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Autore: Chloe88    12/06/2006    9 recensioni
Sesta serie, dopo “Doublemeat Palace”. Dietro suggerimento dell’assistente sociale, Hank Summers decide di trascorrere un weekend a Sunnydale. Ma per quale motivo Buffy decide di passare quei simpatici tre giorni fingendo che Spike sia il suo fidanzato? Lo scoprirete fra poco...
Spuffy. Vi prego leggete e recensite!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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N.d.A.: *Chloe88 fischietta allegramente, fingendo nonchalance. Sente qualcuno – chi ha notato che non aggiorna da un mese - ringhiare in lontananza, sorride e, facendo ciao-ciao con la manina, scappa terrorizzata*. Ehm… spero che il nuovo capitolo vi piaccia!!^^’’

Capitolo 5- Oops... piccolo equivoco (ovvero: ti sembro ingrassata?)

“No!”.
“Mi avevi detto di sì!”. Dawn, cercando di enfatizzare – ulteriormente? – il suo strillo da adolescente isterica, picchia un piede a terra.
“Invece no”. Spike sposta lo sguardo dall’una all’altra, come se stesse seguendo una partita di tennis. Tranquillissimo. Eppure lui dovrebbe essere quello più sconvolto, qui dentro: in teoria, l’udito potenziato da vampiro dovrebbe combinarsi con i nostri acuti e provocargli un tremendo mal di testa. Invece sembra quasi che si stia divertendo. Non si aspetterà mica di assistere ad una rissa?
“Ma perché?”. Va bene tutto… ma questa scena sta andando avanti da cinque minuti d’orologio. E a me sembra di essere tornata ai tempi delle elementari. In effetti, l’unico motivo per cui non abbiamo ancora iniziato a cercare di farci lo scalpo a vicenda è il fatto che siamo praticamente ai lati opposti del negozio. Riflettendoci, in situazioni del genere è utile avere i capelli più corti di mia sorella: la priva della sua arma preferita. E, sinceramente, la cosa mi fa sentire abbastanza sadica, al momento. Okay, ora basta: il delirio di potere sta iniziando a prendere il sopravvento.
“Perché sì! Sono più grande di te, quindi decido io”. Sbuffiamo all’unisono, per poi voltarci a guardare Spike che, dal canto suo, sembra parecchio indeciso. Bè, è comprensibile: se dovesse dare ragione a me, la mia dolce sorellina gli farebbe perdere l’uso di entrambi i timpani nel giro di due secondi netti. Se, però, dovesse commettere l’errore di contraddirmi potrebbe dover rinunciare a… ehm, certe cose. Okay, in effetti, dubito che comunque succederà molto in questi giorni: con il fatto di doverci fingere una tenera coppietta, continuare con quelle cose – appunto - quando siamo soli mi farebbe precipitare nella confusione mentale più profonda. Voglio dire: in effetti noi saremmo due che, stando insieme, fingono di non stare insieme per poi fingere di stare insieme, quando in realtà stanno insieme davvero anche se lo nascondono. Ecco. L’avevo detto che mi confondo. Quindi ho pensato che, per questo fine settimana, sarebbe meglio prendersi una piccola pausa. Pausa di cui lui ignora l’esistenza, peraltro. Ma non è questo il punto.
“Oh, bè... non sto dicendo che non dovresti divertirti, Briciola. È solo che, se tu dovessi uscire, io passerei la giornata qui, murato vivo con tuo papà. Non ho niente contro di lui, però potrebbe cominciare con un terzo grado e cose simili, oppure potrebbe decidere di uscire a pranzo: non credo che gli farei una buonissima impressione, se mi vedesse correre in giro con una coperta in testa”. Almeno ha dato ragione a me: gli sorrido, con uno sguardo che significa qualcosa come ‘appena avrò tempo ti ringrazierò adeguatamente’. Stranamente, invece di arrabbiarsi, Dawn ricomincia a parlare.
“Gli chiederò di pranzare con me, dato che tu devi proprio rimanere qui dato che, il sabato, il negozio fa orario continuato”. Lei sorride trionfante, mentre lui mi guarda disperato. Riesce quasi ad intenerirmi, per cui comincio a cercare un’altra scusa. Hey, tenete conto che ho detto quasi: sempre a farvi strane idee, voi?
“Ieri hai passato il pomeriggio al centro commerciale, e papà ti ha già rinnovato metà del guardaroba”. Lei continua sorridere. Okay, cosa mi sono persa?
