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Autore: Satiel    05/10/2011    2 recensioni
In osservanza alle regole dell' ordine arriva il momento per ogni assassino di avere una discendenza.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Al Mualim venne avvisato solo nel tardo pomeriggio, quando le squadre mandate per far ordine sul campo e ripristinare il meccanismo della trappola notarono il corpo di Nasser privo di vita.
A quella notizia l' uomo pensò che quella vittoria gli era costata abbastanza cara, perdere due  assassini di alto rango e un numero cospicuo di novizi non era proprio nelle sue intenzioni.
Sospirò avvertendo nel cuore una strana delusione commista a dolore.Non si era mai affezionato vermante ai suoi allievi,ma indubbiamante ce n'erano alcuni che per una spiaccata dote caratteriale, o un' abilità innata, o semplicemente per nessun motivo, gli erano particolarmente cari.
Sia Malik che Nasser rispondevano a questa descrizione, e l'assenza della loro opera all' interno della confraternita sarebbe pesata parecchio.
- Già, Nasser. Chissà se avrà fatto in tempo a concepire un figlio. - si domandò riflettendo a voce alta.
"Meglio darsi da fare." si propose mentalmente.
" Chissà in che stato deve trovarsi quella ragazza, si saranno tutti dimenticati di lei."
Ordinò che nel frattempo le fosse portato un pasto leggero ,era meglio affrontare le cattive notizie a stomaco pieno,così mentre le dava il tempo per rifocillarsi avrebbe potuto accertarsi delle condizioni dell' altra vittima di questa vicenda, che in questo momento lottava per la sua vita dopo che per estrema necessità gli era stato amputato il braccio ferito.
Malik giaceva privo di sensi sul letto, col viso più bianco delle lenzuola che lo coprivano e le labbra screpolate dalla febbre alta.Il medico che lo aveva operato riferiva che era quasi passato un giorno senza che riprendesse conoscenza e questo non gli permetteva di sperare in un esito favorevole nei suoi riguardi.
Appena poteva, a intervalli regolari, cercava di somministrargli degli infusi per fargli abbassare la febbre e placare il dolore, ma l' assassino non sembrava reagire neppure a quelle cure.
Al Mualim scosse la testa sconsolato,di ferite simili ne aveva viste troppe per poter sperare in qualcosa di positivo,ma il fatto che ancora fosse in vita forse gli concedeva una possibilità.Appoggiò la mano sulla spalla del medico e con fare paterno lo pregò di fare tutto quello che era in suo potere.
- E' una brava persona ,oltre che un abile assassino, non merita di morire,fa del tuo meglio .-
- Non dubitate maestro.-rispose quello con un leggero inchino. 
Controvoglia uscì dalla stanza  e cercando di trovare le parole più adatte, andò a far visita alla donna di Nasser.

Quando la porta si aprì la prima volta, Satiel sentì il cuore battere furioso nel petto per la gioia di vedere l' assassino di ritorno.
Durò giusto il tempo di verificare che quello non era Nasser,ma un altro confratello che le portava da mangiare,e lo sconforto fu enorme.
Non ebbe il coraggio di chiedergli niente,intuendo che non poteva essere stato lui a farle inviare la cena,ma che doveva essere succeso sicuramente qualcosa di grave.
"Forse è ferito." si consolò per non pensare al peggio," e non potendo farlo di persona ha comunque mandato qualcuno."
Si ripropose di chiedere dei chiarimenti alla prossima occasione,quando la portà si spalancò facendo comparire Al Mualim sulla soglia.
Il cuore di Satiel la anticipò sulla triste verità prima ancora di sentirla pronunciare,e il dolore la rese muta.
L' uomo entrò cauto,quasi timoroso di invadere il suo stato d' animo,chiuse con delicatezza la porta e si fermò a fissarla, in piedi davanti a lei.
Quello che vide fu una persona infranta e spaventata contorcersi le mani in modo spasmodico,con negli occhi impressa vivida la domanda di un nome : "Nasser?"
Notò che per ben due volte aveva lasciato da parte il cibo,e si meravigliò che in così breve tempo si fosse potuto formare un legame tanto profondo tra i due per farla stare così male.
Sarebbe risultato enormemente problematico riuscire a spezzarlo.Decise di prenderla con circospezione tentando di stabilire un legame di reciproca fiducia in modo da indurla a lasciarsi guidare facilmente sulle scelte per il suo fututro.
