Anime & Manga > Digimon > Digimon Adventure
Segui la storia  |       
Autore: Mami93    05/10/2011    1 recensioni
tk e kari sono amici,ma nessuno dei due sa di essere innamorato e ricambiato.la loro amicizia potrebbe diventare qualcosa di più, ma l'ostilita di lei verso l'amore e la nuova ragazza di lui faranno credere ai protagonisti che l'amore è tutto qui,fatto di sospiri,baci e nulla più. prima fanfic sui digimon,spero vi piaccia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
tu sei impostante x me

Fuori il sole scaldava la temperatura, e faceva davvero caldo, finalmente direbbe qualcuno. Tantissimi, tra bimbi e ragazzi, passavano con borsoni più o meno grandi: probabilmente andavano tutti in piscina. Kari uscì dal bagno con ancora i capelli bagnati. Quella notte aveva fatto caldo, e anche lei e i suoi sogni avevano contribuito a surriscaldare l’aria. Non si ricordava molto, sapeva solo che la mattina si era svegliata in una pozza di sudore, e che aveva pensato molto. Per questo decise di concedersi una balla doccia, ma non prima di aver spalancato tutte le finestre. Si diresse verso la camera, e lì, in piedi, di fronte al letto, capì quanto quella notte era stata agitata. Il cuscino sembrava invecchiato in una notte sola da quanto era rugoso e rattrappito, e al centro del letto un ammasso di lenzuola erano la prova di quanto poco tranquilla quella notte fosse stata. Sospirò sommessamente ripensando a ciò che aveva deciso e prese senza tante scuse né gentilezza le lenzuola. Le mise nella lavatrice, ma proprio quando alzò gli occhi, si accorse che quella avrebbero dovuto aspettare: era rimasta senza detersivo. Sarebbe dovuta andare al super mercato quel giorno, ma il caldo non la invogliava affatto. Tornò in camera e dall’armadio estrasse le lenzuola pulite.  Intanto che rifaceva il letto rivisse mentalmente la notte precedente: dopo quel che a lei sembrava un’eternità era arrivata alla conclusione che non avrebbe fatto cenno a nessuno di quello che era successo il giorno, o meglio, la sera prima. Aveva deciso che non si sarebbe fatta compatire. Era pur sempre suo amico, e per lui doveva essere felice. Andò in cucina per fare il punto della situazione: a quanto pareva sarebbe tornata dal supermercato con non poche borse, praticamente aveva frigo e mensole vuoti. Sobbalzò quando sentì suonare il campanello. Era così assorta da avere certe reazioni? Aprì la porta ancora molto sorpresa e sfoggiò il suo miglior sorriso alla vista della sua amica

 

 

“ciao Sora” fu ciò che la ragazza sentì prima ancora di aver visto chi fosse stato a suonare il campanello

“Matt! Qual buon vento ti porta?” fu l’ironica risposta

“era un po’ che non ti vedevo, allora ho deciso di venirti a trovare” quel giorno tirava aria allegra “sai che sei cambiata molto da ieri sera?” disse il ragazzo non appena fu entrato voltandosi verso la ragazza ancora in pigiama “dì la verità, da quant’è che ti sei alzata?” lei sbuffò e si risedette per finire la sua colazione

“io non ho prove su prove, e il giorno che posso dormire mi piace prendermela comoda”

“vedo” Sora gli fece la linguaccia mentre lui scoppiava a ridere

 

 

“cos’è successo ieri sera?” la sua maschera, che aveva costruito tanto abilmente, non era fatta altro che di cartapesta, alla cui minima goccia d’acqua si scioglieva, e Yolei era un fiume in piena, ragion per cui non sarebbe mai e poi mai durato il suo trucco, non con lei. Era imbarazzante, non era riuscita a tenere l’inganno neppure per un minuto, era stata subito scoperta.

“vuoi entrare?” provò a divagare

“si” ma non appena fu dentro si voltò di scatto “con me non attacca,cos’è successo?”

“scusami eh, non per farmi i fatti tuoi, ma chi ti dice che sia successo qualcosa?” provò a scherzare, ma non funzionò: lo sguardo di Yolei le fece pensare di aver commesso un’enorme sbaglio a parlare così

“ho sentito Akinoru e mi ha detto che te ne sei scappata via!”Akinoru, ovvio, e chi altro se no?