“E l’altra metà?”. Alla mia occhiata – non esattamente entusiasta – si affretta a cambiare tono: “è solo che ieri ho visto questo paio di stivali che – indovina? – era esattamente del genere che Janice sta cercando da secoli! Insomma, devo assolutamente accompagnarla: e se non capisce in che negozio sono? E se non trova il paio giusto? Mica posso disegnarle una cartina geografica del centro commerciale!”. Quindi è solo la sua amica che deve fare shopping? Perfetto, la cosa diventa a mio favore.
“Bè… se è così credo che tu possa andare: dopotutto è Janice che ha bisogno degli stivali, e quindi non hai nemmeno bisogno di soldi”. Se la conosco - e io la conosco bene - , a questo punto Dawn deciderà che questa è la giornata perfetta da passare qui al Magic Box. Almeno mio padre non farà a Spike qualche discorsetto del genere ‘cose che tu e la mia primogenita non dovreste fare prima del matrimonio’. Anche se, viste le condizioni in cui ci ha trovati ieri mattina, forse ha capito che è giusto un pelino troppo tardi.
Non che io e Spike abbiamo progetti nuziali, ovvio. L’ho già detto ieri , quante volte devo ripetervelo?
“Sei cattiva, uffa”. Su questo ci puoi scommettere, sorellina cara. Ma non faccio in tempo a risponderle, dato che la porta del negozio si apre e io sfodero il mio miglior sorriso finto alla ‘sono la negoziante più cordiale del mondo’. No, aspetta… oh mio Dio, mi sto trasformando in Anya! Il che è strano, dati la mia abilità come commessa e il caos con la mano di mummia un po’ di tempo fa.
Mi giro verso il potenziale cliente… che si rivela essere mio padre. Uffa, devo prenderlo come un segno sfavorevole alla mia carriera come venditrice?
“Papi papi papi! Sono così felice di vederti!” esclama Dawn, correndogli incontro e buttandogli le braccia al collo. Okay, adesso so cosa sta per succedere. Piccola manipolatrice. “Cosa pensavi di fare oggi? Perché sai, c’è questo posto vicino alla mia scuola dove io e le mie amiche”. Vi prego di notare l’uso del femminile: sta cercando di mandargli il messaggio subliminale che, in realtà, lei è ancora una tenera, dolce ed ingenua bambina che non sa ancora cosa siano i ragazzi… e che io non ho beccato in macchina a pomiciare con un baby-vampiro, lo scorso Halloween. “ci fermiamo spesso a fare uno spuntino alla fine della giornata: potremmo andare lì, che ne dici? Ma, in effetti, manca un secolo all’ora di pranzo: credi che potrei passare un secondo dalla mia amica Janice? Okay, forse più di un secondo, dato che pensavamo di fare un giro al centro commerciale. Voglio dire, l’avevamo programmato addirittura dall’inizio della settimana...”. Cosa? Ma non è quello che ha detto prima!
“Beccata! Prima che papà arrivasse hai detto che avevi visto ieri i famosi stivali per la tua amica… non sei neanche capace di inventarti delle scuse decenti”. Sto per farle una linguaccia, ma resisto alla tentazione: in questo momento non devo certo sembrare la persona più matura del mondo, e preferirei evitare di aggravare la situazione. Intanto, Dawn mi guarda annoiata e un po’ stupita.
“Guarda che ieri ho visto gli stivali, ma avevamo davvero programmato da giorni di andare a fare shopping. Escludendo il piccolo dettaglio che ti ho ricordato neanche una decina di minuti fa che mi avevi già dato il permesso, non ti ricordi che te l’ho chiesto martedì mattina?”. Oh, cavolo. Adesso ricordo. O, per meglio dire, ricordo vagamente di essermi svegliata al suono di una voce che, in lontananza, blaterava qualcosa. Credo di aver risposto con una cosa del tipo ‘fai quel che ti pare, basta che mi lasci dormire’. Bè, detto in modo molto meno articolato, ovviamente. Ero a pezzi, dopo una notte molto… ehm, intensa con Spike. Ecco. Colpa sua. Come sempre. Certo, non che mi stessi esattamente lamentando in quel momento… ma adesso non c’entra.
