02/10/2011    2 recensioni
(Sequel de La Gilda)
***
Il mondo è sempre stato mio nemico. L'ho odiato, detestato, disprezzato. L'ho persino considerato una fogna dalla quale uscivano striscianti esseri dalla lingua biforcuta. Consideravo il genere umano qualcosa di sbagliato, i sentimenti qualcosa da cui fuggire. Consideravo me stessa sbagliata, una sorta di abomio sempre pronta a versar sangue su pagamento. Insensibile a qualunque supplica, a qualunque sguardo, a qualunque parola. Ma la guerra ti cambia, la morte ti cambia.
***
Si dice che il Destino si adoperi per te fin dal principio eppure non sempre le cose vanno come speri o desideri. Spesso il Fato ha in serbo per te violenza e cattiveria, oscurità e mistero. Ed è a causa del suo Destino intrecciato da mani deboli o forse no che Amalia, l'Assassina delle Terre Centrali, si ritroverà a dover combattere contro un qualcosa di oscuro e mutevole come la nebbia che sorge dal mare alle prime luci dell'alba. Qualcosa che potrebbe rischiare di far vacillare la pace e l'armonia che, con tanta fatica, il Mondo Conosciuto ha ricostruito dopo anni di terrore. Qualcosa al di là dei confini di cuore e mare. Qualcosa che solo il sangue e il suo canto di tenebra potrà fermare!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

 

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"I ricordi sono pezzi importanti di vita
che ti seguono anche quando scappi,
non odiarli, impara ad amarli e sarai completa"

 

 

 

Erano trascorsi ormai due anni dal giorno della grande battaglia, in cui una parte del suo stesso cuore si era arreso alla vita macchiandosi di morte. Due lunghi e difficili anni che Shiack, l’unico uomo a cui aveva voluto bene come un padre, l’aveva abbandonata. All’inizio non era stato facile accettare la sua morte e le conseguenze che ne derivavano, ma con il passare del tempo e soprattutto con l’aiuto dei suoi amici, Amalia era riuscita ad andare avanti. Sforzandosi di ricordarsi che il suo posto era tra i vivi, nonostante respirasse aria satura di morte, la bella bionda delle Terre Centrali era stata in grado di mantenere salda la sua sanità mentale. Il dolore, così come la paura, erano sentimenti estranei alla ragazza dallo sguardo glaciale che era stata e continuava ad essere il sogno proibito di molti uomini. Emozioni deboli e insensate, così li erano stati descritti durante il suo allenamento per diventare assassina e così lei aveva cominciato a vederli. Mano a mano che trascorrevano gli anni il suo animo andava indurendosi riducendo al minimo la capacità di provare dolore, paura e qualsiasi altro sentimento che non fosse rabbia e voglia di vendetta. Forse fu per questo che nel momento esatto in cui i suoi occhi, ancora iniettati di sangue, scorsero il corpo esanime del suo maestro qualcosa dentro di lei si ruppe in modo inesorabilmente lento. Le sembrò quasi di udire uno schiocco secco, come di una lastra di marmo che si spezza sotto il peso di forti martellate. Lo scudo rude e potente con il quale si era difesa per tutti quegli anni si era disintegrato, lasciando che il suo animo venisse corrotto da dolore e paura. Non era stato facile difendersi da quelle due belve assetate di sangue che parevano divorarle le carni ogni volta che il ricordo di Shiack si affacciava nei suoi pensieri. Persino Xavier aveva cominciato a credere che Amalia potesse davvero cadere in depressione, ma per fortuna sua e di tutto il Mondo Conosciuto ciò non era accaduto. Inaspettatamente invece, un giorno la bionda si era alzata dal suo letto a baldacchino che condivideva con il moro ed era scesa nella grande sala mensa con un enorme e sincero sorriso stampato sul viso d’angelo a fare colazione. Da quel giorno il sorriso e il buonumore non l’avevano mai abbandonata, salvo quei casi in cui la rabbia tornava a bussare alla sua porta. In quel caso era meglio non disturbarla a meno che non ci si volesse ritrovare con una spada conficcata nel fianco o peggio rinchiusi a vita nelle buie celle delle segrete.

