Imploding

Sentiva il cuore scoppiarle dentro.

Non era mai stata brava a tacere le emozioni. Non era mai stata brava a fare finta di nulla.

Le lacrime premevano per uscire. Il groppo alla gola era insostenibile.

Voleva piangere. Voleva urlare.

Ma chi voleva sentisse le sue grida non era lì con lei ad ascoltarla.

Lei era sola, in una città nuova.

Era lei, la sua mente ed il suo corpo.

E non era convinta che sarebbe riuscita a sopportare il peso.

Non era convinta che sarebbe riuscita a fare ciò che gli altri si aspettavano da lei.

Non era convinta che sarebbe riuscita. Punto.

Per la prima volta capiva cosa significasse non avere nessuno.

Capiva, ora per davvero, il significato della parola “solo”.

Capiva cosa significasse poter scegliere della propria vita.

E benché avesse voluto tutto ciò da anni, sentiva di non essere pronta.

Sentiva di sentirsi fuori posto in quel mondo dove tutti sapevano cosa desiderare.

Lei non desiderava nulla.

Solo sentirsi bene.

Voleva tornare a casa.

Voleva ritrovare sé stessa.

Voleva vivere.

E questo lei non aveva mai saputo farlo.

Spazio dell'autrice:

Questa cosa rispecchia assolutamente quello che penso in questo preciso istante. L'ho buttata giù in 3 minuti e, a parte una veloce lettura, non l'ho nemmeno ricontrollata.

Giusto qualche chiarimento perché ci capiate qualcosa (ve lo meritate, visto che siete arrivati a leggere fin qui): sono all'università da due giorni (e già questo dovrebbe bastare a spiegare tutto) e non so dove sbattere la testa. Mi sembra che qualsiasi cosa sia profondamente sbagliato per me, benché abbia scelto una facoltà che mi piace. Ok, potrebbe essere che all'inizio sia così, ma credetemi, tutto ciò mi fa proprio sentir male.

Sono forse matta?!?

maricuccia