Dawn si rivolge di nuovo a nostro padre. “Come ti stavo dicendo, credo che io e Janice potremmo anche rinviare tutto ala settimana prossima… ma ieri ho visto questi stivali, che sono esattamente del genere che la mia amica sta cercando da un sacco di tempo: se non dovessimo andare oggi, probabilmente poi rischieremmo di non trovarli più. E sarebbe un vero peccato, quindi” congiunge le mani, iniziando a saltellare davanti a lui “ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego…”. Lui le fa segno di fermarsi – anche se non ben ho capito se sia convinto o esasperato.
“Ma certo, tesoro. Dopotutto, si hanno quindici anni una volta sola.” Aspetta un secondo… questo non è quello che diceva quando io avevo l’età di Dawn! “Anzi, approfittane e comprati qualcos’altro di carino: tieni un po’ di spiccioli”. Apre il portafoglio e prende una banconota da cinquanta dollari. Cosa? Come? Quando? Perché? Non è giusto, anch’io li voglio!
“Grazie grazie grazie”. Lo abbraccia di nuovo, per poi dirigersi verso la porta. “Tempismo perfetto, devo aggiungere: sono esattamente le nove e mezza, quindi Janice e sua mamma dovrebbero passare a prendermi nel giro di due secondi. Ciao ciao!”. Saluta tutti e tre con la mano – aggiungendo una linguaccia rivolta a me - , e saltella allegramente fuori dal negozio… dove cala il silenzio.
“Allora, papà… cosa pensi di fare, mentre aspetti Dawn? Voglio dire, io devo andare al fast food, e--“. Lui mi interrompe. Molto educato: ma non dovrebbe dare il buon esempio?
“E io pensavo di rimanere qui, a fare quattro chiacchiere con William”. Ed ecco che, oltre al silenzio, nella stanza cala il gelo. E il panico, dopo due secondi: io e Spike ci scambiamo un’occhiata preoccupata – okay, direi che il termine più adatto sarebbe qualcosa come terrorizzata – mentre io comincio a temere di aver indovinato con il discorsetto ‘cose che tu e la mia primogenita non dovreste fare prima del matrimonio’. Intanto, beatamente ignaro dell’effetto apocalittico che la sua idea ha avuto, mio padre ricomincia a parlare: “A proposito, Buffy… non dovresti già essere al lavoro da un po’, ora?”. Cosa? Oh, certo. Anche perché questo sarebbe l’unico motivo per cui indosso questa meravigliosa divisa.
Tra parentesi, comunque, sono sinceramente preoccupata per Spike. Lo conosco da tempo, ho combattuto sia contro di lui che al suo fianco, so che ha uno stole di vita – per usare un eufemismo – caotico… ma l’ho visto sinceramente spaventato in pochissime occasioni. E questa è una di quelle volte. Il che non mi aiuta certo a rilassarmi.
“Ma certo!”esclamo, con stampato in faccia un sorriso finto da pubblicità del dentifricio. In effetti stanno iniziando a farmi male le guance. “Lasciami solo salutare il mio tesorino amorino tatino”. Dovrò pur vendicarmi di tutti i nomignoli assurdi che Spike mi ha dato in questi anni… anche se lui non sembra esattamente dispiaciuto. In ogni caso, gli butto le braccia al collo. Al mio tesorino amorino tatino, intendo. No, nessun impeto passionale: solo una tattica per comunicare di nascosto. Geniale, vero?
“Cosa credi che voglia dirti?” mormoro contro l’orlo della sua maglietta nera. Lui mi risponde tenendo il naso affondato nei miei capelli, sfiorandomi l’orecchio con le labbra. Sta forse cercando di distrarmi?
“Non saprei. Potrei approfittarne, comunque, e chiedergli la tua mano”. Posso sentirlo sorridere contro la mia pelle. Mi stacco da lui, per poi controllare dove sia mio padre: è relativamente lontano, che sfoglia un volume polveroso abbandonato sul tavolo delle ricerche. Mi giro di nuovo verso il mio pseudo-fidanzato, sibilandogli la risposta tra i denti – mantenendo comunque, però, il mio finto sorrisone.
“Tu provaci e io sarò la causa della mia vedovanza… ancora prima del matrimonio”. Torno seria. “Comunque, credi che abbia capito qualcosa riguardo al fatto che io sono…”. Non concludo la frase, sottintendendo ‘la cacciatrice’. Lui ci pensa un istante, per poi riprendere a bisbigliare.
“Sinceramente mi sembra impossibile, comunque cercherò di salvare la situazione se il discorso salta fuori. Okay?”. Annuisco, con un piccolo sorriso.
“Cerca di sopravvivere fino all’ora di pranzo, va bene?” dico, con la mia voce ad un volume di nuovo normale. “Ci vediamo stasera… ciao!”. Saluto entrambi agitando la mano, per poi uscire dal negozio e sospirare sonoramente.
Wow. Da quando mi preoccupo per Spike?