Era il giorno del secondo anniversario della morte di Shiack e come già era accaduto l’anno precedente, i quattro eroi del Mondo Conosciuto si ritrovarono sotto le porte del palazzo della Gilda. Neifel era semplicemente perfetta nella sua lunga tunica turchese rifinita in oro zecchino e corredata di cintura di pelle di daino che richiamava il colore della collana e degli orecchini. I lunghi e ondulati capelli rossi come il fuoco ricadevano sulle spalle nude in morbide ciocche scarlatte, gli occhi di un verde penetrante simile alle acque dei laghi d’alta montagna, sorridevano sereni alla bionda che la osservava nostalgica. Il ragazzo che era con lei sembrava anche lui, rilucere di una lucentezza fuori dal comune. I morbidi e setosi capelli biondi arrivavano quasi alle spalle ricadendo in modo scomposto sugli occhi cristallini. L’abbigliamento elegante e sobrio, con il quale era vestito, lo rendevano estremamente attraente donandogli un aspetto referenziale. La leggera camicia di morbida flanella spiccava sotto la pregiata giacca di velluto blu notte accompagnata da un paio di pantaloni neri aderenti come una seconda pelle. Un grosso ciondolo a forma di ruota nella quale era incastonata una stella lo catalogavano come membro onorario del Senato, mentre il sottile anello d’oro bianco incastrato nell’anulare sinistro, faceva di lui un uomo sposato. Non di meno erano i due ragazzi posti di fronte a loro, strabilianti nel loro abbigliamento.

Il moro, il cui sorriso aveva il potere d’incantare ogni fanciulla del paese, era vestito in modo sobrio ma elegante, degno di un membro del Senato ma nonostante tutto abbastanza comodo nel caso la sua natura di assassina si fosse dovuta risvegliare. Un paio di pantaloni da cavallerizzo color crema erano abbinati ad una giacca marrone con cuciture d’oro dalle quale spuntava all’altezza del colletto, un leggera camicia di pregiato lino. Il tutto era accompagnato da un paio di stivaloni neri e dallo stesso ciondolo che il biondo recava al collo.

Ma dove la natura superò se stessa fu nella figura di Amalia, catalogabile come meraviglia dell’universo, nel suo vestito di seta frusciante color sabbia. Un unico pezzo di stoffa sottile e aderente come una secondo pelle copriva le curve prorompenti e della bionda lasciando però scoperta metà schiena sulla cui pelle diafana spiccavano le cicatrici di guerra. I lunghi capelli biondi erano raccolti in un elegante chignon dal quale sfuggivano ciuffi ribelli che ricadevano sulla fronte e ai lati del viso. Gli occhi lapislazzuli brillavano sotto il sottile strato di ombretto grigio ottenuto con della cenere mischiata a incenso. Al collo solo il medaglione che la riconosceva presidentessa del Senato, un elaborato ciondolo di forma rotando su cui erano incisi un serpente con la bocca spalancata e un delicato giglio per indicare la sua letalità mista a dolcezza.

Così come i loro padroni anche i cavalli erano all’apice della loro bellezza. Il pelo di tutti e quattro sembrava risplendere alla luce del tramonto, gli zoccoli erano stati ferrati e ripuliti per consentire una marcia più rapida ed infine le selle erano state appositamente costruite dal miglior conciatore di pelle della città. Erano tutti pronti per la grande cerimonia che si sarebbe tenuta da lì a pochi giorni eppure i loro cuori faticavano ancora ad accettare la realtà.

< Mia signora > interruppe un assassino < Siamo pronti per partire > annunciò chinando la testa.

< Quante volte vi ho detto che non dovete chiamarmi in quel modo e soprattutto che non dovete fare gesti del genere? > domandò esasperata la bionda un attimo prima di sbuffare sonoramente.

< Mi scusi è che… me ne dimentico > balbettò il giovane assassino troppo timido per alzare lo sguardo e fissarlo in quello della bionda.

< George, ti ordino di guardarmi negli occhi quando mi parli e soprattutto ti ordino di darmi del tu > Il tono perentorio con il quale Amalia aveva parlato non ammetteva repliche, perciò a meno che il giovane ragazzo non si volesse trovare a trascorrere una notte nelle segrete, gli conveniva fare come diceva.

< D’accordo mia…Amalia > si corresse subito. < Così va meglio, ed ora che siamo tutti pronti possiamo andare > annunciò trionfante la ragazza.