- Figlia mia,non hai mangiato nulla finora ? - Satiel fece cenno di no con la testa.
- Non ti fa bene privarti così a lungo del cibo. Pensi di riuscire a inghiottire qualche cosa se ti faccio compagnia ? Mentre mangi potrei parlarti del tuo uomo. - cercò di convincerla utilizzando un innocuo ricatto.
- Nasser prima di andare mi aveva avvisata che se vi avessi visto avrebbe significato che gli era successo qualcosa di brutto. -
L' assassino si complimentò col suo allievo per la capacità organizzativa che aveva dimostrato,ma lo rimproverò bonariamente perchè non gli lasciava altra scelta che dire brutalmente la verità a quella ragazzina.
- Penso allora che non sia diffcile per te capire quando ti dico che non lo vedrai mai più.- A quelle parole fu come se la forza vitale la abbandonasse. Vedendola piegare il mento sul petto scossa dai singhiozzi,l' assassino provò a consolarla.
- Mi dispiace, non fare così.Capisco che non sia facile per te ,ma non ti ha abbandonato in mani ostili. L'ordine si prenderà cura di te,non temere. -
Le appoggiò la mano sulla spalla aspettando che alzasse il capo per guardarlo.Satiel percepì il suo tocco freddo e controllato,così diverso dal calore che sprigionava la mano di Nasser.Alzò il capo come fulminata, incrociando i suoi occhi.
- So che è ancora molto presto per dirlo,ma hai motivo di pensare che aspetti un figlio da lui ? - giunse subito al sodo.
"Menti"  le sembrò di sentirsi dire all'orecchio, "avrai più tempo per decidere"
- Si, ma ancora non ne sono sicura. - rispose sperando che non si accorgesse della sua bugia.
Sulla faccia del vecchio si dipinse un sorriso bonario che Satiel trovò viscido e falso.
- Molto bene. - Al Mualim raddrizzò la schiena, e sottolineando le sue parole con i gesti delle mani per apparire più persuasivo le fece una proposta.
- Mia cara ,ti andrebbe di svolgere in questo breve periodo di verifica della tua condizione, dei lavori leggeri per l' ordine? Naturalmente ti sarà chiesto di prestare il tuo aiuto  nella mensa ,o in infermeria,in compiti leggeri.Ho notato che molte volte l' operosità aiuta a riacquistare l' equilibrio interiore.-
Satiel lo ascoltava apatica, reputando inutile la sua domanda considerato che nella sua posizione non poteva fare altro che accettare qualsiaisi cosa le venisse proposta.
-Te la senti se ti presentassi al medico della fortezza per dargli una mano? Potrebbe essere un' esperieza piacevole che oltretutto arricchirebbe la tua conoscenza personale. -
Al Mualim pensava veramente al bene della ragazza in quel momento, ancor più motivato all' idea che portasse in grembo il figlio di Nasser, quindi fu con estrema gioia che vedendola accettare le chiese se desiderasse incominciare fin da subito.
- Perfetto. - concluse.
- Ora è rimasta un 'ultima cosa che devi fare. -
Satiel lo guardò smarrita.
- Che cosa,mio signore? -
- Mangiare tutto quanto.-
E si sedette sul letto affianco a lei aspettando che finisse.

I ricordi che aveva riguardo ai medici della sua infanzia non rievocavano immagini di persone gentili,dai modi calmi, col sorriso sulle labbra e comprensivi dinnanzi alla più insistente delle lamentele.Erano per lo più persone saccenti, disposte a giustificare ogni sintomo,anche quello che si negava di avere, con stravaganti tesi metafisiche che univano improbabili concetti filosofici a farneticazioni da ubriacatura.
Se chiudeva gli occhi e si sforzava di focalizzare il ricordo che aveva impiegato più o meno un paio d'anni a far svanire, Satiel era ancora in grado di percepire su di sè la stretta ferrea del ciarlatano che i suoi genitori si ostinavano a chiamare per ogni sbucciatura della ginocchia che si procurava nei suoi giochi all' aperto,mentre con l' altra mano era impegnato a versarle sulla ferita aperta liquidi di varia natura, tutti dolorosissimi quanto inutili, che dovevano servire  a suo dire ad accellerare il processo di guarigione.
