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Autore: MorgueHanami    04/10/2011    1 recensioni
Mi avevano chiesto il continuo della storia ' La nuit du Chasseur '.
Bene, allora ho deciso di partire dall'inzio.
Da Zero.
Morgue è Lex. Una fortunatissima ragazza, destinata ad affiancare i Thirty Seconds to Mars non solo nell'ambito della Musica...
..ma anche nell'ambiente Vita. E capirà davvero il significato di 'Echelon + 30 seconds to mars = Family'
Ma ormai il concerto era finito; nella mia mente il ricordo di me folle che scavalca le transenne e si aggrappa al palco tendendo la mano al cantante. La security ovviamente ha fatto del suo meglio... stava per sbattermi fuori dall'Ippodromo! Ma Jared li ha bloccati. Jared mi ha preso la mano che tendevo piangente, me l'ha stretta e mi ha tirato sul palco. Mi ha abbracciato, mi ha chiesto cosa avevo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Is this War? No, this isn't. This is Love.

A chi avrebbe il coraggio di dare la propria vita

per la Musica.

Capitolo 6 - A million little pieces : Gemma.

« E' così,è come se la musica mi proteggesse. Sento che gli effetti negativi di tutti gli anni di chiusura e rifugio verso il mondo sono stati in realtà Stemperati dalla capacità che ho avuto di creare un mondo solo mio fatto di canzoni, in cui tutto aveva un senso, un linguaccio, una completezza che non andavano toccati. Qualcosa mi dice che dovrei rimanere com'ero e tornare a vivere chiuso in quel microcosmo in cui ci siamo solo io e le canzoni, perché fuori di lì non so cosa potrebbe succedermi. Ma quello è un mondo a metà, seppur affascinante. Non ci si può votare al dolore, non c'è niente per cui valga la pena farlo.»

( Tiziano Ferro - Trent'anni e una chiacchierata con Papà. )

 

 

Oblivion risuonava nella stanza luminosa. Quella stanza non l'avevo mai fatta vedere a nessuno prima di qualche settimana fà, quando Gemma aveva deciso di restare a farmi compagnia fin quando la scuola non fosse cominciata. Ovvero Domani.Ma portavo già il conto. Ci mancano altri 199 giorni e finirà.

Ma adesso che ero rinchiusa nella mia stanza preferita e mi sentivo al sicuro, lonana da ogni specie di incubo tra cui la scuola. Non mi sentivo morta e sepolta lì dentro, nè anoressica nè depressa: mi sentivo Donia Luggieri, la bella Morgue. L'artista che lancia i palloncini alla parete e... beh, colora il mondo! Ma nessuno aveva mai visto il mio mondo colorato. Nessuno tranne Gemma. Lei era l'unica che avesse visto quella strana stanza, eppure l'effetto che fece su di lei mi fece sorridere: era rimasta stupita dall'idea di una stanza completamente colorata dei tuoi pensieri. I miei pensieri. Ecco perché non la vedrà mai nessun'altro. A Nessuno avrei concesso questa possibilità. Forse. Perchè c'è sempre la possibilità che ci ritorni con i Mars in questo buco di colori.

Mia nonna ci accolse dolcemente, aprendo il cancello e urlacchiando cominciando a gesticolare - come ogni napoletano che si rispetti!

- Wèèèè! Donietta bell! Allorrr...Si turnat?! Comme staie? - Gemma non si trattenne; ancora poco e sarebbe scoppiata in una risata isterica. Credo che in realtà Napoli e dintorni le piacessero... infondo siamo calorosi, no?!

- Wèè nonnetta mia!!! -le stampai un bacione sulla guancia e l'abbracciai forte, il più che potevo. Quanto mi era mancata la nonna! Da quando nonno non c'era più, tra i trentatrè nipoti che possiede, io ero l'unica che andava a trovarla almeno tre volte a settimana, anche in piena notte se necessario! Ero sempre lì e lei mi coccolava come desideravo che facessero i miei genitori. Mi viziava proprio come una nonna fa con i suoi nipoti: mi aveva addirittura concesso una camera bianca per cominciare a pittare le pareti come meglio desideravo! Ed era quella, la stanza che nessuno ha mai osato vedere. Nessuno per davvero. Tranne la nonna. La nonna ed Elga. E forse - un giorno - Jared, Shannon e Tomo. E magari anche la moglie del Sig. Milicevic!