***

“Sono tornata! C’è qualcuno o sto parlando da sola?”. Mi giro, appendendo la giacca all’attaccapanni, per poi venire spinta contro la porta da qualcuno che mi saluta con un bacio.
“È solo una mia impressione, o una certa persona ha sentito la mia mancanza oggi?” dico, con le palpebre ancora abbassate e un sorriso stampato sulle labbra. Apro un occhio, specchiandomi per un istante nelle iridi blu di Spike, per poi rivolgere la mia attenzione al resto della stanza… e accorgermi che è deserta.
“Hey!”. Lo spingo via, andando in soggiorno e sedendomi sul divano con le braccia incrociate. “Mi hai imbrogliata, cattivo!”. Lo so, non è un insulto molto efficace. Soprattutto considerato insieme al broncio che gli ho appena rivolto. Diciamo che, forse, in questi giorni mi sto un pochino abituando a flirtare con lui. Ma solo un pochino, ovviamente. E solo perché mi sono calata bene nel personaggio della fidanzatina adorante. Sì. Non c’è altro motivo. Intanto, lui sorride maliziosamente.
“Sempre, piccola. Ma potrei sapere il motivo per cui mi fai un complimento simile in questo momento?”. Scuoto la testa, tornando seria. Bè, più o meno.
“Credevo che mio padre fosse in casa e che, quindi, il tuo benvenuto fosse a beneficio della storia del falso fidanzato. Incede ti sei limitato ad approfittare di una povera, innocente fanciulla”. Lui si siede accanto a me, alzando il sopracciglio con la cicatrice.
“Tuo padre e la piccola hanno pensato di cenare fuori, sapendo che non saresti tornata in tempo. Comunque, innocente tu? Come no. E non cercare di dirmi che non hai apprezzato, perché mi sembravi decisamente… coinvolta, passerotto”. Dal canto mio, mi limito a lanciargli un’occhiata gelida.
“Guarda che l’unico motivo per cui non ti pesto è perché sono troppo stanca per farlo. Meno male che ho già fatto la ronda, non ho nemmeno la forza di mettermi addosso qualcosa di decente” dico, indicando con un gesto la divisa del Double Meat.
“E perché dovresti? Ti assicuro che sei dannatamente sexy, vestita così”. Certo, se consideri ‘sexy’ un sinonimo di ‘abbagliante’. Ho serissimo sospetti riguardo alla possibilità che questa specie di rosso/arancio sia fluorescente. E catarifrangente, temo. “Comunque, a proposito della ronda… ho l’impressione che la piccoletta si sia quasi lasciata sfuggire qualcosa riguardo al fatto che sei la Cacciatrice”. Come sento l’ultima parte della frase – pronunciata da Spike con la sua solita noncuranza – scatto in piedi.
“Cosa? Fantastico, sono a posto. Come faccio a salvare il mondo se mi chiudono in una clinica psichiatrica?”. Il mio interlocutore solleva un sopracciglio.
“Hai idea di quanto fiato risparmieresti se tu mi ascoltassi davvero quando parlo? Ho detto quasi! A quanto pare ieri stava parlando con tuo padre, e se ne è uscita con una frase del tipo ‘Buffy non ti ha ancora detto che lei è…’ per poi bloccarsi e cambiare argomento. Lui ha iniziato ad avere due sospetti: da quale comincio?”. In che senso?
“Come faccio a saperlo se non mi dici le due alternative? Comunque, preferirei il meno sconvolgente”. Spike mi fa segno di tornare a sedermi. Sinceramente non mi piace come premessa: è una cosa per cui potrei addirittura svenire?
“Allora, mi ha detto che, all’inizio, aveva completato la frase con ‘fidanzata con William’, anche perché al negozio aveva notato alcune riviste sui matrimoni. Io gli ho detto che erano del moccioso – perché quella smorfia? Non ho usato questo termine davanti al tuo paparino - e della sua ragazza, e questo è servito a confermargli ancora di più la sua seconda idea”. Pausa. Respiro profondo. Io lo guardo, in attesa. “Credeva che tu fossi incinta”. E io scatto in piedi – di nuovo.
“Io… cosa? Come? Ma… ma… ma cosa sono, ingrassata? Perché altrimenti da dove arriva questa supposizione?”. Lui sorride, facendomi sedere di nuovo accanto a lui.
“Rispondendo in ordine alle tue domande, direi che: tuo padre credeva che tu fossi incinta; ‘come’ sarebbe successo dovresti saperlo, ma posso sempre darti una dimostrazione pratica…”. La mia occhiataccia gli fa capire che, decisamente, non è il momento. “…magari più tardi; non sei ingrassata; alcune cose successe ieri sera lo hanno convinto ulteriormente della sua ipotesi. Ad esempio, la tua scenata gli è sembrata una tipica crisi isterica causata dagli ormoni. Poi si è stupito del fatto che tu non abbia bevuto vino, a cena”. Sta scherzando, vero?
