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Autore: Holding_up_my_Gun    04/10/2011    1 recensioni
“No Spence, io voglio farlo, non posso continuare a farmi del male, non posso continuare a soffrire per lui, il mio cuore è abbastanza distrutto e se continuerò così non riuscirà ad andare avanti”.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brendon Urie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Not to Break my little Heart

Capitolo 1





Spencer, dopo aver praticamente sbattuto fuori di casa l’amico, si ricoricò sperando di riprendere sonno, lasciando un Brendon annoiato vagare in giro per il quartiere cercando qualcosa di stimolante da fare. Infine decise di svolgere la sua corsetta mattutina, così ritornò a casa per indossare la tuta e le scarpe da ginnastica (non poteva rischiare di rovinare le sue Vans, oltre a non essere adatte per la corsa), ed attraversato il vialetto di casa, iniziò a correre, senza meta, senza pensieri, aveva bisogno di svagarsi un po’,  tutto quel pensare a Ryan gli aveva aperto una piccola ferita, che credeva si fosse cicatrizzata con il tempo.  Bastava anche solo pensare al suo ex ragazzo, che tutto in lui si scombussolava , era questa la parte che odiava di più in se stesso, il fatto di affezionarsi troppo alla gente  che gli sta intorno, per poi soffrire come un cane quando questa non c’è più.
Aveva corso per un bel po’ di chilometri e senza nemmeno accorgersene si ritrovò in una via a lui sconosciuta e molto strana, aveva qualcosa di sospetto, la gente non era da meno, tutti erano come spenti, cupi, nonostante la bellissima giornata di sole. Sembravano degli spettri che vagano in cerca della propria anima, lo sguardo fisso, circondati da un aura negativa, e a questa riflessione il ragazzo rabbrividì. L’aria che si respirava era pesante, ed ad un tratto Brendon sentì il bisogno di sedersi e di bere qualcosa di fresco, ed oltretutto aveva corso parecchio senza nemmeno bagnarsi la bocca con un po’ d’acqua. Ma l’unica cosa che desiderava di più era andare via da quel posto, così iniziò a ripercorrere i suoi passi appena compiuti, cercando invano di ricordare le strade che aveva imboccato, le direzioni che aveva preso. Non riusciva a ricordare nulla, la sua mente era colma fino all’orlo di pensieri, camminava prendendo strade mai viste prima, perdendosi nei meandri di chissà quale quartiere di Los Angeles. Doveva aver lasciato il cellulare a casa quando era tornato per cambiarsi, quindi non poté chiamare Spencer, anche perché il batterista lo avrebbe ammazzato se lo avesse risvegliato, e neanche Sarah visto com’ era impegnata con i preparativi, nemmeno lo avrebbe sentito il telefono. Continuò a camminare per alcuni metri, percorrendo una stradina abbastanza stretta, per essere a due corsie, poi iniziò ad accelerare il passo felpato, finché non ridivenne una corsa, che non durò per molto vista la stanchezza del ragazzo e la mancanza di fiato. Brendon con il fiatone si appoggiò ad un muro, inspirando ed espirando l’aria a pieni polmoni, quando sentì una voce a lui familiare pronunciare il suo nome. Non poté credere alle sue orecchie, non sentiva quella voce, che tanto gli mancava, da molto tempo. Si voltò di scatto e lo vide, con un sorriso radioso stampato in faccia e la felicità impressa negli occhi, occhi come quelli di un bambino a cui avevano appena comprato un nuovo giocattolo. Adorava specchiarsi in quegli  occhioni marroni, ogni volta che aveva qualche preoccupazione, quello sguardo gli dava fiducia, la sua voce era rassicurante, Brendon avrebbe occupato ore intere ad ascoltare l’amico parlare, anche di gatti (per quanto lui li odiasse) pur di sentire la sua voce.  Il suo JWalk era lì di fronte a lui, ad un metro di distanza. All’inizio, dopo poche settimane dalla separazione, era furioso con lui, non poteva credere che la persona di cui si fidava di più se ne era andata via per sempre dalla band, ma dopo capì che Jon aveva bisogno di provare nuove esperienze,  e poi chi potrebbe mai essere arrabbiato con Jon Walker? Con Ryan la situazione era diversa, loro si erano fatti delle promesse e lui andandosene le aveva infrante, voltandogli le spalle.
