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Autore: Lilianne    05/10/2011    1 recensioni
Fra le striature rossastre caratteristiche dell’imbrunire e un paio di nuvole che vagavano solitarie, riuscii a leggere un enorme scritta di colore rosa, evidentemente creata per mezzo di un aereo. Era a dir poco stupenda.
“Vuoi sposarmi?”
C: Oh mio Dio, chissà per chi è quella scr…
Mi voltai all’indietro, e non so come ma ebbi la sensazione che quella scritta in cielo fosse dedicata a me. Il cuore mi saltò in gola e il sangue mi si gelò nelle vene vedendo un Joseph Adam Jonas con occhi sognanti, in ginocchio, esattamente di fronte a me, che stringeva fra le mani una scatolina di un inconfondibilmente color Tiffany & Co. con all’interno un meraviglioso anello di fidanzamento.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Go Run Run!
 

Parla Cristina.
 
Le lenzuola di cotone rosso fuoco coprivano appena le mie gambe nude e stanche.
Le mie braccia erano incrociate sotto il morbido cuscino di piuma.
La finestra completamente spalancata segnava l’arrivo di un tiepido mattino di metà Marzo, mentre un leggero venticello primaverile faceva rabbrividire tutto il mio corpo.
 
Avevamo fatto l’amore tutta la notte, non badando all’orologio che segnava le 3 dei notte.
Mi ero addormentata fra le possenti braccia di Joe come ogni volta, con la sua mano posizionata imperterrita sopra il mio grembo. Come se vi fosse stata attaccata con la colla o l’ attack.
 
Aprii piano piano gli occhi spossata.
J: Buongiorno dormigliona! Sussurrò Joe in piedi di fronte al letto mentre si infilava un paio di pantaloncini corti firmati inevitabilmente Nike.
C: Giorno Adam… dove stai andando di grazia? Domandai io con aria ancora assonnata scoprendomi, rimanendo completamente nuda distesa sul letto.
Vidi gli occhi di Joe collocarsi interessati sopra tutto il mio corpo..
J: Comunque sei migliorata da morire sai? Disse lui malizioso avvicinandosi a me per poi baciarmi con ardore.
C: In che senso “migliorata” non capisco? Chiesi lui mentre era intento ad allacciarsi le scarpe da ginnastica ai piedi.
J: Diciamo che sotto il punto di vista “sesso” la gravidanza ti ha fatto moooooolto bene! Hai molta più energia! Rispose lui ridendo toccando nuovamente la mia pancia rigonfia.
C: Senti, non è colpa mia se sono fuori controllo Maremma miseria! I medici lo avevano detto che gli ormoni mi avrebbero dato più ESIGENZE da SODDISFARE! Affermai io saccente mentre Joe depositò un piccolo bacio sul mio collo freddo.
J: Io vado a correre, sarò di ritorno fra un’oretta al massimo! E vestiti! Sembri una pornostar… incinta per giunta! Gridò Joe attraversando la porta improvvisando una mezza corsetta sul posto, per poi andarsene.
Come facevo ad amarlo così tanto?
 
 
Due ore dopo.
 
Perché non chiamava?
Perché non rispondeva alle mie chiamate?
Perché il suo telefono dava costantemente la segreteria telefonica?
Perché non era raggiungibile?
Perché?
 
In quell’ora riuscii solamente a mangiare.
Mi capitava sempre quando ero in preda all’ansia o al panico, ma solitamente, le abbuffate finivano sempre con mal di stomaco allucinanti.
Terminai la vaschetta di gelato alla fragola che era nel freezer, preparai tre panini con la Nutella e per finire mi spazzolai tutta la crostata nel forno che era avanzata la sera precedente.
Se in casa ci fosse stato Joe mi avrebbe SEVERAMENTE vietato di mangiare tutte quelle schifezze, visto che da tre mesi a quella parte la mia alimentazione si basava solamente su carciofi e barbabietole rosse!
 
Perché?
Perché non tornava a casa?
Perché non veniva?
Perché non si era fatto vivo?
Joe stupido! Joe stupido!
Lui e la sua mania per la corsa!
Accidenti a lui!
 
Dopo poco cominciò ad avanzare il mal di testa e il mal di stomaco, seguito da violenti calci di Tiffany all’interno del mio ventre.
Cominciavano a darmi veramente fastidio.
Non faceva altro che muoversi e muoversi.
Non era mai accaduto prima di allora. Era sempre stata molto calma.
Era forse un campanello d’allarme?
Era forse un segno?
 
Improvvisamente, il cellulare che avevo fra le mani da circa un’ ora, squillò.
Denise.
C: P-p-pronto? Risposi con voce tremante e preoccupata a mia suocera dall’altro capo del telefono.
D: Cristina è successa una cosa orribile! Devi venire immediatamente all’UCLA Hospital! Urlò lei piangendo e singhiozzando contemporaneamente.
C: Denise, cosa è successo? RISPONDI TI PREGO! Strillai io con il cuore in gola, mentre un altro calcio della piccola Tiffany incombeva su di me.
D: Hanno investito Joe! Lo hanno portato in ospedale e lo hanno operato d’urgenza! Dio Cristina vieni qua ti prego! Gridò lei nuovamente in preda alla disperazione e all’angoscia.
 