“Non ho ancora compiuto ventuno anni! È fantastico, mio padre non si ricorda nemmeno quand’è il mio compleanno. Tu cosa gli hai risposto, comunque?”. Lui alza le spalle.
“Che non sei incinta. Mi ha anche chiesto se comunque stiamo progettando qualcosa di simile per il futuro… ma gli ho risposto di no” aggiunge, con un tono di voce più basso. Decisamente insoliti, in effetti. Comunque, io scatto in piedi – per la terza volta in neanche dieci minuti.
“E vorrei ben vedere!”. Lui sposta la sua attenzione dal tappeto a me. “Intendo dire… sai come sono fatta. Sono riuscita a rovinare Dawn in quanto, tre mesi?”. Spike scuote la testa, mentre io mi siedo – di nuovo? Questa conversazione mi sta facendo smaltire il panino del Double Meat che ho mangiato per cena – sul divano.
“Tu non c’entri: un po’ è l’età, ma soprattutto credo si tratti di DNA. Voglio dire, tu sei anche peggio di lei”. Gli tiro un pugno sul braccio. Parla l’unico che, oltre a Tara, riesce ad avere delle conversazioni più o meno civili con mia sorella.
“E comunque, mi ci vedi con un marito, tre bambini, un cane e la casetta con lo steccato bianco? La mia vita non sarà mai normale, Spike, e ormai ho praticamente perso ogni speranza che lo diventi: ti rendi conto che sono morta due volte nel giro di quattro anni? Non potrei avere dei figli per poi vivere con la paura di non vederli crescere” concludo amaramente, fissando le mie mani giocherellare con l’orlo della divisa. Rimango in silenzio per qualche lunghissimo minuto, per poi parlare nuovamente senza nemmeno distogliere gli occhi dal bordo della mia maglietta. “E tu, invece? Hai mai rimpianto di non poter avere una famiglia?”. Come le parole lasciano la mia bocca, alzo lo sguardo inorridita: da dove è uscita una cosa del genere? E perché devo chiederla proprio a lui? Dal canto suo, l’uomo – lapsus freudiano: volevo dire ‘il vampiro’ – accanto a me non risponde per qualche istante.
“Non ci ho mai pensato, per molto tempo” dice alla fine, con gli occhi puntati al pavimento. “Sai, con Dru non sarei nemmeno riuscito a immaginare una cosa simile: eravamo solo io e lei, dopo che il tuo ex e Darla se n’erano andati ognuno per i fatti suoi – lui a rimuginare sulle sue depressioni, lei a seminare morte e distruzione da sola” aggiunge, con l’ombra di un sorriso. “Avere una vita da umano era un pensiero che mi disgustava: ero immortale, forte, ormai tutti mi conoscevano come ‘Cacciatore delle Cacciatrici’… cosa avrei potuto desiderare di più?”. Finalmente, incrocia il mio sguardo. “E poi mi sono innamorato di te. Hai ribaltato il mio universo, passerotto”. Per un istante il silenzio è tale che riesco quasi a sentire il battito accelerato del mio cuore, ormai da qualche parte vicino alla gola. Poi lui allunga una mano verso di me per sfiorarmi il viso, ma io mi ritraggo distogliendo lo sguardo. Con un sospiro da parte sua, ci alziamo entrambi in piedi mentre io continuo ad evitare i suoi occhi ad ogni costo. “Dunque… siccome adesso sembro un perfetto idiota, ti avviso che finirai male se qualcuno dovesse venire a sapere di questa conversazione: il Big Bad che parla dei suoi sogni di paternità? Non esattamente una manna per la mia reputazione da cattivo” dice lui, con una specie di sorrisetto triste.
“Sì… anche perché riesci ad immaginare un mondo con dei mini-Spike e delle mini-Buffy che corrono in giro? Altro che Apocalisse”. Rido nervosamente. “Allora… pensavo di andare a letto presto, per una vola che ho già fatto la ronda. Tanto tu passi qui domani mattina, giusto?”. Spike annuisce, chinandosi a prendere la sua giacca abbandonata sul tavolino e iniziando ad avviarsi alla porta, seguito da me.
“Quindi… buonanotte, Cacciatrice. Salutami Briciola e tuo padre, se tornano prima che ti addormenti”. E, con un cenno della mano, se ne va. Io, invece, vinco a malapena l’impulso di prendere la porta a testate: mi limito ad appoggiarci contro la fronte, chiudendo gli occhi e rivivendo gli ultimi minuti.
Stupida, stupida Buffy.