A soli vent’anni la bionda più ammirata e al contempo contestata di tutto il Mondo Conosciuto si ritrovava a capo della più grande congrega di assassini dove doveva impegnarsi giorno dopo giorno, affinché tutto filasse liscio come l’olio. Bisogna ammettere che all’inizio ebbe qualche piccola difficoltà nel farsi accettare come nuovo capo, se non altro da parte dei membri anziani, ma alla fine era riuscita a convincere anche loro. Il “mai arrendersi” che andava ripetendosi ogni ora di ogni giorno si era rivelato alla fine molto utile consentendole di non gettare la spugna ma di lottare contro vecchie e bigotte convinzioni. Nonostante la cattiva reputazione che ancora circondava la Gilda come un aria malsana, la gente cominciava a fidarsi di più degli uomini dalla divisa scarlatta. Il loro obbiettivo principale infatti non era più quello di compiere omicidi su commissione, cosa che ovviamente facevano ancora, ma bensì cattura e uccidere tutti i vecchi fedeli servitori di Hoord. Il Senato stesso aveva avanzato quest’idea che Amalia era stata bel lieta di accettare e che come era immaginabile, aveva scaturito reazione molto diverse tra loro. C’era all’interno della Gilda, chi lo reputava un ottimo modo per risollevare il nome della congrega in modo che non risultasse solo un covo di spietati assassini, cosa che alla fine dei conti erano realmente, mentre altri l’avevano reputata un oltraggio all’antica e prestigiosa arte dell’assassinio. Dopo averne valutato con cura i pro e i contro la bionda aveva preso la sua decisione, spendendo una lettera al Senato nella quale confermava la sua partecipazione a tale progetto. Da quel giorno quasi la metà di tutti gli assassini erano impegnati in giro per le Cinque Terre nel tentativo di catturare e uccidere i vecchi seguaci di Hoord.

Anche in quel momento qualche uomo scarlatto stava percorrendo strade di altre città seguendo le tracce di uno di quei bastardi senza cuore.

Al pensiero di uno di quei vermi che ancora era libero di camminare sullo stesso suolo sul quale camminava anche lei la mani della bionda si strinsero alle briglie dell’animale che emise un leggero sbuffo mentre procedeva a passo sostenuto.

< Lo so che non dovrei pensare a certe cose > sussurrò la ragazza rivolta alla bestia su cui era sistemata < Ma non riesco a non farlo >

Un altro sbuffo da parte dell’animale fece sorridere la bionda che ripensando a chi appartenesse prima quel meraviglioso esemplare sentì la rabbia montarle dentro. Questa volta il cavallo attirò la sua attenzione sbattendo la testa su e giù. < So che non dovrei pensare nemmeno a questo, ma ripeto che non ci riesco, soprattutto che se ripenso a ciò che eri obbligato a sopportare >

Il sorriso, prima disteso della ragazza, andò sciamando fino a trasformarsi in una smorfia di disgusto. < Ok, ok la smetto > mormorò notando che il cavallo si era arrestato voltando la testa nella sua direzione e cercando di morderle una mano.

< Non c’è bisogno di essere così cattivi > aggiunse scherzando e spronandolo al galoppo. Il potente destriero nero come la pece prese a correre rapido come il vento fendendo l’aria come un aeroplano.

Il rumore di zoccoli che calpestavano il terriccio umido del sottobosco si mimetizzò con il rumoroso vociare prodotto dagli altri assassini che passeggiavano al trotto uno accanto all’altro. Solo quando ebbe raggiunto gli altri tre in testa alla colonna arrestò la sua corsa per passare al piccolo trotto. < Non cambi mai eh? > domandò Neifel sorridendo divertita. < Beh sai come si dice, il lupo perde il pelo ma non il vizio > rispose lei ammiccando. < Mi sei mancata sai? > aggiunge poi spostando lo sguardo dalla figura della rossa ad un punto imprecisato davanti a lei.

< Mi sei mancata anche tu > rispose la rossa con voce commossa prima di scoppiare in una fragorosa e contagiosa risata.




 

Angolo autrice:
Bentornatiiiiiiii, eccomi di nuovo qui con il sequel de La Gilda, storia che ha riscosso parecchio successo. Non smetterò mai di ringraziare tutti coloro che l'hanno seguita con passione e che l'hanno criticata: senza di voi non avrei potuto fare nulla.
In questo primo capitolo si ha una prima visione della vita dopo la morte di Shiack e di Hoord, si rincontrano i vecchi eroi e la nostra bella Amalia che come sempre rimane eccezionale. Dato che non c'è molto da dire vi lascio chiedendovi di criticare questo primo capitolo esaminandolo nel profondo.
Alla prossima, Sybeoil!

  
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