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Autore: Skeypunch    03/10/2011    1 recensioni
Vent'anni nel futuro, pianeta terra.
In una sola notte, nei cieli di tutto il mondo si verificano cadute di oggetti sferici e molto piccoli.
Una nuova era sta per attendere l'umanità.
Con i suoi pro e contro.
Genere: Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Evvai con il capitolo Incasinatore!!!!

Come sarà lo stato d'animo di Giasone dopo la sconfitta di Petunia?
Quale saranno le sue scelte?
Quale mutandina avrà questa volta la cameriera sexy bionda?


Stavene incollati allo schermo per qualche minuto e scoprirete molte altre cose, nel fanstastico capitolo intitolato:

#8 Cospirazioni



In mensa il chiacchericcio che si era acceso quella mattina non smetteva di ardere: ora i ragazzi erano motivati più che mai a farsi valere nelle loro future lotte e soprattutto a non fare figuracce come le mie...
Per tutta la cena non parlai molto, la faccia china sul piatto fumante di minestrone.
Ci mancava solo il minestrone poi!
< Dai, non è mica morto nessuno! > la voce consolatrice di Sara spezzò per un momento il filo dei pensieri negativi.
Almeno c'era lei... e Demetrio.
Mi girai verso il tavolo di Petunia: i suoi capelli fiammanti che ondeggiavano ai suoi movimenti.
In quel momento stava mimando con dei tovaglioli e il suo bicchiere pieno di Fanta i miei attacchi fallimentari imposti a Gallade.
Brutta put...
Mi squillò l'iDex.
Altri messaggi di sollievo per le mie risposte a parenti e amici.
< Tutto bene? > ecceggiò Demetrio, sorseggiando la sua Cola. Ad ogni sua parola si appannava il bicchiere che teneva stretto fra i denti.
Già, gli unici due amici che si preoccupavano per me. Non capivo ancora come potessero stare con me, invece di ingrandire il successo di Miss Stronza o aggregarsi a Nemo.
< Si... mi sono arrivati i messaggi della mia famiglia, e dei miei amici. E voi? >
Il ragazzo con i capelli a forma di noce di cocco inarcò un folto sopracciglio.
< Cosa? >
< Non vi ha chiamato nessuno? E' il quarto giorno che siamo qui. >
< A me si, certo > rispose Sara, portandosi l'ultimo cucchiaio di brodo alle labbra.
Demetrio sbattè gli occhi e rimase scuro in volto.
Forse era orfano o qualcosa di simile: in fondo io e Sara non avevamo ancora capito bene che cosa faceva esattamente prima di venire qui.
Sentii dei cigolii che si avvicinavano: i carelli che portavano le cameriere sexy stavano arrivando con i roastbeef.

Quella notte avevo così caldo che dormii ancora in mutande. Certe volte non capivo se lo facevano apposta a cambiare temperatura nei condizionatori o i bagni in fondo al corridoio non erano le sole cose strane dell'Accademia.
Stavo sognando di essere in spiaggia.
Il sole non era così forte che guardarlo direttamente con gli occhi non dava fastidio.
C'erano Miriam, mia sorella e Sara che prendevano il sole sedute su dei banchi si scuola.
I miei amici Ercole e Pietro invece erano in acqua a schizzarci a vicenda, che idioti.
E io, io dov'ero?
Samanta Deinoto mi passò "attraverso", senza accorgersene. Poi prese dal nulla una capsula, facendo uscire Dusknoir che lanciava coriandoli e bottiglie di Fanta e Coca Cola.
"Hei!" urlavo, senza essere preso in considerazione.
Perche?
Sopra le nostre teste passò un grande elicottero che si portava dietro un messaggio: RUFIO NON SEI TU IL PRESCELTO
Dal nulla spuntarono anche due lune che oscurarono il sole fioco.
Il mare si prosciugò.
La sabbia si compattò diventando un terreno arido, per poi creparsi.
Incominciò a cadere la neve.
I miei amici che diventavano statue di sale.
La direttrice dell'Accademia continuava a lanciare capsule per far de-cristallizzare decine e decine pokemon.
Un fortissimo vento trasformò la nevicata in una bufera tremenda.
E poi... dragonair.
Il pokemon blu che avevo visto la prima notte del mio soggiorno all'Accademia.
Era bellissimo e imponente. Stava fluttuando in aria, un serpente lungo senza scaglie, le piccole ali bianche sul capo...
< Giasone! > erano pronunciate da molte voci all'unisono.
La tormenta si stava diradando.
< Devi trovarmi, Giasone! >
Ma... io conoscevo un dratini, non una sua evoluzione!
< Sono sempre io. Non so com'è successo. Trovami e potremo scongiurare il disastro. >
Quale disastro?
Le due lune ora risplendevano su un cielo notturno e sereno.
Delle voci, ora non più distanti, si facevano sempre più insistenti.
< Fra non molto degli umani... degli umani... spezzeranno le catene alla loro creazione. Il nostro potere è... >
Non riuscivo più a sentire niente, le voci fuori campo impedivano di farmi sentire le parole del pokemon.
La sfera sotto la testa di dragonair s'illuminò, poi il pokemon del tipo Drago urlò e scomparve nel nulla, ma non prima di gridare: < Adesso, SVEGLIATI! >
Il terreno si fece più freddo, i suoni del sogno fecero spazio a quelli reali...
Gli occhi si aprirono e vidi una porta socchiusa, uno spiraglio di luce contro il buio.
Trasalii e appoggiai una mano sul muro per non cadere.
Nel sonno ero uscito fuori dalla mia camera, camminato scalzo (e in mutande) fino all'aula insegnanti.
Io però non ero mai stato un sonnambulo!
E allora perchè...?
Il cuore prese ad accelerare: le voci bisbiglianti del sogno erano le stesse della realtà! Il dormiveglia le aveva confuse con quelle oniriche!
< ... te lo ripeto, non può essere! > la voce del prof. di ed. fisica parve infastidita.
< Ma con tutte le volte che è svenuto! Non è stato brillante nel combattimento di stamattina, certo, ma... quell'igglypuff... > riconobbi senza ombra di dubbio che la seconda voce apparteneva alla direttrice.
Iggly? Che cosa c'entrava il mio pokemon? Perchè stavano confabulando su di me?
Era per questo che i due insegnanti (la Deinoto e quello di ed. Fisica) parlavano a bassa voce quel pomeriggio?
< E' stato solo un caso, Samanta.> la voce del Beota!
Ma allora c'erano tutti!
Mi avvicinai furtivo ancora un po'.
Ora potevo scorgere qualcosa, dietro la porta socchiusa... chissà che ore erano.
< Nonostante abbiamo truccato la cerimonia di premiazione > continuò l'autista, < Abbiamo capito male. Il pokemon che spettava a Nerestri non può essere il prescelto. >
< Quindi Samanta, la "casuale" lotta di stamattina fra il tipo Mistico e quello Insetto è stata solo una perdita di tempo? >
Qualche secondo di silenzio.
< Teniamolo d'occhio. Teniamo d'occhio tutti quanti! > decise infine Samanta.
Si sentirono dei lievi rumori di fogli che vengono sbattuti sul tavolo per ordinarli.
< La riunione si è conclusa! > decretò Serena Zonner, la professoressa di Strategia e Tattica.
Sentii le sedie stridere sul pavimento e i passi che si avvicinavano alla porta.
Cazzo!
Con la foruna di essere a piedi nudi, non feci rumore nel corridoio vuoto, così ritornai nella mia camare, con il fiatone e il cuore a mille.
Ovviamente non riuscii a dormire per il resto della notte, il cervello che lavorava in cerca di risposte.
Che non arrivavano.