N.d.A.: ho davvero finito questo capitolo? Wow, quasi non ci credo. Avevo una mezza idea di dividerlo in due, ma la parte più importante è proprio la seconda quindi non sarebbe stata una cosa molto intelligente. A proposito, spero di essere riuscita a mantenere un tono adatto al discorso abbastanza “serio” degli ultimi paragrafi: ditemi voi!
Intanto, grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee per le recensioni a:

lisachan: sì, anch’io all’inizio (detto così sembra che stia parlando di due o tre ere geologiche fa, mentre sono solo pochi mesi) scrivevo e pubblicavo praticamente all’istante, con risultati spesso agghiaccianti!! Con questo capitolo ci ho messo ancora di più… spero che, almeno, ne sia valsa la pena!!^^

clara: ihihihihihihihihihhi… cuoricini, cuoricini, tanti cuoricini!!^^ Okay, magari non così tanti in questo capitolo… ma prossimamente vedrai!!!

silvia90: aggiorna presto, avevi detto? Ehm… hai presente la storia della visione relativistica delle cose? Nel senso, un mese – contando però anche il periodo in cui il sito era off-line, ovviamente - è relativamente presto rispetto a, per esempio, due. Lo so, non regge come scusa, ma io ci ho provato. Spero che pensi lo stesso anche di questo capitolo!!^^

Shavanna: sì, lo so. Tutti hanno capito tutto (scusa il gioco di parole!!) tranne Buffy… altrimenti detta “La donna con le fette di salame sugli occhi”. Dalle tempo!!^^

lalla86: sì le ultime parole famose… riappacificati? Appunto. Cavolo, mi sento quasi sadica a dirlo così… ma non lo sono, e ti assicuro che finiranno bene!!^^

Happy: ma il punto è: lei lo sta davvero illudendo, oppure è lei che si illude di illuderlo mentre, in realtà, è Spikuccio a trionfare? Aiuto, qui l’unica certezza è che sono pure riuscita a confondermi da sola!!^^ Comunque sì, fai bene a fidarti… o forse no? *sguardo criptico*

Rinoa: di sicuro hai ragione anche tu: molto spesso mi è capitata l’impressione che certi capitoli (anche di altre storie si scrivessero praticamente da soli, o comunque di modificare parte della trama all’ultimo minuto ma con risultati migliori del previsto… il punto è che, con il capitolo quattro, ho passato un sacco di tempo davanti allo schermo senza trovare le parole da scrivere. Mah, mistero!!^^

Melanyholland: davvero davvero davvero è il tuo capitolo preferito della storia? Yaya! Okay, se non sbaglio questa era un’esclamazione di Lorelay in una qualche puntata non meglio identificata di Gilmore Girls (a proposito, la mia nuova fanfiction su questo telefilm dovrebbe arrivare nel giro di poco tempo… promesso, questa volta). Riguardo alla recensione a Home: grazie grazie grazie!!^^ Lo so: credo che, se dovessi incontrare Joss Whedon, rischierei di fargli tanto tanto male, per un sacco di puntate. Oh, come sono cattiva…

MIRS spike: una nuova lettrice? Che bello!!^^ non preoccuparti, perché Spikey sarà più felice nei prossimi capitoli!! Bè, abbastanza… in quasi tutti… ma ci sarà il lieto fine, te lo assicuro!! Comunque, spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo.

Dunque... scusateeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee per il ritardo!!! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, che i personaggi siano in personaggio (è tardi, abbiate pietà) e che la prima parte non sia troppo prolissa… vi prego recensiteeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  
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