La nonna ci lasciò sole spalancando la vecchia porta in legno che cigolava procurando un suono che mi mancava: era confortevole, anche se non so il motivo. Confortevole ritornare a percepire il suono di qualcosa che sento mi appartiene, come il resto della stanza colorata: enorme, vuota. Al centro solo un piccolo tavolino incartato dal celofan, con colori di ogni sfumatura possibile ed immaginabile, pennelli, tempere, pittura, pastelli, acquerelli.. una cartolibreria a soqquadro. Le pareti erano quasi tutte bianche tranne una. L'unica era colorata dei colori dell'arcobaleno che si schiantavano sulla parete a significare il nulla. Il nulla dai molteplici significati.

Mi avviai verso l'unico armadio nella stanza, antiquariato, ornato di piccoli ghirigori disegnati da me di colore azzurro e sfondo bianco. Le porte cigolarono, procurando un rumorino che ancora una volta mi fece sentire a casa; Gli scaffali impolverati erano vuoti se non fosse per quella camicia da uomo ripiegata solennemente tra la polvere. Colorata, ornata di schizzi che sembravano essere su quell'indumento appositamente, somigliava quasi ad un camice per la sua lunghezza. La indossai velocemente e chiusi tutti i bottoni nelle apposite fessure, prima di voltarmi verso Gemma che mi guardava sorridente.

- Ahhhh ecco adesso sembri Rachaele! - ammise ridendo, mentre mi sfilavo il pantalone per indossarne uno più comodo, colorato anche lui ovunque, stracciato e rattoppato più di una volta. Le sorrisi, guardandomi allo specchio posto sull'anta sinistra dell'armadio: Ero uguale alla Morgue del gioco, identica e sputata. Mi preoccupai per qualche secondo. Quella Morgue è una pazza, scatenata, pronta a tutto e tutti. Come dovrei fare io per incontrare i Mars. Di Nuovo. Devo essere come la bella Rachaele, senza macchie di paura; pura come una stoffa di seta nera, bellissima e malvagia.

Non ci sarei mai riuscita.

- Bene, adesso che hai finalmente conosciuto il mio mondo, passiamo alla cosa più importante! - scacciai dalla mente il pensiero di Rachaele Du Lac, impegnandomi assieme ad Elga a trovare una soluzione. Dalla tasca del pantalone colorato tirai fuori tre pennelli dalla punta differente: il primo era di misura 4, con la punta quadrata. Il secondo era un pennello gigantesco, non so nemmeno che punta sia, in relatà! Il terzo era una grandezza 8 oppure sedici ed aveva la punta triangolare. Il pennello più piccolo lo utilizzai per alzarmi i capelli. Il medio si tuffò nel colore e per qualche attimo mi persi nelle piccole pieghe che si componevano laddove il pennello si rigirava su se stesso. Sorrisi. Il pennello cominciò lentamente a baciare la parete bianca con il colore, mentre i miei occhi come telecamere imprigionavano ogni singola goccia di pittura, cercando di dare vita a qualcosa di ispiegabile, che sarebbe tornato utile solo al mio essere, importante e perfetto solo alla mia persona.

Gemma continuava ad osservare le date sullo schermo, pensando.

- Allora, io il biglietto l'ho preso per il Diciotto Novembre, in Francia. Mi ospiano i miei zii.. e ovviamente ci sarebbe un posto anche per te. - commentò a voce bassa, quasi avesse paura di essere sentita.