“ok, ora ti racconto” anche perché non ho alternativa, pensò la minore

 

Da quando si era fidanzata con Tai aveva perso di vista Matt, e rifarsi viva non appena aveva lasciato il suo ragazzo, dando l’impressione di usarlo come rimpiazzo, le sembrava leggermente imbarazzante, ma per fortuna,  lui non la pensava allo stesso modo, accogliendola calorosamente. Era proprio vero che gli amici si vedono nel momento del bisogno. Avevano ritrovato la schiettezza di sempre in poco tempo, e ben presto si trovarono ad essere sempre insieme. Nella settimana precedente al concerto passarono molto tempo assieme, ma gli ultimi due giorni erano praticamente inseparabili. Non che questo la infastidisse, ovviamente. Anzi, quando era in sua compagnia il tempo volava, e tutto si trasformava. Quando stava con Matt tutto era più semplice, ogni problema si risolveva facilmente, grazie anche al suo contributo, così semplice eppure così necessario per la ragazza. Quel giorno sarebbero andati alle prove insieme, e lì avrebbero  pranzato. Non si sentiva indispensabile, ma sapeva che l’agitazione dei componenti del gruppo lo contagiava, agitazione che non era normale per Matt. In quei momenti si trasformava, diventava irresponsabile al massimo, e se non aveva sempre qualcuno con se che gli ricordasse per filo e per segno cosa fare era la fine. Era di la che l’aspettava, e ormai da quand’era entrata in bagno erano passati 45 minuti, sufficiente  ripicca delle sue battute mattutine. Uscì pronta e preparata, ormai da 20 minuti, e lo guardò. Era ancora seduto sulla poltrona su cui si era buttato e faceva zapping. Non appena la vide uscire spense la tv e la guardò esasperato

“pensavo fossi affogata!”

“a dir la verità ero pronta già 20 minuti fa” Matt la guardò scioccato, poi scosse la testa alzandosi

“andiamo che è meglio”

 

 

Raccontò tutto all’amica, anche se sotto costrizione. Sorvolò su molti particolari e dettagli, ma ben presto cambiò argomento: come si era ripromessa, avrebbe accettato l’idea.

“posso… posso dirti una cosa?” era evidentemente in imbarazzo “io… io e Ken… ci siamo messi insieme!” fu l’euforica dichiarazione “mi ha portato sul ponte e mi ha detto che gli piacevo, che sperava di essere ricambiato. Io l’ho rassicurato dei miei sentimenti e dopo avermi sorriso mi ha baciata!” Kari non capiva più nulla, Yolei l’aveva stordita, ma era felicissima per lei, di questo ne era certa.

 

 

Il campanello risuonò un’ennesima volta, e quando non ricevette risposta si voltò per andarsene. Il ragazzo pensava di trovarla in casa, o almeno ci sperava. Scese il primo scalino quando vide salire colei che cercava, carica di borse da fare paura. Lei si bloccò sulle scale un attimo quando lo vide

“ti cercavo”

“ero al supermercato” si giustificò la ragazza. Si fece aiutare a portare dentro le borse

“mi spiace di accoglierti così, ma non aspettavo visite, e ho colto l’occasione per metter un po’ in ordine casa”

“tranquilla, ormai ci sono abituato al casino, con tuo fratello ci ho fatto il callo ormai”

“si, diciamo che è servito a qualcosa”

Tk e Kari. Finalmente insieme, finalmente uno di fronte all’altra

“sei sparita dalla circolazione?”

“no, perché?”

“non ti ho più vista”

“indaffarata” il ragazzo sorrise allegramente

“ieri sera è successa una cosa…” cominciò Tk

“devo preoccuparmi?” non sapeva perché, ma aveva deciso di attuare la tattica dell’indifferenza

“no no, semplicemente io e… e Mizuki ci…”tentennò il ragazzo mettendosi una mano dietro la testa. Evidentemente era in imbarazzo, il perché lo sapeva solo lui “ci siamo messi insieme” Tk la guardava in attesa di una reazione

“lo so” perché non era riuscita a controllarsi? Perché non aveva tenuto il gioco? Il biondo la guardò sorpreso “vi ho visti insieme, baciarvi, e ho intuito tutto” spiegò Kari. L’amico sbatté un paio di volte gli occhi

“e… quindi che ne pensi?”

