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Autore: mavee    03/10/2011    1 recensioni
Se la sfortuna vi perseguita forse dovreste chiedervi se è una questione di Karma...
Per la mia prima commedia, una storia buffa che non so ancora come procederà. Divertitevi!
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 1_Risveglio con sorpresa.

Coraline si svegliò all’improvviso, con gli occhi appannati e la testa dolorante cercò di fare mente locale. Riconobbe la sua camera da letto, era un primo passo. Il successivo comprendeva scoprire se doveva andare a lavorare.

Concentrati…che giorno è oggi?
Ieri sera sono andata al pub con Katy e Julie, credo.

Quindi doveva essere sabato.
 

Perfetto, era domenica e non aveva nessun impegno. Si ridistese e si stiracchiò tenendo gli occhi chiusi, nonostante il mal di testa si sentiva benissimo e felice, a coronare il tutto poteva fare con calma. Poteva dormire ancora e poi fare colazione con la pasta alla bolognese.

Che mal di testa però.
Devo aver bevuto parecchio al pub.

Dalle finestre entrava una luce soffusa che le conciliò qualche sbadiglio e il desiderio di riaddormentarsi. Ma qualcosa la costrinse ad uscire dal dormiveglia in cui stava piombando beatamente: un profumo.

Mmm, pane tostato…


Pane tostato?

Scattò a sedere, di nuovo, provocandosi una fitta alle tempie.

Non ho più una coinquilina da mesi.
Sono sicura di ricordare che Christie non abita più qui.
Oddio, focalizza, focalizza. Cos’è successo ieri sera?

La sua mente si rifiutava di collaborare. Ricordava il primo cockatail, di aver riso e piagnucolato tra le braccia del suo amico-barman Phil, di essere andata al bagno e poi una breve parentesi di immagini sfuocate. Era certa di essere andata a prendere una boccata d’aria uscendo dalla porta sul retro e che erano arrivati Paul e i suoi due compari, a qui aveva dato il suo numero di telefono, sbagliato, per liberarsene…E poi?
Annaspava tra la nebbia densa nella sua mente, dalla sua cucina minuscola provenivano i rumori tipici di una colazione che viene preparata: cassetti e ante che si aprono e chiudono, come se qualcuno stesse cercando qualcosa. In un lampo di lucidità dedusse che non poteva essere uno dei suoi amici perché conoscevano ogni palmo del mini appartamento.

Oddio, è un uomo. Uno sconosciuto.

Sentì cadere una posata.

Un uomo sconosciuto e maldestro.
Ok, mi sono portata a casa un uomo sconosciuto e maldestro.
 

Si guardò attorno alla ricerca di qualche indizio, si sporse oltre il bordo del letto e vedendo il suo reggiseno blu si rese conto di essere nuda. Delle mutande non c’era traccia. Istintivamente si tirò il lenzuolo fino al mento e arrancò dall’altra parte del letto. Sperava che lo sconosciuto non arrivasse mentre frugava nelle sue tasche alla ricerca di un documento, doveva assolutamente scoprire il suo nome ed evitare una figuraccia di dimensioni bibliche. Niente pantaloni però, pensò che doveva averli indossati per andare in cucina. Afferrò la maglia che giaceva appallottolata sotto il letto. Se lo sconosciuto l’avesse vista così, con il sedere all’aria e a testa in giù mentre frugava sotto al letto…no, meglio non pensarci. Trovati gli slip, tornò a sedersi e fissò sbalordita la gigantesca T-shirt che aveva tra le mani.

Oddio, ma è un gigante! Mi sono portata a letto un gigante!

In circostanze leggermente diverse si sarebbe fatta qualche domanda visto che lei a malapena raggiungeva il metro e sessantacinque.

Oddio, e se è un ciccione?
Oh no. No, no, no, no, no, no, no!
C’è un uomo sconosciuto maldestro e ciccione nella mia cucina!
E me lo sono portato a letto!

Affondò la faccia nel cuscino, non poteva crederci, avrebbe ucciso Katy e Julie per averle lasciato fare una cosa del genere. Sì, le avrebbe chiamate e uccise, ma prima doveva liberarsi dello sconosciuto ciccione. O forse era meglio chiamarle subito per capire cos’era successo. Stava per alzarsi a cercare il suo cellulare quando una figura passò davanti alla porta a vetri smerigliati che separava la sua camera da letto dal soggiorno. Era davvero immenso, ma almeno si sentì sollevata poiché non c’era traccia di esagerato grasso in eccesso. Storse il naso sentendosi un po’ in colpa.

Sono così schifosamente superficiale…
Beh ma si tratta di sesso occasionale, si può essere superficiali.
Sì, anzi la superficialità è alla base del sesso occasionale.
…prendere nota: mai più tanto alcool.

Vagliò le possibilità, che però si orientavano su fesserie assolute come nascondersi in bagno o uscire dalla finestra, o chiamare la polizia fingendo un’intrusione a scopo di lucro o barricarsi in camera intimandogli di andarsene. Tutte ipotesi da scartare. Di andargli incontro non se ne parlava neanche. Non era il fatto di essersi portata a letto uno sconosciuto che le creava tanto scompiglio, il problema era che non ricordava niente!
Non sapendo che altro fare si accasciò sul letto, ora non rimaneva che scoprire cos’era successo nei dettagli. Sedette lì in balìa degli eventi e tormentata da quella domanda.
          

Chi diavolo mi sta cucinando il pane tostato?         
 

  
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