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Autore: Zephirus    03/10/2011    1 recensioni
Una breve song-fic sul mio favorite character Severus Piton, buttata giù un paio di anni fa su un vecchio quaderno ma perfezionata solo ultimamente... l'ho scritta subito dopo aver letto gli ultimi capitoli di Harry Potter and The Deathly Hallows... vi lascio immaginare il mio stato d'animo... questa ff è per chi, come me, ha versato qualche lacrima... ringrazio in anticipo chi vorrà recensire
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Stava piovendo da quasi due ore quella notte, piccole gocce d’acqua picchiettavano pigramente sulle grandi finestre di un castello diroccato. In lontananza, come una piccola sagoma luminosa, si poteva intravedere Hogwarts, bella… bella come non mai. Anche adesso… a un passo dal declino.
Un lampo rischiarò per un momento la stanza nella torre più alta del castello… immersa in un’oscurità quasi agghiacciante, la figura di un uomo accasciato sul pavimento di pietra. Schiena al muro, le ginocchia strette al petto nudo, la testa china incassata tra le spalle… dovevano essere le spalle di un poco più che ragazzo… al contrario, il dolore le aveva modellate larghe e forti, per la fatica del peso che avevano dovuto sopportare… tanto, troppo. Se ne stava così Severus Piton, immobile… assorto nei suoi pensieri… perso nei suoi rimpianti. Piangeva. Erano vent’anni che non lo faceva più, credeva ingenuamente di aver  seppellito per sempre ogni sentimento, ogni emozione, tutti i battiti migliori del suo cuore… via. “ESILIATI”… glieli avevano strappati . Alzò leggermente il viso. I capelli neri scompigliati ricadevano sul viso e sugli occhi umidi di lacrime. Con un singhiozzo si ricordò di quanto era stato bello essere bambino, bello… molto più di adesso, di quella misera vita che non avrebbe mai creduto possibile e invece? Bello, bello si… Ma in fondo non poteva capire veramente la meraviglia di un infanzia felice… un’ infanzia lui non l’ aveva avuta… ma Lily, oh Lily lei si! E gli bastava questo…
- Spirali di fumo nell’ ombra di una stanza, l’ insegui con gli occhi fiutando la speranza… l’ anno del mai comincia per te… fuggi dal mondo che mondo non è… - aveva gli occhi vacui Severus, spenti… fissava un punto imprecisato davanti a se, scrutava nell’ ombra… quei due pozzi corvini non erano mai stati tanto carichi di tristezza e…. e paura. L’ anno del mai. Ma che razza di mondo era quello? Si chiese il perché… perché non aveva diritto a una vita felice? Perché non aveva diritto all’ amore, alla felicità… a uno sporco sorriso? Era troppo forse chiedere di essere… un uomo?
- Uomo, no…
Continuava a fissare morbosamente davanti a se mentre i suoi occhi si riempivano nuovamente di lacrime calde.
- La strada più breve dimenticare chi sei TU. Dormire per un po’ e sognare d’ esistere…-
Un altro lampo, il cielo si illuminava vagamente… Severus individuò nel buio la sagoma di una cornice, c’ era una foto dentro… due ragazzi…
- … se non hai, non hai più… un motivo per vivere… -
Strisciò fino alla vecchia fotografia ingiallita dal tempo,  per un momento la linea dura delle sue labbra sembrò addolcirsi in una specie di sorriso, ma i singhiozzi ricacciarono indietro quel momento di perfetta alienazione. Quei due ragazzi - pensò - non c’ erano più, erano morti… entrambi.
 
E per cosa poi? Per una causa persa in partenza… lasciò scivolare le mani sulla superficie di un comodino di legno, aprì uno dei cassetti.  Sul fondo un oggetto scintillava lugubre. Lo raccolse con il cuore che scoppiava di una rabbia nuova, improvvisa e la sensazione sembrava quasi piacevole. Per questo? Per questo era morta? Una maschera. Il simbolo di tutto ciò che in quei diciassette anni aveva imparato ad odiare… il simbolo di tutto ciò che era stato, e per cui si detestava… mangiamorte. Che suono orribile aveva quella parola sulle sue labbra.
- Mangiamorte … - la pronunciò ancora.
- Sicari, vampiri di cui non puoi far senza, si vende la morte a un grammo la coscienza… -
Ma presto tutto quello sarebbe finito… la battaglia era quasi giunta al culmine…. Una nuova esistenza, e perché no? Non voleva più essere il vecchio Severus Piton, non più. Libero… libero si. Al’ alba di un nuovo giorno - pensò - la mia vita cambierà…
Aveva smesso di piovere, quasi non se ne era accorto. Con un rapido gesto della mano spalancò la porta finestra che dominava la scena. Il cielo si tingeva timidamente di rosso… l’ alba. L’ alba che stava aspettando da sempre. E in quel momento fissando l’ orizzonte nel suo cuore qualcosa esplose, una sensazione di immensa dolcezza che riempì i suoi occhi…
- ANIMA, NON GETTARTI VIA! VIVI LA TUA POESIA! –
Mancava solo un giorno alla battaglia finale… non poteva saperlo. 

  
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