Harry
aveva aspettato lungamente che finalmente “quello” si allontanasse dalla sua
Ginni, ma non c’era verso. Sua...lo era mai stata poi? Cominciava a pensare di
avere vissuto tutto in un sogno. Un dolcissimo sogno che era stato sopraffatto
da un incubo: il suo grande amore con un altro. Era uscito nel parco per
scappare dalle grinfie di Cho Chang e li aveva visti in riva al lago a giocare
a farsi prendere dalla piovra gigante. Il suo cuore aveva avuto un sussulto…di
gioia quando la piovra aveva afferrato Draco per una gamba. Ancora un metro e
la piovra se lo sarebbe mangiato. Harry era disposto addirittura ad
andare al suo funerale in cambio di questa grazia. Si avvicinò un po’ di più
per godersi meglio la scena, ma Ginni lo vide. Era sembrata spaventata? Si era
sentita in colpa? Non lo sapeva, ma quell’eventualità sembrò ridargli forza o
piuttosto gli diede totalmente di volta il cervello: lui era Harry Potter, il
sopravvissuto, erano gli altri a cadere ai suoi piedi, non il contrario, MAI.
Il ragazzo camminò verso Ginni gonfiando il petto e ostentando una nonchalance
tale che la ragazza dovette fare un tremendo sforzo per trattenersi dal ridere
davanti a quel tacchino sculettante.
-
Ciao
Ginni, come stai? –
-
Bene
grazie...ehm...e tu? – domandò impacciata.
-
Tutto
bene, magari un po’ di stanchezza, sai com’è il mio fan club mi tiene molto
occupato – rispose con noncuranza osservando il leggero incrinarsi del suo
dolce sorriso.
Chissà
perché ora lo irritava, forse era il pensiero che lei sorridesse a “quello”
invece che a lui. Ginni si voltò verso il lago sperando che Draco la traesse
d’impiccio, ma lui stava lottando con la piovra. Quello sguardo mandò in tilt
il cervello, se l’era visto rivolgere così spesso nel passato che credeva che
la piccola Ginni non potesse guardare così nessun altro che lui, il suo
migliore amico, il suo protettore (N.d.Ciack -in un altro contesto suonerebbe
davvero male questa affermazione-). Ecco, ora aveva bisogno di farla sentire in
colpa, farle capire l’enorme errore che stava facendo e prima che lei potesse
scappare via con una scusa o corresse ad aiutare il suo nuovo ragazzo le disse:
- Sai spero davvero che tu possa essere felice con lui -.
La
Grifondoro spalancò gli occhi, cosa aveva sentito?
-
non
guardarmi così – continuò, attingendo alle sue migliori doti di attore – con te
ho fatto molti errori, ti ho fatta soffrire…e ti giuro che mi dispiace – si
affrettò ad aggiungere – ma se ora sei felice, beh, allora va bene anche a me.
Solo che – e qui lanciò uno sguardo di pietà a Draco che era saldamente
ancorato a un tentacolo vorticante della piovra – ti consiglio di non
mostrargli mai la foto che hai nel diario,
quella
in cui indossi sorridendo
il
mio maglione lungo sulle mani (grazie Hermione per avermelo detto)
che risaltava il tuo
delizioso piccolo seno (Ginni
se lo coprì con le braccia e inarcò le sopracciglia. Non sopporta che le si
rinfaccino le sue misure mini)
ti ricordi le corse in
bicicletta di quella primavera?
Sedevi sul manubrio e il
vento profumava di te
di quel tempo di noi due
ormai solo fotografie (e qui si mostrò profondamente
addolorato, ma appena Ginni cercò di parlare, lui le poggiò un dito sulle labbra
e si fece forza)
mi sarebbe piaciuto rifarlo,
ma ora non vorrai più
ricordo ancora il primo
giorno che ti vidi (NdCiack – si ricorda solo di averla
trovata terribilmente piatta di seno, una bambina sempre scalza che si
arrampicava sugli alberi meglio di tutti gli altri)
scusami non è giusto dirti
questo (faccia mortificata)
il tuo cuore appartiene a un
altro
parla male di me senza
alcuna pietà
me lo merito e saperlo non
sai il male che mi fa
se solo non fossi così
stupido (Ginni annuì, ma Harry
non mollò)
Non dirgli mai
che in vacanza siamo stati a
letto per un giorno intero
e per la paura di quel
temporale come mi stringevi
sai (e
qui Harry arrossì lievemente e sembrò impacciato)
sembravi così indifesa, in
quel momento di scompiglio
ero felice di proteggerti (NdCiack –non dice che ne ha
approfittato per far considerazioni sul suo seno, i suoi fianchi e la vita
sottile)
e ora invece solo un gran
cordoglio.
Non dirgli mai
di come è stata bella quella
notte al mare
nel mio mantello aspettavamo
stretti che arrivasse il sole
e siccome eri in ritardo per
te infransi il regolamento
e ti portai di corsa a casa
con la magia (NdCiack non
aggiunge che voleva correre dal fioraio per scegliere i fiori migliori da
portare alla figlia del barista)
Non dirgli mai
spegni il fuoco che brucia
dentro di te
e nascondi quegli occhi
rossi se pensi a me.
Ma se lui ti stringe le mani
respira più forte dicendo che l’ami
la sua vita è più bella da
quando ci sei
gli fai male se un giorno
parlando di noi
hai una lacrima ancora per
me. (Ginni rimase sconcertata,
come sapeva che spesso era accaduto proprio così? Che avesse chiesto a Gazza,
il custode, di puntarle addosso le telecamere de “La Scuola del Grande
Bidello”?)
Non dirgli mai
che sono io il primo che ti
ha fatto sua (la ragazza
arrossì violentemente)
che per anni ti ho amata
cercando di dimenticarti
che proprio quando mi sono
dichiarato, ho rovinato tutto (Draco gridò aiuto, ma nessuno lo degnò di uno
sguardo)
e ora che a causa mia ti ho
perso mi sembra di impazzire
Non sai che io (Harry
era rosso in volto, le sue emozioni si erano poco a poco trasformate in un
canto sempre più impetuoso. Avrebbe voluto avercela con lei, ma era furente
solo con sé stesso. L’amava davvero, come aveva potuto essere così idiota?
Doveva dirglielo, forse era la sua ultima chance)
ti amo piccola, per te sto
soffrendo
troppe volte ti penso in
piena notte e parlo singhiozzando
mi faccio male quando i tuoi
ricordi voglio cancellare
chiusa nel cuore ti porterò
sempre oh mio grande amore.
Io t’amerò minuto per minuto
tutta la vita
sappi che per me la nostra
storia non è mai finita.
Draco li raggiunse improvvisamente, senza che
nessuno dei due se ne fosse accorto, immersi come erano nei sentimenti, negli
occhi e nel cuore reciproci. Mise le braccia attorno al busto di Ginni ed
esclamò – Potter ora lei è mia -. La frase suonò come una fucilata ed entrambi
i ragazzi sobbalzarono. Harry guardò speranzoso la ragazza, ma i loro occhi
rifiutavano di incrociarsi. Era pallida come un cencio e si mordeva il labbro,
totalmente sconvolta. Il Grifondoro interpretò quel silenzio come l’assenso
alle parole del suo rivale – Va bene. Ho capito – e così come era venuto, uscì
di scena.