- Tranquilla, alza pure il volume della voce: mia nonna non dirà nulla, nemmeno se ci sente. Lei è l'unica che mi asseconda in tutto quello che faccio. - sorrisi appena, continuando con il pennello a graffiare la parete, cominciando ad incontrarmi con altri colori. - Le mie amiche ed io abbiamo... avevamo... il Golden per l'unidici Novembre... un po' prima, direi. - arricciai lievemente il naso, sospirando. - Ma, Gè, il punto non è questo... Se... se io venissi, scappassi o tutto quello che volete... se riuscissi anche ad arrivare in francia.. senza biglietto, come farò ad entrare e soppassare tutto e tutti? Mi prenderanno, non sono brava in questo genere di cose! -

- Scusami, non puoi utilizzare i risparmi? -

- E come faccio? Quelli mi servono per il treno! O l'aereo.. quello che prenderemo! Sono cinquanta euro, su per giù.. come faccio ? I miei non danno scorte, sanno che sono capace di raccimolare denaro per comprare i biglietti per un concerto. -

- E da dove li trovi i soldi per il treno? - La mia capoccia fece segno verso la porta, indirizzando lo sguardo verso la parete che divideva la stanza in cui eravamo dalla cucina. - Nonna. Ma non posso chiedergli tutta la sua penzione, sai?! E' orribile già questo prestito! credo che dopo lavorerò per dargli indietro ogni centesimo. -

- Tua nonna è.... una super nonna! - rispose ridendo Elga, mentre chiuse il portatile e s'alzò. - Ma il tuo sguardo non è per niente convinto e la tua testa ancora di meno. - sospirò, chiudendo per un attimo gli occhi ed avvicinandosi alla parete, guardandola. - Morgue, in te c'è l'ostinazione di andare nuovamente a vederli; te lo si legge negli occhi quando intraprendiamo il discorso. Ti prego.. ascoltami. Io non so cosa sia successo quella volta a Roma, non l'hai voluto dire a nessuno. E tutti rispettiamo la tua decisione. - Balzò per qualche attimo con lo sguardo sulla mia persona, prima che una mano si intingesse nel colore azzurro e si posasse sulla parete. - Un piccolo ricordo di me. - sussurrò accennando ad un sorriso. - Io ti dico che devi lottare. Superare tutto e tutti . - Quelle parole mi lasciarono con il fiato sospeso. Le sue stesse parole. Identiche e precise. Tutto e tutti, Morgue.

- Tutto e tutti, Morgue. - ripetè lei, sorridendomi. - So che hai già un piano in mente... folle. Lo so. Dimmelo, per favore! Io potrei aiutarti, lo sai! Lo sai che ti aiuto! Andiamooo! Sei la mia assorellata si o no?!??! E allora dimmelooooo! - insisteva come una bambina di tre anni, nonostante ormai ne avesse... hmm, credo diciannove, oppure venti.

- D'accordo. - sospirai, sedendomi a terra, tra i giornali di mesi e mesi fa, quando c'era ancora in prima pagina il rock in Rome! Quando si parlava degli esami di Maturità, delle solite faccende politiche, che sembrano sempre le stesse. Sospirai ancora una volta, ed Elga con un calcio lieve mi spostò il piede. - Sono curiosa. Avanti. Dillo! - mi incitò ed io cominciai.

- D'accoooooordo! Allora. Io devo andare con le mie amiche. Loro hanno il Golden, di conseguenza se le seguissi... Beh, sì, potrei rivederli e avere possibilità di parlare. Quindi, la sera o il pomeriggio in cui loro partono, io vado con loro.. senza dirlo a nessuno. PArto, viggio con loro.. loro non sapranno niente, ovvio... mi troveranno lì con valigia e sorrisino bastardo. - sorrisi appena, immaginandomi la scena: le ragazze tutte eccitate e magari un po' dispiaciute per la mia assenza, che improvvisamente sentono la mia voce stridula per tutta la stazione ' Ragazzeee aspettatemiii parto con voiii! ' ovviamente senza dirle che non ho un biglietto per entrare al concerto. Quello me lo terrei per me.

