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Autore: Reina    11/06/2006    2 recensioni
La vendetta è un piatto che va servito freddo, e presto qualcuno se ne sarebbe reso conto!!!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hilary, Kei Hiwatari, Max Mizuhara, Nuovo personaggio, Professor Kappa, Rei Kon, Takao Kinomiya
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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AD Capitolo 2

 

Splendido, davvero splendido.

Dopo ore di studi attenti sono riuscita a tracciare una mappa, anche se avrei preferito avere un navigatore satellitare,dato che qui le guide turistiche non le hanno ancora inventate, ma mi dovrò accontentare.

Se vi state chiedendo a cosa serva una mappa, venite a farmi una visitina e poi vedremo se riuscite a tornare casa per il prossimo millennio.

Ok, sarcasmo a parte qui è una pacchia.

Le magie ora mi riescono che è una meraviglia, e nel corpo a corpo me la cavo abbastanza bene, anche se devo ancora migliorare.

Ho anche scoperto una passione sviscerata per i Sai gemelli e le Katane corte.

Ma l'arma non è che uno strumento, e qualunque oggetto in mano ad un esperto può diventare letale.

Anche un foglio di carta e non sto scherzando…(brrr per poco l'istruttore non mi ghigliottinava con quello stupido scontrino della spesa)

 

Tra le varie cose oggi ho conosciuto meglio le altre ragazze.

La piccola Hime, venduta dai suoi stessi genitori perché in possesso di strani poteri.

La dolce Mihori, che è stata tradita dal fidanzato proprio alcuni giorni prima del loro matrimonio.

La misteriosa Aya, uccisa da un gruppo di compagne di classe - tra cui vi era anche la sua migliore amica - perché gelose del suo rapporto con il ragazzo più carino del liceo.

La studiosa Himiko, più volte drogata e violentata dal professore di cui si fidava ciecamente, morta per overdose. 

Tutte demoni di bell'aspetto.

Tutte con gli occhi di questa sfumatura rosata e la pietra ovale in mezzo alla fronte di vari colori ma tutti tendenti al nero.

Tutte tradite da chi amavano e hanno giurato di vendicarsi per i torti subiti.

Care le mie colleghe.

Tanto diverse tra noi, ma con il desiderio di vendetta che ci accomuna.

 

- Hai-

La ragazza per un attimo smise di scrivere il diario

Portò la mano alla maglietta per esaminare uno strano disegno che aveva sulla pancia: una piccola linea che partendo dall'ombelico s'ingrossava e si chiudeva in un cerchio; dalla parte più esterna poi la linea si deformava e prendeva l'aspetto di fiamme.

In pratica poteva essere la raffigurazione tribale di un rametto che arde visto per tutto il suo diametro.

Non era nero come i tutti i tatuaggi, un po' tendente al grigio topo, ma ne giro di qualche giorno sarebbe diventato di un marrone chiaro un po' rossiccio.

"Devo mettere un crema prima che mi si irriti la cute", quindi stese sul tatuaggio la crema idratante e quando fu certa che si fosse asciugata riprese a scrivere.

 

Oggi ci è stato anche comunicato che domani ci verrà dato il via libero.

Ci trasferiremo nel dormitorio con le nostre sempai, e da lì ciò che faremo (lavoro a parte, ovvio) non sarà più affar loro.

Se sopravivi bene, se ti fai ammazzare dalla concorrenza…

Non ne ho la più pallida idea, ma credo che sarebbero cavoli nostri.

Se non altro non ho tanti vestiti e fare la valigia non costituirà un gran problema.

Ho poi scoperto che la mia coinquilina si chiama Sari, che è molto brava e che è una maniaca delle armi e un genio del gioco d'azzardo con una fortuna sfacciata, e se è un'aspirante del circolo alcolisti anonimi come mi è stato detto, lo si scoprirà (secondo alcune voci beve come una spugne e regge l'alcool in modo strepitoso).

Lo sento, ci darà di che divertirsi.

Solo…

Solo…

Accidentaccio.

Solo… è un vero peccato che abbiamo a disposizione un solo desiderio per vendicarci dei nostri aguzzini.