“che non me ne può importare di meno” uno schiaffo avrebbe sortito lo stesso effetto

“co… come scusa?” domandò incredulo

“vuoi la mai opinione giusto? Bene, è ciò che penso, che non me ne importa nulla” Tk la guardò sbigottito, come poteva dirgli certe cose?! Certo, da lei ha sempre cercato la verità, ma mai così cruda. Non sapeva più cosa dire, cosa fare, era rimasto di stucco “scusa” finalmente si decise a dire la ragazza

“è… è vero? Intendo, ciò che pensi?”

“ha importanza?”

“si, lo sai che per me ha sempre importanza ciò che pensi e dici”

“e allora perché questa volta non me ne hai voluto parlare?” come mai usava quel tono maledettamente acido con il suo migliore amico?

“come scusa?” il ragazzo non riusciva a capire, il suo cervello era in standby

“le altre volte mi hai sempre raccontato tutto, come mai questa volta mi hai tenuta estranea ai fatti?” improvvisamente tutto gli fu chiaro, aveva capito cosa Kari intendesse, ma non sapeva darle una risposta, perché neppure lui sapeva perché si fosse comportato in quella maniera

“io… non so. Kari sul serio, non so come risponderti,non l’ho fatto per ripicca. Giuro che non era mia intenzione tenerti all’oscuro”era sincero, ma quelle scuse suonavano così finte, senza emozioni, quasi prefabbricate

“da quanto la conosci, se posso sapere?” chiese come per avanzare, andare oltre a quelle false scuse

“una settimana ormai, perché?” domandò incuriosito

“nulla… non è un po’ presto?”evidentemente Kari aveva deciso di far chiarezza in quella situazione

“scusa? Quindi… quindi tu ti saresti arrabbiata perché… perché la conosco da troppo poco tempo?”

“bhè, no, a dir la verità io sarei più arrabbiata perché sei venuto qui a gongolare della nuova conquista”esclamò appoggiando una mano sul fianco guardandolo in tono di sfida. Il ragazzo non rispose, la fissava incredulo. Non riusciva a credere alle sue orecchie, davvero credeva questo? Kari ne approfittò per rincarare la dose “hai oltrepassato la soglia e mi hai subito annunciato il tuo fidanzamento. Dimmi, quant’è che non ti fai più vedere? E cos’è la prima cosa che mi dici? Che ti sei fidanzato. Bene, mi fa piacere, sono contenta per te” sbottò la ragazza. Era uscito, tutto quello che pensava le era uscito di bocca, e con una foga spaventosa, non si era neppure accorta di ciò che faceva, ma Tk si, perché cambiò espressione

“ah, quindi sarei io che non mi sono fatto più vedere giusto? Mi pare che anche tu non sia stata poi così fremente di cercarmi, o sbaglio? Se proprio ci tieni a saperlo ieri sono passato sotto casa tua, ed è lì che ho deciso che sarei venuto a trovarti, il giorno dopo. Oggi. E a quanto pare, eccomi qui. E tu? Tu hai forse pensato a risolvere questa lontananza?”disse amaramente. Non ricevendo risposta voltò le spalle per andarsene, ma si ricordò subito di una cosa “a proposito, domani ci sarà il concerto di Matt, lui ti ha invitata, ha detto che se vuoi venire sei la ben venuta… a quanto pare non sono venuto qui solo per raccontarti di Mizuki…” detto questo fece per uscire definitivamente di scena, quando Kari lo fermò

“Tk…” sussurrò “io… ti prego, scusami” il ragazzo la guardò negli occhi, e notò una nota malinconica

“mettiamoci una pietra sopra, ok?” chiese appoggiando una mano sulla maniglia della porta. Lei annuì debolmente fissandolo, quando le sorrise debolmente e se ne andò, lasciandola sola in casa con i suoi pensieri. Perché aveva reagito così? Non si doveva farsi compatire dagli altri, ma non doveva litigare con il suo migliore amico. Tutte quelle cose, seppur vere, non doveva dirgliele. Non era la prima volta che litigavano, non sarebbe stata neppure l’ultima probabilmente, e il loro rapporto era fondato sulla fiducia e sulla lealtà, ma così esagerava. Magari, in un’alta situazione, non le avrebbe neppure pensate certe cose, ma in quel momento le sembravano così giuste, così vere…

 

 

“hai visto quanta gente?” chiese la rossa rivolta al ragazzo

“sorpresa?” domandò scettico

“bhè, devo ammettere che fa sempre uno stano effetto”

“già, pensa a quei poveracci che dovranno salire sul palco” scherzò ironico Matt

“agitato eh?”