- Quando arrivo ai cancelli, cercherò di fare il più possibile per rimediare qualche biglietto.. - mi morsi il labbro al solo pensiero che dovevo rubare il biglietto ad un'altra echelon. - Sarà sicuramente nelle borse, in un posto al sicuro. Di conseguenza dovrò avere la fiducia cieca di qualche echelon, prendere il biglietto con la scusa di rimediare qualcosa nella sua borsa ed evaporare il prima possibile con una scusa. - sospirai. Ma gli Echelons non erano una famiglia? Sì. E se io mi comportassi in questo modo squallido e vergognoso.. il concetto di famiglia dove ce lo piazziamo? Donia ma per favore! Quando ci sono i concerti si sa che il concetto ' Echelon Famiglia' va completamente a farsi fottere, no? Giusto. Mi sento meno in colpa adesso.

- Hmmm. - Gemma mi guardava con disprezzo e ammirazione. Non sapevo quale dei due sguardi cogliere, in realtà. Il disprezzo potevo capirlo, dopotutto rubare un biglietto non è una cosa bella. Dall'altra parte l'ammirazione mi dava forza, stava lì a palesare che nessuno avrebbe il coraggio di tradire una famiglia per arrivare alla 'cosa' più importante che - forse - gli resta in tutta la sua vita. Ma mi sentivo vile ugualmente.

- Se poi non riesco a prendere biglietti.. quando ci saranno i cancelli aperti cercherò di soppassare tutti.. e mentre quello della security mi guarda lo zaino, io scappo. Corro. E poi.. vabbeh, poi cercherò l'entrata del Backstage con gli omini in nero alle calcagna. - arricciai lievemente il nasino. Stavo per continuare, ma Elga mi bloccò.

- Ma tu non dovevi andare con le tue amiche? -

- Sì, ma risulta parecchio difficile.. lì ci saranno poi bodyguard da soppassare. Al massimo mi farò dire dove sono, e cercherò di raggiungerle. Posso farcela. - sospirai, ed alga si sedette accanto a me, abbracciandomi.

- Ce la farai. Provehito in altum. Sempre. - sorrisi ricambiando l'abbraccio. Restammo così per un po', giusto il tempo di farmi capire quanto in poco tempo Gemma fosse diventata importante. Sembrava strano, ma nonostante la lontananza, certe volte sembrava essermi più vicina di chiunque altro sulla faccia della terra. Genitori, amici, parenti, cani, gatti. Tutti. Lei, nonostante abitasse a Milano, era la persona più vicina che avevo. Quella che mi capiva meglio. Sarà che siamo Echelon? Forse. Ma ormai avevo già deciso che le volevo bene come una vera sorella. Che l'avrei risentita quando domani lei sarebbe partita ed io - ahimè - avrei ricominciato scuola.

- E nel caso non funzionasse il piano? - domandai sospirando. Elga sciolse l'abbraccio gaurdandomi con un sorrisino poco ingenuo e sospettoso. - No, che hai in mente? - domandai preoccupata.

- Vieni con me. Con o senza biglietto. E ritenti. Ancora. Ritenterai tutte le volte che sarà necessario, Dò! - annuì convinta a quell'affermazione, ritornando ad abbracciarmi. Abbiamo la stessa capocchia di merda, pensai. Ecco perché dobbiamo assorellarci su Lot!

Sorridemmo assieme. Probabilmente avevamo pensato la stessa cosa.

- Provehito In altum. - ripetemmo insieme con vitalità.

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* Esce da un buco, come i bruchi fanno con le mele.*

Allora, sono una precisazione: La citazione iniziale è di Tiziano ferro, come avete potuto vedere. Bene, l'ho piazzata lì, perché quando la lessi ebbi la senzazione che Tiziano fosse entrato dentro la mia mente e avesse riportato i pensieri nel suo libro. E' così che si sente Donia, più o meno. Il suo mondo sono i Mars. E' la musica.

Solo questa piccola precisazione, magari forse perché la citazione (e chiamala citazione, avrò scritto mezza pagina! XD) potrebbe sviare da quello che è il contenuto della storiella :)
Spero vi piaccia, contatndo che adesso scriverò ogni capitolo per le persone più importanti a DOnia, e ovviamente procederò con la storiella :))

E - OVVIAMENTE - Continuero a parlare dei 30STM <3

UN bacio, grazie per esserci.. come sempre.

La Ila :)

 

 

 

 

 

 

  
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