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Autore: JaneA    03/10/2011    4 recensioni
"Le fu accanto e lei si accoccolò contro il suo petto, proprio come un tempo aveva fatto June con Joseph. Sorrise. Quel giardino aveva davvero qualcosa di speciale quella sera. Era lei che lo rendeva tale."
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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A moment, a love
A dream, a laugh

A kiss, a cry
Our rights, our wrongs.

Sweet Disposition – The Temper Trap

 

 

“Al diavolo, Granger! Un posto più nascosto no? Ma non eri tu quella che era contro l’infrangere le regole?”

Si stava arrampicando su una parete, maledicendo il cemento che aveva ormai macchiato i suoi pantaloni di alta sartoria. La riccia era scomparsa dietro il muretto, lasciandolo alle prese prima con un alto cancello e ora con quella parete da scavalcare. La odiava, questo era poco ma sicuro. Dove diavolo l’aveva portato?

“Granger, ma dove ti sei cacciata?!”

 

Hermione fissava il giardino che aveva dinanzi. Alberi di ogni genere, salici, pini, diversi odori si mescolavano nell’aria. L’aroma di erba tagliata la circondava ed avvolgeva. Sul prato cespugli di fiori. Un roseto poco distante. La luna nel cielo brillava e illuminava le gocce di rugiada che timida scivolavano lungo le foglie dei fiori, lungo i rami degli alberi.

Un brivido la percorse, ed un sorriso delicato si posò sulle sue labbra.

“Granger! Finalmente! Mi spieghi cos’ha questo posto di speciale?”

Non gli diede il tempo di terminare che poggiò le sue labbra su quelle del biondo. Subito s’impossessarono l’uno delle labbra dell’altra. Lui le segnava i contorni delle labbra con la lingua, lei si divertiva a morsicare quella lingua che le torturava ora il labbro inferiore, ora quello inferiore.

Le mani di lui avvolte nei capelli di lei.

Le dita sottili e morbide di lei attaccate ai lembi della camicia di lui.

Si distaccarono lentamente, il battito accelerato.

“Beh, in effetti, non è per nulla male il posto.” Enunciò il biondo, dopo un profondo sospiro.

Lei gli sorrise, e gli prese la mano. Piano iniziarono a passeggiare per il giardino, illuminati dai raggi della luna, ammirando ogni singolo fiore, ogni pianta avvolta dalla luce lunare in un modo diverso, rincorrendosi, inciampando l’uno tra le braccia dell’altra, l’una tra le labbra dell’altro.

Si lasciavano le loro mani, attimi, per poi riprendersi e stringersi sempre più forte. I loro petti a contatto, assieme alla pelle, pulsava il sangue.

Scovarono una panchina, poco lontano da un salice.

La riccia si avvicinò e scorrendo con le dita sulle parole che erano state incise sul legno recitò:

“Per June che amava questo giardino. Per Joseph che le sedeva sempre accanto.” Sorrise, gli occhi castani velati da mille emozioni.

Draco la osservava estasiato. Osservava quei ricci ribelli muoversi per il vento, quelle labbra recitare l’incisione. Come aveva fatto a non notare mai quello che aveva dinanzi? Anni ed anni senza osservare realmente quella Grifondoro. Anni sprecati nel disprezzare. E ora? Un momento, un amore, un sogno, un sorriso, un bacio, un pianto. Lei era tutto questo. Quella mezzosangue che tanto aveva odiato era stata capace di rendere possibili in lui tutte quelle emozioni.

La vide sedersi, lì, dove un tempo June sedeva. La vide ancora sorridergli, delicata. Quelle morbide labbra, che ancora portavano il suo sapore, aprirsi in un sorriso splendido solo per lui.

“Vieni, siediti accanto a me.”

La sua voce, timida, dolce.

Le fu accanto e lei si accoccolò contro il suo petto, proprio come un tempo aveva fatto June con Joseph. Sorrise. Quel giardino aveva davvero qualcosa di speciale quella sera. Era lei che lo rendeva tale.

  
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