“lo sai benissimo, non è come la prima volta, ma tranquilli non siamo mai”

Sora gli sorrise voltando lo sguardo al panorama che aveva davanti. La notte non era ancora calata, ma le luci cominciavano già ad accendersi. Matt  e Sora  erano appoggiati alla ringhiera a chiacchierare, e di fonte a loro si estendevano tantissime luci nella semioscurità

“Sora….” Questa si voltò di nuovo a guardarlo “io… grazie”

“ma per cosa?” chiese lei sorridendo

“di avermi sopportato in questi giorni” la ragazza avvampò vistosamente

“m-ma figurati, è - è stato un piacere”borbottò imbarazzata. Matt rise divertito

“sei carina quando balbetti, sai?” quell’affermazione non poté far altro che far diventare Sora ancora più rossa

“co-cosa? Hahaha, no dai, stai scherzando, vero?” rise forzatamente

“no, non stavo scherzando, non sono mai stato più serio” la ragazza sgranò gli occhi

“oh, bhè, anche tu sei carino stasera, ma” si affrettò a giustificarsi” non pensare che lo dico solo perché tu… sei carino sul serio…” tentennò ai limiti dell’imbarazzo. Matt rise ancora divertito, poi le prese la mano, guardandola negli occhi

“io… Sora, non so come dirtelo” anche il ragazzo sembrava in difficoltà, ma Sora non tentò di aiutarlo, era immobile, non riusciva a muoversi “io…in questi giorni ti sono stato molto vicino” Sora continuava a fissarlo incredula,  e Matt non distoglieva lo sguardo da quello della ragazza “e… ho.. penso di non riuscire più ad immaginarti come semplice  amica” quelle furono le parole magiche che fecero scattare Sora

“Matt” lo interruppe “anche.. anche.. o cielo, perche è così difficile?” esclamò gettando gli occhi al cielo, la  stretta sulla mano non accennava a diminuire “anche.. anche io ho pensato la stessa cosa” si bloccò di botto quando lo vide sorridere

“non so perché ho voluto dirtelo proprio ora, ma a quanto pare non ho sbagliato”lei sorrise abbassando lo sguardo, ma rialzandolo di colpo non appena sentì Matt avvicinarsi di un passo a lei. Sora non sorrideva più,  lo fissava negli occhi, e intanto la distanza fra loro due diminuiva

“Matt andiamo, è l’ora!” fu una voce  a rompere l’incanto. Sora abbassò velocemente lo sguardo imbarazzatissima liberandosi dalla presa di Matt, il quale si passò la lingua sulle labbra, come per assaporare la preda tanto attesa e fuggita all’ultimo momento. Sorridendo si voltò verso il ragazzo

“eccomi, arrivo”poi guardando Sora le comunicò “ci vediamo dopo” e sparì dietro una porta per ricomparire pochi minuti dopo sul palco.  Aveva la stessa grinta di sempre, ma qualcosa era cambiato nel ragazzo, o forse era solo un’impressione della rossa accalcata fra le fan inferocite. Chissà, magari si stava immaginando tutto a  causa dell’euforia, in fondo loro due si erano dichiarati, più o meno, ma l’idea di rincontrarlo dopo la terrorizzava. Cosa si sarebbero detti? Cosa avrebbero fatto? Le canzoni si susseguivano, una dietro l’altra, finché anche l’ultima nota riecheggiò sovrastata dalle urla. E così anche quel concerto era terminato. La ragazza si diresse verso le quinte con il cuore che batteva all’impazzata. Rimase fuori dieci minuti, giusto il tempo di lasciare loro il tempo di mettere via gli strumenti. Quando varcò la soglia si trovò un gran numero di persone davanti. Sora si avvicinò, per quanto poteva ad un componente della band, il quale le indicò prontamente un’alta porta. Uscì su un palchetto all’esterno. La notte  aveva portato con se un leggero vento che le scompigliò i capelli. Matt non si voltò, neppure quando Sora aprì bocca

“pensavo di trovarti fra le tue fan” gli comunicò accostandosi al biondo. Un sorriso beffardo spuntò sul suo viso