Mi vengono in mente molte cose cattive ma non so cosa scegliere, e non voglio sprecare un desiderio.

Ho deciso: me lo terrò da conto finchè non avrò un'idea più che buona su come sfruttarlo. (^^)

 

Poi si alza di scatto e comincia a ridere sguaiatamente.

 

Più in su, molti chilometri sopra la sua testa, in superficie, un ragazzo ebbe un brivido lungo la schiena.

- Ho un brutto presentimento…

 

Ritornando molti chilometri sottoterra…

- PIANTALA DI RIDERE CHE C'È GENTE CHE VUOLE DORMIRE!!!!

- "Ops" SCUSATEMIIIII! - e riprende (di nuovo) a scrivere.

 

D'altronde come dice il proverbio, "la vendetta è un piatto da servire freddo", ma la mia portata sarà più gelida di un surgelato.

Preparati al peggio Takao, perché ciò che ti farò entrerà nelle leggende metropolitane di questi inferi.

 

Chiuse il diario e doveva essere veramente esausta, perchè si addormentò non appena toccò il cuscino.

 

Il giorno dopo venne trasferita nel dormitorio.

La sua coinquilina non era esattamente come la descrivevano.

Poteva essere tutto ciò che si diceva su di lei, ma doveva ammettere di non essersi aspettata una tizia seria casa-lavoro, ma qui si andavo contro tutte le sue aspettative.

Ran era tutto fuorchè seria.

Alta oltre gli standard dei canoni femminili.

Corpo molto formoso (e la ragazza ipotizzo che la coinquilina avesse una quarta abbondante).

Capelli lunghi, pettinati in modo da lasciare la fronte libera, di quella tonalità indefinibile, che per quanto ci si sforzi non si riesce a decidere se siano castani chiarissimi o biondo scuro.

Gli occhi dovevano essere del suo stesso colore, ma con quell'espressione sorniona che la faceva sembrare una volpe (espressione alla Kitsune Konno di Love Hina per intenderci NdA) era stata colta da un dubbio amletico.

Molto bella, come tutte le altre del resto, ma con un certo fascino, un certo non so che.

Ran afferrò la nuova arrivata e la trascinò dentro con di peso con borse e bagagli, le mostrò la sua camera e incominciò a spiegarle alcune cose da sapere.

In serata la ragazza era di nuovo lì a riportare le sue scoperte.

 

Dove eravamo rimasti?

Ah sì.

L'appartamento è piccolo e carino, e lo sarebbe di più se non ci fossero cartacce, lattine et similia che lo fanno sembrare più ad una discarica che ad altro.

Ran è disordinata come poche, ma è un'autentica forza della natura.

Mi ha dato anche un bracciale con cui camuffare le mie sembianze, anche perché, passino (o forse no) le orecchie a punta che posso nascondere più facilmente, ma non credo che passerei molto inosservata con ali e una pietra piazzata in mezzo alla fronte.

Dato che qui siamo tra gli umani, dobbiamo avere un aspetto un po' più umano.

 Ora ho capelli nerissimi, occhi marroni con qualche venatura verdognola e le orecchi sono tornate normali.

Ho anche scoperto cose nuove sul mondo degli umani.

Ad esempio non sapevo dell'esistenza dei baluardi.

A quanto pare i dannati particolarmente tosti, oltre a diventare col tempo diavoli alfieri, riescono facilmente a lacerare i tessuti che separano il mondo dei vivi con quello dei morti.

I baluardi, oltre a farli a fettine come meritano, richiudono la lacerazione, e in casi particolari, riportano indietro creature che a causa di lacerazioni particolarmente profonde sono finite tra gli umani.

Poveretti, non vorrei essere al loro posto.

 

Come ho potuto appurare personalmente, spesso l’apparenza inganna e noi ci arrabbiamo inutilmente perché consideriamo solo il nostro punto di vista.

Ma ciò che mie chiedo (la verità è che la mia coinquilina mi ha messo la pulce nell’orecchio =.=’’), dato che spesso e volentieri le cose sono diverse da come possono apparire…

Quindi…

… è andato veramente come penso io …

 

 

oppure…?!

 

 

 

  
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