 Ricordava ancora perfettamente il giorno in cui Ryan se ne era andato via dal loro appartamento che condividevano,  sbattendo la porta dopo la solita litigata, e lui, nonostante la tarda ora, singhiozzando, era andato da Jon, che lo accolse come un fratello dentro casa, consolandolo e cercando di distrarlo, facendogli guardare tutta la saga di Star Wars. Ricordi incancellabili di anni passati insieme, momenti che ti lasciano un sorriso.
Brendon senza proferire parola gli si avvicinò e lo abbracciò delicatamente, sentendo il calore del suo corpo, inebriandosi del suo profumo, era davvero tanto tempo che non lo vedeva, troppo tempo.
“Ehi Brennybear da quanto tempo?” gli sussurrò all’orecchio Jon, ricambiando l’abbraccio.
“Già… mi sei mancato tantissimo, non ci vediamo da mesi” rispose il più piccolo, stringendo l’abbraccio sempre di più. “Ma che fine avevi fatto? Ho sentito che hai lasciato i Veins, è da allora che non ti fai più sentire” disse Brendon staccandosi e guardandolo negli occhi.
“Si, ho deciso di intraprendere la carriera da solista, perciò mi sono isolato da tutti in questo piccolo e anonimo quartiere di Los Angeles, per dedicare del tempo alle mie canzoni e a Cassie, sai ci siamo sposati il marzo scorso” gli sorrise Jon.
Brendon lo fissava con gli occhi sgranati, prima di scoppiare in un “Auguri” con voce abbastanza squillante.
“Scusa se non te l’ho detto prima e se non  mi sono fatto sentire è che… si insomma… io e Cassie…” si giustificò il suo ex bassista, guardandosi la punta dei piedi e diventando porpora in viso.
“Non ti preoccupare, adesso sei qui e sono molto felice di rivederti” lo rassicurò il più piccolo riabbracciandolo. Adorava gli abbracci, soprattutto quelli caldi e morbidi di Jon.
“E tu che ci fai qui?” chiese il più grande con tono interrogativo.
“Bé… io stavo facendo jogging, solo che correndo, mi sono perso in questo quartiere… e beh in preda al panico, ho iniziato a tornare indietro e poi tu mi hai trovato. Sei un eroe Jon Walker hai salvato il piccolo, indifeso e sudato Brenny, da morte certa per disidratazione… a proposito, sto morendo di sete, ti prego dammi una RedBull e degli orsetti gommosi, devo riprendere le forze e lo zucchero mi fa tanto bene” disse il ragazzo massaggiandosi il pancino.
“Ma troppo zucchero ti rende iperattivo, e già lo sei abbastanza per conto tuo” gli rispose Jon con tono duro.
“Eddai Jonny ti prego, ti prego, ti prego” lo implorò il più piccolo, sfoderando i suoi occhioni da cucciolo abbandonato.
“Mhhhh… D’accordo, non riesco a dire di no a quella faccetta, e poi mi mancavano le tue implorazioni, la puzza di RedBull che usciva dalla tua bocca e si, devo ammettere che mi mancavano anche i tuoi stupidi orsetti gommosi, che seminavi in giro per casa e che finivano sempre attaccati ai miei maglioni” gli sorrise Jon.




Salve a tutti, sono tornata con questa schifezza con il 1° capitolo :P In questi giorni non ho avuto molto tempo per scrivere, perciò ci ho impiegato molto tempo a pubblicare :P Ricordate che le recensioni fanno sempre piacere, positive e negative che siano :D Ringrazio Just a Line in a Song per aver recensito, che mi ha dato la voglia di continuare a scrivere questa... cosa... ciaooooo
Black_Parade

  
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