“dovresti sapere che non adoro il caos” si voltò a guardarla negli occhi. Ma il sorriso beffardo si era trasformato, ora era più dolce. “noi avevamo un discorso in sospeso, no?” Sora rispose del sorriso guardandolo anch’essa. Quella situazione le sembrava familiare: loro due che si fissano, la distanza che diminuiva lentamente, finché, tutto d’un tatto, il copione cambiò. Matt le mise una mano dietro al collo e l’attirò a se. Le loro labbra diventarono un tutt’uno. Il ragazzo la strinse un po’ di più, per sentire le sue labbra frasche ancora più a contatto con le proprie, quasi fameliche. La pressione diminuì lentamente, per far si che i due ragazzi si scostarono. Matt la fissava  in attesa di una reazione, che non tardò ad arrivare. Dopo un primo, imbarazzante, secondo di silenzio Sora esordì

“fossero tutti così i discorsi…”. Matt la guardava interrogativo con un sorriso velato sulle labbra. Anche Sora sorrideva, ma non appena vide l’espressione di Matt sgranò gli occhi “non dirmi che l’ho detto sul serio, ti prego non dirmi che l’ho fatto davvero…”disse coprendosi la bocca con le mani. Matt scoppiò a ridere, seguito da un lamento della ragazza, la quale tentò di andarsene. Il biondo la prese per un braccio e la strinse a se. Fra le sue braccia Sora si convinse a non scappare più, in fondo la gaffe l’aveva già fatta. Ma come aveva potuto dirlo sul serio? Lei credeva di averlo solo pensato, e invece… tutte a lei dovevano capitare? In compenso in quell’istante preciso si trovava tra le braccia di Matt, e questo le bastava per consolarsi, eccome se le bastava.

 

 

Si voltò per l’ennesima volta nella stessa direzione, la solita in cui da ormai più di due ore guardava. Kari sospirò per girare i tacchi e andarsene, non ne poteva più di quella situazione. Ma chi l’aveva costretta? Passò accanto a Tk e Mizuki, che da quando erano lì non si erano mollati un secondo. I due non si accorsero minimamente della ragazza, in fondo erano occupati a coccolarsi, accarezzarsi e sbaciucchiarsi a vicenda, ciò che facevano dall’inizio del concerto. Concerto che Kari non si era goduta per niente, e non l’aveva neppure seguito per di più. Non poteva far altro che fissarli, fissarli e maledirli. Erano in un luogo pubblico, per la miseria, un po’ di contegno! Ma perchè aveva deciso di venire? Ah, già, per Matt. In fondo lui non centrava niente. E per Tk. Per farsi perdonare probabilmente, perché dopo la litigata che avevano avuto non si era data pace. Perché il pensiero di Tk arrabbiato con lei la torturava. Ma non era riuscita minimamente nel suo intento di riappacificazione, in quanto il suo amico non l’aveva degnata di uno sguardo da quando era arrivata. Aveva Mizuki con se, e quell’accantonamento non le piaceva un gran ché. Si inviò verso casa, ripensando ai bei momenti che erano stati, prima che Mizuki facesse capolino nella vita di Tk, e anche in quella di Kari, effettivamente. Sì, perché in fondo anche la sua, di vita, aveva cambiato. Ma, a differenza di Tk, in peggio.

 

 

Finalmente ce l’ho fatta, sono riuscita a finire anche questo capitolo. Scusatemi infinitamente se ho aspettato così tanto, ma avevo perso l’ispirazione. Devo confessarvi che ho anche pensato di non continuare la storia, di eliminarla. Poi, per fortuna, tutto è tornato a posto, e devo ammettere che non è neppure venuto tanto male. Adoro il pezzo in cui litigano, mi è venuto di getto, e non appena l’ho riletto ho pensato - ma l’ho scritto io?-. Anche il bacio è venuto bene, adoro la dolcezza di Matt. Non aspettavo altro che scriverlo. Alla povera Kari ne capitano proprio di tutte, ma vedrete che prima o poi si risolverà tutto. Come al solito ringrazio tutti i lettori che leggono, e anche chi mi segue:

 HikariKanna:hai ragione a dire che Kari capisce in fretta, ma dopo una reazione del genere ci sono poche spiegazioni. Anche secondo me Matt è da sposare, e oltretutto il pezzo in cui cucina lo adoro. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto

 valkiria: innanzitutto la fic dovrebbe durare più o meno sette capitoli. Hai ragione, Mizuki è abbastanza importante, mentre Akinoru non centra nulla. Grazie per i complimenti.

mi scuso ancora per l’attesa. Baci

Honey

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Digimon > Digimon Adventure / Vai alla pagina dell'autore: Mami93