Nel tragitto impiegato per raggiungere l' infermeria, immaginava quindi di sentire le urla dei pazienti sottoposti a cure simili a torture,abbandonati nelle mani di una specie di sadico che nel tempo libero si dedicava a discutere di filosofia, pentendosi di non aver subito rifiutato la  proposta proponedo una scusa qualsiasi.
Quando le venne presentato il medico della fortezza,dovette ricredersi su tutto quello che aveva immaginato.
Hassam era una persona che infondeva pace con la sola presenza, esile di corporatura, coi capelli spruzzati d'argento e un gran sorriso cordiale.
I suoi gesti erano armoniosi e aggraziati, e le mani particolarmente curate lasciavano intendere che anche se indossava la veste da assassino in realtà aveva maneggiato  le armi ben poco.
La accolse  con gran calore, come se la conoscesse da sempre ,facendola  sentire a suo agio nonostante il completo disorientamento iniziale.
Le fece subito cenno di avvicinarsi, congedando l' assassino che l' aveva accompagnata.
- Benvenuta,mia cara. Spero che questo sia il primo passo verso un fututro di ottima collaborazione. Il mio nome è Hassam, lieto di conoscerti Satiel. -
La ragazza rimase contrariata di come Al Mualim fosse stato zelante nel curare la sua presentazione,anche se fu felice che le fosse risparmiata tutta la parte dei convenevoli.
- Piacere mio, spero di esservi utile. - rispose pacata.
- Posso chiederti di aiutarmi subito con i bendaggi? abbiamo dei casi che richiedono molta attenzione. -
Satiel fu contenta che non perdessero tempo,non aveva la minima voglia di parlare di niente, desiderava tenere la mente occupata  e stancarsi a tal punto dal crollare esausta  nel letto in un sonno senza sogni.
Hassam la presentò a tutti i malati che aspettavano le sue cure, assegnandole compiti facili come passargli i vari oggetti che le chiedeva o recuperare le bende e gli indumenti che andavano sostituiti con altri puliti.
La ragazza lavorò senza sosta, animata da uno strano spirito di abnegazione,scoprendo con gioia alla fine della giornata di essere stanca quel tanto da permetterle di chiude subito gli occhi non appena avesse appoggiato la testa sul cuscino.
- Sei stata veramente in gamba per essere la prima volta che ti cimenti in un lavoro del genere. - si complimentò con lei il suo nuovo insegnante.
- Se lo desideri puoi andare, adesso devo occuparmi di un caso molto grave ,che penso non sia adatto alla tua vista inesperta. -
Satiel non voleva essere congedata, non voleva rimanere sola,aveva paura che una volta uscita di lì avrebbe ricordato tutto.Decise di farsi avanti pensando che era meglio distrarsi con un simile spettacolo piuttosto che permettersi di ricordarsi della realtà che la aspettava fuori della porta.
- La vista del sangue non mi impressiona, permettetemi di assistervi.- tentò di convincerlo.
L' uomo la guardò pensieroso.
- Sei sicura ? Ti avverto il paziente è molto provato, è incosciente da molto tempo e per cercare di salvargli la vita ho dovuto amputargli un braccio.Ho notato che non svieni facilmente,ma è ridotto veramente in pessime condizioni,io stesso dubito che non supererà la notte nonostante tutti i miei sforzi.- rispose triste.
- Da come ne parlate è una persona che vi sta molto a cuore. - e così dicendo percepì il familiare nodo di dolore formarsi in fondo alla gola.
- Capisco cosa provate, lasciatemi venire con voi. -
- Sei molto forte per essere così giovane.Capisco perchè Nasser ti ha scelta. - le sue parole volevano essere affettuose  e concilianti,  invece scatenarono dentro di lei l' inferno, richiudendola su se stessa.
Il suo silenzio contrito lo convinse ad accettare, e le fece cenno di seguirlo.
- Ho preferito collocarlo in un luogo tranquillo, non volevo che avesse motivo di agitarsi nelle sue condizioni,ma devo arrendermi all' evidenza che non è servito a nulla.Credo abbia perso la voglia di lottare. -
- Come ha fatto a procurarsi una ferita così grave ?- domandò incuriosita.