* * *



Erano già passati due mesi da quella stramba notte.
Dopo di quella, sognavo quasi ogni volta il pokemon Drago.
Dai confronti delle prime fotografie sugli iDex, i nostri pokemon si erano ingranditi e avevano preso su chili.
Igglypuff era completamente rotondo e la sua peluria rosea era più folta e soffice. I riccioli sul suo capo erano aumentati di numero.
Feebas non aveva cambiato dimensioni, ma le sue scaglie sembravano fatte di vetro: riflettevano l'arcobaleno come uno specchio.
Il ponyta di Miss Stronza era pronto per essere cavaltato, le fiamme sul dorso e sulla coda erano arrivate alla giusta temperatura.
Ormai si scommetteva su quale pokemon avesse fatto il primo passo.
La prima evoluzione.
Quella mattina i raggi del sole entravano dalle finestre come lame di luce, facendo socchiudere gli occhi a Spinda (che Demetrio lo portava appresso con gli zainetti dei neonati... mai sentito della parola "capsula" vero?).
Stavo per addentare la mia profumata brioche, quando sentii la voce squillante della cameriera bionda sexy.
Qualche settimana più tardi dal nostro arrivo all'Accademia noi ragazzi arrapati avevamo scoperto che si chiamava Natalia. E aveva delle mutandine con scritti i nomi della settimana.
Non so quanti fazzoletti avessimo usato per pulirci dal sangue che usciva a fiotti dal naso.
< Giasoneee! >
Tentai di guardare il viso di Natalia, che era più in alto "dalle altre cose".
La cameriera teneva con due mani un pacco regalo.
Che cacchio...?
< E' per te! Te lo lascio qui, buona giornata! >
Natalia quindi sgambettò in direzione del bar, in fondo alla mensa.
Sara, Demetrio e Nemo (che si era aggregato con noi quella mattina) mi fissavano incuriositi.
< Di chi è? > mi chiese Demetrio, con la bocca piena di fette biscottate e marmellata.
Accanto al pacco regalo c'era un bigliettino con disegnato sopra un bambino che teneva un palloncino rosso.
Fortuna che avevo sedici anni per quel tipo di cose... -.-"
Aprii il biglietto.
Era la calligrafia della mamma:

_Caro Giasone, so bene che mancano dei mesi per il tuo compleanno, ma la mamma ha voluto strafare: il tuo regalo in anticipo è dentro il pacco!
Ti salutano tanto il papà e la tua sorellina.
Baci, la mamma :heart: .


Una parola: perchè?
Non c'era niente di buono. Non mi avevano mai fatto quel tipo di regalo "anticipato".
< Avanti, aprilo! > mi esortò Sara.
Anche altri ragazzi oltre il nostro tavolo si erano interessati al regalo.
Lentamente, con il cuore che martellava nel petto, sfilai i nastri blu...
Strappai la carta con motivi da bambini di dieci anni...
Aprii la scatola di cartone...
Le teste dei miei amici più la mia si avvicinarono per scoprirne il contenuto.
I respiri si bloccarono nei polmoni.
C'era una capsula dentro.
   
 
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