Non esitai nemmeno per un secondo.
Interruppi la chiamata e senza indugio uscii di casa letteralmente abbattuta.
Cominciai a correre, totalmente incosciente delle condizioni in cui mi trovavo.
Le lacrime cominciarono piano piano a rigare le mie guance.
Sembravano fuoco.
Un fuoco che bruciava, per la rabbia, per il terrore.
Il cuore batteva all’impazzata.
Il fiato iniziò a farsi sempre più corto e assente.
Le gambe sembravano non reggere più.
La testa pareva abbandonarmi, quando, inaspettatamente, non sentii più la bambina muoversi dentro di me.
Il mio cervello suggeriva di  fermarmi, eppure il mio cuore diceva di proseguire.
Dovevo raggiungerlo.
Dovevo vedere se stava bene.
 
In quel momento volevo solo sicurezze.
Solo certezze.
Desideravo solamente sentirmi dire da Denise: “è tutto uno scherzo!”
Volevo solo sentire la voce di Joe, sentire la sua contagiosa risata, aspiravo ad un abbraccio, ad un suo bacio o una carezza.
La sua mano sopra il mio ventre.
LA VOLEVO!
 
Il caldo stava diventando insopportabile.
Il sudore traspirava da ogni poro della mia pelle.
Il sole di mezzogiorno era cocente.
Procedetti solo per pochi metri, quando, ad un tratto, mi ritrovai stremata e senza forze a terra sopra un marciapiede a poca distanza dall’ospedale…
Da sola.
Senza nessuno.
Senza LUI.
 
 
Z: Papà ma la zia è…è…è… morta? Chiese la piccola Zoe seduta sulle ginocchia di un Kevin visibilmente irrequieto al lato del mio letto.
K: No amore mio! La zia Cristina sta solo dormendo! Vedi come il pancione fa su e giù? Indicò Kevin rassicurando la sua bambina alquanto terrorizzata.
Z: Ma lì dentro c’è la mia cuginetta? Domandò nuovamente la piccola al padre.
K: Si tesoro mio, lì dentro c’è Tiffany, la tua cuginetta che nascerà tra poco! Mormorò Kevin, facendosi vedere il meno intimorito possibile dalla figlioletta solo per farla tranquillizzare, anche se in realtà, la situazione era tutt’altro che rosea.
 
Aprii gli occhi cautamente, notando di essere distesa sopra un letto di ospedale, con una flebo al braccio destro e con altrettanti aghi al braccio sinstro.
K: Amore mio vai fuori dalla mamma per un momentino? Il papà deve parlare con la zia per un po’, sono cose da grandi amore! Dichiarò Kevin a Zoe mentre le legava con un elastico i suoi ribelli ricci castani.
Zoe mi guardò stranita. Sembrava essere eccessivamente spaventata, ma sembrò aver afferrato il concetto. Dette un bacio al papà e raggiunse a corsa Danielle, che indossava un paio di occhiali da solo molto grandi, all’esterno della mia stanza.
Era tesa a assolutamente preoccupata mentre prese Zoe in braccio per portarla via insieme al gemellino Matthew che si trovava in compagnia del nonno paterno.
Kevin strinse la mia mano letteralmente impaurito.
K: Cristina come stai? Chiese lui sufficientemente sereno.
C: Dimmi dove è Joe e cosa gli è successo! Kevin dimmelo! Lo fulminai io seria con occhi sbarrati e privi di espressione.
K: Prima tu! Lo sai vero cosa hai rischiato correndo in quella maniera Cristina? Ribadì lui autorevole stringendomi ancora di più la mano.
C: Non mi interessano le mie condizioni! Voglio sapere dove è Joe! Replicai io ancora una volta adirata e grave, anche se al contempo sentivo le lacrime scendere adagio sul mio viso.
K: Cristina, se avessi corso per altri due secondi, avresti avuto una emorragia esterna….ovvero un ABORTO! Lo vuoi capire? Hai rischiato di perdere la
Bambina! Ma cosa ti è saltato in mente eh? Esclamò lui amareggiato avvicinandosi di più a me.
C: E adesso come sta Tiffany? Sta bene vero? Chiesi a Kevin con voce rotta cercando di mantenere la calma.
K: La bambina sta bene per fortuna, ma tu devi promettere che rimarrai serena…capito? Disse lui triste.
C: Ora dimmi come sta Joe! Dove è Kevin? Domandai nuovamente ansiosa e in preda ad una crisi di panico totale.
K: Lo hanno operato. Ha la clavicola fratturata e un braccio rotto….adesso però è in coma…
 
 
 
 

 
Piccoli pensieri dell’autrice:
Mi scuso in ginocchio per il clamoroso ritardo, ma fra vari impegni, STUPENDE SORPRESE, compiti in classe ed interrogazioni, non sono riuscita a trovate nemmeno un briciolo di tempo per postare! Vi chiedo nuovamente perdono!
Da adesso in poi, ci sarà un po’ di tensione nella storia, visto che questo capitolo non è per niente felice, anzi…
Mi raccomando! RECENSITE! Fatemi sapere cosa ne pensate!
Baci
Cri
  
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