- Ha tenuto testa a Robert de Sable in persona e ai suoi uomini migliori praticamente da solo, è riuscito a sfuggirgli e arrivare sin qui.Non deve essere stato facile. -
Satiel rimase colpita, le sembrava di aver già sentito quel nome, ma non ricordava bene a proposito di cosa. Una brutta sensazione incominciò a strsciarle dentro avvisandola che qualcosa di negativo stava per accadere.
- E' qui dentro. - disse fermandosi di fronte ad una porta.
- Anche se non è cosciente, non fare troppo rumore,le orecchie non smettono mai di funzionare. - si raccomandò.
Satiel entrò in una piccola stanza dall' aspetto intimo e raccolto, una finestra con le imposte socchiuse lasciava filtrare una debole luce che a malapena illuminava l' uomo allungato sul letto.
l' odore di sangue tipico di una ferita aperta era molto forte,sebbene sul tavolo vicino al letto fosse stata collocata appositamente una bacinella contenente olio di bergamotto per purificare l' aria pesante.
Si avvicinò cauta a quella figura distesa che sarebbe potuta benissimo essere già divenuta cadavere se un lento alzarsi e abbassarsi del lenzuolo che le ricopriva il petto non avesse tradito la sua immobilità.
L' uomo che era con lei  aveva incominciato a preparare il necessario per la medicazione lasciando imprudentemente che diminuisse ancora le distanze dal malato,potendo così osservare meglio le labbra esangui e il colorito terreo.
La ragazza pensò che nessuno meritava di fare una fine così orribile, e mossa da un sentimento di pietà gli accarezzò con tenerezza il volto.
Aveva dei bei lineamenti, doveva anche essere molto giovane perchè il suo viso non era provato dai segni del tempo e del sole come lo era quello di Nasser.
Ad osservarlo meglio le sembrò avere un aspetto familiare.
- Dio mio! - si lasciò sfuggire riconoscendolo.
- Cosa c'e', e' morto ? - domandò preoccupato Hassam girandosi di scatto a quella esclamazione.
- Malik! Hassam, questo è Malik, non è vero ?- disse mentre il dolore le serrava il petto.
- Si ,è lui,come fai a conoscerlo ?- chiese stupito.
- Hassam , vi prego ,salvatelo! - supplicò aggrappandolsi lieve alle maniche della sua veste.
- Calmati, sto facendo di tutto. - la rassicurò cercando di scansarla.
- Se vuoi dargli una mano,sollevagli il capo usando la massima cura, dobbiamo cercare di farlo bere.-
Hassam rimase spaventato dalla reazione  esagerata della ragazza, che non solo l' aiutò a somministrargli le medicine  e medicargli la ferita con incredibile solerzia,ma insistette per rimanere con lui per essere presente se avesse notato qualsiasi cambiamento.
- Satiel, ti ho già spiegato quanto gravi siano le sue condizioni. - cercò di farla ragionare con dolcezza.
- Io so che ce la può fare,lasciami con lui,non farò niente che possa infastidirlo,voglio solo rimanere con lui. - lo scongiurava insistntemente.
"Povera bambina" pensò il medico "sta cercando di fare per lui tutto quello che non è riuscita a fare per Nasser."
Non voleva lasciarla sola ad assistere alla lenta morte di Malik.Se esisteva una possibilità che fosse incinta ,come gli aveva spiegato Al Mualim, non era certo quello il modo per farle portare a termine la gravidanza con successo.L' uomo si sentiva combattuto.
- Vorrà dire che faremo a turni. Per il momento inizi tu,dopodichè verrò a darti il cambio,e senza discutere andrai a riposarti, intesi? -
Satiel accennò un si con la testa,troppo sconvolta per parlare.Si accostò a lei e le diede gli ultimi consigli.
- Bagnagli le tempie e le labbra.Se ti va puoi scendere sul collo e sul petto,ma non lo scoprire,ha perso molto sangue e deve rimanere caldo.-
La ragazza ascoltava avida ogni  sua parola per non trlasciare niente che potesse giovargli.
- Ho portato un pò di latte fresco col miele.- aggiunse fissandola con tenerezza.
- E' per tutti e due. - le disse provando a rincuorarla.In realtà dubitava che Malik ne avrebbe assaggiato un sorso,ma lei doveva sperarlo.
- Va bene maestro, fidatevi di me. -lo rassicurò.
Hassam sospirò rassegnato e fece per lasciarli.
- Non ti dare la colpa di niente Satiel, solo Dio decide della vita degli uomini. - e uscì richiudendo la porta dietro di sè. 
La ragazza non perse tempo,si posizionò vicino all' assassino e bagnandogli le labbra incominciò a parlargli aprendogli il suo cuore.
- Sai Malik, da quando ve ne siete andati sono successe un sacco di cosa brutte.Non so bene per quale motivo ,ma siamo stati attaccati e Nasser ha dovuto lasciarmi per difendere la fortezza assieme agli altri.Una mattina Al Mualim in persona mi ha detto che non lo avrei più rivisto,ma io ho ancora il suo pugnale con me, e immagino sempre che torni per ridarglielo.Mi è rimasto solo il suo pugnale Malik,insieme al ricordo di quei pochi momenti che abbiamo passato  insieme.Mi manca tanto,era un uomo buono.Non seguirlo ,ti prego.Resta assieme a me. -
Parlò con lui tutta la notte.

Hassam era preoccupato per la brutta piega che stava prendendo quella storia.Quando Al Mualim lo aveva avvisato che gli sarebbe stata affidata una giovane in custodia per farle superare  più velocemente la perdita che stava affrontando ,non avrebbe mai pensato che sarebbe stata un' impresa tanto problematica.
Prendersela così a cuore per un ' assassino che  vagamente poteva ricordarle la condizione del marito gli sembrava troppo! Nemmeno le era stato detto come era morto Nasser,di questo era sicuro, perchè era stato caldamente intimato di tenere quel segreto per sè,visto le condizioni in cui ha dovuto ricomporre i suoi miseri resti.
Entrò nella stanza col cuore greve,non meravigliandosi nel notare che  lei non aveva chiuso occhio per un momento , continuando in maniera ossessiva a bagnargli le labbra e la fronte con una pezzuola.
"Almeno ha bevuto un pò di latte e miele" constatò con sollievo vedendo la tazza vuota.
- Maestro venite, penso stia meglio,ha riacquistato colore. -sussurrò piano Satiel.
"Questo sarebbe un miracolo!" pensò l'assassino  avvicinandosi al corpo ancora privo di sensi di Malik.
E invece la ragazza aveva proprio ragione,le guance erano passate da un grigio malsano a un lievissimo color carne,e dall' espressione dei muscoli facciali sembrava che qualcuno stesse sognando o pensando dietro quegli occhi chiusi.
- Cosa gli hai fatto ?- domandò scettico.
- Gli ho somministrato i farmaci che mi avete dato secondo le vostre istruzioni,maestro,in più sorso dopo sorso ha bevuto tutto il latte col miele.E' stato molto faticoso tenergli la testa sollevata per non farlo soffocare visto che non collaborava per niente, ma alla fine posso dire che ci sono riuscita! -
Era raggiante,gli occhi brillavano di quella luce splendida di chi ha vinto una dura prova,e gli ottimi risultati parlavao per lei.Hassam fu costretto suo malgrado a ricredersi nei suoi riguardi.
- Bhé, che dire, sono un maestro molto fortunato! - le disse sorridendo.
Le appoggiò con fare affettuoso una mano sulla spalla, deliziato dal sorriso spontaneo e complice che lei gli riservò.
Strani pensieri occuparono la sua mente in quel breve istante,riscoprendosi a pensare al senso di benessere di trovarsi in sintonia con qualcuno, di non aver timore di far trapelare la parte più sensibile del proprio cuore, e concludendo che la stanchezza giocava davvero brutti scherzi.
-  Adesso vatti a riposare.No - bloccò immediatamente la protesta della giovane.
- Almeno un' ora ,o non ti permetterò più di prenderti cura di lui. -
Lo sguardo del medico era ferreo e preoccupato,Satiel sapeva per esperienza che non si poteva avere la meglio in situazioni del genere.
- Torno subito,prendo un pò d'aria. -lo aggiornò sulle proprie intenzioni.
Si alzò e con grazia uscì dalla stanza chiudendo la porta senza fare rumore.
- Malik,svegliati ora, non puoi farle un torto simile. -
Parlò con l' assassino addormentato,certo che lo sentisse.




 

  
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